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(Adnkronos) - “Mi fa davvero molto piacere aver firmato il Manifesto per l’umanizzazione delle cure in oncologia perché credo che un paziente oncologico non è la propria malattia. È una persona che ha bisogno di avere tanta umanità accanto. Inoltre sono davvero molto interessata a portare avanti, in maniera trasversale, in Regione Lazio la proposta dello psiconcologo (proposta di Legge Regionale n. 119, ndr.). La proposta mira a integrare i servizi dello psiconcologo all'interno del Servizio sanitario regionale, “uno strumento utile per affrontare al meglio questa battaglia e provare a guarire davvero”. Così Emanuela Droghei, vice presidente della Commissione Bilancio Programmazione economica e partecipazione di Regione Lazio, intervenendo a Roma alla tappa del tour 'Non girarci intorno', la campagna di sensibilizzazione sul tumore uroteliale, promossa da Merck legata al Giro d'Italia, di cui la farmaceutica è official partner. “Tutte le manifestazioni popolari possono essere una grande occasione - evidenzia Droghei - per sensibilizzare, per far conoscere, per dare informazioni e anche per far sì che le persone si formino un'opinione che possa arrivare alla politica e guidarla a fare le scelte giuste, basate davvero sulle esigenze delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
(Adnkronos) - Per favorire il ritorno dei ricercatori e dei professionisti in Italia "cerchiamo di dare loro ragioni per tornare, perché il fatto di andare a contaminare le proprie conoscenze, a condividere i propri saperi all'estero è una cosa positiva. Almeno io la considero una cosa positiva, visto che tutte le volte che l'ho visto succedere ho visto tornare persone molto arricchite. Però devono tornare. Quindi il nostro dovere è quello di creare un ambiente, una condizione di capitale umano e infrastrutturale che sia accogliente e dia loro la voglia di tornare". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova. "E questo noi lo stiamo facendo -ha continuato Bernini- con degli investimenti importanti sulle infrastrutture di ricerca, perché i ricercatori seguono le infrastrutture di ricerca, sono come le rondini, seguono i progetti di ricerca in qualsiasi parte del mondo. Noi stiamo investendo tanto capitale, abbiamo cominciato con 11 miliardi, parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza e parte di fondi nostri, domestici, proprio in infrastrutture di ricerca su temi molto innovativi, come il supercalcolo, le tecnologie quantistiche, la mobilità sostenibile, i farmaci a tecnologia Rna, quindi life science, biofarma, agritec, agricoltura tecnologica, subacquea, biodiversità, contrasto alla perdita di biodiversità". Secondo Bernini, "questi sono i temi del futuro e solo creando infrastrutture che studiano, elaborano e creano comunità scientifica intorno ai temi del futuro si consente ai ricercatori di tornare, si dà loro una ragione per tornare", ha concluso il ministro. Sulla distanza tra mondo della formazione e mondo del lavoro, e su come agire "non esiste una ricetta magica. Quello che noi stiamo cercando di fare è prima di tutto lavorare sull'orientamento, il più precocemente possibile. Fare orientamento a partire dalla scuola, a un livello, il più precoce possibile, spiegando che cosa sono le nuove tecnologie, come possono essere utilizzate, come ci si può formare sulle discipline scientifiche, su quelle umanistiche, dando loro la possibilità di identificare da subito un'idea, quantomeno un'idea di percorso. Poi, ed è fondamentale, interfacciarsi con i territori e con le imprese, con le imprese intese in senso lato, cioè con tutti i potenziali destinatari del lavoro, del capitale umano che noi stiamo formando". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova. Secondo il ministro, "quindi, quello che l'università deve fare, e sta facendo, ma che forse non ha fatto abbastanza in passato, è quello di formare la qualità della propria offerta sulla base della richiesta del mercato del lavoro, del mercato di un'impresa che sta crescendo moltissimo sotto il profilo tecnologico e innovativo. Fare, quanto possibile, una combinazione, un collegamento tra quello che si sta studiando e quello che il mercato del lavoro chiede", ha sottolineato. E per Bernini "poi ci sono discipline umanistiche che non hanno un mercato del lavoro, quello è un altro tema, però anche su quelle si applicano nuove tecnologie: la papirologia, per esempio, disciplina umanistica per definizione, o l'archeologia, sono stati stravolti dall'intelligenza artificiale, dalle nuove tecnologie". "Quindi anche su quello bisogna creare un contenuto di offerta formativa che sia sempre agganciato al principio di realtà e soprattutto sufficientemente flessibile per governare i processi di cambiamento, accompagnare e governare i processi di cambiamento, che sono velocissimi", ha concluso il ministro. GenL è un bellissimo progetto che abbiamo fatto insieme al Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, che ringrazio, perché ha proposto a tutti i livelli la gamification, cioè il learning by gaming, che è molto interessante perché giocando, divertendosi, si creano dei percorsi formativi che rimangono più impressi nella memoria. A tutti i livelli, partendo dalla legalità fino alla sicurezza sul lavoro, possono essere applicati a qualsiasi ambito. Noi puntiamo e investiamo moltissimo su questo, non solamente come università, ma anche a livello di formazione superiore, di formazione tecnica, professionale, perché abbiamo visto che il modello funziona. Diverte, funziona e crea una cultura della legalità e del lavoro orientata nella direzione giusta". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova.
(Adnkronos) - “Il Festival dell’Energia è il tipo di iniziativa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Spiegare l’energia è un tema delicato e complesso, soprattutto in una fase in cui i cambiamenti che caratterizzano il settore sono talmente veloci da risultare spiazzanti. Quello che dobbiamo portare a casa dal Festival dell’Energia di Lecce è il ‘Lecce Consensus’. Sarebbe interessante trovare quegli elementi di consenso che possano portare a una certa stabilità informativa intorno al delicato tema dell’energia. La continua miscelazione di argomenti non aiuta nessuno, per questo occorre fare ordine in modo che le informazioni siano sempre spiegate e raccontate in maniera scientifica a tutti i cittadini". Così Stefano Besseghini, presidente di Arera a conclusione dell’inaugurazione della XIII Edizione del Festival dell’Energia di Lecce. "Ci sono, ad esempio, termini che non dovremmo più utilizzare. Mi riferisco all’hosting capacity, una parola che nasceva quando la rete elettrica era programmata e progettata per servire una gerarchia distributiva che aveva al suo centro la centrale. Oggi la rete è dinamica e bidirezionale poiché raccoglie e distribuisce l’energia. Andrebbe quindi sostituita con qualcosa che tenga conto di come è stata progettata l’intera rete", osserva. "Vorrei poi sottolineare che il nostro sistema energetico non è fragile, ma delicato perché i meccanismi che lo regolano sono in continuo cambiamento - rimarca - In altre parole, la rete è un sistema dinamico, che per ora vive in un equilibrio tra generazione e domanda. Un’altra cosa importante da considerare è il passaggio da resilienza a sicurezza. Ogni sistema elettrico è progettato in sicurezza e la rete, ordinariamente è in grado di rispondere alle sollecitazioni che lo interessano. Ma cosa fa il sistema quando questa sollecitazione diventa straordinaria? Gli eventi estremi diventano sempre più frequenti e quindi lancio la provocazione per cui la resilienza deve diventare la nuova sicurezza".