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(Adnkronos) - Nuovi dati presentati da Bayer in occasione del Congresso della Società europea di cardiologia (Esc 2025), che si è tenuto in questi giorni a Madrid, evidenziano il potenziale beneficio di vericiguat nei pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione ridotta (HFrEF), con diversi profili di rischio. I dati si riferiscono agli studi di fase 3 Victoria, condotto in pazienti più gravi con recente ospedalizzazione, e Victor, in pazienti ambulatoriali più stabili. Lo studio di fase 3 Victor - informa una nota - ha valutato l'efficacia di vericiguat in una popolazione stabile di pazienti con HFrEF senza un recente evento di scompenso. Sebbene l'endpoint primario - l'outcome composito di primo ricovero per insufficienza cardiaca (Hfh) o morte cardiovascolare (Cvd) - non sia stato raggiunto, i risultati sono promettenti. Nel gruppo trattato con vericiguat, rispetto al placebo, in combinazione con la terapia medica ottimizzata secondo le linee guida (Gdmt), è stata osservata una riduzione significativa degli eventi legati all'endpoint secondario chiave della morte cardiovascolare (Hr: 0,83; Ic 95%: 0,71-0,97) e della mortalità per tutte le cause (Hr: 0,84; Ic 95%: 0,74-0,97). Il profilo di sicurezza complessivo di vericiguat si è confermato coerente con quanto osservato negli studi clinici precedenti. Lo studio Victor è stato condotto in un contesto clinico avanzato, caratterizzato da un'elevata aderenza al trattamento standard, che prevede l'uso combinato di 4 classi di farmaci raccomandati dalle linee guida per migliorare la prognosi nei pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione ridotta. La maggior parte dei pazienti era clinicamente stabile: l'83% riceveva almeno 3 di queste terapie e fino al 47,5% non aveva mai avuto precedenti ricoveri per insufficienza cardiaca. "Credo sia importante sottolineare che i pazienti arruolati nello studio Victor erano pazienti ambulatoriali stabili e molto ben trattati (il 78% assumeva antialdosteronici, il 59% Sglt2i e il 56% Arni), con una severità di scompenso relativamente lieve (circa il 50% non era mai stato ospedalizzato e il 30% non assumeva diuretici al momento dell'arruolamento) - afferma Michele Senni, direttore Dipartimento Cardiovascolare Asst Papa Giovanni XXIII e Sc di Cardiologia, e professore dell'università degli Studi di Milano Bicocca - Queste caratteristiche hanno determinato un numero limitato di eventi di peggioramento del compenso - ospedalizzazioni o somministrazione endovenosa di diuretici in pronto soccorso - senza una riduzione statisticamente significativa". Al contrario, precisa lo specialista, "è stata osservata una riduzione significativa sia della mortalità cardiovascolare, sia della mortalità totale. In una sindrome notoriamente grave come lo scompenso cardiaco - osserva Senni - il dato sulla mortalità rappresenta indubbiamente il miglior risultato ottenibile con una terapia. Infine, la pooled analysis dei due trial, Victoria in pazienti più gravi con recente ospedalizzazione e Victor in pazienti ambulatoriali più stabili, ha evidenziato un beneficio consistente sia nella riduzione dei peggioramenti dello scompenso sia nella mortalità cardiovascolare. Questo mi porta a concludere che, per la prima volta - sottolinea l'esperto - abbiamo un farmaco, il vericiguat, che in due trial di fase 3 ha dimostrato un'efficacia consistente attraverso l'intero spettro di rischio clinico". L'analisi combinata pre-specificata dei dati degli studi di fase 3 Vctoria e Victor offre una visione globale dell'efficacia di vericiguat lungo l'intero spettro clinico dell'HFrEF, prosegue la nota. Considerando popolazioni con episodi recenti di scompenso e pazienti più stabili, questa analisi consente una valutazione più completa rispetto ai singoli trial. Nel dettaglio, i risultati mostrano che il farmaco riduce in modo significativo il rischio di andare incontro all'endpoint composito primario - ovvero morte cardiovascolare o ricovero per scompenso cardiaco - in tutta la popolazione dello studio (Hr = 0,91; Ic 95%: 0,85-0,98; p nominale = 0,009). Sono stati inoltre osservati ulteriori benefici clinici: riduzione dell'11% del rischio di Cvd (Hr = 0,89; Ic 95%: 0,80-0,98; p nominale = 0,02); riduzione del 10% della mortalità per tutte le cause (Hr = 0,90; Ic 95%: 0,82–0,99; p nominale = 0,03). In ambedue i casi, i risultati si riferiscono all'aggiunta di vericiguat alla terapia medica ottimizzata secondo le linee guida. I risultati dell'analisi combinata di Victoria e Victor, che hanno coinvolto 11.155 pazienti con HFrEF, evidenziano il valore del programma clinico con vericiguat su tutto lo spettro di rischio. Nel trial registrativo di fase 3 Victoria - riporta la nota - vericiguat è stato studiato in una popolazione di pazienti ad alto rischio, con HFrEF e un recente evento di scompenso. I risultati hanno mostrato che il farmaco, aggiunto alla Gdmt, ha ridotto significativamente il rischio assoluto dell'endpoint primario composito - morte cardiovascolare o primo ricovero per insufficienza cardiaca - di 4,2 eventi per 100 pazienti/anno rispetto al placebo. Sulla base dei risultati dello studio Victoria - ricorda Bayer - vericiguat è stato approvato per il trattamento di pazienti con HFrEF che hanno avuto un recente episodio di peggioramento clinico, come un ricovero per scompenso o la necessità di una terapia diuretica per via endovenosa. In particolare, il farmaco si rivolge a pazienti ad alto rischio di nuovi eventi, nonostante siano già in trattamento con le terapie raccomandate dalle linee guida (come Ace-inibitori/Arni, beta-bloccanti, Mra e Sglt2-inibitori). Riconoscendo questo beneficio, la dichiarazione di consenso congiunta Esc-Hfa (European Society of Cardiology - Heart Failure Association) include vericiguat come possibile "quinto pilastro" terapeutico, da aggiungere ai 4 già consolidati, per una gestione più completa dei pazienti con HFrEF dopo un evento recente di scompenso. "Questo riconoscimento sottolinea il ruolo di vericiguat nel contribuire a ridurre il rischio residuo che persiste nonostante una terapia ottimale". Come dimostrato nei due studi di fase 3 - continua Bayer - il farmaco presenta un profilo di sicurezza generalmente favorevole ed è ben tollerato nei pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione ridotta. La terapia con vericiguat può essere introdotta e gestita con un monitoraggio clinico limitato, e non è stata osservata una riduzione eccessiva della pressione arteriosa sistolica rispetto al placebo. La dose iniziale raccomandata di vericiguat è di 2,5 mg una volta al giorno, con incremento graduale - in genere ogni 2 settimane - fino alla dose di mantenimento target di 10 mg una volta al giorno, se ben tollerata dal paziente. Inoltre, lo studio Velocity ha dimostrato che iniziare il trattamento con vericiguat 5 mg (anziché 2,5 mg) è ben tollerato e consente di ridurre i passaggi di titolazione, facilitando il raggiungimento più rapido della dose target di 10 mg al giorno. I risultati sono stati presentati per approvazione alle autorità regolatorie dell'Unione europea. Nonostante l'impiego della terapia medica ottimizzata secondo le linee guida - si rimarca nella nota - i pazienti con HFrEF che hanno recentemente avuto un episodio di scompenso continuano a presentare un elevato rischio residuo. A 1 anno dalla dimissione, infatti, il 73% di questi pazienti va incontro a una riospedalizzazione per qualsiasi causa o a morte. Questi dati evidenziano la necessità urgente di ottimizzare ulteriormente la gestione terapeutica dei pazienti con HFrEF dopo un evento di scompenso, per migliorare gli esiti clinici e ridurre il carico della malattia.
(Adnkronos) - Si chiama 'Ars Sine Finibus' ed è un progetto artistico transfrontaliero voluto e proposto dall’azienda Gradis’ciutta di Robert Princic e dall’azienda Ferdinand di Matjaž Četrtič che si propone di trasformare i vigneti del Collio e del Brda in un parco d’arte permanente, grazie a installazioni realizzate da giovani artisti italiani e sloveni, che hanno lavorato insieme, chiamati a immaginare un futuro sostenibile attraverso materiali naturali e linguaggi creativi. Un progetto che si inserisce all'interno del contenitore culturale di GO!2025, che vede quest'anno Gorizia e Nova Gorica insieme Capitale europea della Cultura, per la prima volta transfrontaliera: un programma nato per valorizzare il patrimonio comune, le culture intrecciate e le storie condivise di due città che, pur appartenendo a due Stati, rappresentano da sempre un’unica anima. 'Ars Sine Finibus' è un’iniziativa che fonde arte, territorio, sostenibilità e memoria storica, superando simbolicamente, ma anche concretamente, la frontiera italo-slovena attraverso la forza espressiva dell’arte e della cooperazione. Ma non solo. L’arte di Marco Nereo Rotelli, artista la cui fama internazionale è nota per la sua capacità di fondere poesia, luce, musica e materia, sarà protagonista con le installazioni 'So(g)no', due grandi sfere multisensoriali, da lui firmate. Le opere sono visitabili all’interno, hanno diametro di 4 metri e sono realizzate in acciaio Cor-Ten, materiale ecosostenibile. Il progetto, curato dal gallerista Salvatore Marsiglione, coinvolge le aziende vinicole Gradis‘ciutta di San Floriano del Collio e Ferdinand nel Brda, zone 'gemelle', e si compone di due installazioni immersive che rendono omaggio alla terra e alla poesia, partendo da un simbolo semplice: l’acino d’uva, concepito come 'casa del linguaggio'. Rotelli intarsia di poesia gli acini illuminati, coinvolgendo i poeti Aleš Šteger (Slovenia) e Valerio Magrelli (Italia). All’interno Giorgio Celiberti, celebre artista friulano con un percorso espositivo internazionale, che interviene all’interno delle opere presentando una serie di 25 ceramiche che vanno a creare un panorama, una 'Via Lucis', che dall’informale diventa forma naturale. Si celebra così l’unione e la fusione fra l’arte internazionale e la cultura del territorio, tramite il suo artista più illustre. Di grande rilievo è il contributo all’opera di Riccardo Valentini, scienziato Premio Nobel per la Pace con l’Ipcc, uno dei pionieri delle misurazioni del flusso di carbonio terrestre, che ha coordinato una rete globale di oltre 600 torri di flusso (Fluxnet) collocate in diversi ecosistemi del mondo ed è autore principale del Rapporto speciale di Ipcc sui cambiamenti climatici. Interviene in 'So(g)no' con il sistema 'Tree talking' da lui brevettato, qui installato sulle viti piantumate in prossimità delle sfere, generando una sinergia tra l’uomo e la terra, generatrice della vite e della vita. La musica che si diffonde nelle sfere è firmata da Alessio Bertallot, noto conduttore radiofonico, musicista e dj. Le poesie di Valerio Magrelli e Aleš Šteger sono disperse, immerse e frammentate in 'Remota', l’opera sonora da lui composta. Sono lampi di voci da profondità poetiche, percettibili appena come comunicazioni umane fra luoghi lontani. 'Remota' è un’allusione all’Era dell’Intossicazione Ermetica, che ci allontana dal centro, dalla concentrazione sul senso della vita, ma ci obbliga in un labirinto di confini. Un lavoro di registrazione e composizione presentato in anteprima mondiale. 'So(g)no' vuole evocare il messaggio onirico-artistico di unità tra linguaggi tra nazioni e tra uomini. I partner progettuali di 'Ars Sine Finibus' sono Sinefinis e le aziende Gradis’ciutta e Ferdinand. Queste tre realtà sono legate a stretto filo da un rapporto di collaborazione incessante. Gradis’ciutta, storica cantina di San Floriano del Collio, la cui anima è Robert Princic, da anni rappresenta un punto di riferimento, non solo per l’eccellenza enologica del territorio, e incarna pienamente la visione di un territorio senza confini. Le sue vigne crescono su colline che parlano due lingue ma condividono la stessa terra. La cantina applica pratiche sostenibili, rispetta i cicli naturali e promuove un’idea di vino come espressione autentica del paesaggio culturale. Ferdinand, creatura di Matjaž Četrtič, rappresenta un’eccellenza della produzione enologica del Brda e una delle cantine più premiate della Slovenia. L’amicizia e l’unione di visioni fra Robert Princic e Matjaž Četrtič, nati entrambi nel 1975 e cresciuti a pochi chilometri di distanza ma separati dal confine, ha dato vita nel 2008 a Sinefinis - spumante metodo classico 'Made in European Union' - prodotto con uve italiane e slovene, un vino e una azienda che si fanno da sempre portabandiera dell’idea di superamento dei confini politici con lo scopo di ricostruire, attraverso la natura e le sue eccellenze dal panorama unico ed indivisibile. Nell’intreccio tra arte e viticoltura, le tre realtà si confermano non solo custodi della terra, ma anche promotrici di una cultura senza frontiere e di un’identità condivisa tra Italia e Slovenia, capace di generare bellezza, cultura e futuro attraverso il dialogo. Sostenere 'Ars Sine Finibus', per Robert Princic e Matjaž Četrtič, significa portare avanti un'idea di mecenatismo contemporaneo, in cui il vino non è solo prodotto ma anche medium di dialogo tra comunità, generazioni e culture. “Abbattere un confine che in fondo non è mai esistito davvero, se non sulle cartine: è questo che facciamo ogni giorno, nella nostra viticoltura, nei rapporti con le famiglie italiane e slovene con cui condividiamo i filari, e ora anche con l’arte. Siamo orgogliosi di essere partner, ancora una volta, per 'Ars Sine Finibus'. Sostenere i giovani e contribuire alla cultura transfrontaliera è per noi una responsabilità, ma anche un’opportunità. Nel corso del 2025 continueremo ad aprire le nostre porte a progetti culturali grazie a GO!2025, perché crediamo che il vino possa essere strumento di dialogo, proprio come l’arte”, affermano Robert Princic e Matjaž Četrtič. Dalle ore 17.00 di venerdì 5 settembre, la cantina Gradis’ciutta (in via Giasbana 32/a a San Floriano del Collio) ospiterà l’evento di inaugurazione delle opere e la premiazione del concorso per i giovani artisti under 35, presentato da Andro Merkù, conduttore per Radio Monte Carlo e profondo conoscitore del vino e della cultura del territorio. I giovani artisti, valutati da una giuria di esperti del settore, saranno i protagonisti della prima parte dell’evento, con il saluto di Giorgio Celiberti. Il pomeriggio sarà poi animato dalla tavola rotonda dal titolo 'I giovani e la natura ridefiniscano il futuro', a cui parteciperanno Riccardo Valentini, Marco Nereo Rotelli, Alessio Bertallot, Ales Steger, Robert Princic e Matjaž Četrtič. L’evento avrà quindi il suo culmine con la scoperta delle installazioni So(g)no di Marco Nereo Rotelli. Il progetto è realizzato con il sostegno del Fondo per piccoli progetti GO!2025 del Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia.
(Adnkronos) - Per la prima volta in Italia, due sistemi autonomi di gestione degli imballaggi si alleano per offrire alle aziende del settore beverage un servizio congiunto per il recupero, il riciclo e il riuso, esteso non solo alle bottiglie in Pet, ma anche al film in plastica che le avvolge nei fardelli e copre i pallet utilizzati nel trasporto. L’accordo sperimentale prevede che Coripet - consorzio riconosciuto per la gestione e il riciclo degli imballaggi in Pet (polietilene tereftalato) per liquidi alimentari - nel pieno rispetto dell’autonomia industriale e commerciale delle singole imprese consorziate, segnali a queste ultime la possibilità di utilizzare il film riciclato fornito da P.A.R.I.- sistema volontario per il recupero del film flessibile in Ldpe (polietilene a bassa densità) -. P.A.R.I., da parte sua, si rende disponibile a fornire film con un contenuto minimo del 50% di plastica riciclata post-consumo, con possibilità di arrivare fino al 90%, garantendo il riciclo di almeno il 60% degli imballaggi immessi sul mercato. L’intesa nasce dalla volontà di dare nuovo impulso al principio della responsabilità estesa del produttore (Epr- Extended Producer Responsibility) introdotto a livello europeo e recepito in Italia dal decreto legislativo 152/2006, che attribuisce alle imprese l’onere e la facoltà di organizzare autonomamente la gestione del fine vita degli imballaggi immessi sul mercato, anche attraverso sistemi alternativi rispetto ai consorzi di filiera tradizionali. La sperimentazione permetterà di integrare la filiera “bottle-to-bottle” di Coripet - che già da inizio anno garantisce ai propri soci l’impiego del 25% di Rpet riciclato - con quella di P.A.R.I., valorizzando anche il film utilizzato per i fardelli e i cappucci copripallet. In questo modo le imprese consorziate potranno contare su un sistema efficiente e trasparente per la gestione dell’intero sistema di confezionamento in plastica, dall’imballo primario a quello terziario. Nel 2024 Coripet – che consorzia i principali marchi italiani di acque minerali e soft drink - ha raccolto oltre 165mila tonnellate di bottiglie Pet, pari a oltre la metà dell’immesso a consumo nazionale. “L’accordo con Coripet ci permette di estendere ulteriormente i principi dell’economia circolare anche per gli imballaggi secondari e terziari, valorizzando l’integrazione verticale della filiera e la rigenerazione di bottiglie e film potenzialmente all’infinito”, spiega Michele Petrone, responsabile di P.A.R.I. e amministratore delegato di Aliplast, la società del Gruppo Hera che ha il sviluppato il sistema. “Questa iniziativa rappresenta un passo concreto nella direzione indicata dalla normativa europea, dalla direttiva sulla plastica monouso (Sup, Single Use Plastics) al nuovo Regolamento imballaggi (Ppwr, Packaging and Packaging Waste Regulation) approvato lo scorso gennaio», commenta Corrado Dentis, presidente di Coripet. “Come consorzio, continuiamo a promuovere soluzioni operative replicabili e pienamente aderenti agli obiettivi comunitari di riciclo e sostenibilità”. La fase sperimentale, valida fino al 31 dicembre 2028, prevede un monitoraggio continuo delle performance ambientali, tecniche e industriali, con l’obiettivo di rinnovare l’accordo e definire un modello replicabile anche in altri settori produttivi.