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(Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali. L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia. Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive). I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino. Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria. Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.
(Adnkronos) - “Con la riforma, i regimi di riallineamento sono stati completamente riorganizzati. Oggi c’è una disciplina unica, sicuramente più semplice da gestire. C’è la possibilità di riallineare separatamente tra Ires e Irap. Il sistema è sicuramente più coordinato perché le scadenze, che prima erano disallineate, oggi vengono riallineate, accorciando quelle che probabilmente erano eccessivamente lunghe, ma soprattutto allungando quelle che risultavano di difficile applicazione”. Lo afferma Alberto Trabucchi, co-managing director and head of Tax department di Assonime, a margine dell’evento 'EY Tax Update 2025. Riforma fiscale: sfide e opportunità per le imprese', organizzato da EY e focalizzato, appunto, sulla riforma fiscale in corso. “Le aliquote sono peggiorate, non c’è dubbio, ma è stato sbloccato il riallineamento globale, che oggi è sostanzialmente sempre fattibile - aggiunge Trabucchi - Nell’eliminare gli arbitraggi, che prima potevano essere realizzati sfruttando le aliquote effettivamente molto più convenienti, è stata eliminata anche la possibilità di incentivare le operazioni di aggregazione aziendale con terzi, che potevano essere fatte appunto sfruttando le aliquote basse di riallineamento. E’ vero che sono stati eliminati gli arbitraggi per le operazioni infra gruppo, ma c’è il rischio che sia stata eliminata anche una possibile forma di incentivo per le riorganizzazioni aziendali verso terzi, quelle accrescitive. Quindi questo, forse, potrebbe essere motivo di ripensamento”. “Il regime di consolidato fiscale, che è tra i più favorevoli tra quelli esistenti nel panorama europeo, resta sempre la formula migliore per consentire la circolazione delle perdite all’interno del gruppo - sottolinea l’esperto - La riforma consente ai gruppi stabili una migliore gestione delle perdite, perché viene riconosciuta a livello fiscale la bontà del soggetto economico unitariamente inteso, consentendo la circolazione delle perdite, nell’ipotesi poi di successive operazioni di aggregazione tra il soggetto che porta le perdite e il soggetto che lo controllava o tra soggetti del gruppo”. “Dal punto di vista sostanziale, la scelta fatta dal legislatore, per una questione di prudenza sul gettito, è stata quella di consentire questo scambio di perdite soltanto a coppie, cioè soltanto nella misura in cui i soggetti che si vanno ad aggregare erano già insieme e facevo già parte dello stesso gruppo al momento della maturazione delle perdite. Questa è una limitazione abbastanza forte - puntualizza Trabucchi - che porta con sé una serie di complicazioni che verranno sciolte dal dm che ha in corso di preparazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, e che forse rendono consigliabile ancora, quando possibile, l’utilizzo del consolidato fiscale. C’era stata l’idea di consentire una libera circolazione delle perdite del gruppo con una logica accrescitiva, a prescindere dal momento in cui le società facevano parte dello stesso gruppo, però, probabilmente per motivi di gettito, non è stato possibile perseguirla. Ci troviamo quindi di fronte ad una riforma di grande utilità - conclude - ma forse si poteva fare qualcosa in più. Speriamo che, magari riorganizzando meglio le risorse a disposizione in sede di correttivo, si possa porre rimedio a questa piccola inefficienza”, conclude.
(Adnkronos) - “Oltre il 95% dell'olio di palma che viene importato in Italia è un olio certificato Rspo sostenibile. Significa che si rispetta chi ci lavora e si rispetta l'ambiente. L'olio di palma di cui parliamo è coltivato in modo sostenibile, ha una resa per ettaro elevatissima, quasi 4 tonnellate per ettaro rispetto alle 0,7-0,8 degli altri oli, quindi si spreca meno terreno per produrlo. L'olio di palma viene anche estratto senza solventi, altro aspetto ambientalmente importante. Inoltre, i prodotti che contengono olio di palma possiamo avere una shelf life (durata di conservazione, ndr) molto più lunga rispetto a quella di un altro olio comune. Un prodotto, quindi, che si sposa perfettamente con la lotta allo spreco e la promozione della nutrizione sostenibile portata avanti da Cittadinanzattiva”. Così Vincenzo Tapella, presidente dell’Unione Italiana per l'olio di palma sostenibile, in occasione della presentazione della presentazione del progetto "Nutrizione Sostenibile e Lotta agli Sprechi" lanciato da Cittadinanzattiva in collaborazione con il Centro di Ricerca EngageMInds HUB dell'Università Cattolica ed il supporto non condizionato dell'Unione. “Siamo onorati e orgogliosi di essere stati coinvolti da Cittadinanzattiva in questo progetto” osserva Tapella che aggiunge: “l’informazione è un aspetto importantissimo in quanto purtroppo l'olio di palma è stato attaccato anni fa, e continua ancora oggi a ricevere alcune critiche. L'unica alternativa all'olio di palma è l'olio di palma sostenibile”, conclude.