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(Adnkronos) - Nel cuore di Bologna, sotto le logge del Pavaglione, il cortile dell’Archiginnasio si è trasformato in un luogo di commozione ma anche di ironia per l'ultimo saluto a Stefano Benni. È qui che oggi, dalle 11 alle 17, si tiene la camera ardente dello scrittore, poeta, umorista e voce inconfondibile della letteratura italiana, scomparso martedì scorso all’età di 78 anni dopo una lunga malattia . L’atmosfera è sospesa tra il dolore e il sorriso, proprio come nei suoi libri. Una lunga fila di persone attraversa il cortile, in silenzio, con lo sguardo basso e il cuore pieno. Lettori di ogni età, dai ragazzi con lo zaino in spalla agli anziani con un libro sottobraccio, si fermano davanti al feretro per un ultimo saluto. Alcuni lasciano fiori, altri citano a voce bassa frasi tratte da Bar Sport o La compagnia dei Celestini. C’è chi piange, chi ride ricordando le sue battute, chi semplicemente resta in silenzio. Tra i presenti, volti noti e amici di lunga data. Daniel Pennac, lo scrittore francese che Benni aveva fatto conoscere al pubblico italiano, è tra i primi ad arrivare. Il suo discorso è un capolavoro di tenerezza e malinconia: “Lupo, coraggio, che arriviamo tutti tra poco”, dice rivolgendosi all’amico. Pennac racconta di quando Benni voleva aprire uno studio di psicoanalisi per insetti e animali: “Una formica individualista, un cane che non sopportava l’odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide”. Il pubblico ride e piange insieme. Accanto a Pennac, il figlio di Benni, Niclas, visibilmente commosso, parla della “marea di testimonianze di affetto” ricevuti in questi giorni. “C’è chi mi ha detto che ha trovato l’amore grazie a un libro di mio padre, chi si è sentito meno solo, chi si è rialzato nei momenti difficili. Alcuni mi hanno persino mandato foto di tatuaggi a forma di fiocco di neve per ricordarlo”. Presenti anche Alessandro Bergonzoni e David Riondino, amici e compagni di scena, l’editore Carlo Feltrinelli, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e l’assessora regionale Isabella Conti. Feltrinelli ricorda il sodalizio iniziato nel 1980: “Con Stefano abbiamo attraversato mezzo secolo di editoria. I suoi libri hanno dato identità alla nostra casa editrice. Era un longseller, non un bestseller: voleva essere letto a lungo, e lo sarà”. Nel chiostro del Teatro Arena del Sole, dalle 12 alle 15, si alternano letture ad alta voce delle sue opere. Le parole di Benni risuonano tra le colonne antiche, come se fosse ancora lì, a osservare con ironia il mondo che ha raccontato con passione e rabbia, con poesia e sarcasmo. La camera ardente non è solo un addio, ma una celebrazione. Un rito collettivo che unisce generazioni, stili, pensieri. Bologna lo saluta come si saluta un amico, un maestro, un compagno di viaggio. E mentre il sole filtra tra le arcate, qualcuno sussurra: “Ci vediamo al Bar Sport, Lupo”.
(Adnkronos) - Engineering, leader nei processi di digitalizzazione per aziende e Pa, ha partecipato oggi agli Stati generali europei della difesa, spazio e cybersicurezza, tenutisi presso Esa-Esrin di Frascati e promossi da Parlamento Europeo e Commissione Europea in collaborazione con l’Esa. L’evento ha riunito rappresentanti delle istituzioni europee e nazionali, agenzie di cybersecurity e aziende leader del settore, per affrontare le sfide poste dalla guerra ibrida e dalla crescente interdipendenza tra difesa, spazio e cybersicurezza. Engineering ha contribuito al dibattito con l’intervento dell’executive vice president public sector Andrea Gabardo nel panel 'Hybrid warfare and cybersecurity: defending liberal democracies', condividendo la visione dell’azienda su come le tecnologie digitali possano diventare un abilitatore strategico per la protezione delle infrastrutture critiche e per la resilienza democratica. Andrea Gabardo dichiara: "La guerra ibrida ha reso la difesa una sfida multidimensionale: non si tratta più solo di proteggere i confini fisici, ma anche di garantire l’integrità dei dati, delle infrastrutture e dei processi decisionali. Per questo è fondamentale un approccio integrato che unisca spazio, cyber e terra in un’unica architettura resiliente. Engineering lavora per sviluppare tecnologie dual-use, soluzioni di AI e GenAI e di Digital Twin di sicurezza, e strumenti che permettano ai governi di rafforzare la sovranità digitale e la fiducia dei cittadini". Con la sua presenza agli Stati Generali Europei della Difesa, Spazio e Cybersicurezza Engineering "conferma l’impegno del Gruppo nel supportare governi e istituzioni nella costruzione di un ecosistema europeo di difesa digitale integrata, attraverso piattaforme di comando e controllo interoperabili, analisi satellitare basata su AI, soluzioni di cyber resilience e security operation center per la protezione delle infrastrutture critiche".
(Adnkronos) - 'Matriarche e Memorie'. È questo il tema della Giornata mondiale dell'elefante (World Elephant Day) di quest’anno, celebrata come ogni anno il 12 agosto. La Giornata 2025 ha infatti un focus sul ruolo cruciale delle femmine di elefante nel guidare e preservare la storia dei loro branchi. Così il Wwf in una nota in cui ricorda che la leadership del branco di elefanti è affidato ad una femmina adulta ed esperta che è responsabile di guidare il gruppo, prendere decisioni cruciali su dove andare a reperire acqua e cibo e su come reagire ai pericoli. La Giornata mondiale dell’elefante è anche occasione, per il Wwf, di lanciare l’allarme sullo stato di conservazione di queste specie, promuovendo le azioni di conservazione che contrastano bracconaggio, commercio di avorio, perdita di habitat e conflitti con l’uomo, e sensibilizzando sul ruolo chiave che gli elefanti svolgono negli ecosistemi e sul loro valore culturale. In 8 Paesi asiatici (Cambogia, Cina, Laos, Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia e Vietnam) restano fra gli 8-11mila elefanti in natura. La popolazione residua di elefante asiatico oggi occupa appena il 5% del suo areale storico. Conosciuti come 'ingegneri dell'ecosistema e giardinieri della foresta', gli elefanti asiatici svolgono un ruolo cruciale - spiega il Wwf - disperdendo semi e sostanze nutritive attraverso i loro escrementi mentre si spostano, creando percorsi nelle foreste dense e modificando gli habitat forestali a beneficio di altri animali. Anche le loro impronte possono formare piccoli ecosistemi che fungono da habitat per organismi come alcuni anfibi. La perdita e la frammentazione degli habitat, i conflitti con l'uomo e il bracconaggio hanno causato un allarmante declino della popolazione: in alcuni Paesi sono rimasti solo poche centinaia di individui in natura. La coesistenza è certamente un fattore chiave per garantire un futuro all’elefante. L’India è il paese dove è presente la più grande popolazione di elefante asiatico (la popolazione di elefanti in questo paese si attesta tra i 25-30mila individui, pari a quasi due terzi della popolazione globale di elefanti asiatici). "Nel complesso, il mantenimento della più grande popolazione esistente di elefanti selvatici al mondo, in un contesto fortemente antropizzato come quello indiano - spiega il Wwf - è reso possibile da un solido quadro istituzionale, politico e giuridico dedicato alla conservazione". Anche gli elefanti africani si trovano ad affrontare forti difficoltà. Il loro numero è drasticamente crollato, passando dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415mila riportati nell’ultimo censimento. Le due specie presenti sono l’elefante di savana (Loxodonta africana), classificato come 'in pericolo', e l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis), inserito tra le specie in 'pericolo critico'. Il bracconaggio resta la causa principale del declino di entrambe le specie: si stima che ogni anno, infatti, vengano uccisi circa 20mila elefanti per il commercio illegale di avorio. A questo si aggiungono le uccisioni generate dai conflitti con le comunità locali, in crescita a causa della deforestazione (trasformazione di aree di foresta e savana in coltivazioni), carenza di cibo o di acqua. Da oltre 30 anni il Wwf porta avanti programmi di conservazione in Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo e Gabon come le azioni di mitigazione dei conflitti con l’uomo, lo sviluppo del programma 'Zero Poaching', la collaborazione con il programma Traffic per ridurre il commercio di avorio, il lavoro di sostegno alle comunità locali attraverso lo sviluppo di attività economiche sostenibili, l’educazione ambientale, l’assistenza medica e il sostegno alla scolarizzazione. Grazie al progetto 'Una foresta per gli elefanti', nel territorio del Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo) il Wwf sta realizzando azioni di studio e monitoraggio tramite fototrappole, analisi genetiche e tagging, rafforzamento del sistema antibracconaggio, aumentando le risorse disponibili per gli uffici che lavorano sul campo, le tecnologie avanzate e la formazione delle guardie. Il progetto prevede, inoltre, un’intensa attività finalizzata a migliorare la convivenza tra elefanti e comunità locali, tramite azioni volte a mitigare i conflitti attraverso un nuovo approccio, denominato Safe, che punta al raggiungimento di 5 obiettivi generali misurabili: sicurezza per le persone, sicurezza per la fauna selvatica, protezione delle proprietà umane, protezione dell’habitat, monitoraggio efficace.