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(Adnkronos) - Un bimbo di appena tre mesi è morto travolto da un trattore, in un'azienda agricola a St Pierre, in Val d'Aosta. Alla guida del mezzo c'era lo zio del piccolo. Lo riporta l'edizione on line de 'La Stampa'. Matteo Barmaz, 'tradito' dal cono d'ombra del trattore, non si è accorto della presenza del passeggino dove dormiva il nipotino. Tutti i tentativi di soccorso sono stati inutili. Sui fatti indagano i carabinieri, l'area è stata posta sotto sequestro ed è stata avvertita la procura. L’incidente è avvenuto nell’azienda agricola 'Di Barrò', fondata dal sindaco di St-Pierre Andrea Barmaz.
(Adnkronos) - Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori è un affiatatissimo gruppo composto da 25 ristoratori che - dal mare Adriatico alle Alpi - sono portabandiera delle molteplici anime della cucina regionale, pensata e rielaborata da ciascuno secondo il proprio personalissimo percorso di ricerca; 24 tra vignaioli e distillatori e 16 artigiani del gusto a cui si affiancano 8 partner tecnici. E da 25 anni raccontano insieme la storia della loro terra attraverso la cucina, i suoi vini, i suoi prodotti, formando un’unione che dura nel tempo e si proietta verso il futuro. Ieri, 15 settembre, hanno festeggiato questo importante traguardo con una celebrazione ospitata nelle sale della Fondazione Friuli di Udine, nel corso della quale hanno presentato un video e un magazine che raccontano in maniera agile e attraente la loro storia. “L’augurio che ci facciamo celebrando i nostri 25 anni - ha detto il presidente del Consorzio, Walter Filiputti - non è tanto di realizzare i nostri sogni, quanto di continuare a sognare”. La celebrazione dei 25 anni è stata l’occasione per tracciare il bilancio del percorso fatto finora (che è stato raccontato in un video ed è stato raccolto in un magazine che racconta in maniera agile e attraente la loro storia), ma soprattutto per gettare un ponte verso il futuro perché, come ha detto Walter Filiputti dando il benvenuto al folto pubblico, “il nostro impegno è stato, e sarà sempre, quello di dare alla tradizione un futuro, facendolo evolvere ma mantenendo ben salde le radici”. E nel futuro un posto importante spetta alla formazione. Fvg Via dei Sapori ha sempre creduto nell’importanza di preparare nuove generazioni di ristoratori, pronti a raccogliere il testimone e portare avanti il lavoro svolto fino ad oggi, e nell’impegno per scongiurare la perdita di fascino di questo mestiere che potrebbe minare alla base la sua crescita. La formazione, che ha rappresentato per il Consorzio un punto fermo, con esperienze e percorsi formativi in Italia e all’estero, è fra gli impegni prioritari dell’immediato futuro. “Agli inizi del 2025 chiedemmo un incontro con l’Istituto Tecnologico Superiore (ItsS) Academy Udine (presidente Paola Perabò e direttrice Ester Iannis) per offrire la nostra collaborazione, che venne accettata - ha annunciato Walter Filiputti - e ora siamo felici di annunciare che il Corso di formazione superiore per la ristorazione partirà con l'anno 2026/2027. Non potevamo immaginare compleanno migliore. È proprio vero che i sogni non svaniscono finché le persone non li abbandonano”. Antesignani dell’equazione Cucina+Vino+Prodotti+Cultura = Turismo (che allora non era assolutamente scontata) e del format delle Cene spettacolo in location di particolare suggestione di cui sono attori tutti gli associati, in questi 25 anni hanno inanellato numeri da record: circa un milione di assaggi serviti all'insegna dell'eccellenza e della valorizzazione del territorio, 185 eventi in 83 località di tutto il mondo (111 in Friuli, 22 in Italia, 47 all’estero) in cui sono state promosse la cultura e l'enogastronomia del Friuli Venezia Giulia, oltre 2.000 ricette create per deliziare il pubblico con piatti unici che hanno raccontato in modo inedito la storia culinaria regionale, più di 35.000 bottiglie stappate durante gli eventi, 1.383 le volte in cui vignaioli, artigiani del gusto e partner sono apparsi nei menù rendendo ogni esperienza irripetibile. Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori è stato anche oggetto di un Caso di studio della Sda Bocconi, che ha individuato fra le chiavi del suo successo il fatto che, fin dall’inizio, ha lavorato con lo sguardo rivolto al territorio di appartenenza, impegnandosi per promuoverlo ed innalzare sempre di più il livello della sua offerta enogastronomica, puntando su un effetto traino. Il risultato più importante che è stato raggiunto? Secondo lo studio, “è probabilmente il cambiamento più profondo e difficile, che riguarda la mentalità, lo spirito dei partecipanti al Consorzio e la capacità di mettersi insieme”. Tutto è nato il 12 settembre 2000, una data che avrebbe segnato una svolta per la ristorazione del Friuli Venezia Giulia. Aldo Morassutti della trattoria Da Toni a Gradiscutta, riunì al ristorante Là di Moret una decina di colleghi, mossi da una visione comune: promuovere e valorizzare la gastronomia locale. Invitò Walter Filiputti, esperto di enogastronomia e marketing, a presentare un programma. Quel giorno non solo nacque l’idea del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, ma venne posta la prima pietra di un progetto che avrebbe contribuito a collocare la ristorazione di qualità nel sistema di promozione del turismo. Le esigenze che spinsero alla creazione del Consorzio erano semplici, ma fondamentali: la necessità di dare una voce forte e unitaria alla ristorazione regionale creando una piattaforma per lanciare le eccellenze locali e di fare squadra. L’intuizione guardava oltre, al bene del territorio, con la consapevolezza fosse il vero tesoro comune da difendere e valorizzare. La Carta di fondazione del Consorzio, sottoscritta da 20 ristoranti, sanciva l’impegno a superare le individualità e lavorare, allo stesso tempo, per il bene collettivo. La componente territoriale fu il motore del successo del progetto, trasformando il panorama enogastronomico in un pilastro strategico per il turismo regionale, e aprendo le porte alla collaborazione con le Istituzioni locali, come la Camera di Commercio di Udine e di Pordenone-Udine, Promoturismo e i Comuni. L’aspetto culturale faceva parte dei programmi. Nel 2003, il Consorzio edita il suo primo libro, 'Friuli Via dei Sapori' tradotto in 6 lingue. Nel 2011 ecco 'I Solisti del Gusto' attraverso una narrazione che intreccia sapori e cultura dell’intera regione (in 3 lingue). A queste pubblicazioni si sono aggiunte 9 'Monografie golose' (tiratura di 20.000 copie) che sono state omaggiate ai clienti dei ristoranti, contribuendo a una diffusione capillare della conoscenza del territorio. “In questi 25 anni - ha dichiarato il presidente della Fondazione Friuli, Bruno Malattia - il Consorzio Via dei Sapori ha accompagnato, e spesso guidato, un’evoluzione della ristorazione. Ha insegnato a imprenditori per natura individualisti che superare la rivalità e collaborare porta benefici a tutti: da soli si va più veloci, ma insieme più lontano. Il Consorzio ha inoltre fatto capire che un’offerta vincente unisce cucina, vini e prodotti del territorio in un mix capace di creare interesse turistico a vantaggio di molte attività della regione. Thomas Stearns Eliot, in un suo famoso saggio, osservava che un segno della decadenza culturale in Gran Bretagna era l’indifferenza nell’arte di preparare i cibi, ricordando come la cultura sia ciò che rende la vita degna di essere vissuta. In questa prospettiva, il Consorzio ha favorito anche un’evoluzione culturale attraverso la formazione a tutti i livelli, in cucina, in sala e in ogni mansione, valorizzando le esperienze più innovative e creando una continua contaminazione di idee. I risultati ottenuti non sono quindi solo imprenditoriali, già motivo di merito, ma anche culturali, rappresentando un esempio che dovrebbe ispirare riflessioni anche in altri settori di quella che tradizionalmente viene ritenuta cultura”. “In 25 anni di attività, Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori si è affermato come straordinario biglietto da visita della regione, esempio unico di lavoro di squadra nel settore della ristorazione e dell’ospitalità. Chef, vignaioli, artigiani e produttori hanno unito le forze per raccontare, attraverso piatti iconici e sapori autentici, un Fvg capace di coniugare tradizione e apertura internazionale, promuovendo un turismo lento e consapevole. Oggi più che mai, questa storia ci ricorda l’importanza dell’alta formazione professionale per i nostri giovani: nella ristorazione, nell’accoglienza, nell’ospitalità, servono mani e menti preparate, capaci di conoscere le radici della nostra cucina per innovare con rispetto e creatività", ha affermato il presidente della Camera di commercio di Pordenone-Udine, Giovanni Da Pozzo. "Su questa formazione - ha proseguito - la Camera di commercio porta avanti da tempo il suo impegno e ha nel Consorzio un esempio e un punto di riferimento di altissima qualificazione. Via dei Sapori non è solo esperienza enogastronomica, ma dimostrazione di come cultura, impresa e territorio possano intrecciarsi per costruire un futuro attrattivo. Lo abbiamo sempre saputo, costruendo innumerevoli percorsi di promozione del Fvg in Italia e all’estero, portando con noi Via dei Sapori in accompagnamento ai rappresentanti delle imprese di tutta l’economia. Auguro il miglior 25esimo compleanno a questo Consorzio unico, portabandiera di tutta l’economia, con cui è sempre e sarà sempre un piacere collaborare”. “Quella di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori - ha osservato l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini - è una storia di visione imprenditoriale. Oggi l’enogastronomia è uno dei principali canali di promozione della nostra Regione a livello nazionale e il primo fattore di interesse per i turisti stranieri e tutto questo lo dobbiamo anche e soprattutto alla felice intuizione di Walter Filiputti e di quei ristoratori lungimiranti che 25 anni fa diedero inizio alla storia del Consorzio. Il segreto della Via dei Sapori risiede nella capacità di fare sistema: una squadra di campioni al servizio di un progetto collettivo. Questo saper fare squadra ha generato nel tempo preziosi frutti, collocando di fatto la ristorazione di qualità al vertice del sistema di promozione del turismo regionale. Ecco perché oggi, in occasione di questa importante ricorrenza, desidero rivolgere a nome dell’amministrazione regionale un sentito ringraziamento al Consorzio, al suo direttivo e a tutti i ristoratori e gli operatori del settore che sono impegnati nella valorizzazione del nostro territorio”. E che la ristorazione di qualità sia un importante driver per la promozione dei territori e del turismo lo ha ribadito nel suo intervento Magda Antonioli, docente dell'Università Bocconi e presidente dell'Osservatorio Nazionale del Turismo, che ha fatto un’analisi di marketing a livello aziendale e territoriale allo stesso tempo, per condividere valori e cultura di un patrimonio di eccellenza da proteggere e valorizzare. “Leggere le sfide di oggi per capire il domani”: su questo leitmotiv, il suo intervento si è concentrato sulle tematiche inerenti i nuovi trend della ristorazione e le tendenze del comparto dell’enogastronomia. Ne ha evidenziato i cambiamenti in atto, i valori di un turista, sempre più ibridi (quali lifestyle, identità, contaminazione, aspetti sociali e ambientali, salutistici, etc.). “La lettura con al centro il territorio, le sue tipicità e tradizioni, la qualità e la maestria degli attori a partire da chef e vignaioli - ha ribadito - conduce alla conclusione che l’approccio vincente è quello di filiera, dove essenziali risultano anche i valori sociali, le competenze e la risorsa umana, vero collante per fare rete”. E proprio guardando al futuro, la celebrazione si è conclusa con l’annuncio da parte di Walter Filiputti e della presidente dell’Its Paola Perabò dell’avvio del Corso di formazione superiore per la ristorazione nell'anno accademico 2026/2027. Prima del loro intervento, è stata annunciata anche una colta e raffinata iniziativa da parte di Angelo Floramo e della direttrice della Guarneriana Sabina Francescatto: i 25 chef di Fvg Via dei Sapori saranno chiamati a far rivivere in chiave moderna il gusto e il sapore delle ricette tramandate dal manoscritto guarneriano 'Liber Dietarum Universalium' di Isaac Iudaeus (sec. XII), mixando insieme innovazione e sapienza antica.
(Adnkronos) - Al via la nuova iniziativa di mobilità elettrica condivisa targata Luiss Green Mobility: il primo progetto pilota europeo in ambito universitario di fornitura di servizi di E-mobility e servizi smart correlati, a dieci anni dal suo avvio, si rinnova, grazie alla collaborazione strategica con Acea e Renault Italia. Oggi, infatti, è stata inaugurata la nuova flotta composta da 12 Renault 5 destinata al Car Sharing elettrico, a disposizione di studenti, docenti e staff per agevolare la mobilità tra i Campus e per il tempo libero. Renault 5 è stata scelta per questo servizio di E-mobility per il suo design moderno, le personalizzazioni, la connettività e la sicurezza. Ai giovani di oggi, nativi digitali, la piccola elettrica di Casa Renault mette, infatti, a disposizione, tramite Google Play, numerose app che consentono di ascoltare musica, tenersi aggiornati su sport e attualità, divertirsi o guardare film durante la sosta o la ricarica. Su strada, la piccola compatta elettrica si distingue per un’esperienza di guida innovativa, un’autonomia fino a 410 km secondo il ciclo Wltp e un livello di sicurezza ai vertici della categoria, garantito da 26 dispositivi di assistenza alla guida. La gestione dei servizi digitali e la ricarica saranno disponibili 24 ore su 24, direttamente tramite l’App Luiss, grazie all’integrazione con la piattaforma Ict basata sulla tecnologia Bomts (Banking Operations Maintenance Telematics and Security) sviluppata da a.Quantum - Gruppo Acea. Per il 'taglio del nastro', nel Campus Luiss di viale Romania, erano presenti i vertici dell’Università e delle aziende partner del progetto. "Le università hanno un ruolo centrale nella transizione verso una società più sostenibile - ha dichiarato Rita Carisano, direttore generale della Luiss - La nostra missione non è solo formare giovani pronti ad affrontare il mondo del lavoro, ma anche prepararli a diventare cittadini consapevoli delle sfide che li attendono. In questa visione si inseriscono iniziative come il progetto Green Mobility, che rendono i nostri campus un modello di sostenibilità per studentesse e studenti, ispirandoli a ridurre l’impatto ambientale in ogni aspetto della propria vita. Un forte impegno riconosciuto anche a livello internazionale, come dimostra la classifica Ui GreenMetric, che ogni anno premia gli atenei più sostenibili al mondo. Dal suo ingresso nel 2018 ad oggi, la Luiss ha scalato più di 200 posizioni, raggiungendo il 2° posto in Italia e il 13° globale a conferma della costante attenzione alle buone pratiche ambientali e, in particolare, alla mobilità green”. "Siamo entusiasti che Renault 5 E-tech Electric diventi il cuore pulsante di questo progetto di mobilità sostenibile promosso dalla Luiss. R5 è molto più di un’auto: è un’icona che si reinventa, capace di unire emozione, tecnologia e responsabilità ambientale. Con il suo design immediatamente riconoscibile, l’anima pop e lo spirito innovativo, parla la stessa lingua delle nuove generazioni, attente all’ambiente ma desiderose di libertà e connessione. Crediamo che R5 E-tech Electric sappia offrire un’esperienza unica e stimolante, rispondendo con concretezza e passione alle grandi sfide della mobilità di oggi e di domani", ha affermato Sébastien Guigues, Ceo Renault Italia. “Nell’ultimo biennio - ha sottolineato Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea - con l’attuazione del Piano Industriale, Acea ha consolidato il suo ruolo di operatore infrastrutturale, di leader del settore idrico e di main player dei settori energetico e ambientale. La grande expertise del nostro Gruppo ci qualifica in modo trasversale come punto di riferimento a livello nazionale nella progettazione, realizzazione e gestione di sistemi infrastrutturali. Tutto ciò è possibile grazie a una rinnovata attenzione strategica all’innovazione tecnologica che caratterizza e contraddistingue anche il progetto Luiss Green Mobility”. “Aver supportato Luiss nella progettazione e nel lancio di un progetto così importante ha consentito ad a.Quantum di rendere tangibile una mission sfidante. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di progettare e realizzare sistemi infrastrutturali sicuri e resilienti - ha aggiunto Enrico Resmini, amministratore delegato di a.Quantum - a.Quantum nasce con l’intento di valorizzare le competenze del Gruppo Acea e di metterle a disposizione dell’industria e del Paese, attraverso un approccio integrato che pone al centro le esigenze dei clienti per sviluppare soluzioni customizzate”. Accanto al Car Sharing elettrico, l’Università offre già un servizio di shuttle con navette elettriche e a gas, che collega gratuitamente le sedi di via Parenzo e viale Romania, e infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici all’interno dei Campus con il 100% dell’energia elettrica utilizzata proveniente da fonti rinnovabili. Non solo. Quest’anno, il progetto Green Mobility si arricchisce di due ulteriori iniziative grazie alla partnership con Acea: uno studio per l’ottimizzazione dei consumi energetici e l’avvio della flessibilità energetica nelle sedi dell’Ateneo, che rafforza il suo posizionamento come laboratorio di innovazione sostenibile.