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(Adnkronos) - Dopo l’uscita di Federigo Argentieri, Franz Gustincich e Giorgio Arfaras dai comitati di Limes - rivelata da Adnkronos con un'intervista ad Argentieri - anche il generale Vincenzo Camporini ha annunciato la sua uscita dal Consiglio scientifico della rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo. A renderlo noto è stato lo stesso Camporini con un messaggio pubblicato su X, nel quale motiva la decisione con una “incompatibilità con la linea politica di mancato sostegno ai principi del diritto internazionale, stracciati dall’aggressione russa all’Ucraina”. Camporini è stato capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e della Difesa. L’annuncio arriva a poche ore dalla pubblicazione dell’intervista in cui Argentieri, professore di scienze politiche e direttore del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University, ha spiegato le ragioni della sua uscita da Limes, rivista di cui faceva parte sin dalla fondazione nel 1993. Una decisione maturata nel tempo e resa, a suo giudizio, inevitabile dal contesto internazionale e dal modo in cui il conflitto ucraino è stato raccontato negli anni.
(Adnkronos) - Il Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione, ha autorizzato il Presidente del Consiglio alla firma dell'Intesa tra la Repubblica Italiana e l'Unione Buddhista Italiana (UBI) siglata il 20 novembre 2025 dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e dal Presidente dell'Unione Buddhista Italiana, modificativa dell'Intesa approvata con la legge 31 dicembre 2012, n. 245. Il 13 maggio 2024, la confessione religiosa ha richiesto la stipula di una nuova intesa modificativa. La trattativa è stata condotta dalla Commissione per le intese con le confessioni religiose e per la libertà religiosa, istituita con decreto del Presidente del Consiglio 10 agosto 2023 e successivamente modificata. Le modifiche proposte riguardano: il riconoscimento di taluni titoli di studio accademici rilasciati da Istituti accademici aventi personalità giuridica, operanti sul territorio italiano e riconosciuti dall'UBI; la disciplina della celebrazione del matrimonio con effetti civili; la destinazione delle somme derivanti dall'8 per mille.
(Adnkronos) - Oltreplastica è una mostra sul mutamento in atto nella plastica contemporanea e sul ruolo che il design svolge nel ripensare la materia, il progetto, la responsabilità. Lo si legge in una nota. Curata da Frida Doveil e prodotta da Adi Design Museum con il supporto di Eni, Main Partner del museo, la mostra esplora i percorsi di transizione che accompagnano la plastica “oltre” la sua natura, mettendo a fuoco il rapporto tra cultura materiale, innovazione industriale e sostenibilità ambientale. “Oltreplastica è qualcosa di più duraturo di un titolo di mostra” osserva la curatrice “È un neologismo. Vuole mettere in evidenza uno stato di fatto: la plastica come l’abbiamo sempre conosciuta è cambiata. Questo richiede modi nuovi di nominarla, di classificarla, ma soprattutto di utilizzarla. Oltreplastica ci suggerisce una nuova tassonomia di una materia in mutazione, e ci racconta dell’innovazione di design come vero volano culturale capace di favorire questa trasformazione” Più di trent’anni dopo l’appello di Carl Sagan a custodire “il pallido puntino blu”, simbolo della fragilità del nostro pianeta, la Osaka Blue Ocean Vision del G20 (2019) segna il primo impegno internazionale per azzerare entro il 2050 la dispersione di rifiuti plastici nei mari, attraverso un approccio globale al ciclo di vita della plastica. Un atto di responsabilità che, al di là della tecnica, chiama in causa l’intero sistema industriale e la Cultura del Progetto: un nuovo modo di pensare la materia, le sue forme, i suoi cicli vitali. “Progettare per la contemporaneità pone problemi di ruolo e di metodo: superate le illusioni del Modernismo, ci resta oggi l’idea di un progetto riformatore di design come modificazione continua del contemporaneo, un progetto che si carica di senso solo all’interno di un più vasto contesto sociale e acquista valore attraverso il dispiegarsi disciplinare nelle sue applicazioni concrete”. Commenta il presidente Adi Luciano Galimberti. “Scienza e tecnologia hanno oggi bisogno di nuove domande per poter elaborare nuove risposte orientate ai valori del progresso sociale. Solo una disciplina consapevole che il progetto di design non può limitarsi a prudente misura della distanza dagli obiettivi, ci aiuterà a capire i caratteri dinamici che la modificazione continua del contemporaneo impone.” Oltreplastica non celebra né condanna la plastica: ne indaga piuttosto la metamorfosi. Da simbolo del progresso moderno e della produzione di massa, materia leggera, versatile, accessibile, la plastica si trova oggi al centro di una ridefinizione radicale, nella quale design e scienza dei materiali agiscono insieme per riscriverne il destino. Attraverso una costellazione di prodotti, materiali e processi pionieri, la mostra racconta un percorso ancora in itinere, fatto di sperimentazioni concrete e invenzioni di progetto che testimoniano la possibilità di una plastica responsabile, capace di superare i limiti della propria origine. Il racconto si apre con un richiamo alle origini, quando i primi polimeri sintetici divennero materia dell’innovazione e del sogno moderno, con la sezione “La plastica degli inizi”. Cinque plastiche iconiche – poliuretano, resina poliuretanica, polietilene, polipropilene, acrilonitrile butadiene stirene, SAN stirene acrilonitrile – rievocate attraverso altrettanti oggetti premiati con il Compasso d’Oro tra il 1954 e il 2004, tracce tangibili di un’epoca in cui la plastica era “la materia dell’invenzione” per eccellenza. Da questa premessa storica si dipana una classificazione delle plastiche contemporanee, articolata in cinque profili di trasformazione e circolarità: rivitalizzata, la plastica che rinasce dal riciclo chimico e meccanico; a massa bilanciata, derivata da materie prime alternative; bio-based, prodotta da fonti biologiche rinnovabili; rigenerata, ottenuta da scarti e residui organici, biofabbricata, creata da organismi e cellule viventi. Cinque sezioni dove la materia non è più un’entità inerte, ma un campo di relazioni tra tecnologia, biologia e progetto. Collocando la lettura del cambiamento nella realtà concreta della produzione, Oltreplastica restituisce un panorama di imprese, ricercatori e designer che interpretano la materia come agente attivo di trasformazione. Il design emerge qui come pratica evolutiva, capace di generare bellezza a partire dallo scarto, di ridefinire gli standard estetici, di prefigurare un futuro in cui la plastica, pur restando plastica, diventa “plausibile” dal punto di vista ambientale, tecnico e culturale. Questo processo è inarrestabile: si muove in modo organico e rapido, attraversando scienza, industria, società e immaginario. Un’evoluzione che non riguarda soltanto i materiali, ma la nostra stessa idea di contemporaneità. La mostra è realizzata con il supporto di Eni, Main Partner.