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(Adnkronos) - Il modello Albania "va avanti con ancor più convinzione". Nessuno stop, dunque, "anche perché quel che sta accadendo conferma quel che sostenevamo sin dal principio: il problema non è il Memorandum firmato con Tirana, il problema vero è che, stando alle pronunce di alcuni giudici, i rimpatri non avrebbero più ragione d'essere, dovremmo tenerci tutti gli irregolari in Italia. E così non può andare...". Fonti di governo all'Adnkronos non nascondono "la rabbia", così la definiscono senza giri di parole, per un nuovo stop arrivato da un Tribunale, stavolta da un giudice di Catania che non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall'Egitto, in barba al dl varato dal governo lo scorso 21 ottobre per blindare la lista dei Paesi considerati, giustappunto, sicuri, Cairo compreso. "Una scelta politica che non spetta ai giudici", la convinzione che rimbalza nel governo. Tuona Matteo Salvini: "Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l'Italia. Ma noi non ci arrendiamo”, promette battaglia il leader della Lega. E non è l'unico nelle file della maggioranza. Perché nel governo si rafforza la convinzione di tirare dritto, nonostante il modello Albania al momento arranchi, con i due hotspot battenti bandiera italiana al momento vuoti. E i due esposti targati M5S e Iv sul tavolo della Corte dei Conti per danno erariale. "Arrendersi vorrebbe dire sostenere non solo che il modello Albania è sbagliato quando è destinato a diventare un modello in Europa - si dicono convinte le stesse fonti - ma rinunciare al meccanismo dei rimpatri tout court. E allora dovremmo rendere conto in Europa del perché non tuteliamo i nostri confini, che sono confini europei". Forte di questa convinzione, il governo guarda alla nave Libra che, a largo di Lampedusa, ha iniziato i recuperi di naufraghi adulti, maschi, sani provenienti da Paesi ritenuti sicuri da trasferire in Albania. "L'idea è di sfruttare il più possibile i due centri di Shëngjin e Gjader - viene spiegato - con numeri crescenti, sempre nei modi e nelle modalità corrette". Dunque con numeri più sostanziosi rispetto ai primi 16, poi diventati 12, migranti approdati in Albania? "Vedremo in base alle condizioni. Quel che è certo è che non arretriamo. Il modello Albania è uno dei fiori all'occhiello di questo governo, non permetteremo che ci venga sfilato...".
(Adnkronos) - "Da questo rapporto che ho impostato proprio per cercare di individuare una progettualità che rilanci l'Istituto che funziona nei prossimi anni emergono le linee strategiche progettuali che ho individuato, cioè in primis se vogliamo arrivare ad un sistema pensionistico sostenibile c'è un'unica vera ricetta strutturale: aumentare la base occupazionale, ingaggiare i giovani". Così il presidente dell'Inps Gabriele Fava alla presentazione a Napoli del XXIII rapporto annuale dell'Istituto presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi “Federico II”. "Anche su questo siamo d'accordo sia con il sindaco di Napoli che con il governatore della regione, di iniziare a parlare coi giovani, ma soprattutto - sottolinea - di andare a creargli la consapevolezza che devono progettare il loro futuro e il loro futuro lo progettano partendo dall'estratto conto previdenziale, tenendoli lontani dal lavoro nero dal lavoro irregolare solo in questa maniera riusciremo ad aumentare i contribuenti e i contributi e ad arrivare ad un sistema pensionistico. Non da ultimo un altro aspetto di cui abbiamo parlato e siamo assolutamente d'accordo, è un nuovo patto col tessuto produttivo perché i futuri contribuenti sono gli attuali lavoratori che vengono ingaggiati dalle imprese, quindi un nuovo patto con le imprese che dica ci siamo, vi aiutiamo nei limiti in cui voi assumete e darete migliori stipendi. Ecco che l'effetto virtuoso sarà più contribuenti e più contributi. Arriveremo così ad un sistema pensionistico sostenibile sempre più coerente anche con le esigenze del momento", conclude Fava.
(Adnkronos) - "L'attenzione all’ambiente c’è sempre stata nel Dna di Autostrade del Brennero". Così Diego Cattoni, ad Autostrade del Brennero, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma. Cattoni ricorda diversi interventi in questa direzione come: “Il guard rail in un materiale che sembra arrugginito ma in realtà è un acciaio che costa molto con caratteristiche tecniche che in caso di urto sono fortissime e che è stato preso perché sia compatibile con i colori e con l’ambiente oltre che in termini di sicurezza; il materiale che viene usato per l’asfalto fonoassorbente che permette il passaggio dell’acqua; le barriere antirumore e fotovoltaiche; oltre a tre società che fanno trasporto merci su rotaie". Inoltre, “prendendo energia idroelettrica e acqua viene prodotto, stoccato e venduto per autotrazione idrogeno verde”.