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(Adnkronos) - Nessuna dismissione ma progetti solidi per tutti gli impianti nazionali. E' questo il Piano per l'Italia esposto da Giuseppe Manca, Responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, al Tavolo che si è svolto oggi, 14 novenbre, al Mimit. Mirafiori. Entro il 2025 sarà effettuato il reshoring della 500 ibrida a Mirafiori, inoltre sarà dotata di una nuova batteria anche la versione BEV. Con un investimento di 240 milioni di euro sta nascendo il Mirafiori Automotive Park 2030, che, oltre alle carrozzerie, include lo stabilimento eDCT che attualmente occupa 852 persone rispetto alle 500 previste, 20 turni settimanali e una produzione che a regime raggiunge 600.000 unità all’anno. Melfi. Grazie alla piattaforma Stella Medium, nei prossimi due anni, accanto al mantenimento di Jeep Renegade (fino al 2026) inizierà la produzione della Jeep Compass, BEV e ibrida, di due modelli DS e della nuova Lancia Gamma, che segna il ritorno del marchio in questo segmento di mercato. Un totale di cinque modelli. In particolare, nel primo trimestre del 2025 uscirà la prima DS e nel terzo del 2025 la nuova Jeep Compass Elettrica. Nel primo trimestre del 2026 arriverà la seconda vettura DS, nel secondo 2026 la Jeep Compass Ibrida e nel terzo 2026 la nuova Lancia Gamma. Cassino. A Cassino, sulla nuova piattaforma Stella Large, saranno prodotte la nuova Stelvio (2025) e la nuova Giulia (2026), in versione BEV; più un ulteriore modello negli anni successivi. La Maserati Grecale andrà oltre il 2030. Pomigliano. Grazie anche a una normativa Euro 7 rivista, risultato per il quale Stellantis "ringrazia" il Governo per la sua azione in Europa, è stata prolungata la produzione della Panda di Pomigliano fino al 2029, data oltre la quale si sta lavorando alla possibilità di un nuovo progetto su cui ancora sono in corso verifiche all’interno del Gruppo. Nel frattempo, prosegue la produzione di Hornet e Tonale almeno fino al 2027 Atessa. Stellantis Pro One, la divisione dei veicoli commerciali di Stellantis, ha appena rinnovato interamente la gamma dei VAN e Atessa, stabilimento storico in cui si producono i furgoni di grandi dimensioni del gruppo e il più grande impianto europeo di veicoli commerciali leggeri, continua ad essere centrale per Stellantis. Nello stabilimento di Atessa è stata avviata la produzione dei nuovi furgoni di grandi dimensioni (Large VAN) di Stellantis Pro One, adesso anche in versione BEV. Nel 2030 arriveranno ulteriori novità. Modena. L'ad Tavares è stato nei giorni scorsi in visita alla sede Maserati di Modena per un incontro di lavoro con il nuovo CEO Santo Ficili, il team di gestione e i partner sindacali. Una visita mirata - si spiega - a costruire un dialogo per favorire una crescita sostenibile e redditizia di Maserati, unico marchio di lusso di Stellantis, fondato su eccellenza, innovazione e design. Maserati, in fase di transizione verso l’elettrificazione con il programma Folgore per i modelli Grecale, GranTurismo e GranCabrio, offre anche motorizzazioni ICE e mild hybrid. Al vertice della gamma ci sono la MC20 e la MC20 Cielo, con motore Nettuno V6. L’intera gamma attuale e futura di Maserati sarà prodotta al 100% in Italia. Sul fronte degli altri stabilimenti, le meccaniche stanno lavorando regolarmente mentre, per quanto riguarda Termoli, Stellantis conferma la prosecuzione "in modo significativo" della produzione dei motori GME, soprattutto per gli Stati Uniti, e dei motori GSE per i veicoli ibridi come 500 o PANDA.
(Adnkronos) - È un mercato in forte espansione a livello globale quello dei prodotti legati al “vivere bene”, che abbraccia diverse categorie, dall’alimentazione al fitness, passando dai prodotti per la cura della persona e che oggi rappresenta tra il 5 e il 10% del PIL mondiale. Non fa eccezione l’Italia, dove negli ultimi anni i consumi hanno mostrato un'evoluzione significativa, segnata da un crescente stile di vita sano. Per esempio, il nostro Paese è leader del settore biologico e vanta oltre due milioni di ettari di superficie bio (pari al 19% della totale) ed è primo in Europa per estensione e produzione. Secondo le recenti stime gli italiani prestano una maggiore attenzione all’acquisto di prodotti certificati bio, considerati più sicuri per la salute (il 27%), rispettosi dell’ambiente (23%), del benessere animale (10%) e del lavoro dei piccoli produttori (10%). In questo contesto Artigiano in Fiera, il più importante evento al mondo dedicato all'artigianato e alle micro e piccole imprese in programma dal 30 novembre all’8 dicembre a Fieramilano Rho, fornisce un contributo unico. In fiera le produzioni artigianali di prodotti biologici, vegani, di montagna e senza glutine portano la loro autenticità e qualità, rappresentando in maniera significativa un settore tipicamente dominato dall’industria. La manifestazione propone la dimensione del “vivere bene” diffusa negli 8 padiglioni grazie alla presenza di ben 456 aziende (di cui 157 nuovi espositori) provenienti dall’Italia (che ne conta più di 300) e dall’estero, certificate a vario titolo: dal biologico al vegano, dai prodotti di montagna al senza glutine. Delle 214 imprese con prodotti biologici presenti quest’anno (di cui 101 al loro debutto in fiera), 113 sono italiane, 11 europee e 90 dal resto del mondo. Le imprese con prodotti vegani, di montagna e senza glutine sono invece 242 (compresi 56 nuovi espositori), di cui 188 italiane, 23 europee e 31 da resto del mondo. Inoltre, 14 delle 456 imprese sono raccolte in un’area dedicata e ben visibile all’interno del padiglione 4, con prodotti e referenze esclusivamente certificati. L’ingresso ad Artigiano in Fiera è gratuito: ogni visitatore può ottenere il proprio pass sul sito artigianoinfiera.it in pochi e semplici click. I visitatori delle precedenti edizioni e i clienti della piattaforma online hanno già ricevuto il pass gratuito sul proprio indirizzo e-mail. Ulteriori dettagli e aggiornamenti sono disponibili sul sito ufficiale artigianoinfiera.it.
(Adnkronos) - “L'identikit del produttore Fivi è quello della piccola impresa vitivinicola che gestisce circa dieci ettari di vigneto e produce mediamente all'anno poco meno di 40mila bottiglie. L’attività di queste imprese esprime un risvolto soprattutto sociale e ambientale, in quanto oltre 81% dei vigneti coltivati si trova in area montano-collinare, contro una media del vigneto italiano del 60%”. Così Denis Pantini, responsabile di Nomisma wine monitor, in occasione della presentazione dell’indagine 'Il modello socio-economico dei Vignaioli Indipendenti per la sostenibilità della filiera vitivinicola italiana' condotta da Nomisma wine monitor, l’osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, in collaborazione con la Federazione italiana vignaioli indipendenti e dedicata ai produttori associati alla federazione. “Questo significa che i produttori Fivi sono dislocati in zone svantaggiate, nelle cosiddette aree interne, che oggi soffrono di uno spopolamento crescente - continua Pantini - una situazione molto complicata perché significa non avere più presidio del territorio e tutela idrogeologica in un Paese estremamente fragile, come lo hanno dimostrato le ultime alluvioni e i cambiamenti climatici”. “Il vino è il primo prodotto italiano esportato nel mondo. Il produttore Fivi esprime una percentuale di export che è leggermente sotto la media per un semplice motivo: è più complicato per un produttore di dimensioni ridotte arrivare sui mercati internazionali. Questo non significa che non ci sia una buona propensione all'export. L'indagine, infatti, ha messo in luce come 7 aziende produttrici Fivi su 10 esportano e un altro 20% è intenzionato a farlo nei prossimi anni - conclude il responsabile di Nomisma wine monitor - I mercati raggiunti sono quelli della media italiana: Stati Uniti, i mercati europei e il mercato asiatico, nonostante quest’ultimo sia un mercato emergente, dove i consumi di vino sono ancora agli inizi e dove sono presenti delle normative di vincoli di accesso molto più stringenti rispetto al mercato comune europeo”.