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(Adnkronos) - Un vaccino in una lattina o in un bicchiere di birra? E' il progetto a cui sta lavorando Chris Buck, virologo presso il National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland. Lo scienziato studia i poliomavirus, associati a vari tumori e a gravi patologie nelle persone che hanno un sistema immunitario compromesso. Buck, in particolare, è responsabile della scoperta di 4 dei 13 poliomavirus che possono colpire gli esseri umani. La ricerca per produrre sviluppare un vaccino tradizionale, in corso da una quindicina d'anni, ha condotto il virologo a produrre una birra 'speciale', con un protocollo non autorizzato dai National Institutes of Health: lo scienziato, in sostanza, non può sperimentare la birra su se stesso nell'ambito della propria professione. Per aggirare l'ostacolo, al di fuori della struttura del NIH ha creato la Gusteau Research Corporation, una società no profit. Il nome della compagnia, come riferisce Science News, è ispirato al personaggio Auguste Gusteau, lo chef del film Ratatouille. Buck, il 17 dicembre, ha condiviso i risultati dei suoi studi sulla piattaforma Zenodo.org. Il virologo documenta di aver prodotto anticorpi contro diversi tipi di virus dopo aver bevuto la birra, senza riportare effetti avversi. La sperimentazione ha coinvolto anche il fratello, Andrew Buck, e altri membri della famiglia. Le pubblicazioni - bisogna evidenziare - non sono state sottoposte a revisione paritaria da parte di altri scienziati. Un comitato etico del NIH si è opposto alla pubblicazione dei dati da parte di Buck sul server bioRxiv.org: non è ammissibile procedere visto che si tratta di un auto-esperimento. "La burocrazia sta ostacolando la scienza, e questo è inaccettabile per me. Non è una cosa da poco se diverse persone muoiono nel giro di una settimana perché non sanno nulla" del potenziale vaccino. L'approccio di Buck, sottolinea Science News , crea perplessità nella comunità scientifica. Il virologo fa riferimento a dati promettenti relativi alla sperimentazione sui topi, ma le prove condotte sugli esseri umani riguardano un numero estremamente limitato di individui. Buck ha descritto la produzione di anticorpi nel suo organismo, ma la sua esperienza singola - si fa notare - non garantisce un risultato consolidato a livello generale. Al momento, poi, non ci sarebbero dati sufficienti per stabilire se gli anticorpi garantirebbero la protezione dallo sviluppo di patologie legate ai virus. La sperimentazione dei vaccini prevede iter rigorosi, con il coinvolgimento di gruppi di persone molto più ampi per verificare l'efficacia e l'eventuale presenza di effetti collaterali. Il discorso assume ulteriore rilevanza se si considera che, per i vaccini contro il poliomavirus, l'obiettivo è la protezione di soggetti candidati a sottoporsi anche a trapianto di organi. I farmaci immunosoppressori che questi pazienti assumono possono creare condizioni di vulnerabilità e favorire i poliomavirus. Non mancano scienziati che temono anche effetti negativi legati alla 'banalizzazione' del tema. Arthur Caplan, ex capo del dipartimento di etica medica presso la Grossman School of Medicine della New York University, non ritiene che la birra-vaccino possa risultare effettivamente utilizzabile. "E' forse il peggior momento immaginabile per lanciare qualcosa da mettere" online per dire "come vaccinarsi". Nel quadro generale non va sottovalutato il peso delle aziende produttrici di birra, che difficilmente giudicherebbero in maniera positiva l'accostamento della bevanda - core business di autentici colossi - ad un vaccino. Caplan si sofferma anche sul potenziale effetto-Trump: negli Usa c'è "un'amministrazione nazionale totalmente ostile ai vaccini. Questo non è il posto giusto per il fai da te".
(Adnkronos) - Renzo Iorio è il nuovo presidente di Federterme Confindustria, l’associazione che dal 1919 rappresenta il sistema termale italiano. Subentra a Massimo Caputi alla guida di un settore strategico non solo in ambito sanitario, ma anche per lo sviluppo turistico, territoriale, occupazionale e della salute termale del Paese. Nel suo primo intervento, Iorio ha ribadito il ruolo chiave delle terme come motore di benessere, coesione sociale e sviluppo locale: "Federterme Confindustria è un punto di riferimento imprescindibile per le politiche attive del settore termale. Le terme costituiscono un presidio economico e sociale insostituibile per le aree interne, generando occupazione qualificata, attrattività territoriale e servizi essenziali per le comunità locali. Sotto la mia presidenza, intensificheremo la difesa delle terme dotate di autentica acqua termale, tutelando il loro valore terapeutico esclusivo, e daremo impulso a un ambizioso programma di ricerca scientifica, con studi clinici avanzati, trials randomizzati e collaborazioni con università e istituzioni sanitarie, per validare le proprietà terapeutiche delle acque, innovare le applicazioni cliniche e posizionare il termalismo all’avanguardia della medicina evidence-based, integrandolo con turismo e benessere sostenibile". Renzo Iorio è Consigliere di amministrazione con delega alle relazioni istituzionali e associative di Terme di Sirmione Spa dal 2017, nonché Adjunct Faculty Member presso la Luiss Business School. La sua carriera vanta expertise in consulenza aziendale, finanza d’impresa, M&A e gestione di partecipazioni in Italia e all’estero. Ha guidato per oltre vent’anni l’espansione della multinazionale Accor in Italia e Sud Europa, ricoprendo incarichi dirigenziali in Ferrovie dello Stato e Anas Spa. Sul piano politico e istituzionale, è vicepresidente vicario di Federturismo Confindustria, dopo aver presieduto Aica Confindustria, Federturismo e il Gruppo Tecnico Cultura & Sviluppo; è inoltre membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Industriali di Napoli. Il Cavaliere del Lavoro Giacomo Gnutti, presidente e amministratore delegato di Terme di Sirmione Spa, ha commentato: “Formulo i migliori auguri di buon lavoro all’amico Renzo Iorio, che da anni condivide con noi le strategie aziendali. Sono certo che la sua profonda competenza del settore turistico e la sua esperienza del contesto Confindustriale e associativo, ricoprendo anche posizioni apicali, consentiranno a Federterme una nuova affermazione del termalismo italiano, patrimonio economico, sanitario e turistico, secondo in Europa dopo la Germania e quinto nel mercato mondiale”.
(Adnkronos) - Oltre 110 milioni di euro di investimenti e spese delle aziende dei settori cemento e calcestruzzo per sicurezza ed ambiente nel 2024, in crescita del 16% rispetto al 2023. E’ quanto evidenzia il sesto Rapporto di sostenibilità di Federbeton. (Video) Il comparto continua a investire risorse e competenze per migliorare le proprie performance ambientali e accelerare il percorso verso la neutralità climatica al 2050. Lo scorso 24 settembre, presso la Camera dei Deputati, Federbeton ha presentato la propria Strategia di decarbonizzazione, che traccia un percorso chiaro di riduzione progressiva delle emissioni tramite leve strategiche. Nella definizione della strategia sono stati individuati interventi di breve e medio periodo che sfruttano tecnologie già mature come l’impiego di combustibili alternativi e l’utilizzo di materiali sostitutivi del clinker, il semilavorato componente prevalente del cemento - spiega la Federazione del settore - La leva chiave per la decarbonizzazione del settore, con uno sviluppo a lungo termine, è la cattura della CO2, una tecnologia che richiede ingenti investimenti e lo sviluppo di infrastrutture di trasporto e stoccaggio. La cattura è fondamentale perché nella produzione di cemento il 60-65% delle emissioni dirette di CO2 deriva dalle stesse reazioni chimiche di processo ed è quindi incomprimibile. “Cemento e calcestruzzo sono materiali straordinari e insostituibili, che garantiscono la sicurezza e la durabilità delle nostre case, scuole, ospedali. Sono fondamentali per le nostre infrastrutture e città, alimentano la crescita economica e sociale del Paese e contribuiscono concretamente alla rigenerazione urbana e allo sviluppo di infrastrutture sostenibili e durevoli - ha sottolineato Paolo Zelano, vicepresidente di Federbeton Confindustria - La nostra sfida è mantenere alta la competitività dell’industria italiana continuando a progredire sul fronte della sostenibilità, in particolare quella ambientale. Questo è possibile solo attraverso un impegno collettivo, rafforzando il legame tra industria, ambiente e società”. Il Rapporto di Sostenibilità di Federbeton, come ogni anno, mostra l’impegno, i risultati e gli ambiti di miglioramento della filiera. Emerge, fra l’altro, che il settore conferma la propria circolarità: l’industria del cemento utilizza da anni scarti di altri processi produttivi in sostituzione dell’8% delle materie prime necessarie; i produttori di calcestruzzo preconfezionato e manufatti riutilizzano in media il 29% delle acque di processo ed il 62% degli scarti di produzione, rispettivamente; inoltre, è in aumento la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili, in parte autoprodotta dalle aziende stesse. Il Rapporto richiama l’attenzione anche su alcune criticità che non permettono all’industria di esprimere pienamente le proprie potenzialità: “Il tasso di sostituzione calorica dei combustibili fossili con combustibili alternativi nel settore del cemento resta fermo al 26%, lontano dalla media europea del 56%, principalmente a causa di iter amministrativi complessi e disomogenei sul territorio nazionale. I combustibili alternativi sono una soluzione già disponibile, ma al di là dello sforzo dell’industria, è necessario un intervento delle istituzioni al fine di ottenere un’applicazione omogenea sul territorio nazionale del processo di autorizzazione”. Un’altra criticità che emerge dal Rapporto è quella relativa “all’impiego di aggregati recuperati nella produzione di calcestruzzo. Nonostante le potenzialità del settore, questa pratica resta limitata per l’assenza di un mercato nazionale per prodotti conformi agli standard dei calcestruzzi strutturali. Anche in questo caso è necessaria un’azione di sistema che coinvolga produttori, utilizzatori e istituzioni”.