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(Adnkronos) - Emergenza caldo nei cantieri della Lombardia. "Abbiamo assistito a scene paradossali, con operai costretti a lavorare letteralmente in mutande pur di sopravvivere alla calura", racconta chi ha visitato recentemente alcuni cantieri lombardi. "In queste condizioni, il rischio di malattie cutanee è tutt’altro che trascurabile: l’esposizione prolungata al sole, spesso senza protezione, può causare scottature e patologie dermatologiche". Secondo gli operatori, va superato il tabù: "Potrà sembrare ridicolo, ma nel prossimo futuro sarà indispensabile prendere seriamente in considerazione la distribuzione obbligatoria di creme solari nei cantieri. Come già avviene per i caschi e le scarpe antinfortunistiche, anche la protezione solare deve diventare parte della sicurezza." "Dal colpo di calore alle dermatiti: il caldo è un rischio concreto nei cantieri", spiega all'Adnkronos Alem Gracic, segretario della Filca Cisl Lombardia. Se il caldo estremo è ormai una costante dell’estate italiana, nei cantieri edili diventa una minaccia reale per la salute. Più che le malattie professionali classiche, preoccupa l’aumento degli infortuni causati dal malessere improvviso: perdita di equilibrio, cali di pressione, svenimenti. Soprattutto per chi lavora in quota — come i ponteggisti — o è esposto al calore aggiuntivo dei materiali, come gli asfaltisti. Le regole anche contro il caldo non rischiano di essere eluse da chi sfrutta la manodopera ad esempio con il caporalato? "Le regole non bastano se il caporalato continua a eludere i controlli", dice il sindacalista Gracic all'Adnkronos. L’ordinanza regionale per la tutela dei lavoratori nei cantieri edili durante le ondate di caldo è stata accolta con favore dalle parti sociali e dalle imprese regolari. Ma il vero fronte critico resta quello legato allo sfruttamento della manodopera da parte di realtà opache e difficilmente monitorabili. "Abbiamo riscontrato alcune difficoltà tecniche nell’identificazione dell’emergenza caldo tramite il portale Inail, il che ha rallentato l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per chi lavora in condizioni estreme", spiega Alem Gracic. Tuttavia, il nodo più preoccupante riguarda quei cantieri gestiti da imprese “contenitore” che si avvalgono di lavoratori reclutati in modo irregolare — spesso da nuovi caporali che non rispettano né ordinanze né diritti fondamentali. In queste situazioni, raccontano alcuni sindacalisti della Filca Cisl, il concetto di sicurezza passa in secondo piano: "Per questi soggetti, lavorare significa fare soldi, indipendentemente dalle condizioni climatiche o dai rischi. E i lavoratori, spesso ignari dei propri diritti, si ritrovano intrappolati in un sistema informale dove prevalgono paura e ricatto. Hanno bisogno di lavorare, e temono di perdere il ‘favore’ di chi li gestisce". Al momento non sono mancate segnalazioni, ma il fenomeno resta difficile da intercettare, specie dove manca un presidio fisso. Il caldo diventa così non solo un fattore climatico, ma un moltiplicatore di vulnerabilità. Ci sono alcune rivendicazioni che fate e che non sono state ancora accolte sulle modalità di lavoro "Serve flessibilità negli orari e nuove tutele contro il caldo estremo", risponde Gracic. Le temperature record non possono più essere considerate un’eccezione. E proprio per questo, in edilizia si moltiplicano le richieste di modifica delle modalità lavorative: dall’orario ai dispositivi di protezione, passando per misure di prevenzione che diventino obbligatorie. "L’ideale sarebbe anticipare l’inizio delle attività e chiudere la giornata prima delle ore più calde, ma le attuali normative comunali — che vietano l’avvio dei lavori prima delle 8 per motivi legati alla quiete pubblica — rendono complicato adottare soluzioni efficaci", spiega Gracic. In alcuni casi virtuosi, come nella Metro Blu di Milano e in alcune cave del Bresciano, si sono raggiunti accordi: orari modificati e leggere riduzioni delle ore lavorate senza penalizzazioni in busta paga, con le imprese che si sono fatte carico dell’intervento. Tuttavia, si tratta di eccezioni in un settore ancora molto frammentato, dove queste esperienze restano sporadiche. Secondo gli operatori, bisognerà ripensare anche le dotazioni di sicurezza: "Servono nuovi Dpi pensati per il caldo, zone d’ombra obbligatorie nei cantieri e distribuzione di bibite arricchite con sali minerali. La salute non può essere un dettaglio stagionale". (di Andrea Persili)
(Adnkronos) - Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro istituzionale tra Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia, appartenente al sistema di Federturismo Confindustria ed il suo direttore Antonio Barreca, e Base Balneare e il commissario europeo al Turismo, Apostolos Tzitzikostas. Durante il colloquio è stata consegnata una memoria illustrativa ufficiale contenente le istanze del comparto balneare italiano in merito alla corretta applicazione della Direttiva Bolkestein e lo stato del contenzioso italiano approdato alle Sezioni Unite sul tema della scarsità della risorsa naturale. Il documento, elaborato da Assobalneari Italia e Base balneare, evidenzia la necessità di un approccio più equilibrato e realistico parte delle istituzioni europee, che tenga conto delle peculiarità storiche, economiche e sociali del modello balneare italiano e della tutela dei diritti acquisiti dai concessionari che da decenni operano e investono nel settore. Durante l’incontro, il Presidente di Assobalneari e l'Avvocato Nicolò Maellaro per Base Balneare hanno formalmente richiesto un tavolo di confronto con le istituzioni europee competenti, con l’obiettivo di individuare soluzioni normative che garantiscano certezza giuridica, continuità imprenditoriale e salvaguardia dell’occupazione lungo le coste italiane. "Abbiamo ribadito con forza - hanno dichiarato Licordari e Maellaro - che non si può applicaE'È fondamentale che l’Europa ascolti la voce dei territori e comprenda che il sistema balneare italiano così come quello degli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, rappresenta una risorsa strategica per l’economia del turismo nazionale, fatta di imprese familiari, lavoro, identità e presidio ambientale". Assobalneari Italia e Base Balneare auspicano che questo confronto possa essere il primo passo verso una nuova fase di dialogo e collaborazione con la nuova dirigenza politica dell’Unione Europea, affinché le future scelte in materia siano il frutto di una volontà politica consapevole e non delle scelte di oscuri tecnocrati che, con la loro influenza proveniente da loro ruolo di intoccabili, riescono ad indirizzare decisioni che sono più il frutto di pressioni di poteri forti a discapito dell’interesse comune, e che tengano conto della specificità e della sostenibilità del comparto balneare italiano e di quello degli altri Paesi che hanno le loro coste sul mar Mediterraneo, valorizzando coloro che nel corso degli anni hanno investito e creato occupazione inventando il modello di turismo balneare che oggi viene esportato come modello in altri Paesi del mondo.
(Adnkronos) - Al via la raccolta del mirtillo, gemma della stagione estiva che in Val di Non trova condizioni ideali di sviluppo. Come sanno bene gli agricoltori del Consorzio Melinda, impegnati a esaminare con attenzione le piante collocate nelle strutture coperte: quando l’intera superficie raggiunge il colore blu intenso, la bacca inizia a staccarsi naturalmente del ramo dando il via alla raccolta. Un frutto speciale anche per le sue qualità nutrizionali con caratteristiche davvero decisive. “Tra queste ci sono l’alto contenuto di vitamine C e K, ad esempio, ma anche l’elevata presenza di fibre, oltre che di fosforo, potassio e calcio", spiega Silvia Vender, biologa nutrizionista. Inoltre, aggiunge, “non bisogna dimenticare quelle sostanze davvero preziose che sono i polifenoli. È proprio in questa categoria che rientrano le antocianine, ovvero i composti responsabili del tipico colore di questi frutti. Ad esse sono associate importanti proprietà antinfiammatorie che contribuiscono, in particolare, al benessere cardiovascolare”.