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(Adnkronos) - Botta e risposta tra Alessandro Del Piero e Beppe Bergomi negli studi di Sky Sport. Tra i due opinionisti è nato un forte diverbio durante il commento dell’ottava giornata di Serie A. Al centro del dibattito, il ruolo dell’Inter negli ultimi anni e la forza dei nerazzurri nel campionato in corso. Tutto è cominciato da una frase di Del Piero: "Mi dispiace Beppe ma l'Inter è la più forte da 4 anni. Non è la più brava, casomai i più bravi sono quelli che le arrivano davanti". Immediata la replica di Bergomi: "E come mai non vince mai uno scontro diretto? Non è che se alzi la voce e urli, il tuo pensiero ha più valore del mio. Rispetta anche quello che dico io. Perché da 4 anni dico che l'Inter non è la più forte e infatti i risultati dicono che ho ragione io". Del Piero visibilmente infastidito ha ribattuto: "Non sto urlando, ho detto che sono i più forti da 4 anni. Se non sei d'accordo va bene. Ma chi è che da anni è sempre in corsa per vincere? L'Inter. Quindi è la più forte. Ha fatto 2 finali di Champions in 3 anni. I giocatori dell'Inter sono nettamente più forti di Napoli, Milan e Juve”. Bergomi ha però rilanciato: "Infatti l'Inter è stata brava non forte. Facendo mercato a zero da 4 anni, scoprendo giocatori, facendoli giocare in modo diverso. Per quello è stata brava, quella è la bravura. All'Inter servono un difensore veloce, un centrocampista fisico e una punta da uno contro uno". Nessuno dei due ha ceduto. Del Piero ha insistito: "Rispetto alle altre italiane è molto più forte". Bergomi: "Perché il Napoli che ha di meno dell'Inter? E il Milan?". A chiedere il confronto l’ex capitano della Juventus: "Vabbè dai manda le immagini del rigore che è meglio".
(Adnkronos) - "Io credo che più di arresto della crescita dell'intelligenza artificiale oggi si parla una scelta di qualità sull'Ia. E' uno strumento che dipende molto dai dati per sviluppare gli algoritmi, e oggi la quantità di questi è talmente grossa che ormai non fa più la differenza. Si tratta ora di fare un discorso sulla qualità dei dati e sull'integrazione. Tutti noi usiamo e useremo sempre più l'ia per ogni fase della nostra attività lavorativa ma dobbiamo essere in grado di farlo con consapevolezza e con l'obiettivo di governarla. E io credo che la regolazione sia necessaria, non si può pensare di diffondere un sistema così innovativo, che prende decisioni e non è solo di ausilio, senza regolarlo. Sarebbe una decisione folle e sono d'accordo quindi con la decisione dell'Ue anche se non dobbiamo eccedere nella regolazione, che è dietro l'angolo perchè si fa l'errore di non integrare queste normative con tutto quello che c'è intorno". Così Giovanni Marcantonio, segretario del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, intervenendo a Napoli alla Convention nazionale dei consulenti del lavoro in occasione dei 60 anni della nascita del Consiglio nazionale dei professionisti. Marcantonio ha ricordato che "l'Ia Act classifica tutta la materia del lavoro in alto rischio, e questo vorrà dire che sarà centrale il ruolo del professionista nell'applicazione di questa normativa nella vita quotidiana. E nei rapporti con la pubblica amministrazione la nostra categoria ha davanti la scelta o di subire l'innovazione tecnologica che si interseca con la pa o progettare con essa queste innovazioni", ha sottolineato. E Stefano Sassara, tesoriere Cno consulenti del lavoro, parlando dell'ia ha sottolineato: "Dubito che possiamo includere nella polizza assicurativa di un professionista l'ia come unica causa di un danno".
(Adnkronos) - "Il 92% degli intervistati, su un campione di 2000 persone, dice che la salute delle persone e quella del pianeta sono assolutamente interconnesse tra di loro. E tra gli obiettivi dell'Agenda 2030 mette al primo posto la salute e il benessere. Questo che cosa significa? Che la sostenibilità è entrata nella sfera del benessere quotidiano, cioè nel modo in cui mangiamo, ci muoviamo, lavoriamo, respiriamo". Così Paola Aragno, vicepresidente Eikon Sc intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i dati di una ricerca di Eikon Sc per la Social Sustainability Week. "La sostenibilità non significa ridurre solamente le emissioni ma significa vivere meglio. L'economia circolare diventa strategica se ha una funzione anche sociale, per cui rigenera non solo le risorse ma la salute, le competenze, i valori", osserva. "Se andiamo a guardare anche ai giovani, cioè a quelli che saranno i nostri protagonisti della sostenibilità, della transizione, il 65% si sente coinvolto negli obiettivi dell'Agenda 2030 e il 70% dice che si sentirebbe più motivato a lavorare in un'azienda che tiene conto ed è molto attenta alla sostenibilità. Per cui i giovani vogliono delle aziende coerenti, a 360 gradi, capaci di unire impatto ambientale, ma anche benessere", conclude.