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(Adnkronos) - Sui dazi "ci sarà sempre un minimo del 10%. Potrebbero esserci eccezioni ad un certo punto se qualcuno farà qualcosa di eccezionale. Ma generalmente ci sarà una base del 10%". Ad affermarlo è il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump parlando con i giornalisti alla Casa Bianca e ricordando l'accordo "meraviglioso" raggiunto ieri con il Regno Unito. Poche ore prima era stata la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha spiegare che il presidente Usa "è impegnato sui dazi base del 10% non solo per il Regno Unito ma per i negoziati commerciali con tutti i Paesi". Quindi alla domanda se questi dazi sono da considerarsi permanenti anche dopo gli eventuali accordi, ha risposto: "Il presidente è determinato a continuare con i dazi di base del 10%, ho appena parlato di questo con lui". Riguardo poi alla riduzione all'80% dei dazi, questo "è un numero che il presidente ha messo avanti e vedremo quello che succede questo weekend", ha aggiunto la portavoce. Parlando oggi al briefing dell'incontro di questo weekend in Svizzera tra le delegazioni di Washington e di Pechino, Leavitt ha spiegato che "il presidente non abbasserà i dazi unilateralmente alla Cina, dobbiamo vedere delle concessioni da parte loro. E questa è una delle ragioni per cui il segretario Bessent parlerà con loro". In un post pubblicato su Truth Social, Trump ha celebrato l’intesa commerciale siglata con il Regno Unito, definendola "straordinaria per entrambi i Paesi". Il presidente Usa ha evidenziato in particolare un ordine da 10 miliardi di dollari effettuato da British Airways per nuovi aerei Boeing, citandolo come prova concreta del successo dell’accordo. Trump ha poi ribadito il suo sostegno all’uso dei dazi come leva economica, affermando: "Faremo una fortuna con i dazi, solo le persone intelligenti lo capiscono". Nel messaggio, Trump ha anche attaccato la giornalista di Msnbc Stephanie Ruhle, accusandola di diffondere "bugie sui dazi" per sminuire il suo operato, definendola "neurotica ed esausta". Il presidente ha quindi accusato la rete Msnbc di agire come "voce del Partito Democratico", invocando sanzioni fiscali contro l’emittente e il suo gruppo editoriale, Comcast. Intanto in un colloquio telefonico, Trump e il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno convenuto di voler porre fine "rapidamente" ai contenziosi commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. "Il presidente Trump e il cancelliere Merz sono stati d’accordo per voler mettere fine rapidamente alle dispute commerciali”, ha dichiarato il portavoce del governo tedesco, riferendo i contenuti della conversazione. "Ho fatto le congratulazioni al presidente degli Stati Uniti per l’accordo raggiunto con il Regno Unito, un buon passo avanti. Ho però anche sottolineato che non è possibile fare lo stesso con singoli Stati membri dell’Ue. La mia impressione è che lo abbia accettato, ne è consapevole", ha detto il neo cancelliere tedesco. "Gli ho detto che non sarebbe neppure una buona idea alimentare ulteriormente la disputa commerciale", aggiunge Merz, spiegando che Trump lo ha invitato a Washington: "Sono certo che ne parleremo ancora in futuro". Negli Stati Uniti si cominciano a percepire gli svantaggi dei dazi imposti dall'amministrazione statunitense, continua. "Dovremmo anche affrontare il tema degli standard tecnologici e del mutuo riconoscimento: spesso sono importanti quanto, se non più importanti, dei dazi in sé".
(Adnkronos) - "La salita al soglio di Pietro di un pontefice statunitense rappresenta una svolta epocale capace di rafforzare enormemente il legame tra le due sponde dell'Atlantico. Le sue prime parole pronunciate dalla Loggia delle Benedizioni sono un potente richiamo all'umanità sui valori della pace, della fratellanza e della responsabilità, particolarmente sentiti nella difficile era che stiamo vivendo in cui siamo chiamati ad affrontare sfide di portata globale". Così, con Adnkronos/Labitalia, Simone Crolla, managing director di AmCham Italy, la Camera di Commercio Americana in Italia, sull'elezione di Papa Leone XIV. "Da sempre il commercio ha promosso concordia tra i popoli e portato benessere a coloro che ne beneficiano e può a buon titolo considerarsi uno strumento di armonia e dialogo. La stagione di speranza e vicinanza tra le genti che si apre con questo pontificato, radicato nel solco dell'eredità spirituale di Papa Francesco, può rendere ancora più efficace l'azione di tale strumento, contribuendo così al ristabilimento di quella concordia di cui tutti percepiamo il bisogno. AmCham Italy rivolge pertanto le più sentite congratulazioni a Sua Santità Papa Leone XIV per la sua elezione e augura ogni successo nel suo operato", conclude.
(Adnkronos) - Un interesse altissimo verso l’autoproduzione di energia (58% degli intervistati) e un consenso trasversale verso le comunità energetiche (87% potenzialmente favorevoli), ma anche criticità che frenano la transizione tra ostacoli economici, burocratici e informativi. È quanto emerge dall’indagine realizzata da Imc Holding, realtà attiva nelle soluzioni per l'autonomia energetica. Dallo studio - condotto su un campione rappresentativo di 10mila cittadini italiani tra i 25 e i 65 anni - emerge un quadro chiaro: il desiderio di produrre energia pulita in autonomia è molto diffuso (58% degli intervistati), spinto principalmente da motivazioni economiche e ambientali. Tuttavia, l'accesso a tecnologie come il fotovoltaico e alle nuove comunità energetiche è ostacolato da barriere percepite come ancora troppo alte, prima fra tutte il costo iniziale e la complessità burocratica. Nonostante l'Italia sia al centro di importanti iniziative per la transizione verde, il sondaggio evidenzia un senso di insoddisfazione diffusa: 2 italiani su 3 ritengono che il Paese stia facendo troppo poco per agevolare la diffusione delle energie rinnovabili. Una distanza che, se colmata, potrebbe liberare un enorme potenziale di innovazione sociale, economica e ambientale. La consapevolezza sul tema non è ancora diffusa: solo il 18% degli intervistati si definisce 'molto informato', mentre il 42% 'abbastanza'. Il restante 40% ammette di avere poche (30%) o nessuna (10%) informazioni in materia. Analogamente, le comunità energetiche rinnovabili - iniziative di condivisione dell’energia pulita tra cittadini - sono note pienamente solo al 25% del campione; un altro 50% ne ha sentito parlare e l’ultimo 25% non le conosce affatto. Eppure, la voglia di attivarsi in prima persona rimane altissima. Il 58% degli italiani dichiara di voler assolutamente autoprodurre energia rinnovabile (ad esempio installando pannelli solari in casa), mentre un ulteriore 30% si dice interessato ma desidera più informazioni prima di compiere il passo. Solo il 12% non è attratto dall’autoproduzione. In sostanza, la grande maggioranza vorrebbe diventare prosumer, consumatori-produttori di energia, sia per ridurre la bolletta che per contribuire alla tutela ambientale. I benefici più citati delle rinnovabili sono il risparmio economico (72% degli intervistati) e la sostenibilità ambientale (61%), seguiti dalla maggiore indipendenza energetica (35%). Tali aspettative positive alimentano l’entusiasmo verso soluzioni come il fotovoltaico domestico e le comunità energetiche. Di contro, emergono fattori che frenano l’adozione su larga scala. Gli ostacoli principali percepiti sono i costi iniziali elevati (64% delle risposte) e la burocrazia delle procedure (46%), seguiti dalla carenza di informazioni (32%). Nelle risposte aperte molti cittadini menzionano proprio 'costi', 'burocrazia', 'poca chiarezza', 'incentivi poco chiari' e 'tempi lunghi' tra i timori concreti. In altre parole, anche se esistono incentivi pubblici, vengono spesso percepiti come poco accessibili o comprensibili a causa di iter complessi. L’attenzione verso le alternative verdi è incentivata anche dal caro-bolletta: l’83% degli italiani ritiene che la spesa energetica incida molto (39%) o abbastanza (44%) sul bilancio familiare. Solo il 15% la giudica poco gravosa e appena il 2% per niente. Questo onere rafforza l’urgenza di soluzioni come l’autoproduzione e la condivisione dell’energia. Le comunità energetiche riscuotono particolare interesse: il 41% aderirebbe senza esitazione a una comunità nella propria zona, e un altro 46% lo farebbe ma con più informazioni a disposizione. In totale, quasi l’87% degli intervistati si dichiara potenzialmente favorevole a partecipare, un dato che indica un consenso trasversale. Solo il 13% rimane scettico o non interessato all’idea. Nonostante l’entusiasmo 'dal basso', prevale la percezione che il Paese sia in ritardo. Il 65% ritiene che l’Italia non stia facendo abbastanza per promuovere le rinnovabili, contro appena il 23% convinto del contrario (il restante 12% non si esprime). Molti cittadini giudicano quindi l’impegno nazionale ancora insufficiente rispetto alle loro aspettative. "I risultati confermano quanto il desiderio di cambiamento sia forte, ma anche quanto sia urgente rendere più semplice e accessibile l’adesione alle rinnovabili - dichiara Daniele Iudicone, Ceo di IMC Holding - gli italiani vogliono essere protagonisti attivi della rivoluzione energetica, spinti dalla necessità di ridurre le bollette e dalla coscienza ambientale. È un segnale chiaro per istituzioni e operatori: dobbiamo abbattere le barriere economiche e burocratiche e offrire informazioni trasparenti. Solo così questo entusiasmo potrà tradursi in azioni concrete sul territorio".