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(Adnkronos) - E' andata a scuola questa mattina con un coltello da cucina nello zaino e ha ferito, in maniera non grave, un compagno di classe. E' accaduto in una scuola a Santa Maria delle Mole, in provincia di Roma. La 12enne avrebbe ferito il compagno al dorso della mano e poi anche al petto, una ferita superficiale. Immediato l'intervento dei docenti e del dirigente scolastico della scuola che hanno chiamato il 118 che ha trasportato il ferito all'ospedale Bambino Gesù. Il ragazzo non è in pericolo di vita. La 12enne una volta colpito il compagno di classe è scappata, ma è stata proprio lei poi a chiamare il 112 e a riferire dove si trovava. I carabinieri l'hanno raggiunto subito insieme ai genitori e l'hanno trovata che piangeva. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri con il racconto della 12enne, nei giorni precedenti il compagno l'avrebbe accusata di aver copiato un compito e quindi lei, a sua volta, lo ha accusato di aver fatto la spia. L'autorità giudiziaria è stata informata e la ragazzina è stata riaffidata ai genitori.
(Adnkronos) - Fra piatti della tradizione, voglia di innovazione e nuove abitudini, come viviamo la cucina oggi? Knorr, giunta alla sesta edizione del progetto BuonCibo, ha messo a confronto quattro generazioni con una ricerca di Ipsos, che ha dimostrato quanto teniamo a preservare la nostra eredità gastronomica ma che le ricette cambiano e le tradizioni si evolvono seguendo le generazioni. Oggi, secondo la ricerca, il 68% degli intervistati realizza i piatti tradizionali con ricette semplici, approvati pienamente dal 60% della GenZ. Mentre, sempre in tema di tradizione, il 55% della totalità del campione non vuole mettere in discussione le ricette ereditate dalla nonna e il 40% cucina secondo le proprie ricette Per Francesca Spadaro, psicologa e neuroscienziata: “Dai più agée ai più giovani, tutti amano seguire la tradizione, ma inevitabilmente ognuno mette del suo in ogni piatto, gesti diversi, conoscenze attuali, nuovi strumenti. Tutto questo permette di mantenere vivo il passato nel presente e nella memoria dei singoli e lo rende meno anacronistico, più contemporaneo, atto a continue rigenerazioni. Per questo eterno”. Il tempo speso in cucina, è chiave: per la preparazione dei piatti il 53% della GenZ ci passa dai 15 ai 30 minuti, mentre il 42%, soprattutto dai Millenials ‘in avanti’, si impegna dai 30 minuti a 1 ora. Dalla generazione che ‘ama interpretare’, a quella del “rendiamo tutto più semplice e più sano”, solo un punto d’incontro: i piatti della tradizione, individuati da tutte le generazioni come il buon cibo. Sono identitari, raccontano di noi e dell’evoluzione di un nuovo stile di vita che, semplificando l’elaborato, dando più verve alla tradizione, esprimendo la nostra creatività (e anche un po’ il nostro ego), parlano dei nostri valori. Temi rilevanti per il progetto BuonCibo Knorr, come spiega Mariangela Capolupo, head of marketing nutrition, Unilever Italia: “La nostra non è una sfida nuova ma una missione di sempre: far convivere la ricchezza della tradizione con le esigenze in evoluzione delle persone. È una visione che ci guida da anni, ma oggi più che mai, abbiamo sempre meno tempo per cucinare e, allo stesso tempo, cresce il desiderio di semplificare, scegliendo però soluzioni sostenibili per il pianeta. Grazie anche al programma BuonCibo portiamo avanti l’ambizione di rispondere a queste necessità in maniera sempre attuale perché crediamo in un futuro dove le persone possano godere dei piaceri della cucina tradizionale, con un occhio attento alla sostenibilità e all'innovazione”. Ma il cibo vuole dire anche memoria. I Baby Boomers (41%) e GenerazioneX (38%) ritrovano l’autenticità nei piatti tradizionali che rappresentano un tuffo nel passato e nei sapori di un tempo, rievocando - per il 32% dei Baby Boomers e per il 36% della GenerazioneX - ricordi piacevoli dell’infanzia. La voglia di stare in famiglia è invece evocata dalle lasagne (57%), dai dolci fatti in casa (49%) e dalla pasta al forno 48%. Il desiderio di riformulare alcune preparazioni è ciò che separa davvero le generazioni, dimostrato dall’impulso alla sperimentazione della GenZ che vorrebbe esprimersi per il 24% soprattutto nel minestrone e il desiderio per il 32% dei Baby Boomers di non modificare le ricette tradizionali. Il risotto, punto fermo delle domeniche familiari, è ritenuto per il 28% degli italiani il piatto mutabile per eccellenza, nella top 5 dei piatti da rivisitare perché si presta maggiormente a reinterpretazioni moderne. Secondo Francesca Spadaro: “I Millennials e la GenZ hanno qualche inevitabile punto di contatto, come la dinamicità di chi è nato o cresciuto in un mondo ibrido e condividono la distanza dai ‘grandi’, ma in realtà presentano grandi unicità. I Millennials hanno conosciuto culture diverse, assaggiato gusti e sapori. In cucina sono cresciuti nell’era della ascesa del fenomeno food e delle più profonde riflessioni su ciò che è sano e giusto. Oggi le loro scelte (e le loro ricette) sono guidate dai princìpi di salubrità, qualità e trasparenza. Le ragazze e i ragazzi della Gen Z sono aperti alla contaminazione e allo scambio”. Inevitabilmente ogni generazione apporta cambiamenti e varianti dando nuovo significato alla tradizione che non appare più statica ma fluida. Ed è così che i piatti, anche - o forse soprattutto - quelli più legati alle nostre abitudini, cambiano da una generazione all’altra.
(Adnkronos) - La cronaca di questi giorni con il dissenso di una parte dell’industria automotive e le proteste dei lavoratori sembra confermare i numeri della rilevazione effettuata da Adnkronos tra i propri utenti web e social: per il 65% il Green deal europeo andrebbe eliminato, per il 23% migliorato e solo per il 12% è una priorità. Così come viene portata avanti, secondo i 5.500 utenti che non rappresentano un campione statistico, la transizione danneggia l’economia (75%). In pochi si esprimono positivamente sull’acquisto delle auto elettriche a causa del prezzo (46%) o dei limiti per la ricarica (38%). Le risposte sono state oggetto di commento durante il convegno Adnkronos Q&A dal titolo “Trasformazione green, investimenti e strategie” che si è svolto oggi nel Palazzo dell’Informazione di Roma. Il Direttore di Adnkronos Davide Desario, introducendo i lavori, ha sottolineato l’importanza di “interrogarsi su cosa resta del Green Deal europeo e su come le politiche nazionali stanno cambiando per attuarlo. Comprendere quale sarà l'approccio della nuova Commissione Europea e a che punto siamo nella corsa alla transizione ecologica. Esaminare le iniziative delle aziende italiane che cercano di conciliare sostenibilità e competitività. Analizzare la percezione della sostenibilità da parte degli italiani, basata sulla nostra recente rilevazione. Discutere -continua Desario- anche su come la sostenibilità debba essere comunicata efficacemente e quale ruolo cruciale svolga l'informazione in questo processo. È tutto quello che, come Adnkronos, abbiamo provato a fare con questo convegno su dei temi che toccano da vicino il Paese reale e la vita di cittadini e imprenditori”. Pareri che si conciliano con le preoccupazioni della politica e delle istituzioni italiane. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha introdotto la strategia del Governo: “L’attenzione del governo è su più fronti: il lavoro in corso sui settori in cui è più difficile carbonizzare, gli incentivi per le CER, l’avanzamento delle misure al PNRR e diverse altre azioni normative semplificatorie. Sono convinto che il rinnovamento delle istituzioni europee ci permetterà di affrontare con maggiore pragmatismo anche quelle norme del green deal che si sono dimostrate molto ma molto sbilanciate”. “L’Italia non ha mai lavorato per distruggere- ha precisato il ministro Fratin - Ha voluto piuttosto migliorare, anche riuscendo, direttive e regolamenti che rischiano di lasciare indietro interi settori dell’economia. Non c’è più posto in Europa per approcci che non tengano conto di quelle che sono le evidenze scientifiche e di contesti nazionali differenti tra i 27 paesi europei. Credo che su questa linea si possa lavorare nel nuovo parlamento, nella commissione e consiglio europei. Come già fatto al G7 clima, energia e ambiente così a COP 29, che si apre tra pochi giorni, porteremo con responsabilità la voce del sistema paese espressione di valore e di eccellenza”. Di recente il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha presentato una proposta al Parlamento Europeo per anticipare la revisione del Green Deal rispetto al 2026. Tramite un messaggio trasmesso durante il dibattito, Urso ha spiegato che “in questa fase, sul settore automotive, insieme alla Repubblica Ceca, il nostro Paese si è fatto promotore di un non paper che sarà presto discusso in Commissione al fine di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. La transizione deve esserci ma occorrono le condizioni per raggiungerla. Il processo va sostenuto con una forte immissione di risorse pubbliche a oggi fuori dalla portata dei bilanci pubblici non solo dell’Italia ma di tutti i Paesi europei. Non solo: serve un approccio basato su evidenze empiriche e non su posizioni ideologiche, che guardi con favore alla neutralità tecnologica e all’inserimento dei biocarburanti tra le modalità per raggiungere l’abbattimento di CO2. Per questo chiediamo di anticipare alla prima metà del prossimo anno il Rapporto di valutazione previsto per fine 2026”. “Il Governo – ha concluso il ministro Urso - è consapevole che l’obiettivo della decarbonizzazione non può essere messo in discussione, ma occorre un confronto aperto su quale sia la modalità corretta per raggiungerlo”. Sulla stessa lunghezza d’onda le osservazioni espresse dal mondo delle imprese. Su questo fronte, la rilevazione tra gli utenti Adnkronos sembra andare in altra direzione: secondo il 56% tra le aziende ci sarebbe troppo green washing nella comunicazione e servirebbe più attenzione (35%). In veste di consumatori, 4 utenti su 10 tengono conto dell’attenzione alla sostenibilità per i propri acquisti. Fatti (per il 64%) e coerenza (32%) sembrano avere un maggiore impatto sulle scelte del carrello. Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS, ha parlato dell’Agenda 2030 e degli obiettivi da raggiungere: “Tra pensieri, parole e azioni c’è una divergenza piuttosto impressionante. L'Italia purtroppo non sta facendo quello che i ministri ci hanno detto. Il Piano strutturale di Bilancio avrebbe dovuto definire riforme e investimenti su 5 temi: transizione digitale ed ecologica, attuazione della legge europea sul clima, pilastro sociale dei diritti europeo, resilienza economica e sociale, difesa. Nel Piano strutturale di bilancio c’è poco di tutto questo”. “Qual è la vera prospettiva che l'Italia vuole conseguire?, si chiede Giovannini, aggiungendo: "La paura è che l'idea sia quella di ridiscutere questi obiettivi, sia al 2030 sia al 2050". Le risorse per proseguire nel lavoro verso gli obiettivi, ragiona Giovannini, "si possono trovare: ci sono 30 miliardi di sussidi all'anno dannosi per l'ambiente che il governo si è impegnato a smantellare nei prossimi anni". Quanto al Green Deal europeo, Giovannini chiarisce: "Il green non è stato toccato di una virgola, c'è tutto e lotta insieme a noi. L'approccio ideologico non è mai esistito. E' sempre stato pensato non come una politica ambientalista ma come una politica di sviluppo economico". Hanno preso parte al convegno: Matteo Cimenti, Presidente Federchimica- Assogasliquidi; Riccardo Piunti, Presidente Conou; Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking ING Italia; Lucia Fioravanti, Chief Corporate Affairs Officer Polo Strategico Nazionale; Ada Rosa Balzan Founder e Presidente di ARB SB; Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director di Coca-Cola HBC Italia; Diego Cattoni AD Autostrade del Brennero; Luigi Ferraris, AD Fibercop; Paola Aragno, Eikon Sc, Livio Livi, SostenibileOggi; Alberto Rossi DG Assarmatori.