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(Adnkronos) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale. "Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala". Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire". Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
(Adnkronos) - Nel mercato del lavoro italiano il disallineamento tra domanda e offerta rimane una sfida complessa. Nuove professioni emergono, mentre evolvono quelle tradizionali, con le aziende sempre più impegnate a introdurre nuove modalità di attrazione dei talenti. Secondo l’ultimo Talent Trends Report di Randstad Enterprise il 93% degli Hr a livello globale, il 92% in Italia, ha tra le sue priorità proprio questa: trattenere e fidelizzare. Oltre al deficit cronico di professioni Stem, con un divario ulteriore in termine di gender, quali sono le professioni che hanno perso appeal per le nuove generazioni e quali invece spingono con forza? Ecco la testimonianza di manager che operano in diversi settori, dalla sostenibilità al welfare, passando per l'Ict. Racconta Mauro Lajo, Ceo di Forever Bambù: “Uno dei settori che ha più generato, e continua a farlo, nuove professioni è quello legato all’ambito Esg. Per garantire la preparazione più solida su argomenti così nuovi eppure cruciali per le aziende, abbiamo creato un percorso certificato per Carbon Manager, qualificandoli per le sfide del presente: in primis quella di sapere cosa e come le aziende consumano, per poter poi redigere un piano di decarbonizzazione, compensando o azzerando poi le proprie emissioni. Un ruolo, questo, sempre più richiesto dalle aziende, che stanno anche investendo molto con noi nel reskilling di figure interne, da ricollocare nel proprio organico in questo nuovo fondamentale ruolo”. “Nel mondo frenetico e tecnologico di oggi, le aziende internazionali - afferma Elisa Lupo, che guida come Ceo Integral Ad Science in Italia e Iberia - sono costrette a una costante rivoluzione. Si stima che le soluzioni basate sull’Ia contribuiranno a generare oltre 15 trilioni di dollari a livello globale entro il 2030 e i ruoli emergenti riflettono il bisogno di innovazione, sicurezza e trasformazione digitale; dagli ingegneri di Ai/machine learning, per sviluppare modelli per l'automazione, alla robotica, soprattutto per manufacturing, logistica e sanità, agli analisti di data science e business intelligence per guidare le strategie aziendali. Le aziende hanno bisogno di esperti in grado di interpretare i dati, utilizzando misurazioni e informazioni utili per migliorare le prestazioni, aumentare i profitti e migliorare l'esperienza dei clienti”. Ma è anche il divario di genere ad appesantire una situazione non semplice, come conferma Ilaria Cecchini, fondatrice di Women at Business: “Le differenze di genere sul lavoro sono ancora rilevanti in Italia. Gli ultimi dati Inps confermano che l’instabilità occupazionale coinvolge soprattutto le donne con solo il 18% delle loro assunzioni a tempo indeterminato contro il 22,6% degli uomini. Senza toccare il tema del gap retributivo. Sulla nostra piattaforma, stanno crescendo le competenze digital, sempre più richieste con figure che variano dal Pmo al back end developer. Seguono a ruota quelle del mondo sales, un grande evergreen, in ogni settore, sia b2b che b2c. Sono invece in calo le selezioni per le posizioni di Hr e del mondo della comunicazione più tradizionale”. Poi, professioni apparentemente tradizionali stanno cambiando pelle. E’ il caso della figura dell’Event manager 2.0, come spiega Daniele Arduini, ceo di Kampaay, scale up leader nel mondo degli eventi aziendali: "Proprio mentre l'Ai e il digitale stanno trasformando il lavoro, gli eventi in presenza vivono una rinascita. È un paradosso solo apparente: più il mondo diventa digitale, più cresce il bisogno di incontrarsi. L'Event manager 2.0 è una figura professionale chiave in questa evoluzione: usa la tecnologia non per sostituire l'elemento umano, ma per potenziarlo e potersi concentrarsi più sulla creatività e sulla strategia. È questo il futuro: non technology vs human, ma technology for human". Persiste il calo di vocazioni per quelli che un tempo erano considerati i mestieri nobili, commercialisti e avvocati. A testimoniarlo Federico Casa e Michele Pezzato, di Casa & Associati: “La realtà è che non siamo oggi in grado di fare delle serie previsioni su come evolverà la professione: anche l’Ai oggi si pone come assistente che agevola e riduce i tempi del nostro lavoro. L’importante è conoscere la sua logica, porre le domande giuste e imparare a fidarsi delle risposte. Come? Essendo in grado di giudicarle e siamo daccapo. Il futuro sarà degli avvocati problem solver capaci di cogliere le sfumature dei fatti e del diritto. I valori aggiunti non saranno il reperire il precedente giurisprudenziale giusto o la raffinatezza della scrittura, ma la capacità di elaborare strategie innovative, che non potranno prescindere da una conoscenza profonda della materia; anche l’intelligenza artificiale eserciterà la sua spinta verso un’ulteriore, sempre maggiore specializzazione”. Nel mondo della finanza, emergono nuove figure come il tesoriere e il credit manager. Commenta Massimiliano Bosaro, fondatore e Ceo di Mf CentralerRisk: “Abbiamo notato un’inversione di tendenza su ruoli come quello del tesoriere e del credit manager, che gestiscono il patrimonio di un’impresa con competenze altamente specializzate e ben radicate anche nella tecnologia a supporto. Non è un caso che al primo Master in Treasury and Financial Management, all’Università di Modena, si iscrivano soprattutto professionisti già impiegati in azienda oltre che giovani neolaureati. Figure che, favorendo una maggiore conoscenza dell’impatto di dati come quelli mensili della Centrale Rischi di Banca d’Italia, possono guidare meglio le scelte dell’impresa, migliorando le performance e le relazioni con tutti gli stakeholder”. Nel sociale si assiste all’evoluzione della figura del fundraiser, come evidenzia Laura Borghetto, direttrice generale di 'L’abilità': “La figura del fundraiser è cruciale per un'organizzazione come la nostra che opera nel settore del sociale e si dedica a migliorare la qualità della vita dei bambini con disabilità. Il fundraising non è solo una questione di raccolta fondi, ma rappresenta un'attività strategica che garantisce la sostenibilità dei servizi e permette di ampliare la rete di sostenitori e garantire un impatto sempre maggiore nella vita dei bambini con disabilità e delle loro famiglie”.
(Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc. “L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”. Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.