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(Adnkronos) - Un ulteriore rafforzamento della cooperazione tra Mosca e Pyongyang. Di questo, mentre va avanti il conflitto in Ucraina innescato dall'invasione russa su vasta scala avviata più di tre anni fa, avrebbero parlato ufficiali di alto grado di Corea del Nord e Russia nei colloqui degli ultimi giorni a Pyongyang. L'agenzia nordcoreana Kcna 'racconta' delle riunioni di ufficiali nordcoreani, guidati da Pak Yong Il, numero due dell'Ufficio politico generale dell'esercito nordcoreano, e della delegazione russa capeggiata dal vice ministro della Difesa, Viktor Goremykin, arrivata nel Paese due giorni fa. Al centro, "il rafforzamento della cooperazione" e degli "scambi" in "linea con l'ampliamento delle relazioni bilaterali". Nessuna indicazione di accordi specifici, ma la Kcna riferisce anche di un colloquio - "amichevole" - tra la delegazione russa e il ministro nordcoreano della Difesa, No Kwang Chol. Notizie che arrivano dopo che nei giorni scorsi, come riportato dalla stampa sudcoreana, l'intelligence di Seul ha riferito di aver individuato segnali secondo cui la Corea del Nord di Kim Jong un starebbe lavorando su addestramento e reclutamento per ulteriori dispiegamenti di truppe in Russia. Sono circa 5.000 i soldati nordcoreani inviati da settembre in Russia, probabilmente per partecipare a progetti per la "ricostruzione di infrastrutture", ha affermato nei giorni scorsi Lee Seong-kweun, deputato sudcoreano, parlando con i giornalisti dopo un briefing dell'intelligence. Dall'ottobre dello scorso anno, ha riferito l'agenzia sudcoreana Yonhap, la Corea del Nord ha inviato circa 15.000 truppe - oltre a grandi quantità di armamenti - a sostegno della campagna russa in Ucraina e secondo i servizi sudcoreani si stima circa 2.000 militari nordcoreani siano stati uccisi nei combattimenti nella regione russa del Kursk. Ma, come emerso a settembre da un'analisi commissionata dalla tedesca Friedrich Naumann Foundation, la cooperazione militare tra Corea del Nord e Russia ha messo in luce la natura impari della partnership tra i due Paesi che lo scorso anno hanno firmato un patto che prevede assistenza militare reciproca in caso di attacco. Il rapporto 'Partnership sbilanciata' ha evidenziato come Pyongyang abbia fornito a Mosca grandi quantità di armi, munizioni e personale e come il sostegno della Russia sia stato invece limitato, con scarso impatto riscontrabile sull'economia della Corea del Nord. Secondo lo studio della ricercatrice Olena Guseinova della Hankuk University of Foreign Studies di Seul, arriva a un massimo di 1,2 miliardi di dollari il valore stimato del 'risarcimento' diretto della Russia alla Corea del Nord, che avrebbe ricevuto per lo più forniture di generi alimentari e petrolio, ma anche altro, compresi alcuni sistemi di difesa aerea e jammer Gps. Stando al rapporto, che si basa su dati ufficiali, valutazioni di intelligence e altre informazioni, la Corea del Nord ha invece fornito armi, munizioni e truppe per un valore fino a 9,8 miliardi di dollari. Il leader russo Vladimir Putin e Kim si sono incontrati a settembre a Pechino. I rapporti tra Russia e Corea del Nord "si stanno sviluppando come previsto", ha detto Putin durante un incontro al Cremlino a fine ottobre con il ministro degli Esteri della Corea del Nord, Choe Son Hui. I colloqui di Pyongyang segnalati dai media nordcoreani arrivano dopo la visita in Corea del Sud di Donald Trump, in occasione del vertice dell'Apec, e la missione del segretario alla Difesa, Pete Hegseth, per colloqui con l'alleata Seul. Nelle ultime ore i militari sudcoreani hanno segnalato l'ennesima provocazione di Pyongyang, con il lancio di quello che è probabilmente un missile balistico a corto raggio in direzione del Mar del Giappone. Il missile ha percorso una traiettoria di 700 chilometri prima di finire in mare. Intanto si continua a parlare di un possibile incontro tra Trump e Kim. Nei giorni scorsi è trapelato che per l'intelligence sudcoreana gli attesi colloqui potrebbero concretizzarsi nel 2026, dopo le consuete esercitazioni militari che vedono impegnati Stati Uniti e Corea del Sud e che sono previste per marzo. Per la Yonhap ci sono "grandi probabilità" di un simile meeting. All'epoca del primo mandato del tycoon alla Casa Bianca furono tre gli incontri tra Trump e Kim, l'ultimo nel 2019. Quattro giorni fa, la prima visita in otto anni di un capo del Pentagono alla zona smilitarizzata tra le due Coree. Hegseth era a Panmunjon, al confine tra il nord e sud, dove cinque anni fa Trump incontrò Kim.
(Adnkronos) - Rafforzare l’educazione alla sicurezza e alla consapevolezza dei propri diritti tra le studentesse e gli studenti che si preparano a entrare nel mondo del lavoro. E' questo l’obiettivo del nuovo concorso promosso da Cgil, Flc e dal patronato Inca, rivolto alle classi quarte e quinte degli istituti tecnici e professionali. L’iniziativa, che nasce nell’ambito delle celebrazioni per gli 80 anni di Inca Cgil, prende il via in sette città simbolo - Bari, Bologna, Catanzaro, Palermo, Perugia, Potenza e Torino - capoluoghi delle regioni più colpite da infortuni e morti sul lavoro in relazione agli occupati. (VIDEO) Il progetto si concentra su chi si prepara a entrare nel mondo del lavoro, attraverso i percorsi pcto (ex alternanza scuola-lavoro), per offrire strumenti concreti di consapevolezza e prevenzione. Le studentesse e gli studenti parteciperanno a incontri e moduli formativi sui rischi, sui diritti e sui comportamenti da adottare, con materiali multimediali che richiamano anche casi di cronaca recenti. L’obiettivo è duplice: promuovere una cultura della sicurezza e far comprendere che, anche durante i tirocini, ragazze e ragazzi hanno gli stessi diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. A conclusione del percorso, le classi realizzeranno podcast, video e altri prodotti multimediali sul tema, che saranno valutati in un concorso nazionale con un premio di 1.000 euro per le scuole vincitrici di ogni città. La premiazione verrà fatta in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, il 28 aprile 2026. "Portare la cultura della sicurezza nelle scuole - spiega Lorella Brusa, del collegio di presidenza di Inca Cgil - significa formare le lavoratrici e i lavoratori di domani rendendoli consapevoli dei propri diritti e offrendo loro gli strumenti per tutelarsi, nell’arco di tutta la loro vita. Il sindacato lavora per i diritti di tutte e tutti, e noi, come Inca Cgil, li aiutiamo a farli valere: offriamo assistenza gratuita a chi resta senza lavoro, a chi si infortuna, a chi parte per l’estero e, un domani, quando arriverà il momento della pensione, saremo ancora al loro fianco. E' un impegno che dura da oltre ottant’anni e che oggi si rinnova nelle scuole, parlando alle nuove generazioni con un linguaggio adatto a loro e con lo sguardo rivolto al futuro. Perché la sicurezza è un diritto, una conquista e un valore da praticare ogni giorno". "Quello della sicurezza - sostiene - è un tema importante: nessun lavoro vale la vita e i giovani questo devono averlo presente. Nel modulo verranno date anche indicazioni su comportamenti utili da tenere nel momento in cui si verificasse un infortunio sul lavoro, in modo che questo bagaglio di competenze resti a loro ma venga in qualche modo trasmesso a tutti i loro compagni. Questi giovani formati diventino ambasciatori per la sicurezza perché ogni studente formato diventa un portatore di cultura della sicurezza nella scuola, ma soprattutto nella sua realtà extrascolastica. Un appello poi alle istituzioni affinché mettano sempre più al centro dell'alternanza la presa in carico della sicurezza dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro e alle aziende affinché prendano in carico questa tematica". "Chiediamo da anni - sottolinea Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale Flc Cgil - di eliminare l'obbligatorietà dei pcto e di investire nella scuola per riportare nei laboratori l'apprendimento attraverso l'esperienza diretta e la sperimentazione attiva, - eppure in queste ore la legge di bilancio taglia i fondi per la sicurezza e l’edilizia scolastica. Il progetto congiunto Inca, Cgil e Flc offre la corretta formazione a chi per la prima volta sperimenta il contatto con i rischi del mondo produttivo. Formazione alla cittadinanza oggi significa anche formazione alla sicurezza: studentesse e studenti sono cittadine e cittadini di domani ma, già da oggi, hanno il diritto vivere contesti sicuri e cambiare le regole di un gioco mortale che in Italia produce tre vittime ogni giorno. La sicurezza sui luoghi di lavoro non è solo un insieme di norme, ma è un percorso culturale per la società intera su cui bisognerebbe investire seriamente e non tagliare". “E' importantissimo - conclude Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil - oggi più che mai, di fronte a una catena di infortuni e malattie professionali che purtroppo non accenna a fermarsi, che la cultura del diritto alla salute e all’incolumità personale e collettiva sia diffusa fin dall’età scolare, e soprattutto nelle occasioni di primo approccio con il mondo del lavoro La diffusione delle conoscenze relative alla prevenzione è necessaria e urgente, anche per mettere in discussione un modello di organizzazione del lavoro che, non rispettando le regole fondamentali di ambienti sani, sicuri e correttamente strutturati, si rivela sempre più negativo per le condizioni delle persone e per gli esiti che produce”. Un messaggio rivolto alle nuove generazioni, perché la sicurezza non sia un obbligo formale, ma un diritto essenziale di tutte e tutti.
(Adnkronos) - “Federlegno partecipa ad Ecomondo da tre anni e quest’anno porta la conferma della propria convinzione in tema di sostenibilità, argomento già affrontato in tempi non sospetti, prima della pandemia Covid, e che abbiamo portato all'attenzione di tutti i nostri associati non solo in ottica di evoluzione industriale ma anche e soprattutto di evoluzione verso il futuro. Il mercato ha dato i primi segnali di attenzione alla sostenibilità nel 2019, con Grata Thunberg e i movimenti giovanili, che mostravano una grande sensibilità verso questa tematica”. È quanto affermato da Claudio Feltrin, presidente Federlegno Arredo all’edizione 2025 di Ecomondo, l'evento annuale leader nei settori della Green and Circular Economy, in svolgimento presso la fiera a Rimini, dal 4 al 7 novembre 2025. “Oltre alla nostra convinzione, portiamo ad Ecomondo anche un riflessione sull’importanza della mediazione tra il concetto di sostenibilità ambientale e quello di sostenibilità economica, così che si possa applicare e mettere a terra. Stiamo lavorando inoltre ad un consorzio dedicato alla gestione del prodotto finito - spiega Feltrin - anticipando di fatto ciò che l'Europa chiederà obbligatoriamente fra qualche anno. Il Consorzio che stiamo ideando, che parte dal basso e quindi dalle esigenze delle aziende e del mercato, dovrà riuscire a bilanciare le regole che poi le nostre aziende, che sostengono questo concetto di riuso e di recupero di tutto il materiale che è contenuto nel prodotto finito, applicheranno”. “Il settore del legno arredo oggi sta vivendo una situazione che, mediamente, subisce tutta l'economia mondiale: c'è un movimento geopolitico di riposizionamento di poteri a livello mondiale, che crea uno stato di provvisorietà e incertezza che non aiuta. Arriviamo da un 2024 con segno negativo - sottolinea - E il 2025 non dà segnali differenti dall'anno precedente, quindi probabilmente avremo un segno negativo anche quest'anno. Dobbiamo poi fare i conti anche con le novità del 2025, ossia i dazi, che hanno penalizzato il mercato americano, che per la nostra filiera è molto importante”. “Siamo molto preoccupati per il 2026 in cui si verificherà l'entrata in vigore della normativa Eudr (European Union Deforestation Regulation), che riguarda la lotta alla deforestazione e al degrado forestale. Il nuovo regolamento dell'Ue (Regolamento (UE) 2023/1115) vieta l'immissione sul mercato europeo e l'esportazione di prodotti connessi alla distruzione delle foreste. È giusto fare questo tipo di azioni, ma la questione è come si mettono a terra - dichiara Feltrin - Le nostre aziende devono essere messe nelle condizioni di poter adempiere a questi regolamenti, perché se le regole con cui saremo costretti a lavorare sono insostenibili, chiuderanno parti fondamentali della nostra filiera, come le piccole aziende”. “Nel mercato italiano, il consumatore mediamente è allineato sui principi base della sostenibilità e quindi è attento ad acquistare prodotti che siano sinceramente sostenibili. È chiaro che non sono disponibili a pagare di più. Di conseguenza, il costo per le aziende deve essere assorbito con efficienza produttiva quindi il carico oggi è sulle aziende, che si devono attrezzare e si stanno sviluppando ma che hanno bisogno di tempo e di grandi investimenti per potersi adeguare a questo tipo di esigenza di mercato”, conclude Feltrin.