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(Adnkronos) - Il Gp del Brasile propone qualifiche e gara oggi, domenica 3 novembre 2024, dopo il rinvio delle prove ufficiali che sono state cancellate ieri per la pioggia battente. Il Gp va in scena dopo la sprint vinta da Lando Norris con la McLaren. Max Verstappen, solo quarto, con la Red Bull cerca il riscatto dopo un periodo deludente e per blindare il titolo. La Ferrari è in piena corsa per quello costruttori e non è lontanissima dal primo posto della McLaren. Le qualifiche vanno in scena alle 11.30 italiane (le 7.30 in Brasile) e definiranno la griglia. Il Gp del Brasile si corre oggi, domenica 3 novembre, alle 16.30 ora italiana. Le qualifiche e la gara saranno visibili in diretta esclusiva sui canali SkySport e visibile anche in streaming su NOW e sull'app SkyGo.
(Adnkronos) - “Tutti vogliono la tradizione perché la tradizione sa di buono. Si potrebbero riassumere così i risultati della ricerca, ma i significati che quest’affermazione sottende sono profondi e molteplici, radicati nelle individualità dei ‘tutti’ che hanno partecipato alla ricerca e che scelgono la tradizione italiana a tavola (90%). Ma come è possibile che un’umanità così varia, condivida con tanta convinzione una scelta così netta? Semplice, perché la tradizione a tavola - come in molti altri ambiti della cultura umana - non esiste. Esistono molteplici tradizioni. Una moltitudine infinita di sapori, memorie e certezze, di ricette e di gesti, di momenti e di profumi che si combinano in modo diverso e unico. Perché la tradizione è viva, si contagia, si arricchisce, si trasforma, rimanendo sempre e in ogni sua manifestazione, vera". Così Francesca Spadaro, psicologa e neuroscienziata, su Knorr BuonCibo. "E ci sono piatti -continua- su cui si è pronti ad osare di più come il minestrone, le polpette, la pasta al forno e il risotto, probabilmente perché già ogni regione, ogni paese, ogni casa ha già la sua ricetta, diversa da tutte le altre. O perché sono ricette di base che più facilmente di altre si aprono a contemporanee variazioni e contaminazioni: dalle polpette di legumi, al risotto vegano al minestrone dall’allure orientale". "Tutti vogliono la tradizione, come la ricerca commissionata da Knorr ha dimostrato perché la tradizione sa di buono ed è una certezza che mette d’accordo tutti. È il nostro cibo buono, attraverso cui ci raccontiamo, svelando noi stessi nel passato ed esprimendoci nel presente”, conclude.
(Adnkronos) - “L'economia circolare italiana è una esperienza di successo e di primato europeo. La prima legge che ha stabilito qualche cosa in merito al recupero degli oli minerali usati, è del 1940”. Così Riccardo Piunti, presidente Conou, Consorzio nazionale oli usati, intervenendo oggi dell'evento Adnkronos Q&A ‘Transizione green, investimenti e strategie’, al Palazzo dell’Informazione di Roma, sottolinea che in “Conou l'economia circolare è totale, perché raccogliamo tutto l'olio minerale usato e lo rigeneriamo al 98%. È il risultato di un modello organizzativo straordinario che nasce 40 anni fa dalla cooperazione fra le aziende, principalmente aziende petrolifere di lubrificanti, sulla base dell'idea, che ‘chi inquina paga’, poi diventata responsabilità del produttore”. Nella rigenerazione “l'Europa è al 61%, quindi un 40% dell'olio viene bruciato. In Italia invece è praticamente zero - sottolinea Piunti - E questo accade nonostante l'Europa abbia stabilito che la rigenerazione è la cosa migliore che si possa fare dal punto di vista ambientale. Il tema è nell’organizzazione del sistema che fa questo in maniera spontanea, questo è vincente. Il consorzio è un arbitro indipendente, senza fine di lucro e come tale credibile”. Nel settore degli oli minerali “l'Europa è sempre stata molto tiepida nel fissare degli standard. Pensate che anche i tassi di raccolta ufficiali che dà l'Europa in uno studio del 2023 sono l'82%: e l'altro 18% dove va? Sono 500 mila tonnellate. Sembrava che l’Ue volesse fare degli standard, l’anno scorso, poi hanno detto no, aspettiamo. Quindi hanno ribadito l'importanza di modelli circolari come quelli italiani, ma non hanno più forzato la mano e forse c'è qualche interesse, qualche lobby - conclude - che è abituato a bruciare l'olio usato”.