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(Adnkronos) - lra del presidente Usa Donald Trump, secondo cui le azioni della Russia in Ucraina sono "disgustose". Per il tycoon infatti, è "disgustoso quello che stanno facendo. Penso che sia disgustoso", le parole ai giornalisti. "Applicheremo sanzioni. Non so se le sanzioni lo infastidiscano", ha poi aggiunto il presidente degli Stati Uniti, riferendosi al suo omologo russo Vladimir Putin. Secondo quanto dichiarato ieri dall'alto diplomatico statunitense John Kelley al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il presidente degli Stati Uniti vuole raggiungere un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina entro la prossima settimana, ovvero entro l'8 agosto. "Gli Stati Uniti sono pronti ad attuare misure aggiuntive per garantire la pace", ha affermato Kelley all'Onu. Le parole del presidente americano arrivano all'indomani del maxi attacco russo a Kiev, ma anche nelle egioni di Dnipro, Poltava, Sumy, Mykolaiv, causando almeno 16 morti e oltre 150 feriti. Un attacco "brutale e deliberato", secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha bollato ancora una volta Mosca come "terroristi". Zelensky ha poi rivolto un appello a tutti i Paesi del mondo a lavorare per un "cambio di regime" in Russia. "Se il mondo non punta a un cambio di regime in Russia, ciò significa che anche dopo la fine della guerra, Mosca continuerà a tentare di destabilizzare i paesi vicini", le parole di Zelensky, partecipando in videoconferenza all'incontro sui 50 anni degli Accordi di Helsinki. "Credo che la Russia possa essere spinta a porre fine a questa guerra. È stata lei a iniziarla e possiamo costringerla a porvi fine", ha aggiunto il leader ucraino. È stata "una mattinata orribile a Kiev", ha commentato intanto su X il ministro degli Esteri ucraino, Andriï Sybiga, aggiungendo che “è ora di esercitare la massima pressione su Mosca” e informando di “edifici residenziali distrutti e di scuole e ospedali danneggiati”. “Il presidente americano è stato molto generoso e paziente con Putin, cercando di trovare una soluzione”, ha continuato Sybiga. “E’ ora di sincronizzare tutte le misure sanzionatorie. È ora di imporre la pace con la forza”, mentre il presidente russo “cerca solo di distruggere e uccidere”.
(Adnkronos) - "L’accordo ha una sua ragione d’essere perché evita l’applicazione di dazi doppi rispetto a quelli concordati. Per una valutazione più ponderata serve approfondirne i dettagli, capire fino a che punto inciderà sulle nostre esportazioni. Per quanto riguarda l’area napoletana e il Mezzogiorno in generale, i settori su cui l’intesa impatterà maggiormente saranno certamente il farmaceutico e l’agroalimentare. Bisognerà vedere, caso per caso, fino a che punto i dazi colpiranno concretamente le imprese esportatrici o potranno essere riversati, in termini di aumento dei prezzi, sui consumatori americani". Così, con Adnkronos/Labitalia, Costanzo Jannotti Pecci, presidente dell'Unione industriali Napoli, commenta l'intesa tra Usa e Ue sui dazi al 15%. "Tenendo conto che nel chimico-farmaceutico sono colpite anche aziende Usa attive in Europa, che solo con investimenti enormi e probabilmente non convenienti potrebbero rilocalizzare le loro produzioni nel loro Paese", sottolinea. "Ci attendiamo naturalmente -continua- che l’Unione europea e il Governo italiano, per la loro parte, definiscano misure di sostegno per chi sia stato particolarmente danneggiato dall’aumento delle tariffe. Ad aggravare la situazione c’è la svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro, già in atto ma che potrebbe aumentare sensibilmente se la Fed, eventualmente dopo la sostituzione di Powell, dovesse ridurre il costo del denaro. Secondo autorevoli stime, l’esposizione dell’area Ue verso gli Stati Uniti si aggira sui duemila miliardi di dollari. La politica monetaria americana può scaricare sulle aziende europee parte dei costi di un’inflazione non più tenuta a freno. La Bce dovrà in tal caso adottare contromisure adeguate e tempestive", conclude il leader degli industriali napoletani.
(Adnkronos) - Fire accoglie "favorevolmente il decreto di revisione del meccanismo dei Certificati bianchi da poco firmato dal Mase ed attualmente all’esame della Corte dei Conti. Le nuove regole introducono una maggiore flessibilità e semplificazioni sia per i proponenti che per la presentazione dei progetti, oltre a definire gli obblighi fino al 2030 in linea con le previsioni del Pniec". "Questo induce ad essere ottimisti circa la continuità della crescita del meccanismo in atto da qualche anno - osserva Fire - La conferma dei vari meccanismi di flessibilità, con riduzione progressiva dei titoli virtuali negli anni, consentirebbe comunque di affrontare eventuali periodi di carenza di Tee senza eccessivi traumi. La previsione di introdurre uno schema d'aste, che sarebbe stato utile per promuovere interventi non sufficientemente supportati dei certificati bianchi, è declassata a possibilità, ma comunque rimane e dunque lascia aperto uno spiraglio". In sintesi, "per quanto riteniamo che sarebbe possibile introdurre misure più spinte per ottenere di più da questo schema, riteniamo che sia stato fatto un passo avanti positivo e che ci sia spazio per ulteriori rafforzamenti nei prossimi anni, nell'interesse delle imprese, degli enti e del Paese. Come Fire continueremo a collaborare con le istituzioni di riferimento in quest'ottica".