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(Adnkronos) - Sul palco di Ancona per tirare la volata al governatore uscente Francesco Acquaroli, Matteo Salvini ricorda la morte dell'attivista americano Charlie Kirk e chiede un minuto di silenzio alla piazza. "Vi chiedo un minuto di orgoglio, riflessione, determinazione, coraggio e apparente silenzio che subito dopo diventa forza per Charlie Kirk", ha detto il vice premier "Quello che mi ha colpito sul barbaro omicidio di Charlie Kirk - ha spiegato Salvini - è quello che è successo dopo. Le reazioni senza vergogna, senza dignità di professori, di pseudo intellettuali, giornalisti e insegnanti, che hanno riso e che sostengono che se la sia cercata... Aveva delle idee e per qualcuno anche in Italia meritava di morire. Quel sacrificio non può lasciarci indifferenti e quelle immagini non mi spaventano ma mi danno ancora più forza. Al loro odio e alla loro rabbia rispondiamo col sorriso e con coraggio".
(Adnkronos) - Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori è un affiatatissimo gruppo composto da 25 ristoratori che - dal mare Adriatico alle Alpi - sono portabandiera delle molteplici anime della cucina regionale, pensata e rielaborata da ciascuno secondo il proprio personalissimo percorso di ricerca; 24 tra vignaioli e distillatori e 16 artigiani del gusto a cui si affiancano 8 partner tecnici. E da 25 anni raccontano insieme la storia della loro terra attraverso la cucina, i suoi vini, i suoi prodotti, formando un’unione che dura nel tempo e si proietta verso il futuro. Ieri, 15 settembre, hanno festeggiato questo importante traguardo con una celebrazione ospitata nelle sale della Fondazione Friuli di Udine, nel corso della quale hanno presentato un video e un magazine che raccontano in maniera agile e attraente la loro storia. “L’augurio che ci facciamo celebrando i nostri 25 anni - ha detto il presidente del Consorzio, Walter Filiputti - non è tanto di realizzare i nostri sogni, quanto di continuare a sognare”. La celebrazione dei 25 anni è stata l’occasione per tracciare il bilancio del percorso fatto finora (che è stato raccontato in un video ed è stato raccolto in un magazine che racconta in maniera agile e attraente la loro storia), ma soprattutto per gettare un ponte verso il futuro perché, come ha detto Walter Filiputti dando il benvenuto al folto pubblico, “il nostro impegno è stato, e sarà sempre, quello di dare alla tradizione un futuro, facendolo evolvere ma mantenendo ben salde le radici”. E nel futuro un posto importante spetta alla formazione. Fvg Via dei Sapori ha sempre creduto nell’importanza di preparare nuove generazioni di ristoratori, pronti a raccogliere il testimone e portare avanti il lavoro svolto fino ad oggi, e nell’impegno per scongiurare la perdita di fascino di questo mestiere che potrebbe minare alla base la sua crescita. La formazione, che ha rappresentato per il Consorzio un punto fermo, con esperienze e percorsi formativi in Italia e all’estero, è fra gli impegni prioritari dell’immediato futuro. “Agli inizi del 2025 chiedemmo un incontro con l’Istituto Tecnologico Superiore (ItsS) Academy Udine (presidente Paola Perabò e direttrice Ester Iannis) per offrire la nostra collaborazione, che venne accettata - ha annunciato Walter Filiputti - e ora siamo felici di annunciare che il Corso di formazione superiore per la ristorazione partirà con l'anno 2026/2027. Non potevamo immaginare compleanno migliore. È proprio vero che i sogni non svaniscono finché le persone non li abbandonano”. Antesignani dell’equazione Cucina+Vino+Prodotti+Cultura = Turismo (che allora non era assolutamente scontata) e del format delle Cene spettacolo in location di particolare suggestione di cui sono attori tutti gli associati, in questi 25 anni hanno inanellato numeri da record: circa un milione di assaggi serviti all'insegna dell'eccellenza e della valorizzazione del territorio, 185 eventi in 83 località di tutto il mondo (111 in Friuli, 22 in Italia, 47 all’estero) in cui sono state promosse la cultura e l'enogastronomia del Friuli Venezia Giulia, oltre 2.000 ricette create per deliziare il pubblico con piatti unici che hanno raccontato in modo inedito la storia culinaria regionale, più di 35.000 bottiglie stappate durante gli eventi, 1.383 le volte in cui vignaioli, artigiani del gusto e partner sono apparsi nei menù rendendo ogni esperienza irripetibile. Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori è stato anche oggetto di un Caso di studio della Sda Bocconi, che ha individuato fra le chiavi del suo successo il fatto che, fin dall’inizio, ha lavorato con lo sguardo rivolto al territorio di appartenenza, impegnandosi per promuoverlo ed innalzare sempre di più il livello della sua offerta enogastronomica, puntando su un effetto traino. Il risultato più importante che è stato raggiunto? Secondo lo studio, “è probabilmente il cambiamento più profondo e difficile, che riguarda la mentalità, lo spirito dei partecipanti al Consorzio e la capacità di mettersi insieme”. Tutto è nato il 12 settembre 2000, una data che avrebbe segnato una svolta per la ristorazione del Friuli Venezia Giulia. Aldo Morassutti della trattoria Da Toni a Gradiscutta, riunì al ristorante Là di Moret una decina di colleghi, mossi da una visione comune: promuovere e valorizzare la gastronomia locale. Invitò Walter Filiputti, esperto di enogastronomia e marketing, a presentare un programma. Quel giorno non solo nacque l’idea del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, ma venne posta la prima pietra di un progetto che avrebbe contribuito a collocare la ristorazione di qualità nel sistema di promozione del turismo. Le esigenze che spinsero alla creazione del Consorzio erano semplici, ma fondamentali: la necessità di dare una voce forte e unitaria alla ristorazione regionale creando una piattaforma per lanciare le eccellenze locali e di fare squadra. L’intuizione guardava oltre, al bene del territorio, con la consapevolezza fosse il vero tesoro comune da difendere e valorizzare. La Carta di fondazione del Consorzio, sottoscritta da 20 ristoranti, sanciva l’impegno a superare le individualità e lavorare, allo stesso tempo, per il bene collettivo. La componente territoriale fu il motore del successo del progetto, trasformando il panorama enogastronomico in un pilastro strategico per il turismo regionale, e aprendo le porte alla collaborazione con le Istituzioni locali, come la Camera di Commercio di Udine e di Pordenone-Udine, Promoturismo e i Comuni. L’aspetto culturale faceva parte dei programmi. Nel 2003, il Consorzio edita il suo primo libro, 'Friuli Via dei Sapori' tradotto in 6 lingue. Nel 2011 ecco 'I Solisti del Gusto' attraverso una narrazione che intreccia sapori e cultura dell’intera regione (in 3 lingue). A queste pubblicazioni si sono aggiunte 9 'Monografie golose' (tiratura di 20.000 copie) che sono state omaggiate ai clienti dei ristoranti, contribuendo a una diffusione capillare della conoscenza del territorio. “In questi 25 anni - ha dichiarato il presidente della Fondazione Friuli, Bruno Malattia - il Consorzio Via dei Sapori ha accompagnato, e spesso guidato, un’evoluzione della ristorazione. Ha insegnato a imprenditori per natura individualisti che superare la rivalità e collaborare porta benefici a tutti: da soli si va più veloci, ma insieme più lontano. Il Consorzio ha inoltre fatto capire che un’offerta vincente unisce cucina, vini e prodotti del territorio in un mix capace di creare interesse turistico a vantaggio di molte attività della regione. Thomas Stearns Eliot, in un suo famoso saggio, osservava che un segno della decadenza culturale in Gran Bretagna era l’indifferenza nell’arte di preparare i cibi, ricordando come la cultura sia ciò che rende la vita degna di essere vissuta. In questa prospettiva, il Consorzio ha favorito anche un’evoluzione culturale attraverso la formazione a tutti i livelli, in cucina, in sala e in ogni mansione, valorizzando le esperienze più innovative e creando una continua contaminazione di idee. I risultati ottenuti non sono quindi solo imprenditoriali, già motivo di merito, ma anche culturali, rappresentando un esempio che dovrebbe ispirare riflessioni anche in altri settori di quella che tradizionalmente viene ritenuta cultura”. “In 25 anni di attività, Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori si è affermato come straordinario biglietto da visita della regione, esempio unico di lavoro di squadra nel settore della ristorazione e dell’ospitalità. Chef, vignaioli, artigiani e produttori hanno unito le forze per raccontare, attraverso piatti iconici e sapori autentici, un Fvg capace di coniugare tradizione e apertura internazionale, promuovendo un turismo lento e consapevole. Oggi più che mai, questa storia ci ricorda l’importanza dell’alta formazione professionale per i nostri giovani: nella ristorazione, nell’accoglienza, nell’ospitalità, servono mani e menti preparate, capaci di conoscere le radici della nostra cucina per innovare con rispetto e creatività", ha affermato il presidente della Camera di commercio di Pordenone-Udine, Giovanni Da Pozzo. "Su questa formazione - ha proseguito - la Camera di commercio porta avanti da tempo il suo impegno e ha nel Consorzio un esempio e un punto di riferimento di altissima qualificazione. Via dei Sapori non è solo esperienza enogastronomica, ma dimostrazione di come cultura, impresa e territorio possano intrecciarsi per costruire un futuro attrattivo. Lo abbiamo sempre saputo, costruendo innumerevoli percorsi di promozione del Fvg in Italia e all’estero, portando con noi Via dei Sapori in accompagnamento ai rappresentanti delle imprese di tutta l’economia. Auguro il miglior 25esimo compleanno a questo Consorzio unico, portabandiera di tutta l’economia, con cui è sempre e sarà sempre un piacere collaborare”. “Quella di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori - ha osservato l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini - è una storia di visione imprenditoriale. Oggi l’enogastronomia è uno dei principali canali di promozione della nostra Regione a livello nazionale e il primo fattore di interesse per i turisti stranieri e tutto questo lo dobbiamo anche e soprattutto alla felice intuizione di Walter Filiputti e di quei ristoratori lungimiranti che 25 anni fa diedero inizio alla storia del Consorzio. Il segreto della Via dei Sapori risiede nella capacità di fare sistema: una squadra di campioni al servizio di un progetto collettivo. Questo saper fare squadra ha generato nel tempo preziosi frutti, collocando di fatto la ristorazione di qualità al vertice del sistema di promozione del turismo regionale. Ecco perché oggi, in occasione di questa importante ricorrenza, desidero rivolgere a nome dell’amministrazione regionale un sentito ringraziamento al Consorzio, al suo direttivo e a tutti i ristoratori e gli operatori del settore che sono impegnati nella valorizzazione del nostro territorio”. E che la ristorazione di qualità sia un importante driver per la promozione dei territori e del turismo lo ha ribadito nel suo intervento Magda Antonioli, docente dell'Università Bocconi e presidente dell'Osservatorio Nazionale del Turismo, che ha fatto un’analisi di marketing a livello aziendale e territoriale allo stesso tempo, per condividere valori e cultura di un patrimonio di eccellenza da proteggere e valorizzare. “Leggere le sfide di oggi per capire il domani”: su questo leitmotiv, il suo intervento si è concentrato sulle tematiche inerenti i nuovi trend della ristorazione e le tendenze del comparto dell’enogastronomia. Ne ha evidenziato i cambiamenti in atto, i valori di un turista, sempre più ibridi (quali lifestyle, identità, contaminazione, aspetti sociali e ambientali, salutistici, etc.). “La lettura con al centro il territorio, le sue tipicità e tradizioni, la qualità e la maestria degli attori a partire da chef e vignaioli - ha ribadito - conduce alla conclusione che l’approccio vincente è quello di filiera, dove essenziali risultano anche i valori sociali, le competenze e la risorsa umana, vero collante per fare rete”. E proprio guardando al futuro, la celebrazione si è conclusa con l’annuncio da parte di Walter Filiputti e della presidente dell’Its Paola Perabò dell’avvio del Corso di formazione superiore per la ristorazione nell'anno accademico 2026/2027. Prima del loro intervento, è stata annunciata anche una colta e raffinata iniziativa da parte di Angelo Floramo e della direttrice della Guarneriana Sabina Francescatto: i 25 chef di Fvg Via dei Sapori saranno chiamati a far rivivere in chiave moderna il gusto e il sapore delle ricette tramandate dal manoscritto guarneriano 'Liber Dietarum Universalium' di Isaac Iudaeus (sec. XII), mixando insieme innovazione e sapienza antica.
(Adnkronos) - L’automobile resta il mezzo più utilizzato dagli italiani per gli spostamenti ma 6 cittadini su 10 pensano che nel proprio territorio esistano valide alternative all’auto, pur con differenze territoriali rilevanti. Le barriere di prezzo, criticità delle tecnologie e delle infrastrutture frenano la diffusione dei veicoli elettrici. Gli italiani sono coscienti dell’impatto dei trasporti sui prezzi delle merci e vogliono l’intermodalità con il treno, a livello regionale scelto dal 57% della popolazione. Diffidenza ma anche curiosità per le tecnologie emergenti e l’intelligenza artificiale nel futuro della mobilità. Sono questi i punti chiave che emergono dall’indagine sulla mobilità sostenibile in Italia, realizzata dall’Istituto Piepoli per Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti presentata oggi in occasione della prima giornata della manifestazione che fa il punto sulla transizione ecologica della mobilità di persone e merci in Italia. L'evento è in programma fino a domani a Roma (presso il Centro Congressi di Piazza di Spagna), in coincidenza con l’inizio della “Settimana europea della Mobilità 2025”. L’automobile è ancora la protagonista degli spostamenti degli italiani: resta il mezzo più utilizzato per quelli frequenti (77%), il 92% degli italiani la utilizza almeno una volta alla settimana e il 65% ritiene che la propria mobilità sia dipendente da questo mezzo di trasporto. Solo il 19% degli italiani usa frequentemente il trasporto pubblico (ogni giorno e da 3 a 5 volte a settimana). 6 cittadini su 10 pensano che nel proprio territorio esistano valide alternative all’auto, ma con differenze territoriali rilevanti: questa percezione è maggiormente diffusa nel Nord e nel Centro del Paese, oltre che nei grandi centri. Infine, solo il 13% della popolazione italiana conosce il concetto di mobility poverty, ovvero la limitata disponibilità di trasporto pubblico e la scarsa accessibilità ai servizi di prossimità, che costringono le persone a rinunciare a opportunità di lavoro, studio, visite mediche e spostamenti per piacere e relazioni. La ricerca registra che l’85% degli italiani pensa che il trasporto merci impatti sull’ambiente e l’80% ritiene che incida sul costo finale dei prodotti. Alla domanda su quale sia la modalità di trasporto più sostenibile, 7 italiani su 10 rispondono: il trasporto intermodale ferroviario (trasporto stradale + ferroviario). La transizione verso un trasporto merci più sostenibile (elettrico, intermodale, ecc) è ritenuta importante dall’84% dei cittadini. Per l'Alis i dati emersi dalla ricerca confermano che la soluzione più sostenibile è l’intermodalità, confermando la mission dell'associazione di promuovere filiere green, best practice aziendali e sistemi logistici innovativi capaci di avere impatti positivi sui territori e con economie di scala in grado di avere un concreto e reale risparmio sui beni acquistati dai consumatori finali. In questo senso Amazon ricorda il proprio Climate Pledge, varato nel 2019, un impegno a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040 anche attraverso la riduzione degli imballaggi superflui, l’approvvigionamento energetico da fonti carbon-free e la decarbonizzazione della rete dei trasporti. Il concetto di economia circolare è oggi collegato da una fetta significativa della popolazione italiana al riciclo dei materiali (42%), al riuso degli oggetti (34%) e alla sostenibilità ambientale (32%). L’80% dei cittadini ritiene efficace il sistema di raccolta differenziata nel proprio territorio, in particolare al Nord e nei piccoli comuni. Per il 56% del campione la prevenzione dei rifiuti e il riuso sono temi su cui non si fa ancora abbastanza. I principali vantaggi legati alla diffusione dell’economia circolare per i cittadini sono la tutela dell’ambiente (51%) e la riduzione degli sprechi (44%). Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, ricorda che l’Italia è già tra i paesi europei più virtuosi nel riciclo degli imballaggi e il direttore generale Simona Fontana sottolinea che “Nel 2024 il nostro Paese ha riciclato il 76,7% dei pack immessi al consumo. E la transizione ecologica richiede sempre più uno sguardo che tenga insieme gestione delle risorse e modelli di mobilità. Le città ne sono il banco di prova decisivo: è qui che la raccolta differenziata si intreccia a trasporti più puliti ed efficienti, incidendo direttamente sulla qualità della vita”. Sempre più consapevoli degli effetti del surriscaldamento, in particolare nei centri abitati dove il cemento e gli eventi climatici sempre più compromettono il verde urbano, 9 italiani su 10 ritengono la riforestazione urbana misura efficace e auspicabile per ridurre l’inquinamento, portare maggiore ombra e refrigerio e migliorare il benessere mentale dei cittadini. Su questo punto Intesa Sanpaolo, che sostiene il Festival dalla prima edizione, ha assunto un forte impegno sui temi ambientali e climatici nel Piano d’Impresa 2022-2025 sostenendo progetti di riforestazione in Italia collaborando con diverse realtà, tra cui Daje de Alberi, associazione impegnata nella rigenerazione urbana partecipata per la città metropolitana di Roma Capitale. Un focus della survey riguarda le principali tendenze future. L’85% degli italiani ha già sentito parlare del concetto di guida autonoma, ma evidenzia perplessità con particolare riferimento alla percezione di pericolo per la sicurezza stradale (34%) e al reale interesse ad utilizzarla. Solo 1 italiano su 3 mostra fiducia nei mezzi a guida autonoma. Quanto all’Intelligenza Artificiale, il 62% degli intervistati la considera un alleato per migliorare la mobilità, soprattutto in termini di pianificazione degli spostamenti e sicurezza. Restano però forti le preoccupazioni su sicurezza personale (51%), privacy (21%) e perdita dei posti di lavoro (41%). Come incentivare quindi una maggiore sostenibilità dei trasporti? Gli incentivi economici (36%) e una maggiore copertura del trasporto pubblico (32%) sono i principali fattori identificati dai rispondenti. Solo 1 italiano su 3 reputa infatti sufficienti gli attuali incentivi offerti per le forme di mobilità sostenibile, mentre 8 su 10 ritengono fondamentale affidarsi a modalità di trasporto alternative nel prossimo futuro e il 38% degli intervistati confida che tra 10 anni il mezzo di trasporto più utilizzato sarà l’auto elettrica.