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(Adnkronos) - "Lo dice pure il padre nell'intervista al Corriere della Sera: l'ha trovata malnutrita ma ha escluso maltrattamenti. E' una ipotesi che non è stata neanche vagliata nella sede di ascolto da parte degli inquirenti. Non c'è input neanche da parte della presunta persona offesa sui maltrattamenti, cioè da Tatiana che ha confermato, penso all'ospedale, che si è trattato di un allontanamento volontario". Lo afferma, parlando con l'Adnkronos, l'avvocato Angelo Greco, difensore di Dragos Gheormescu, 30 anni, l'amico di Tatiana Tramacere, la 27enne studentessa universitaria, molto seguita sui social network, scomparsa da Nardò il 24 novembre scorso e ritrovata giovedì scorso nella mansarda del 30enne suo amico con il quale probabilmente aveva allacciato una relazione sentimentale. "Tanto è vero che lei è stata rinvenuta in una pertinenza di un'altra abitazione, quindi aveva libertà di movimento", spiega il legale. "Si è mossa tranquillamente. Il mio assistito quando è stata trovata era nella caserma del comando provinciale dei carabinieri. Quindi non poteva tenerla rinchiusa con la minaccia e con la violenza. Era libera di muoversi, aveva i cellulari, poteva scendere dai vicini. Ma queste sono tutte deduzioni e sofisticazioni: gli inquirenti hanno subito escluso il sequestro di persona". "C'era un rapporto sentimentale: chiamare i carabinieri significava tradire la fiducia della ragazza, penso", aggiunge l'avvocato. "Tra il male di subire investigazioni e dire cose false ai carabinieri e quello di tradire la fiducia ha preferito il primo. La decisione di andare a fare dichiarazioni a Chi l'ha visto - continua l'avvocato Greco - è nata in maniera quasi naturale. Da un incontro con la troupe. In quella fase doveva ancora 'mantenere la parte'. Alla domanda se immaginava che l'amica stesse male non poteva dire sì perché sapeva che stava bene. Era imbarazzato perché sapeva la verità ma allo stesso tempo per non tradire la fiducia della ragazza non poteva dire che stava a casa sua. Non sapeva come uscirne". Intanto Dragos ha ripreso a lavorare nel bar. "Il datore di lavoro - riferisce il legale - si è reso conto che è comunque una persona affidabile e responsabile". Da quanto appreso da fonti inquirenti nei giorni scorsi l'inchiesta andrebbe verso l'archiviazione non essendo stati individuati reati a carico dei due protagonisti della vicenda.
(Adnkronos) - Ha appena compiuto 15 anni Berberè, riconosciuta come la 'settima miglior pizzeria artigianale al mondo' da 50 Top Pizza. Fondata a Bologna nel 2010 dai fratelli calabresi Matteo e Salvatore Aloe, oggi conta 21 locali in Italia, in città come Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino e Verona, e ben 5 locali a Londra. Proprio con una nuova apertura nella capitale inglese, a Westfield Stratford City, si appresta a chiudere questo 2025. E a inaugurare l'inverno è una nuova specialità, la Pizza Concia d’Inverno, disponibile in tutte le pizzerie Berberè, ideata dal team dei fratelli Aloe insieme ai fondatori della post-trattoria romana Mazzo. La collaborazione tra Berberè e Mazzo nasce a San Lorenzo, quartiere romano dove i fratelli Aloe hanno inaugurato lo scorso maggio una nuova pizzeria. Proprio qui lavorano Francesca Barreca e Marco Baccanelli, anima e corpo di Mazzo, avanguardisti di un nuovo modo di concepire la trattoria, luogo dove il gusto si mescola con arte, musica e design. Questo approccio, caro anche a Berberè, ha dato luogo ad un sodalizio creativo dal quale è nata la Pizza Concia d’Inverno, espressione di romanità, ma anche di italianità nel mondo. “Siamo una pizzeria di quartiere e ci piace creare relazioni con chi ci abita e lavora accanto. Mazzo è a pochi passi da noi ed è stupendo poter avere un posto del cuore così vicino. Francesca e Marco hanno creato un luogo speciale, dove non solo si mangia benissimo, ma è un piacere fermarsi, ogni volta che se ne ha l’occasione. Se volessimo descriverlo con un’immagine sinestetica, da Mazzo il cibo, la musica, il servizio hanno il colore del calore: quello dei fornelli accesi e degli abbracci sinceri", racconta Matteo Aloe, founder di Berberè. La sinergia tra Mazzo e Berberè prende forma in questa pizza speciale, la 'concia d’inverno': si tratta di una base bianca di fiordilatte con guanciale in cottura, arricchita da una concia di cavolo romanesco e pecorino maremmano semi-stagionato. Come tutte le pizze Berberè, è preparata con impasto da lievito madre vivo, farine biologiche di tipo 1 e e ispirata alle ricette della cultura gastronomica. Nella guarnitura a farla da padrone è la concia di cavolo romanesco. Come dicono Francesca e Marco, “per noi è legata ai ricordi d’infanzia, è una ricetta del cuore e della romanità, che ci permette di evidenziare la componente vegetale, da sempre fondamentale nella nostra cucina: un piatto povero che diventa comfort food per eccellenza, mangiato da solo con il pane o, come nel nostro caso, sulla pizza insieme al guanciale". Preparata con aceto di mele e menta, così come si faceva nelle case romane, si combina perfettamente con il resto degli ingredienti, per un gusto della pizza deciso e adatto alla stagione invernale. Come spiega Matteo Aloe, co-founder di Berberè, “l’acetico della concia sposa perfettamente il grasso dei formaggi e la sapidità del guanciale, creando un equilibrio molto piacevole". Quanto alla nuova apertura di Londra, segna il quinto locale del brand nella città, aggiungendosi alla più recente pizzeria, Marylebone, inaugurata ad agosto, e a Clapham, Kentish Town e Tottenham Court Road. Il nuovo locale, che può ospitare fino a 88 coperti e dispone di una terrazza con 16 posti a sedere, si unirà a Wahaca e Tanjia nel progetto 'The Street' del centro commerciale. Gli interni sono stati curati in collaborazione con Atelier Ochre. Il locale si ispira a laboratori e spazi industriali riconvertiti. La facciata ad arco di 7,5 metri, che richiama la Galleria Vittorio Emanuele di Milano, dà il tono al locale e si riflette in un pergolato aperto, mentre all'interno l'attenzione si sposta naturalmente dal forno per la pizza al bar, celebrando l'arte e l'energia della preparazione della pizza. I motivi e le texture evocano i classici ambienti italiani e si ritrovano nei pavimenti in marmo rosso a forma di girandola, nelle piastrelle della cucina e nella griglia del soffitto in legno. Una palette di bianchi sbiaditi dal sole, verdi pistacchio e rossi polverosi è esaltata da dettagli in acciaio inossidabile e illuminazione di recupero, che conferiscono un aspetto vissuto ma raffinato al locale. Berberè è diventata rapidamente rinomata nella capitale per il suo caratteristico impasto con lievito madre vivo, con una fermentazione di 24 ore, e per l’uso di ingredienti stagionali. Il loro impasto è il risultato di molti anni di ricerca e viene preparato quotidianamente con farina biologica di tipo 1. La pizza viene lasciata lievitare per 24 ore in un ambiente a temperatura controllata per assicurare la stessa esperienza gustativa in ogni pizzeria, garantendo una pizza morbida all’interno e croccante all’esterno. Uno dei piatti più apprezzati del menù è la Montanarina, una pallina di pasta fritta molto leggera e croccante. Il menù delle pizze, invece, comprende una selezione dei tanto amati e riconoscibili classici e una serie di creazioni uniche firmate Berberè, come la popolare 4 formaggi con funghi e tartufo (gorgonzola, mozzarella fiordilatte di Napoli, parmigiano reggiano stagionato 24 mesi, provola, funghi misti e olio al tartufo); la diavola piccante (salame piccante, ‘nduja, pomodoro biologico e mozzarella fiordilatte); e l’ultima aggiunta al menù, Peppe’s (carne di agnello macinata, pomodoro biologico, aglio, cipolla rossa, pecorino sardo, olio piccante e menta). Berberè è molto orgoglioso di sostenere sia i produttori locali londinesi che i fornitori italiani selezionati con cura. Continua a collaborare con: Passione Vino, su una selezione di vini naturali italiani, con Kofee di Marco Arrigo, fondatore del Bar Termini, incorporandolo magistralmente nel loro tiramisù fatto in casa, e con la signature brew di Walthamstow. Matteo e Salvatore Aloe, fondatori di Berberè commentano: “Siamo entusiasti di collaborare con un brand così stimato a livello globale come parte della nostra strategia di espansione continua. Negli ultimi dodici mesi abbiamo più che raddoppiato il nostro portafoglio di pizzerie a Londra e non vediamo l’ora di portare la nostra pizza artigianale in un polo culturale come Stratford, accogliendo da Berberè sia una nuova clientela che residenti locali". Chris Betts, General Manager di Westfield Stratford City, dichiara: “L’arrivo di Berberè a The Street rafforza la reputazione di Westfield Stratford City come destinazione per una cucina autentica, informale e di alta qualità. Il loro focus sulla pizza artigianale e un design curato offre un’esperienza distintiva e non vediamo l’ora che i visitatori possano godere di ciò che hanno da offrire".
(Adnkronos) - Il Gruppo Agsm Aim, tramite la controllata Agsm Aim Power, ha perfezionato l’acquisizione di due impianti fotovoltaici a terra. L’operazione - spiega Agsm Aim in una nota - si inserisce nel programma di investimenti previsto dal Piano Industriale 2025-2030 che, con oltre 500 milioni di euro allocati per lo sviluppo di impianti da fonti rinnovabili, punta a posizionare il Gruppo Agsm Aim quale player protagonista di una transizione energetica sostenibile e diffusa su scala nazionale. Situati nel comune di Sarmato in provincia di Piacenza, gli impianti fotovoltaici acquisiti da Agsm Aim Power sviluppano rispettivamente una potenza installata di 7,61 MW e di 7,41 MW. La produzione annua di energia elettrica pulita, stimata in circa 25.000 MWh, è in grado di coprire il fabbisogno energetico di oltre 9mila famiglie, abbattendo circa 6mila tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Grazie a questa operazione M&A sale a 179 MW la capacità da fonti rinnovabili gestita dal Gruppo Agsm Aim, offrendo un efficace contributo al raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale che, entro il 2030, punta a raggiungere il 70% di potenza installata da fonti rinnovabili. In quest’ottica nel luglio di quest’anno, era stata firmata l’acquisizione di altri 22 impianti fotovoltaici in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio e Campania. “Con questa nuova acquisizione si concretizza un passo importante nello sviluppo del nostro Piano Industriale e si conferma la visione con cui il Gruppo Agsm Aim intende cogliere le sfide della transizione energetica. Capillarizzare la nostra presenza sull’intero territorio nazionale significa consolidare un asset strategico ma, in particolare, partecipare attivamente alla costruzione di un modello energetico sostenibile e accessibile a una platea sempre più estesa di persone”, ha affermato Federico Testa, presidente di Agsm Aim. “L’obiettivo del 70% di potenza elettrica installata da fonti rinnovabili, fissato dal nostro Piano Industriale, oggi è un po' più vicino. L’operazione di acquisizione di due nuovi impianti fotovoltaici ratifica la capacità del Gruppo Agsm Aim di tradurre in azione la propria visione di futuro e racconta le modalità con cui intendiamo cogliere le opportunità di un’economia a basse emissioni, operando scelte che ci consentano di esprimere qualità produttiva, affidabilità e sicurezza, per diventare protagonisti riconoscibili e coerenti della transizione energetica e ambientale nazionale”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim.