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(Adnkronos) - L’ex Ilva torna sull’ultimo miglio della pista. I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia, a quanto si apprende, hanno ricevuto il via libera dai comitati di sorveglianza per avviare il negoziato in via esclusiva con il gruppo Flacks, uno dei due pretendenti - insieme al fondo Bedrock - per l’intero complesso delle acciaierie. Il gruppo di Miami, sulla sua pagina Linkedin, parla di un “accordo” raggiunto con il governo italiano che “garantisce il futuro di una piattaforma industriale storica”, ma fonti qualificate precisano che in realtà la trattativa deve, ora, approfondire tutti i principali nodi del dossier: il ruolo dello Stato, le tempistiche degli investimenti, la gestione degli occupati. Si punta - viene spiegato - a chiudere tutto l'iter entro il mese di gennaio; a quel punto, dopo i confronti con imprese e sindacati, si potrà procedere con la notifica di golden power e il passaggio con l'Antitrust europeo, e infine con la definitiva assegnazione, per arrivare a consegnare gli impianti nel primo quadrimestre del 2026. A dare i dettagli dell’offerta presentata è lo stesso fondatore, Michael Flacks, in una recente intervista. Dettagli poi confermati dalla stessa società sui propri canali social. La proposta avanzata infatti prevede “circa 8.500 lavoratori qualificati e rafforza le catene di approvvigionamento europee fondamentali per i settori automobilistico, edile e delle infrastrutture", e un investimento "fino a 5 miliardi di euro per modernizzare le operazioni, compresi l'elettrificazione e l'ammodernamento dei forni, promuovendo la decarbonizzazione, l'efficienza e la crescita sostenibile", si legge. Il governo italiano "rimarrà un partner strategico con una quota del 40%", con la possibilità, da parte del fondo, di acquisto futuro, proprio a "testimonianza della nostra attenzione alla partnership industriale a lungo termine". L’obiettivo “è investire a lungo termine, modernizzare in modo responsabile e garantire un futuro duraturo a questo storico stabilimento siderurgico". Per ora dal ministero delle Imprese e del Made in Italy nessun commento: le bocche sono cucite. Le tute blu, invece, danno voce ai propri timori e chiedono di essere convocate a Palazzo Chigi. La preghiera è unanime: “Non si ripetano gli errori del passato” (cioè, non si faccia un Mittal bis). “È inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori. Ora più che mai è necessaria la costituzione di una società a maggioranza pubblica al fine di garantire la continuità industriale per la decarbonizzazione e l’occupazione”, è il commento di Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom. La scelta dei commissari “ci preoccupa per molti aspetti”, spiega Rocco Palombella, leader Uilm. Sia perché “si tratta, di fatto, dell’unica proposta presentata per l’acquisto dell’intero gruppo ex Ilva” sia perché Flacks è “un fondo di investimento, senza alcuna solidità industriale e che, per di più, non si è mai occupato di acciaio". Soprattutto, non ci sono carte: “Non abbiamo dettagli sul piano industriale presentato, se non titoli o indiscrezioni di giornali e agenzie”, denuncia il segretario generale, che avverte: “Non lasceremo il destino di 20mila lavoratori nelle mani di un fondo di investimento. È fondamentale un ruolo centrale dello Stato nella futura società, con poteri effettivi e vincolanti per garantire la decarbonizzazione, il risanamento ambientale e la piena tutela occupazionale dei lavoratori diretti, dell’appalto e in Ilva As". Un punto, quest’ultimo, stressato anche dalla Fim: “E' importante capire anche quale sarà il ruolo del governo e chi dovrà finanziare e come gli investimenti che devono essere fatti", osserva il segretario nazionale dei metalmeccanici di Via Po, Valerio D'Alò, che invita a “ragionare di piani e non di nomi, di rilancio produttivo, di decarbonizzazione, di occupazione per tutti i lavoratori coinvolti, siano essi diretti, di Ilva in Amministrazione straordinaria, o degli appalti”. (di Martina Regis)
(Adnkronos) - "Il prosecco non è un vino replicabile al di fuori della sua zona d'origine, è un vino unico, e quindi siamo fiduciosi che questo trend positivo del nostro mondo continuerà anche il prossimo anno. I dazi Usa hanno toccato proprio il mercato che seguo come export manager, gli Stati Uniti. Ma, sulla base dei dati dell'export disponibili ad oggi, non si registrano cali significativi. Ricordiamo che il prosecco rappresenta il 30% di tutto l'export di vino italiano negli Stati Uniti, e anche con i dazi si ritrova in una fascia di prezzo accessibile per la maggioranza delle persone". Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi per Regno Unito, Usa e Messico, e nuova generazione della storica famiglia di vignaioli veneti, traccia un bilancio del 2025 per la sua azienda e per il mondo del prosecco, e degli effetti dei dazi Usa e del contesto geo-politico incerto. "Io credo che bisognerà attendere il primo semestre del prossimo anno - avverte - per vedere l'effettivo impatto di questi dazi. Al momento, il prosecco registra un trend positivo di crescita e questo lo abbiamo visto dai dati dei tre Consorzi, ma un quadro più chiaro, appunto, lo potremo vedere nel primo semestre del prossimo anno". Villa Sandi è tra i leader del mercato, con il fatturato 2024 che ha toccato i 132 milioni, e con una produzione che per il 70% va in export e per il 30% in vendite nel nostro in Italia. E le 'bollicine', nonostante un anno complesso, resistono e puntano a crescere ancora. "In generale, è stato un anno di contrazione per il mercato vitivinicolo, ma il nostro mondo, quello del prosecco, ancora 'tiene' - ribadisce - perché unico e inimitabile. Nel corso di quest'anno, abbiamo visto un freno ai consumi con abitudini orientate a stili di vita più salutari, quindi con moderato contenuto alcolico, zero alcol. E infatti una fetta di mercato ricerca prodotti, soprattutto 'bollicine', senza alcol". "E' una tendenza che noi avevamo intercettato già 3-4 anni fa e avevamo iniziato a produrre già allora una 'bollicina' zero alcol, con una produzione che cresce ogni anno a due cifre", sottolinea Diva Moretti Polegato. Una tendenza, spiega l'esponente dell'ultima generazione di vignaioli trevigiani, spinta dal "consumo di coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un brindisi, senza però dover assumere alcol. E questo per diverse ragioni: soprattutto quelle legate alla salute". E comunque una delle caratteristiche principali del prosecco è il moderato contenuto alcolico e questo lo rende un vino contemporaneo che risponde perfettamente a queste abitudini di consumo che sono mutate, e che prediligono vini leggeri, adatti alla convivialità, a momenti chiamiamoli 'social'", osserva. Villa Sandi continua a guardare al futuro esplorando nuovi mercati. "Noi siamo un'azienda -spiega Diva Moretti Polegato- che esporta in 135 Paesi e ci sono dei nuovi mercati in Est Europa e in Africa soprattutto, ma anche nell'America Centrale che abbiamo di recente acquisito, e che stiamo acquisendo, per diversificare, perché questo è uno dei 'modus operandi' del nostro mondo e della nostra azienda". Ma non solo. Diversificare il business, per 'Villa Sandi', significa anche altro. "Un altro pilastro in cui crediamo molto -fa notare l'export manager- è quello dello sviluppare tutto quel ramo dell'accoglienza dell'enoturismo, del ricevere persone in azienda, che si sta dimostrando sempre più una grande opportunità e una grande risorsa, perché è un'esperienza capace di unire territorio, cultura, ospitalità, sostenibilità e vino. Ed è un settore che dal periodo della pandemia ha visto una crescita molto grande soprattutto nel nostro Paese ma anche a livello mondiale". "Noi come azienda abbiamo creduto e investito nell'enoturismo fin dagli anni '90, e abbiamo aperto la nostra sede, che è una storica villa di scuola Palladiana, a tutti i visitatori e tutti i giorni dell'anno. E abbiamo anche investito sull'hospitality, con 'Locanda Sandi', dove abbiamo un ristorante e alcune camere. Questa per noi è soprattutto un'opportunità per valorizzare il brand e accogliere un cliente a 360 gradi, mostrando anche i vigneti e tutto ciò che c'è dietro una bottiglia di vino", ricorda ancora. Secondo Moretti Polegato, inoltre, "il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell'Unesco può essere un'opportunità anche per il settore del vino, che è collegato ad esso". "Una ulteriore cornice istituzionale forte, anche un modo per potenziare il made in Italy e rafforzare il legame vino-cultura, collegato al turismo, con un importante risvolto mediatico per poter raggiungere più consumatori finali", aggiunge. "E poi - prosegue - c'è l'impegno sulla sostenibilità, importante per la mia generazione ma anche per la precedente, con l'obiettivo di accogliere i visitatori delle nostre aziende in un ambiente sano, in cui si lavora con il minor impatto ambientale possibile, seguendo pratiche sostenibili, a livello di vigna, di vinificazione e anche di impatto ambientale. Noi ad esempio abbiamo una centrale idroelettrica, abbiamo pannelli solari, puntiamo a diventare 100% sostenibili nella prossima decade". Per Diva Moretti Polegato, "l'augurio per il 2026 è che la situazione geopolitica causata dai conflitti in corso e i dazi Usa, che frenano in modo combinato i consumi, possano in qualche modo attenuarsi". "L'augurio a tutti noi produttori è di aprire il 2026 con buone notizie su guerre e dazi Usa appunto", conclude.
(Adnkronos) - Soddisfazione da parte dell’industria italiana del Gnl rappresentata da Assogasliquidi-Federchimica per l’avvenuta pubblicazione oggi del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datato 24 ottobre, che definisce criteri di riparto del Fondo da 590 milioni di euro per la strategia di mobilità pesante sostenibile. Il decreto era molto atteso dal comparto perché stabilisce l'entità delle risorse destinate al rinnovo del parco veicolare per il settore dell’autotrasporto merci nel quinquennio 2027-2031. "Il raggiungimento di questo obiettivo è il risultato di un'intensa e proficua attività di sensibilizzazione e confronto tecnico portata avanti con determinazione anche dalla nostra associazione, in sinergia con le associazioni rappresentative Anfia e Anita" commenta Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica. "Esprimiamo vivo apprezzamento – sottolinea Cimenti – per l’operato del Ministro Salvini e delle competenti Direzioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il loro lavoro ha permesso di tradurre in realtà una visione strutturale del sostegno al settore dei trasporti". "Il decreto – aggiunge Costantino Amadei, Presidente del Gruppo Gnl di Assogasliquidi - rappresenta un tassello decisivo nell’opera di rappresentanza del settore del Gnl, attività che abbiamo avviato oltre dieci anni fa. L’adozione di una programmazione pluriennale e strutturale dei fondi risponde pienamente alle istanze presentate dall’Associazione a più riprese al decisore pubblico. Il provvedimento – continua Amadei - contribuirà in modo determinante alla ripresa sostanziale delle immatricolazioni di mezzi pesanti alimentati a Gnl e bioGnl, carburanti immediatamente disponibili e tecnologicamente maturi, decisivi per la politica energetica nazionale e per il conseguimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del trasporto pesante". Proprio per garantire che la misura sia indirizzata al rinnovo del parco a favore dei carburanti alternativi, in vista dei futuri passaggi normativi, Assogasliquidi richiama l’attenzione sulla necessità di prevedere, nei prossimi decreti attuativi, specifiche premialità per le imprese di autotrasporto che scelgono virtuosamente di investire nel rinnovo della flotta con mezzi alimentati a Gnl e bioGnl. "Siamo certi – conclude Amadei - che anche nella successiva fase attuativa non mancherà l’attenzione del Ministero dei Trasporti e del Governo tutto, verso le Imprese impegnate a investire nella crescita della disponibilità dei mezzi alimentati a Gnl e bioGnl e delle infrastrutture di stoccaggio e distribuzione di tali carburanti, una vera eccellenza industriale a livello internazionale".