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(Adnkronos) - La Russia accusa l'Ucraina di aver attaccato con 91 droni la residenza di Vladimir Putin a Valdai, nell'oblast di Novgorod. L'accusa, che rischia di complicare ulteriormente le trattative per provare a porre fine alla guerra, appare a dir poco fragile. L'Ucraina, a cominciare dal presidente Volodymyr Zelensky, ha definito le accuse di Mosca "menzogne". Lo scetticismo, per usare un eufemismo, non appare immotivato. "La nostra posizione nei negoziati cambierà", l'avvertimento di Mosca. L'attacco denunciato dalla Russia è stato oggetto anche della telefonata tra Putin e il presidente americano Donald Trump, che - pur in assenza di riscontri - ha inizialmente dato per scontata la versione del Cremlino criticando l'operato di Kiev. Putin ha ricevuto messaggi di solidarietà da diversi paesi, dall'India all'Iran. Nelle ultime ore, la posizione americana è diventata più prudente. Gli Stati Uniti intendono "andare a fondo, analizzando i dati di intelligence" disponibili sul presunto attacco ucraino con droni contro la residenza del presidente russo Vladimir Putin, dice dichiarato a Fox Business il rappresentante permanente Usa presso la Nato, Matthew Whitaker, aggiungendo che un'eventuale azione di questo tipo da parte dell’Ucraina sarebbe "sconsiderata". L'Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora quotidianamente la guerra, analizza l'episodio e evidenzia alcuni elementi chiave. Si parte dalla 'miccia', la denuncia del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Il numero 1 della diplomazia ha affermato che le forze ucraine hanno lanciato 91 droni a lungo raggio contro la residenza di Putin nella notte tra il 28 e il 29 dicembre nell'oblast di Novgorod. Lavrov ha dichiarato che le forze russe hanno abbattuto i droni e che l'attacco non ha causato danni. Yuri Ushakov, consigliere del Cremlino, ha dichiarato che Putin ha informato Trump del presunto attacco e gli ha detto che la Russia "riconsidererà" la sua posizione sugli accordi di pace. "Le circostanze di questo presunto attacco non sono conformi allo schema delle prove osservate quando le forze ucraine conducono offensive in Russia. Gli attacchi ucraini confermati in Russia generano in genere prove osservabili da fonti aperte", evidenzia l'Isw. "Le prove includono filmati, spesso geolocalizzati, di operazioni di difesa aerea, esplosioni, incendi o colonne di fumo vicino agli obiettivi presi di mira. Sono frequenti "dichiarazioni di autorità russe locali e regionali, che di solito minimizzano gli attacchi ucraini riusciti definendoli 'detriti' di droni abbattuti". A questo, si aggiungono "resoconti di fonti e media locali di incendi o danni a tali oggetti. L'Isw non ha visionato alcun filmato di questo tipo, né resoconti locali o regionali sugli attacchi ucraini vicino alla residenza di Putin, che corroborino le affermazioni di Lavrov". Lavrov ha fatto riferimento a 91 droni ucraini abbattuti. Il numero è "incoerente con l'affermazione del Ministero della Difesa russo (MoD) secondo cui le forze russe avrebbero abbattuto 47 droni ucraini sopra l'oblast nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, il che indebolisce ulteriormente tale affermazione". In passato, Kiev ha "colpito numerosi obiettivi militari nell'oblast di Novgorod" e tali azioni sono state documentate da prove fornite dai russi. Nell'ultimo caso, "il Cremlino non ha fornito prove a sostegno della sua affermazione secondo cui le forze ucraine avrebbero preso di mira la residenza di Putin il 29 dicembre". Capitolo media: la testata di opposizione "Sota ha pubblicato un'inchiesta sul presunto attacco del 29 dicembre, riportando che i residenti di Valdai non hanno sentito le difese aeree in funzione durante la notte". I droni, si fa notare, "avrebbero dovuto attraversare lo spazio aereo russo fortemente protetto, anche da molteplici installazioni di strutture delle Forze Missilistiche Strategiche, unità di difesa aerea, aviazione militare e altre risorse che sarebbero state sottoposte a una forte protezione aerea o avrebbero agito esse stesse come ombrello della difesa aerea russa". In sostanza, per colpire la residenza di Putin a Valdai sarebbe servito "un miracolo o una deliberata negligenza militare russa". Dettaglio non trascurabile: nell'agosto 2025 che la Russia ha aumentato il numero di sistemi di difesa aerea a difesa di Valdai da due a 12 dal 2022 all'agosto 2025.
(Adnkronos) - "I dati Inail sugli infortuni ad ottobre 2025 evidenziano una situazione assolutamente preoccupante, con un incremento anche dei casi mortali e con un aumento a doppia cifra delle malattie professionali. E proprio su quest'ultimo aspetto l'Inca, il patronato della Cgil, cerca di aiutare i lavoratori a prendere coscienza dei danni subiti sul posto di lavoro". Lo dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Sara Palazzoli, del Collegio di presidenza Inca Cgil con delega 'danni alla persona'. (VIDEO) "I lavoratori - spiega - non hanno coscienza che i danni subiti alla propria salute possano avere una derivazione lavorativa e, quindi, i decessi che ne derivano non vengono conteggiati nell'elenco degli infortuni sul lavoro. Con le nostre categorie, insieme alle rsu in generale cerchiamo far conoscere ai lavoratori i rischi che può comportare alla salute, in termini d malattie professionali". "Le malattie osseoarticolari - sottolinea - sono le più facili da individuare e riconoscere, così come quelle del sistema nervoso. Poi però ci sono le neoplasie professionali e proprio qui che, come Inca, cerchiamo di dare maggiore consapevolezza ai lavoratori dei rischi a cui sono esposti, soprattutto a non sottovalutare i sintomi e risalire al fatto che quel tumore derivi direttamente dall'attività lavorativa svolta per molti anni". "Una volta individuata la causa professionale del tumore - continua Sara Palazzoli - cerchiamo di tutelare il lavoratore grazie ai medici convenzionati che sono nelle nostre sedi, che lo accolgono ed esaminano la situazione. Si avvia il percorso del riconoscimento della neoplasia professionale attivando quelle prestazioni che vengono riconosciute dall'Inail. Attraverso il riconoscimento della malattia professionale possiamo anche attivare la rendita per i familiari nel caso in cui il lavoratore venga a mancare". "Sono troppe - osserva - le sostanze cancerogene a cui i lavoratori sono esposti; prendiamo anche, ad esempio, l'esposizione ai raggi solari che può portare l'epitelioma cutaneo. Una causa che può interessare tutti i lavoratori che svolgono lavori all'aperto, non solo gli agricoli o gli edili, ma anche un vigile urbano ad esempio". "Ci sono poi - continua - le malattie professionali derivanti dall'esposizione alle polveri del legno e delle vernici, coloranti, pesticidi, cioè le sostanze sono ancora tante e noi dobbiamo mettere in campo la corretta tutela per le lavoratrici e i lavoratori che si ammalano di lavoro. I nostri medici, i medici dei Patronati sono nelle condizioni. Attraverso un percorso di conoscenza di attivare quella quel percorso adeguato per il giusto riconoscimento, dal momento che subisco un danno per il lavoro che io svolgo".
(Adnkronos) - Il Consorzio Italiano Biogas esprime soddisfazione per l'approvazione dell’emendamento alla legge di bilancio che contiene disposizioni normative che rafforzano l’integrazione del biometano nel sistema energetico nazionale. Grazie a questa misura si stabilisce l’obbligo, per le imprese di trasporto e distribuzione del gas naturale, di connettere alla rete sia i nuovi impianti di produzione di biometano sia quelli derivanti dalla riqualificazione di impianti di biogas esistenti. La misura approvata introduce inoltre la possibilità di interventi di potenziamento della rete, anche attraverso la collaborazione tra diversi operatori, così da superare gli attuali limiti infrastrutturali e favorire un utilizzo più ampio del biometano. Un passaggio fondamentale riguarda la ripartizione dei costi di connessione: il 70% degli investimenti e il 100% dei costi relativi ai sistemi di misura e compressione saranno a carico dei gestori di rete, mentre la quota restante del 30% sarà sostenuta dai produttori e il tutto sulla base di un criterio di allocazione dei costi su scala nazionale. Al fine dell’attuazione dei nuovi principi introdotti sarà necessaria una nuova delibera di Arera e le nuove regole saranno fondamentali per la prosecuzione dello sviluppo del biometano una volta terminati gli interventi finanziati dal Pnrr. "La misura accoglie un’esigenza più volte rappresentata dal Cib, contribuendo concretamente a rimuovere le barriere strutturali che frenano lo sviluppo della produzione di biometano, risorsa strategica per la transizione energetica del Paese. Non serve infatti solo lavorare sul supporto alla produzione ma serve anche lavorare sull’adeguamento dell’infrastruttura per accogliere la produzione decentralizzata. Il Consorzio ha fornito in questo senso un contributo attivo e costruttivo a questa misura, collaborando alla sua articolazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di concerto con Proxigas, mettendo a disposizione competenze tecniche e proposte concrete per garantire che la normativa potesse adeguarsi alle recenti direttive Comunitarie e che rispondesse alle esigenze dei produttori agricoli e dell’industria". Il Consorzio Italiano Biogas conferma la propria disponibilità a lavorare insieme alle Istituzioni e agli operatori del settore, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete per accompagnare la crescita di un sistema energetico nazionale più integrato e sostenibile.