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(Adnkronos) - Gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedeva un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. La risoluzione, approvata dagli altri 14 membri del più potente organo delle Nazioni Unite, denunciava la situazione umanitaria a Gaza come "catastrofica" ed esortava Israele a rimuovere tutte le restrizioni sulla consegna degli aiuti ai 2,1 milioni di palestinesi che vivono nel territorio. Gli Stati Uniti hanno motivato il veto sostenendo che il testo non condannava sufficientemente Hamas. "L'inizio dell'operazione criminale nella città di Gaza e la sua espansione significano che il nemico non otterrà alcun ostaggio vivo o morto”. E’ la minaccia del comando delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas che detiene gli ostaggi israeliani a Gaza. Il Comando ha riferito in una nota che gli ostaggi “sono distribuiti all'interno dei quartieri della città di Gaza e non saremo premurosi per la loro vita, fintantoche Netanyahu ha deciso di ucciderli”. “Il nemico sta entrando in una guerra di logoramento -prosegue la nota-che gli costerà ulteriori numeri di morti e prigionieri”. Intanto Israele ha chiuso fino a nuova comunicazione il valico di Allenby tra la Cisgiordania e la Giordania, dopo l'attacco di ieri nel quale sono rimasti uccisi due soldati israeliani. Autore dell'attentato un giordano alla guida di un camion di aiuti umanitari diretto a Gaza. Chiuso anche, secondo quanto comunicato dall'autorità aeroportuale israeliana, il Jordan River Crossing, mentre quello israelo-giordano nei pressi di Eilat è aperto solo per i lavoratori ed è normalmente operativo il valico di Taba con l'Egitto. Quattro palestinesi sono stati uccisi - tra questi due bambini - e numerosi altri sono rimasti feriti negli attacchi condotti dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza dall'alba di oggi. A riferirne è l'agenzia palestinese Wafa, citando fonti mediche. I due bambini sono morti in un raid aereo che ha colpito una tenda in cui si trovavano famiglie di sfollati a ovest di Khan Yunis, nella parte meridionale della Striscia. Nella parte centrale dell'enclave, un uomo è rimasto ucciso e altri feriti nell'attacco che ha colpito una zona vicina a una moschea a Deir al-Balah. Un altro civile è rimasto ucciso e diversi feriti nell'attacco sferrato da un drone ad ovest del vicino campo profughi di Nuseirat. Un attacco di artiglieria - prosegue la stessa fonte - ha infine fatto diversi feriti tra i palestinesi nel campo profughi di al-Shati, a ovest della città di Gaza. Le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza iniziate nel mese di ottobre 2023 hanno causato almeno 65.141 morti e 165.925 feriti, continua la stessa agenzia.
(Adnkronos) - Cibo, longevità, studi scientifici che legano fertilità, salute del mare, pesca sostenibile e dieta mediterranea come patrimonio vivo e universale. Questo l'universo di Sara Roversi, presidente del Future food institute (Ffi) e fondatrice del Paideia Camp che, in occasione Climate Week Nyc 2025, incontro globale dedicato all’azione climatica, metterà in evidenza come il cibo, la cultura e il patrimonio vivente possano agire come leve trasformative per affrontare la crisi climatica e plasmare un futuro più resiliente e pacifico. In un momento in cui le crescenti emergenze climatiche e l’insicurezza alimentare minacciano persone e pianeta, Ffi considera la Climate Week come un momento di bilancio: per valutare i progressi, rinnovare gli impegni e creare nuove alleanze per un cambiamento sistemico. "Come Future food institute - spiega all'Adnkronos/Labitalia - parlerò del modello Pollica 2050 e del Future Lands, che trasforma territori marginali e ad alto potenziale in hub bioregionali di resilienza, co-progettati con governi locali, società civile e istituzioni scientifiche. Il Future food institute presenta appunto Pollica come laboratorio vivente e hub di innovazione futura". "Oltre la nutrizione - afferma - la Dieta mediterranea rappresenta un quadro culturale, ecologico e di longevità: un modello concreto per salute, resilienza climatica e sicurezza alimentare. Con il Longevity Algorithm e i progetti Lafa e Hohli, in sinergia con la 1.5°C Global Roadmap della Fao, Pollica guida la cooperazione globale su agricoltura rigenerativa, sicurezza nutrizionale e politiche alimentari sostenibili. Attraverso Lafa, con un’analisi approfondita degli stili di vita e delle abitudini alimentari, stiamo sviluppando un autentico 'algoritmo della longevità e della fertilità'. Non solo questo progetto favorisce vite più sane e longeve, ma evidenzia la profonda connessione tra la salute degli ecosistemi e quella umana. Il nostro obiettivo è rendere questo modello un punto di riferimento per decisori politici e nuove generazioni, affinché i principi delle nostre comunità emblematiche possano ispirare soluzioni globali e trasformare la sostenibilità in un valore condiviso universalmente". "Presenterò manifesti e framework - sottolinea - pensati per accelerare la transizione, fondati sui principi di ecologia integrale, educazione e cooperazione. Tra questi il Regen Cities Manifesto, sviluppato con Tokyo Tatemono, che propone un nuovo paradigma per progettare le città come ecosistemi di vita, integrando cibo, cultura, ecologia e partecipazione civica. In parallelo, verrà celebrato il 15° anniversario della Dieta Mediterranea come modello vivente di cultura e sostenibilità, mentre le nuove generazioni avranno un ruolo da protagoniste attraverso il programma Climate Shapers. Insieme, queste iniziative riaffermano l’impegno di Ffi alla Climate Week Nyc: allineare tradizione, innovazione e leadership giovanile nella creazione di soluzioni sistemiche per clima, salute, sicurezza alimentare e pace". "Il cibo - avverte - non riguarda solo ciò che mangiamo: è il tessuto connettivo tra clima, salute, pace e cultura. Alla Climate Week vogliamo sottolineare che il momento del cambiamento è ora, e che ripensare i sistemi alimentari è una delle leve più immediate e di impatto per garantire la salute del pianeta e la sicurezza delle persone. In particolare stiamo lavorando su due progetti: uno con l'Università di Salerno e uno con l'Università della Basilicata. Entrambi hanno come territorio di sperimentazione di studio e ricerca proprio Pollica".
(Adnkronos) - Nel 2025 sono stati 24.260 i rifiuti raccolti e catalogati dai volontari di Legambiente in 49 parchi urbani distribuiti in 20 città italiane, da Milano a Firenze, da Napoli a Potenza, passando per Perugia, Terracina (LT), Bologna e Udine. La densità dei rifiuti è significativa: quattro oggetti dispersi ogni metro quadrato monitorato. A dominare la classifica dei rifiuti più frequenti sono i mozziconi di sigaretta, con 10.472 pezzi raccolti, pari a 161 ogni 100 metri quadrati. La plastica rappresenta il 64,3% del totale dei rifiuti monitorati. Lo mette in evidenza la nuova indagine Park Litter di Legambiente, diffusa in occasione della 33esima edizione di 'Puliamo il Mondo' (puliamoilmondo.it), la storica campagna di volontariato dell’associazione ambientalista in programma da venerdì 19 a domenica 21 settembre con migliaia di iniziative da Nord a Sud del Paese all’insegna del motto: 'Chi lo ama, lo protegge'. “Prendersi cura dell’ambiente è un gesto semplice che può generare un grande cambiamento. Ogni azione, anche piccola, ispira altri, rafforza il senso di comunità e diffonde una cultura del rispetto e della responsabilità. Con Puliamo il Mondo mettiamo insieme la conoscenza con l'azione, attraverso la citizen science per monitorare i rifiuti dispersi nell'ambiente e le iniziative di volontariato per raccoglierli. Oggi ciascuno di noi può e deve fare la propria parte per proteggere le aree pubbliche comuni, tutelarle e costruire un futuro sostenibile e di pace, grazie al volontariato”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani. Tornando ai dati, in 38 dei 65 transetti (aree campione da 100 metri quadrati) utilizzati per l’indagine, sono state osservate zone di accumulo, soprattutto vicino a panchine e tavoli. I problemi - segnala Legambiente - riguardano anche la dotazione di cestini: solo in 28 transetti su 65 sono presenti contenitori con chiusura antivento, e in 27 dei 60 transetti dove i cestini sono presenti, essi risultano predisposti per la raccolta differenziata. C’è un dato su cui Legambiente richiama particolare attenzione, perché direttamente legato all'inquinamento dei nostri mari: in 48 dei 65 transetti monitorati (73,8%) sono stati rilevati canali di scolo e tombini. "Queste infrastrutture, spesso parte di sistemi fognari collegati a corsi d’acqua o canali che sfociano in mare, possono diventare vie dirette di trasporto dei rifiuti verso l’ambiente marino, soprattutto in casi di cattiva gestione dei rifiuti urbani", rimarca l'associazione. Se i rifiuti in materiale plastico, compresi i mozziconi di sigaretta, si pongono in cima alla classifica dei rifiuti più rinvenuti, subito dopo, al secondo posto, si collocano i prodotti in carta e cartone: con 2.659 pezzi raccolti, rappresentano l’11% del totale. Seguono 2.204 rifiuti in metallo (9,1%), 1.728 in vetro e ceramica (7,1%) e 1.309 in gomma (4,3%). A chiudere, con il 4%, sono gli scarti in materiale organico, legno trattato, tessili, bioplastica, materiali misti e Raee. Infine, un focus specifico dell’indagine è dedicato alla Direttiva europea Sup (Single Use Plastics): nonostante la sua entrata in vigore in Italia nel 2022, la maggior parte dei rifiuti raccolti appartiene ancora alle categorie di prodotti da essa regolamentati, rappresentando il 51,1% del totale monitorato.