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(Adnkronos) - Fabio Fognini dice addio al tennis. Il tennista azzurro ha annunciato il ritiro dai campi negli scorsi giorni, dopo essere stato eliminato al primo turno di Wimbledon da Carlos Alcaraz al termine di una partita eroica, che lo spagnolo ha vinto soltanto al quinto set. Oggi, domenica 13 luglio, a poche ore dalla finale dello Slam londinese proprio tra Alcaraz e Jannik Sinner, Fognini ha spiegato la sua decisione sui propri profili social: "Ciao a tutti. Dopo alcuni giorni di riflessione, ho scritto questo pensiero per voi… È arrivato quel momento che, in fondo, sapevo sarebbe arrivato, anche se una parte di me sperava non succedesse mai". "La decisione non è stata semplice, ma sento che questo è il momento giusto. Il TENNIS è stato il mio universo: mi ha formato, mi ha fatto crescere, mi ha insegnato resilienza, forza e pazienza, tanto nelle vittorie quanto nelle sconfitte", ha scritto Fognini con il cuore in mano, "mi ha dato molto più di quanto avrei potuto immaginare e per questo gli sarò sempre grato. Grazie a tutti gli allenatori, ai collaboratori, agli sponsor che mi hanno accompagnato lungo il cammino; grazie agli amici e a tutti quelli che mi hanno sostenuto, nei giorni esaltanti e in quelli più difficili. Il vostro affetto ha reso questo viaggio indimenticabile". "E poi la famiglia, pilastro di tutti i miei successi. Grazie mamma e grazie papà: senza di voi nulla sarebbe stato possibile. E a te piccola sorellina, grazie per essere sempre stata la mia prima tifosa". Un pensiero speciale Fognini lo dedica alla moglie, l'ex tennista Flavia Pennetta: "FLAVIA, sei la donna, la mamma e la compagna di vita che ho sempre sognato. Sei stata, sei e sarai il mio punto di riferimento. Grazie per avermi donato una famiglia da sogno: tre splendidi nani che sono la mia ragione di vita". "Si chiude un capitolo importante della mia vita. Me ne vado con il cuore pieno di gioia, orgoglioso del percorso fatto e curioso di scoprire cosa mi riserverà il futuro. Una cosa è certa: il mio legame con il tennis non finisce qui", conclude Fognini, "See you soon, tennis. See you soon, my lover".
(Adnkronos) - Il lavoro irregolare è un fenomeno allarmante che coinvolge in Italia un numero enorme di persone: 2,5 milioni di lavoratori non regolari nel 2022 (pari al 9,7% degli occupati). In termini di unità di lavoro (Ula o Full time equivalent) si tratta invece di quasi 3 milioni di unità nel 2022 con un tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle Ula non regolari sul totale, pari al 12,5% (sceso dal 12,9% del 2021). Il lavoro sommerso e irregolare è oggi sempre più concentrato nei servizi non solo rispetto all’incidenza sulle unità di lavoro di ciascun settore, ma anche in termini di volume di occupazione irregolare. Il 79,5% del lavoro nero o irregolare nel 2022 è infatti concentrato nei servizi. Sono alcuni dei dati diffusi oggi da Assolavoro. In questo scenario, i fenomeni di carattere interpositorio rappresentano la seconda patologia che l'Inl riscontra tra le violazioni più rilevanti nel mercato del lavoro. Nonostante le modifiche normative intervenute negli anni, infatti, è la seconda tipologia di illecito più importante dopo i fenomeni di lavoro nero che impegna le attività dell’Ispettorato nazionale del lavoro. In un anno vengono 'scovati' 100-110mila lavoratori in nero; la somministrazione illecita arriva a 80mila. In questo scenario le agenzie per il lavoro giocano un ruolo importante come baluardo contro il lavoro irregolare, stante la correlazione tra tasso di legalità e tasso di penetrazione del lavoro tramite agenzia: la somministrazione di lavoro è infatti maggiormente presente nei territori con tassi di irregolarità inferiori. Al crescere del tasso di irregolarità del mercato del lavoro regionale (es. Calabria, Campania, Sicilia) si registrano livelli inferiori di ricorso allo strumento della somministrazione di lavoro; considerazione opposta vale per quelle regioni dove l’irregolarità risulta più contenuta (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia) e che si configurano come aree del Paese in cui le agenzie per il lavoro operano maggiormente.
(Adnkronos) - "Questo festival ci porta a parlare e ad approfondire i temi della sostenibilità ambientale e lo facciamo con grande piacere, guardando soprattutto all’aspetto delle norme europee che, talvolta, per ottimizzare la sostenibilità sacrificano quella economica e quella sociale. In questo contesto, il trasporto intermodale, cioè il trasporto dell’ultimo miglio, attraverso un sistema di rottura di carico - che prevede il passaggio della merce da un deposito ad un camion e poi dal camion ad una banchina portuale o ferroviaria - significa sicuramente valorizzare il trasporto, rendendolo meno caro e più sicuro”. Lo ha detto Marcello Di Caterina, vicepresidente e direttore generale di Alis, l’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’ che si svolgerà il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna. L’appuntamento è pensato per fare il punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nella mobilità delle persone e delle merci nel nostro Paese. L’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile oggi non si occupa solo di trasporto, come spiega Di Caterina: “Attraverso una serie di attività legate ai servizi, abbiamo voluto fare un focus molto importante sulla digitalizzazione e sull’intelligenza artificiale, ambiti fortemente interessati dai contributi del Pnrr per la costruzione della piattaforma logistica nazionale che” grazie ad un importante e strategico utilizzo dei dati “offrirà informazioni che serviranno ad avere una maggiore capacità di conoscenza dei ‘tappi di bottiglia’, ossia le difficoltà di trasporto inutili e i nodi da evitare, piuttosto che quelli da utilizzare”. “Siamo di fronte ad un’epoca di trasformazione totale dove, al di là degli scenari mondiali legati ai dazi da una parte e alle guerre dall’altra, i mercati sono sempre pronti ad adeguarsi alle difficoltà - conclude - ma occorre che ci sia la capacità di alimentare gli sforzi reciproci”.