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(Adnkronos) - “Da tempo ci interroghiamo sul valore economico e sociale della nostra filiera produttiva, del modello produttivo dei vignaioli indipendenti sparsi su tutto il territorio nazionale. Abbiamo ingaggiato Nomisma in quanto player di altissimo livello in questo campo e ne è uscita una ricerca molto soddisfacente, che risponde ai nostri quesiti in maniera puntuale”. Lo ha detto Lorenzo Cesconi, vignaiolo e presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi), in occasione della presentazione dell’indagine 'Il modello socio-economico dei Vignaioli Indipendenti per la sostenibilità della filiera vitivinicola italiana' condotta da Nomisma wine monitor, l’osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, in collaborazione con Fivi e dedicata ai produttori associati alla federazione. “Dal report è emerso che i vignaioli indipendenti hanno un ruolo sociale importante, coltivando prevalentemente aree in territorio montano e collinare, dove c'è bisogno di presidiare e custodire un territorio altrimenti fragile - spiega Cesconi - Il ruolo territoriale dei vignaioli ci è stato confermato dall’indagine, da cui emerge che coltiviamo per l'80% zone di versante, in collina oppure in montagna”. “Il nostro ruolo sociale è importante anche perché il 30% dei nostri dipendenti sono assunti a tempo indeterminato e abbiamo anche un ruolo importante nella definizione della qualità delle produzioni. Il nostro atteggiamento è sempre qualitativo, tant'è che scegliamo di produrre in maniera biologica, scelta che riguarda più della metà dei nostri soci - continua Cesconi - Puntiamo sempre al vertice qualitativo di tutte le denominazioni, tant'è che il nostro prezzo medio di vendita si attesta a più o meno il doppio rispetto alla media nazionale. Questo approccio ha un ruolo importante sul richiamo delle denominazioni nei territori vitati, tant'è che anche nel comparto dell’enoturismo la nostra categoria svolge un ruolo di player importante”. “Il 90% delle nostre aziende fa vendite in cantina ed attrae clienti e turisti, che per un 40% sono stranieri. Inoltre riteniamo che l’enoturismo e i vignaioli indipendenti italiani possono avere un ruolo importante nel far defluire un po’ di turisti nelle campagne, contrastando così il fenomeno dell'over tourism", conclude il presidente Fivi.
(Adnkronos) - Nasce una nuova collaborazione tra l'Ordine dei consulenti del lavoro e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) per avviare un programma formativo altamente specialistico. Il progetto, espressione dell’impegno condiviso per valorizzare le risorse umane della Farnesina, mira a offrire una formazione avanzata su temi di competenza strategica dell'Ordine, destinata al personale della direzione generale per le risorse e l’innovazione del Maeci, così da fornire tutte le informazioni per una corretta attuazione delle novità normative legate al mondo del lavoro. Con questo progetto, in particolare, i consulenti del lavoro metteranno a disposizione del Ministero il proprio know-how per facilitare la trattazione delle complessità legislative e amministrative legate alla gestione fiscale e previdenziale del personale in servizio nelle Sedi estere del Dicastero, con particolare riguardo a quello assunto a contratto. Inquadramento giuridico, trattamento economico, adempimenti dell'Amministrazione come la Certificazione Unica, nonché le ultime novità in ambito giuslavoristico: questi i principali argomenti che saranno trattati nel percorso di formazione. “L’iniziativa rappresenta una preziosa opportunità per condividere il patrimonio di conoscenza e competenza che caratterizza la nostra Categoria, in un’ottica sussidiaria di servizio e collaborazione tra istituzioni”, ha dichiarato il presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca. “Con questo progetto i consulenti del lavoro consolidano ulteriormente il proprio ruolo come punto di riferimento per le istituzioni pubbliche, contribuendo in modo concreto alla crescita e modernizzazione della pubblica amministrazione”, ha sottolineato. La direttrice generale per le risorse e l’innovazione del Maeci, Patrizia Falcinelli, nel ringraziare il Consiglio nazionale dell’ordine e il presidente De Luca per aver messo il proprio bagaglio di conoscenze e competenze a disposizione di questa importante collaborazione, ha ricordato che “formazione, aggiornamento continuo e valorizzazione delle risorse umane sono priorità assolute dell’Amministrazione degli Esteri”. “Iniziative come questa”, ha proseguito la direttrice Falcinelli, “contribuiscono ad accrescere il patrimonio di professionalità del nostro personale, per rispondere in modo sempre più efficace alle sfide di un mondo in rapida evoluzione e fornire servizi sempre più efficienti ai nostri cittadini e utenti”.
(Adnkronos) - "Crisi climatiche e conflitti hanno fatto aumentare i livelli di malnutrizione di oltre 200 milioni di persone. Soprattutto in Africa, Sud del Sahara e Asia meridionale. Oltre il 60% delle persone che soffrono la fame sono donne e le donne hanno un ruolo centrale nei processi di sicurezza alimentare delle loro famiglie. lo abbiamo chiamato ‘il paradosso delle donne’”. Lo ha ricordato all’Adnkronos Valeria Emmi, networking and advocacy manager di Cesvi intervistata in occasione della diffusione della 19esima edizione del Ghi, l’Indice globale della fame, curato ogni anno dall’organizzazione umanitaria italiana Cesvi. Il Ghi 2024 traccia i contorni di uno scenario allarmante: “L'indice globale della fame analizza 130 Paesi, quelli per cui sono disponibili i dati. In sei Paesi registriamo un livello di fame allarmante. Tra questi anche la Somalia, Gaza. Paesi per lo più concentrati nell'Africa a sud del Sahara e nell'area asiatica - illustra Valeria Emmi di Cesvi - Stiamo vivendo un'epoca di crisi interconnesse, in aumento e permanenti. Sono due, in particolar modo quelle che stanno accelerando l'aumento della fame nel mondo: i conflitti e i cambiamenti climatici. L'impatto del cambiamento climatico, che sperimentiamo anche nei nostri territori, sta aggravando i livelli di fame: sono 399 le catastrofi naturali che abbiamo registrato nel 2023, più di una al giorno. Eventi che hanno provocato 86 mila morti e colpito 93,1 milioni di persone. A causa delle guerre poi, come per esempio a Gaza o in Sudan - continua - si stanno generando vere e proprie catastrofi in termini di sicurezza alimentare e aleggia lo spettro della carestia. Nella stessa Striscia di Gaza, dove Cesvi opera, il 96% della popolazione è precipitata dell'insicurezza alimentare catastrofica o acuta”. Cesvi già da anni ha lanciato l'allarme per l’aumento della fame nel mondo: “I risultati raggiunti fino al 2015 sono in totale regressione - sottolinea la networking and advocacy manager di Cesvi - La comunità internazionale si è data l’obiettivo Fame zero entro il 2030, ma con i ritmi attuali di contrasto alla malnutrizione raggiungeremo l'obiettivo nel 2160. Non abbiamo 166 anni per poter contrastare la fame”, il suo monito. “Siamo in un momento particolarmente rilevante dal punto di vista delle politiche internazionali - fa sapere Emmi - È appena stata avviata a Baku la Conferenza sul clima, la COP 29. Tra qualche giorno", il 20 novembre, "celebreremo la Giornata internazionale dell'infanzia. Questi sono momenti in cui gli Stati, i decisori politici, si ritrovano e possono davvero fare la differenza, perché l'azione è necessaria ed è soprattutto urgente. Altrimenti - conclude - rischiamo di ipotecare il futuro delle delle prossime generazioni”.