(Adnkronos) - L'esercizio fisico aiuta a combattere l'insonnia. E in particolare ci sono attività, non solo sportive in senso stretto, che consentono di migliorare la qualità del sonno. Il tema è stato oggetto di un'analisi comparativa con dati aggregati pubblicata sulla rivista BMJ Evidence Based Medicine. Gli studi hanno coinvolto 1348 soggetti e hanno preso in considerazione 13 diversi approcci terapeutici per alleviare l'insonnia, 7 dei quali legati all'esercizio fisico. L'insonnia, evidenziano i ricercatori, è associata a un rischio maggiore di problemi e patologie relative alla salute mentale e fisica, tra cui demenza e malattie cardiovascolari. Per migliorare la qualità del sonno ovviamente è possibile ricorrere a trattamenti farmacologici, che non sono privi di potenziali effetti collaterali, o alla terapia cognitivo-comportamentale (TCC), non sempre accessibile - secondo i ricercatori - a causa della carenza di terapisti qualificati, spiegano i ricercatori. Ecco, quindi, che l'esercizio fisico diventa una soluzione da prendere in considerazione. I riflettori sono stati accesi su programmi legati a yoga, Tai Chi, camminata o jogging, esercizi aerobici più potenziamento muscolare, solo allenamento di potenziamento muscolare, esercizi aerobici combinati con terapia, esercizi aerobici misti. I protocolli esaminati avevano una durata compresa tra 4 e 26 settimane. L'analisi dei dati ha evidenziato che lo yoga può determinare un notevole aumento del tempo totale di sonno, di quasi 2 ore, e può migliorare l'efficienza del sonno di quasi il 15%. Può anche ridurre il tempo trascorso svegli dopo essersi addormentati di quasi un'ora e ridurre la latenza del sonno, vale a dire il tempo impiegato per addormentarsi, di circa mezz'ora. Camminare o fare jogging può migliorare la qualità del sonno di circa 10 punti. Il Tai Chi può ridurre i punteggi di scarsa qualità del sonno di oltre 4 punti, aumentare la durata totale del sonno di oltre 50 minuti e ridurre il tempo trascorso sveglio dopo essersi addormentati di oltre mezz'ora. Può anche ridurre la latenza del sonno di circa 25 minuti. Secondo i ricercatori, tali risultati possono essere spiegati in maniera sufficientemente approfondita. Lo yoga, che si concentra sulla consapevolezza corporea e sul controllo della respirazione, può incidere sull'attività cerebrale, alleviando ansia e sintomi depressivi che spesso interferiscono con un buon sonno notturno. Il Tai Chi si collega al controllo del respiro: il rilassamento fisico è in grado di ridurre l'attività del sistema nervoso simpatico, attenuando l'ipereccitazione. Il particolare tipo di esercizio può favorire un meccanismo di 'regolazione emotiva' con la conseguente riduzione dell'ansia e con lo stop alla produzione di sostanze chimiche infiammatorie per periodi più lunghi. Camminare o fare jogging possono migliorare il sonno aumentando il dispendio energetico, frenando la produzione di cortisolo, migliorando la regolazione emotiva, incrementando la secrezione di melatonina e aumentando la durata del sonno profondo. "I risultati di questo studio sottolineano ulteriormente il potenziale terapeutico dell'esercizio fisico nel trattamento dell'insonnia, suggerendo che il ruolo potrebbe estendersi oltre il supporto aggiuntivo, fino a fungere da valide opzioni di trattamento primario", affermano i ricercatori. "Dati i vantaggi di modalità di esercizio fisico come yoga, Tai Chi e camminata o jogging, tra cui il basso costo, gli effetti collaterali minimi e l'elevata accessibilità, questi interventi sono adatti all'integrazione nei programmi di assistenza primaria e di salute pubblica", si legge ancora. "E potrebbe esserci un tipo di esercizio più adatto ad alleviare un particolare sintomo dell'insonnia, cosa che ulteriori ricerche potrebbero chiarire", la conclusione, che apre ulteriori prospettive.
(Adnkronos) - “La fiscalità deve essere al servizio delle cittadine e dei cittadini e non il contrario. In tal senso, è utile cambiare prospettiva e ragionare su una strategia di medio-lungo periodo, aspetto che tendiamo a non fare. Il modello può essere senza dubbio quello spagnolo, che, nell’ultimo anno rilevato, ha un tasso di crescita cinque volte superiore rispetto a quello della media europea”. Lo ha detto Azzurra Rinaldi, economista e direttrice della School of Gender economics all’università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, partecipando all’evento organizzato oggi da Manageritalia ‘Fisco e welfare: proposte per una nuova stagione di crescita’. “Bisogna utilizzare la fiscalità per rilanciare il tasso di occupazione femminile, come ci dice nell'ultimo outlook anche il Fondo monetario internazionale - spiega l’economista Rinaldi - è necessario rilanciarlo perché l’Italia è un Paese che non cresce da un punto di vista economico, ma neanche da un punto di vista demografico e questo deprime contemporaneamente sia la produttività che l'innovazione”. “Abbiamo delle categorie che vengono iper tassate e delle categorie che, invece, sfuggono alla progettazione e alla strutturazione delle tasse. Abbiamo un tema come sempre intersezionale, dove alla fine a pagare sono sempre le stesse persone. È chiaro che niente può essere fatto senza una prospettiva di genere, perché il lavoro delle donne, che è un lavoro fragile, precario e saltuario, rischia di fare in modo che le donne siano ulteriormente penalizzate sul mercato del lavoro”, conclude.
(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria, reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. L’arrivo della nave Laura Bassi in Nuova Zelanda è previsto per metà novembre, mentre il rientro a Trieste avverrà nella seconda metà di aprile 2026, al termine di una missione di oltre 190 giorni. “La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi: la prima, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Faremo poi un convoglio con la nave rompighiaccio del progetto antartico coreano, la Araon. Le due imbarcazioni si alterneranno lungo la rotta per supportarsi reciprocamente nella navigazione, l’appuntamento è all’inizio di dicembre al limite del ghiaccio. Successivamente, rientreremo in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, focalizzata su 5 progetti scientifici, che durerà fino ai primi di marzo”. Quest’anno, oltre alla strumentazione scientifica e ai materiali per la 41esima campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), la nave trasporterà a bordo anche le carote di ghiaccio raccolte nell’ambito dell’iniziativa internazionale Ice Memory, guidata dalla Ice Memory Foundation. Riconosciuta dall’Unesco, l’iniziativa ha tra i suoi fondatori l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, oltre ad altre quattro istituzioni europee. A supporto del progetto anche il Programma Nazionale di ricerche in Antartide (Pnra). L’obiettivo è creare un archivio mondiale di campioni da ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico, una sorta di banca dati del clima a disposizione delle prossime generazioni di scienziate e scienziati. Il ghiaccio custodisce, infatti, preziose informazioni sull’atmosfera del passato - gas serra, aerosol, polveri e inquinanti - fondamentali per comprendere l’evoluzione del clima e dell’ambiente terrestre. Ad essere trasferite dalla Laura Bassi saranno le carote di ghiaccio estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin (Svizzera) e nel 2016 sul Monte Bianco (Francia). I campioni attraverseranno due emisferi con un viaggio di oltre cinquanta giorni da Trieste fino all’Antartide. “Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio - ricorda Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, cofondatore del progetto Ice Memory e vice-presidente della Ice Memory Foundation - reso possibile dal team scientifico internazionale, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che hanno sostenuto questo impegno per le future generazioni”. “Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione internazionale che salvaguarda gli archivi naturali del clima, un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro", dichiara Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di scienze polari del Cnr. Una volta arrivate in nave presso la base costiera Mario Zucchelli, le carote saranno trasferite in aereo presso la stazione italo-francese Concordia nel plateau antartico. Il volo, della durata di quasi 5 ore, sarà operato in assenza di riscaldamento anche nella carlinga per garantire il mantenimento della temperatura a -20°C, condizione essenziale per preservare l’integrità dei campioni. Giunte a Concordia, le carote verranno alloggiate presso l’Ice Memory Sanctuary, una galleria lunga 35 metri, alta e larga 5. L’ice cave è stata scavata a circa 4 metri di profondità sotto la neve e realizzata senza l’impiego di alcun materiale da costruzione, per assicurare un impatto ambientale minimo. “Le operazioni di trasporto e conservazione vedono coinvolti tutti e tre gli enti attuatori del Pnra. Nello specifico, Enea si occuperà della gestione della catena del freddo e della logistica, coadiuvata a Concordia dall’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) con il quale viene cogestita la Stazione. Uno sforzo logistico importante considerato il contesto ambientale tra i più difficili del pianeta”, spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide Enea.