(Adnkronos) - Nessun '6' nè '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, giovedì 16 ottobre 2025. Alla prossima estrazione il jackpot a disposizione del '6' sarà quindi di 65,5 milioni di euro. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: - con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; - con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; - con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; - con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Questa la combinazione vincente del concorso del Superenalotto di oggi: 7-44-45-58-76-80. Numero Jolly: 77. Superstar: 13
(Adnkronos) - Intelligenza Artificiale e Correttivo al Codice dei contratti i due temi approfonditi nel corso del 69° Congresso degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, i cui lavori si sono svolti presso il Teatro delle Muse di Ancona. I giornalisti Manuela Moreno (Rai) e Gianluca Semprini (RaiNews) hanno condotto il modulo tematico ‘Sicurezza e affidabilità delle reti intelligenti: cogliere le opportunità, contrastare le minacce’. Emanuele Frontoni (docente di Informatica Università degli Studi di Macerata), dopo aver indicato nell’inconsapevolezza da parte delle vecchie generazioni, rispetto alle nuove, uno dei principali rischi, ha sostenuto che l’Ia aiuterà a separare le attività tipiche della macchina da quelle squisitamente umane. Nicola Colacino (docente di Diritto Internazionale Scuola Superiore a Ordinamento Speciale della Difesa) ha sottolineato come l’Ia sia soggetta a tre livelli di normazione. Questo perché è avvertito come uno strumento da trattare con cautela dato che può trasformare della realtà. Inoltre, lo spazio per l’uomo tende a ridursi, con la macchina che poco a poco riesce a fare quella che fa l’uomo. In particolare, relativamente all’attività dei professionisti c’è la difficoltà di ben definire la prevalenza della componente umana. Nicola Fiore (Comitato italiano Ingegneria dell’Informazione C3i), nel sottolineare il ruolo e l’attività del Comitato C3i, ha affermato che i dati dell’Ia devono sempre essere mediati dal professionista. Sulla stessa linea d’onda Elio Masciovecchio (vicepresidente del Cni) che ha detto: “Cambiano gli strumenti, ma l’ingegnere, il progettista resta sempre tale. Il professionista è sempre colui che assume la responsabilità finale. E’ fondamentale che dietro l’Ia ci sia un’intelligenza naturale”. ‘Dalla Legge Merloni al principio di risultato-Trent’anni di contratti pubblici alla ricerca di efficienza’ il titolo del secondo approfondimento dedicato al Correttivo del Codice dei contratti. Arturo Cancrini (studio legale Cancrini & Partners) ha ricordato come storicamente le direttive comunitarie siano state sempre concentrate sulle gare, trascurando l’attenzione dovuta alla realizzazione finale delle opere. Inoltre, ha sottolineato la necessità di mettere al centro il progetto e il professionista che lo elabora. Tutti gli interventi legislativi dopo il 1994 hanno ragionato in termini di sanzione. Il Correttivo individua finalmente il principio del risultato. Su una simile lunghezza d’onda Pietro Baratono (esperto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) che ha ricordato l’art.4 del Correttivo, basato sul principio del risultato, e gli importanti interventi in termini di semplificazione. Infine, ha affermato con forza la necessità di rimettere mano alle tariffe relativi al lavoro dei professionisti. Gianluca Rovelli (consigliere del Consiglio di Stato) ha sottolineato che il correttivo ha avuto un impatto positivo soprattutto sull’equo compenso, una scelta di equilibrio e di chiarezza da parte del legislatore. Sulla questione dei subappalti ha detto che il correttivo ha portato qualcosa di positivo in merito alla disciplina delle piccole e media imprese e sulla tutela dei lavoratori. Giuseppe Latour (Il Sole 24 Ore) ha ricordato come il Codice dei contratti sia stato oggetto di ben 264 modifiche, molte delle quali opportune, ma esiste la necessità di garantire unità e stabilità delle norme ed evitare il diluvio degli interventi. Sandro Catta (consigliere del Cni), ha poi illustrato alcuni dettagli del Correttivo, soffermandosi, in particolar modo, sugli aspetti relativi all’equo compenso.C’è stato anche uno spazio-dibattito riservato agli Ordini territoriali sui temi congressuali. A sostenere il confronto per il Cni sono stati Remo Vaudano (vicepresidente vicario) e Giuseppe Maria Margiotta (consigliere segretario).
(Adnkronos) - “Si sta concludendo il piano Transizione 5.0 finanziato con le risorse del Pnrr attraverso il capitolo Repower Eu che siamo riusciti a strappare in aggiunta a quelli originari previsti”, Transizione 5.0 che “ha ottenuto già prenotazioni per 2,5 miliardi e a fine anno supererà verosimilmente la soglia dei 3 miliardi di euro in 15 mesi di attivazione dello strumento, un obiettivo significativo”. Lo dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un video messaggio inviato in occasione dell’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’. “L’Italia guida il processo di riforme in Europa e ora, insieme a Francia e Germania, stiamo cercando di dare un indirizzo anche sull’Industrial Accelerator Act che deve diventare il pilastro di una politica industriale europea a tutela delle imprese energivore, spina dorsale della nostra manifattura e della sovranità europea minacciata alle fondamenta. Chiediamo alla Commissione di agire subito con misure concrete: energia a costi competitivi, mobilitazione di capitali privati per investimenti verdi, regole comuni e difesa da pratiche sleali, misure di salvaguardia alla frontiera”. La transizione energetica è “una delle sfide più rilevanti per il nostro Paese e per l’Europa, una sfida difficile anche perché ingabbiata dalla logica ideologica del green deal che ha tarpato le ali alle imprese europee. Fin dal nostro insediamento -continua Urso - abbiamo deciso di assumere un ruolo da protagonisti in questo processo proponendo in Europa un approccio equilibrato, responsabile e realistico per renderlo sostenibile, un approccio che si discosta completamente dall’ideologia del green deal orientata in via esclusiva all’elettrificazione, cioè a una tecnologia che è dominio di altri, della Cina, e su cui noi siamo sensibilmente indietro. Abbiamo già ottenuto risultati concreti salvaguardando comparti chiave come l’automotive e riportando l’Italia al centro delle scelte europee su dossier strategici”. “La questione centrale dell’auto ci fa capire che non basta fare i compiti a casa, è necessario assolutamente cambiare le regole europee, come finalmente anche la Germania vuole fare, con noi”. Lo dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un video messaggio inviato in occasione dell’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’. “L’Italia – continua Urso - ha guidato una solida alleanza europea della filiera presentando un anno fa alla commissione un documento di indirizzo strategico, il non paper, che ha portato l’Unione Europea a rivedere il regolamento sulle emissioni di CO2. Oggi siamo finalmente nel merito delle riforme che occorre realizzare e si sta aprendo la strada a soluzioni più rispondenti alle esigenze del lavoro, dei cittadini e delle imprese europee, che introducono il principio fondamentale della neutralità tecnologia affinché la limitazione dei veicoli possa essere fatta, libera da pregiudizi ideologici, con tutte le tecnologie a disposizione”. “Questi temi sono al centro sia del documento congiunto che abbiamo inviato insieme al ministero dell’Economia tedesco alla Commissione europea, sia dei documenti delle imprese europee che hanno condiviso le nostre posizioni e premono sull’Europa affinché agisca subito. Non c’è più tempo da perdere”, conclude Urso.