(Adnkronos) - Aryna Sabalenka vince gli US Open femminili in attesa della finale maschile, in programma oggi domenica 8 settembre tra Jannik Sinner e Taylor Fritz. La bielorussa, numero 2 del mondo, nella finale del singolare femminile batte la statunitense Jessica Pegula, testa di serie numero 6, per 7-5, 7-5 in 1h53'. Sabalenka conquista il terzo titolo Slam della carriera dopo 2 trionfi all'Australian Open e vendica la sconfitta subita nella finale di un anno fa contro la statunitense Coco Gauff. La bielorussa domina il primo set fino al 5-2, poi si fa rimontare fino al 5-5 e con uno sforzo supplementare riesce a chiudere 7-5 alla quinta opportunità. Il secondo parziale ha un copione simile: Sabalenka scappa subito sul 3-0 con un break di vantaggio ma si fa recuperare (3-3) e addirittura superare (3-4) cedendo il servizio 2 volte e si ritrova spalle al muro (3-5). Pegula serve per il set ma sul più bello si inceppa: restituisce il break, Sabalenka ringrazia e mette la freccia (6-5). L'americana va in tilt e la numero 2 del mondo, con una striscia di 4 game consecutivi, si prende set, partita e torneo. La finale del singolare maschile tra Sinner e Fritz si gioca alle 14, ora di New York (le 20 in Italia). I due finalisti si trovano di fronte per la terza volta in carriera: il bilancio è di una vittoria per parte nei 2 match giocati entrambi sul cemento di Indian Wells nel 2021 e nel 2023. L'azzurro, numero 1 del mondo e sempre più saldo al vertice del ranking, cerca il sesto titolo dell'anno e il 16esimo della carriera. Il 23enne altoatesino ha conquistato quest'anno il primo titolo dello Slam in carriera imponendosi agli Australian Open. Sinner è arrivato almeno in semifinale in tutti i 4 tornei principali della stagione. Fritz, invece, gioca per la prima volta una finale dello Slam e riporta gli Stati Uniti nell'atto conclusivo di un major a 15 anni dalla finale giocata a Wimbledon da Andy Roddick nel 2009. Proprio Roddick, nel 2003, è stato l'ultimo yankee a vincere gli US Open. Fritz, 26enne californiano, va a caccia del terzo titolo stagionale e del non complessivo. Nel prossimo ranking, salirà dal 12esimo al settimo posto.
(Adnkronos) - E' la startup lombarda Fast Aerospace, che progetta e realizza HyperDart, il nuovo ponte per lo spazio italiano, ad aggiudicarsi Digithon2024, la prima maratona digitale italiana, fondata da Francesco Boccia, conclusasi questa sera a Bisceglie in Puglia. Fast Aerospace si aggiudica il primo premio di 10mila euro offerto da Confindustria Bari-Bat. Secondo posto per Leaf, la startup made in Puglia che aiuta gli agricoltori a produrre più foraggio con meno consumo di suolo. Terza posizione per BrailleFly (dall’Emilia-Romagna), che sviluppa tecnologie di riconoscimento e supporto per persone non vedenti con smart glasses che riconoscono e descrivono l'ambiente circostante, garantendo leggerezza e fun
(Adnkronos) - Esperti a confronto a Lecce per svelare i segreti del mondo sommerso. Tre in particolare gli obiettivi della ricerca. "Primo, mappare i fondali marini ancora in larghissima parte sconosciuti: solo il 20% è noto. Secondo, tutelare un ambiente che è fondamentale per la vita sul pianeta. Terzo, ma non certo d’importanza, lavorare sul patrimonio archeologico subacqueo che è enorme". Così Vincenzo Pisani, responsabile coordinamento progetti di ricerca per Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine Ets, spiega all’Adnkronos i temi del workshop di due giorni 'Forma Maris - Sistemi per la conoscenza e la mappatura del mondo subacqueo' (5 e 6 settembre a Lecce e Porto Cesareo), promosso da Università del Salento in collaborazione con Fondazione Leonardo e Marina Militare. Una iniziativa che si inserisce nell’ambito del programma ‘Civiltà del Mare - Il Subacqueo’. “La ricerca sulla dimensione subacquea nasce da una collaborazione con Marina Militare, che ha portato, nel marzo 2023, alla pubblicazione, in collaborazione con esperti e ricercatori della Sapienza e del Cnr, di ‘Civiltà del Mare. Il Subacqueo, nuovo ambiente dell’umanità, il primo rapporto multidisciplinare dedicato alla materia, e nel successivo avvio, a giugno 2023, dell’iniziativa Le Università per il Subacqueo, volta a diffondere e promuovere la cultura del subacqueo mettendo a conoscenza del grande pubblico la ricchezza, in questo campo, delle competenze scientifiche e delle attività di ricerca delle nostre Università. Ad oggi sono oltre 50 gli Atenei italiani che hanno aderito al progetto”. Un impegno che si traduce in seminari, conferenze, workshop, su tutto il territorio nazionale. Obiettivo: "Coinvolgere non solo gli esperti, ma anche i più giovani, per stimolarli a diventare i futuri professionisti di un settore, che richiede competenze altamente specializzate, tra cui, solo per fare alcuni esempi: sommergibilisti, biologi marini, geologi, oceanografi, archeologi subacquei, esperti di diritto del mare". Quello di Lecce, incentrato su archeologia subacquea e profili professionali del settore, è il terzo appuntamento del percorso ‘Le Università per il Subacqueo’. “Un’occasione di confronto e approfondimento sulle principali metodologie e tecnologie innovative necessarie per svolgere attività di ricerca, posizionamento, documentazione e monitoraggio, nonché per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio sommerso culturale e naturale a diverse profondità - spiega Pisani - In un Paese come il nostro, che cela sotto i suoi mari testimonianze di inestimabile valore delle varie civiltà succedutesi nel corso dei secoli, è fondamentale sapere quali soluzioni tecnologiche e metodologie possono facilitare e rendere più ergonomico ed economico il lavoro di archeologi, biologi e altri ricercatori. Ma soprattutto garantire condizioni di sicurezza durante le operazioni subacquee”. Il prossimo appuntamento con ‘Le Università per il Subacqueo’, fa sapere Pisani, è previsto in autunno nel capoluogo lombardo, in collaborazione l’Università degli Studi di Milano - Bicocca. Un territorio immenso ancora da esplorare. “La dimensione subacquea abbraccia un’estensione di 360 milioni di km2, vale a dire oltre due terzi della superficie terrestre, con 1,3 miliardi di km3 d’acqua e una profondità media oceanica di 3800 metri. Paradossalmente, di questa dimensione, a noi molto più prossima rispetto alla volta celeste, sappiamo molto poco. Ad oggi, abbiamo mappato circa il 20% dei fondali marini e il 95% dei Paesi non dispone ancora degli strumenti necessari per mappare i propri territori oceanici - prosegue - Una mappa completa sarebbe fondamentale per analizzare la circolazione oceanica, per contribuire alla previsione degli tsunami, per la sicurezza della navigazione, per monitorare e contenere i rischi idrogeologici sottomarini, per la posa dei cavi e delle condutture: tutti aspetti per i quali è cruciale una approfondita conoscenza della forma del fondale marino”. Molto importante il contributo che le innovazioni tecnologiche possono offrire. “Un prezioso contributo ci arriva dall’utilizzo della fotogrammetria subacquea, nonché dall’integrazione di vari tipi di telecamere e sensori, come sonar e multibeam, installati su droni sottomarini o di superficie telecomandati. Inoltre, il patrimonio subacqueo è attualmente riservato ai professionisti e ai subacquei sportivi: le tecnologie possono invece consentire l’accessibilità ‘ampliata’, la fruizione e la condivisione dei paesaggi sottomarini attraverso modelli 3D e percorsi immersivi o semi-immersivi, restituendo alle comunità un patrimonio ‘invisibile’ ancora privilegio per pochi”, conclude Pisani.