(Adnkronos) - Emmanuel Macron alza la voce con Pechino e minaccia dazi "nel prossimo futuro" se la Cina non prenderà provvedimenti per ridurre il deficit commerciale con l'Ue. "Ho detto loro che se non reagiranno noi, europei, saremo costretti, nel prossimo futuro, ad adottare misure forti", come "gli Stati Uniti, come per esempio dazi sui prodotti cinesi", ha detto il presidente francese, di ritorno da una visita nel gigante asiatico, in dichiarazioni al giornale Les Echos, pur consapevole che un fronte comune europeo non è facile e che la Germania "non è ancora totalmente sulla nostra linea". Per Macron, il Dragone "sta colpendo il cuore del modello industriale e di innovazione europeo, storicamente basato sulla macchina utensile e sull'auto". E il protezionismo dell'Amministrazione Trump aggrava la situazione, "aumenta i nostri problemi reindirizzando in modo massiccio i flussi cinesi sui nostri mercati". Secondo Macron, "oggi siamo nel mezzo ed è una questione di vita o di morte per l'industria europea". "Non possiamo importare costantemente - ha scandito il presidente francese - Le aziende cinesi devono venire in Europa". E gli investimenti cinesi in Europa "non devono essere" concepiti "con fini di egemonia" o per innescare "dipendenze". Mentre l'Ue deve proteggersi nei settori più vulnerabili e al contempo puntare su una "politica di competitività".
(Adnkronos) - Si è svolto, a Siena, il VII Forum europeo della Qualità Alimentare, organizzato dalla Fondazione Qualivita in collaborazione con OriGIn, OriGIn Europa, Origin Italia, OriGIn France, Origen España e Qualifica-OriGIn Portugal, al quale sono intervenuti il commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, e i ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per l’Italia, Annie Genevard, per la Francia, e Luis Planas Puchades, per la Spagna. Nel corso dell’evento, il commissario Hansen ha annunciato l’avvio, a partire dal 2027, di uno specifico Action Plan europeo per i prodotti agroalimentari e vitivinicoli Dop e Igp e le bevande spiritose Ig, definito come uno degli strumenti strategici per rafforzare i diversi territori dell’Europa rurale. Il nuovo piano prevederà una serie di misure e linee di investimento dedicate al sistema delle Indicazioni Geografiche, con l’obiettivo di espandere il valore economico e culturale delle Ig e dare piena attuazione al Regolamento (Ue) 2024/1143, di cui è stato relatore parlamentare Paolo De Castro. Un settore, quello delle Indicazioni Geografiche europee, che oggi comprende 3.485 prodotti, per un valore complessivo stimato di circa 80 miliardi di euro, e che contribuisce per il 16% all’export totale del comparto agroalimentare comunitario. Per supportare le nuove politiche di settore, in occasione del Forum, le principali organizzazioni europee del comparto hanno presentato il Libro Verde 'Il futuro delle Indicazioni Geografiche', che individua otto priorità strategiche per lo sviluppo del sistema dei prodotti di qualità nei prossimi anni. I contenuti del documento - sostenuti dai tre ministri dell’Agricoltura intervenuti al Forum - sono stati illustrati pubblicamente e consegnati al commissario europeo insieme al Memorandum of Siena, il documento ufficiale che sintetizza le richieste e indica le priorità del settore. Nel corso della presentazione, Massimo Vittori, direttore di oriGIn, ha sottolineato come il Libro Verde rappresenti "uno strumento fondamentale per affrontare le complessità globali emergenti, in un contesto di crisi del multilateralismo che costituisce la base stessa del sistema internazionale delle Ig". A evidenziare il valore strategico del documento è stato anche Mauro Rosati, direttore di Qualivita, che ha rimarcato che “il libro è un contributo al Piano di azione europeo che non vuole essere soltanto un sostegno al settore agroalimentare dei prodotti Dop e Igp, ma anche una visione di una nuova Europa policentrica, fondata sui territori”, collocando così il Libro Verde al centro di un processo di sviluppo indispensabile per il futuro delle Indicazioni Geografiche. La partecipazione congiunta delle istituzioni europee, dei governi nazionali e delle principali organizzazioni internazionali dei Consorzi di tutela, conferma il ruolo centrale delle Indicazioni Geografiche come leva di sviluppo economico, coesione territoriale e tutela del patrimonio culturale agroalimentare europeo. “Il Forum organizzato a Siena per celebrare i 25 anni della Fondazione Qualivita - ha dichiarato Christophe Hansen, commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale - ha rappresentato un’importante occasione per lanciare l’Action Plan per le Indicazioni Geografiche. Le IG sono un pilastro dell’eccellenza europea e dobbiamo rafforzarne valore e riconoscibilità. L’Action Plan Ig 2027 punta a sostenere le esportazioni, migliorare la promozione e accrescere la conoscenza delle certificazioni tra i consumatori. Il piano prevede campagne dedicate, una premiazione per le Ig e una collaborazione più forte con venditori e Gdo per aumentare la visibilità del logo e della denominazione dei prodotti certificati. Guardiamo inoltre ai mercati internazionali, con accordi di protezione e una tutela legislativa più efficace, insieme a nuovi investimenti in ricerca e sviluppo. Tutto questo perché siamo convinti che la strategia più efficace sia lavorare insieme ai produttori, veri protagonisti e motore delle nostre Ig europee”. “Difendere le Indicazioni Geografiche - ha affermato Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste - non è protezionismo, è futuro. Per i nostri produttori, per le filiere, per la sovranità alimentare europea. Dobbiamo dialogare, spiegare e coinvolgere il resto del mondo per far riconoscere il valore delle produzioni legate ai nostri territori e alla nostra identità. È una sfida che l’Europa ha già dimostrato di poter vincere e che deve affrontare con ancora maggiore consapevolezza. Le Ig sono un patrimonio unico e l’Italia è un punto di riferimento in Europa. Andiamo avanti con orgoglio, a tutela dell’identità e del valore del made in Italy”. “Le Indicazioni Geografiche - ha evidenziato Annie Genevard, ministro dell’Agricoltura francese - sono un tesoro prezioso ma fragile, che sostiene i nostri territori, tutela i saperi e crea valore per gli agricoltori. Di fronte alle usurpazioni, alle sfide sanitarie, al cambiamento climatico e alla proliferazione delle etichette, dobbiamo agire con determinazione. Occorre rafforzare la protezione delle Ig, sostenere maggiormente i Consorzi di produttori, investire in formazione e ricerca e promuovere i nostri prodotti in Europa e nel mondo, soprattutto tra le giovani generazioni”. “Le Indicazioni Geografiche e le Denominazioni di Origine - ha detto Luis Planas Puchades, ministro dell’Agricoltura spagnolo - sono fondamentali per il futuro dei nostri sistemi agroalimentari e delle aree rurali. Solamente in Spagna generano 8,4 miliardi di euro l’anno, coinvolgono oltre 330.000 agricoltori e allevatori e quasi 8.000 imprese agroalimentari. Dobbiamo continuare a rafforzarle, sviluppando nuovi strumenti che ne garantiscano la tutela, mantenendo qualità e differenziazione e assicurando un pieno riconoscimento sui mercati europei e internazionali”. Soddisfazione è stata espressa dalle organizzazioni dei Consorzi di tutela. Per Riccardo Deserti, presidente di oriGIn, "l’annuncio dell’Action Plan sulle Indicazioni Geografiche è un’ottima notizia per tutte le Ig mondiali". "La Commissione europea - ha proseguito - dimostra in questo modo grande coerenza e lungimiranza per sviluppare le potenzialità definite con il recente Regolamento Ue 2024/1143. Questo passo costituisce un punto di riferimento ed un esempio concreto per tutte le aree del mondo con potenziali di crescita della Dop economy ancora inespressi". Charles Deparis, presidente oriGIn Eu, ha ricordato che "le Indicazioni Geografiche sono una delle vere storie di successo dell’Europa, ma il loro potenziale è ancora sottoutilizzato". "Accogliamo con grande favore il progetto della Commissione europea per un piano d’azione sulle Ig a livello dell’Ue, uno strumento urgente per rafforzarne la riconoscibilità, ampliare la famiglia delle Ig e sostenere meglio i produttori. È anche il momento di intensificare la promozione, affinché i consumatori comprendano chiaramente che le Ig significano qualità, origine autentica e comunità rurali forti. Con un piano europeo ambizioso, possiamo aprire nuove opportunità e dare alle Ig il ruolo che meritano nel futuro dell’Europa". ha aggiunto. "Consideriamo un segnale estremamente positivo il fatto che il commissario Hansen abbia accolto molte delle istanze provenienti dal settore produttivo, raccolte nel Memorandum di Siena, per definire il nuovo Action Plan europeo sulle Indicazioni Geografiche. È ora necessario intervenire sul fronte dei mercati internazionali, dai dazi alla tutela legale delle Ig, e rafforzare il sostegno ai Consorzi di tutela nei loro sforzi di internazionalizzazione e nelle sfide legate alla sostenibilità", ha fatto notare Cesare Baldrighi, presidente Origin Italia. "Le Indicazioni Geografiche - ha spiegato Cesare Mazzetti, presidente Fondazione Qualivita - costituiscono un asset tecnico essenziale per competitività, tracciabilità e resilienza delle aree rurali europee. L’Action Plan 2027 annunciato dal commissario Hansen al Forum Qualivita rafforzerà l’attuazione del Reg. Ue 2024/1143 attraverso strumenti avanzati per tutela, governance, ricerca e sviluppo del Turismo Dop. I Consorzi di tutela consolidano il loro ruolo centrale nel presidio del sistema Ig e nell’adozione di modelli innovativi orientati a qualità e sostenibilità". Teresa Pais Coelho, direttore esecutivo Qualifica-OriGIn Portugal, ha osservato: "Le Indicazioni Geografiche sono molto più che una tutela del passato: sono strumenti di intelligenza territoriale per un futuro sostenibile che è importante salvaguardare e diffondere. Accogliamo con grande entusiasmo il Piano d’Azione europeo per le Indicazioni Geografiche, fondamentale per l’evoluzione di un modello di sviluppo equo, sostenibile e identitario, garanzia di autenticità, tradizione e qualità". "Origen España desidera riconoscere, in occasione del 25° anniversario della Fondazione Qualivita, l’importante lavoro di sostegno, promozione e documentazione che la Fondazione svolge da 25 anni. La pubblicazione del Libro Verde sulle Ig, realizzata in occasione del vertice di Siena del 5 e 6 dicembre, rappresenta un traguardo significativo per le Ig europee e mondiali. In un contesto globale in cui le preoccupazioni legate ai conflitti bellici, alle guerre tariffarie e ad altre questioni hanno spostato l’attenzione dei responsabili e dei decisori politici del nostro settore, il Forum di Siena assume un’importanza fondamentale, ricordando che il settore agroalimentare, e in particolare le Ig, costituisce un comparto strategico per l’economia e la società europee", ha affermato Federico Moncunill, segretario generale Origen España. Dominque Chambon, delegato oriGIn France, ha concluso: "Le Indicazioni Geografiche sono il risultato di una politica agricola territoriale efficace; dobbiamo esserne orgogliosi e preservarle affinché continuino a funzionare. Il regolamento europeo 2024/1143 è una prima pietra dell’edificio che rafforza il sistema delle Ig. Oggi salutiamo l’annuncio di un ambizioso piano d’azione europeo e attendiamo con entusiasmo la sua attuazione. Questo sistema virtuoso merita di essere sostenuto e valorizzato dall’Europa".
(Adnkronos) - Il Gruppo Davines - azienda attiva nel settore della cosmetica professionale, B Corp dal 2016 - in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, autorevole centro studi sulla green economy in Italia, ha premiato oggi al Davines Group Village di Parma i vincitori della seconda edizione del 'The Good Farmer Award', iniziativa dedicata a giovani agricoltori under 35 che abbiano già avviato progetti ispirati ai principi fondamentali dell’agroecologia e dell’agricoltura biologica rigenerativa, intesa come insieme di pratiche ecocompatibili di gestione agricola, fortemente alternative all’agricoltura convenzionale. Questa seconda edizione del Premio ha coinvolto anche le aziende agricole-zootecniche, in particolare quelle attente al benessere animale, che utilizzano sistemi di allevamento estensivi e che adottano pratiche zootecniche rivolte al miglioramento degli agroecosistemi. I due agricoltori hanno ricevuto 10mila euro ciascuno per l’acquisto di materiali e per interventi finalizzati al miglioramento e allo sviluppo delle pratiche agroecologiche già avviate. Nel corso della cerimonia è stata letta una lettera di saluto inviata da Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, che ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa. La Giuria che ha valutato e selezionato i progetti è composta da otto membri, fra professori universitari ed esperti in temi di agricoltura, agroecologia e sostenibilità a cui quest’anno si sono aggiunti due esperti di zootecnia. I VINCITORI - Alessia Mazzù (classe ’90), socia della Cooperativa Agricola Co.r.ag.gio - Cooperativa Romana Agricoltura Giovani, è stata premiata per aver trasformato una terra pubblica abbandonata in un luogo di rigenerazione ambientale e sociale. Alessia si è formata tra l’Italia e la Scozia, dove si è specializzata in sostenibilità e studi ambientali. La Cooperativa Agricola Co.r.ag.gio nasce nel 2011 da una vertenza politica per consentire ai giovani agricoltori l’accesso alle terre pubbliche abbandonate. Situata nel cuore del Parco di Veio a Roma, la Cooperativa pratica metodi biologico-rigenerativi, coltivando cereali rari, ortaggi e leguminose, e custodendo il 'frutteto della biodiversità' per recuperare antiche varietà frutticole. Co.r.ag.gio si distingue come modello di agricoltura sociale e multifunzionale, dedicandosi alla formazione, ai laboratori didattici e offrendo percorsi di inclusione a persone in condizioni di fragilità o svantaggio. Il premio servirà a realizzare un sistema integrato per la raccolta e la gestione dell'acqua piovana e atmosferica, per diversificare le fonti idriche e continuare a far evolvere la Cooperativa Agricola Co.r.ag.gio come laboratorio di rigenerazione ambientale e sociale. Luca Quirini (classe '94), fondatore dell’Azienda Agricola Quira, è stato premiato per il suo allevamento incentrato sul benessere animale e la salvaguardia del territorio ligure. L’azienda, situata a Borzonasca (Genova) nell’Appennino ligure, a ridosso di Portofino e le Cinque Terre, alleva 60 bovini di razza Cabannina, specie autoctona a rischio di estinzione. La formazione di Luca non è agricola: dopo essersi diplomato al liceo classico, intenzionato a conoscere meglio la sua Liguria, inizia a lavorare per un allevatore di vacche piemontesi nell’entroterra, esperienza che lo appassiona al punto da creare la sua azienda, che porta il nome della prima vacca che ha acquistato, Quira. La mandria pratica la transumanza spostandosi tra pascoli che si estendono dai 700 ai 1.400 metri di altitudine, evento che ha assunto il ruolo di un vero e proprio appuntamento culturale e turistico. Il sistema di allevamento rispetta i ritmi biologici degli animali: le Cabannine, allevate in libertà su circa 2.500 ettari di prati e boschi, pascolano liberamente, di giorno e di notte, alimentate solo a erba e, in inverno, con fieno biologico locale. L’Azienda Agricola Quira ha adottato il pascolo razionale Voisin, un metodo che prevede la rotazione controllata dei pascoli, per favorire l’aumento della biodiversità. In questo modo, con la stessa superficie, è possibile nutrire un numero maggiore di capi, mantenere il terreno fertile e in equilibrio e contribuire alla rigenerazione del suolo e alla prevenzione degli incendi sui versanti montani. Il premio sarà utilizzato per il progetto della 'stalla nel bosco', una zona protetta con microclima equilibrato nei mesi invernali, e per l'acquisto di un furgone attrezzato a laboratorio polifunzionale mobile. Nel 2021 il Gruppo Davines ha investito 2 milioni di euro per realizzare a Parma, in partnership con il Rodale Institute, l’European Regenerative Organic Center (Eroc), primo centro di formazione e ricerca in Italia e in Europa nel campo dell’agricoltura biologica rigenerativa. Nel frattempo, il Gruppo ha continuato a investire sul progetto e il centro oggi è costituito da 188 parcelle sperimentali in cui vengono coltivate 22 differenti specie vegetali, tra cui frumento, mais, achillea, calendula, melissa e camomilla. Dopo tre anni di sperimentazione condotte su Eroc, guidate dal direttore di Ricerca Dario Fornara, sono stati raccolti dati sufficienti a dimostrare che i terreni gestiti secondo pratiche biologico rigenerative hanno raggiunto livelli di produttività paragonabili a quelli ottenuti con l’agricoltura convenzionale, confermando la solidità del modello sul piano delle rese. Gli studi hanno rilevato un netto incremento della biodiversità del suolo - sia per quanto riguarda il microbioma, sia per quanto riguarda il numero di lombrichi - e un miglioramento significativo della densità dei nutrienti nelle colture, in particolare dei sali minerali essenziali come magnesio, calcio e zinco. Nel 2025, Eroc ha rinnovato la propria certificazione Roc - Regenerative Organic Certified. Inoltre negli ultimi due anni il Gruppo Davines ha supportato attivamente 16 aziende agricole italiane nel percorso verso la certificazione Roc, che valuta in modo integrato la salute del suolo, il benessere animale e la tutela dei lavoratori. "Penso che questo premio, così come Eroc, siano esempi concreti del cosiddetto effetto risonanza, un’amplificazione positiva che fa bene a tutti - ha commentato Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines - In Davines crediamo fermamente che il futuro del nostro pianeta sia strettamente legato alla salute del suolo, che è il nostro capitale più prezioso. Per questo, ‘The Good Farmer Award’ non è solo un riconoscimento, ma un investimento concreto nella prossima generazione di agricoltori. Alessia e Luca, i vincitori di quest’anno, ne sono un esempio: attraverso la loro dedizione all'agroecologia, alla tutela della biodiversità e al benessere animale, dimostrano come un'agricoltura responsabile possa non solo produrre eccellenza, ma anche generare un impatto sociale e ambientale positivo". “L'agricoltura biologica si basa su un metodo di coltivazione volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali, con l’esclusione di prodotti della chimica di sintesi. L’agricoltura rigenerativa si basa su un metodo di coltivazione che punta a mantenere e ripristinare la biodiversità del suolo e degli ecosistemi agricoli in modo che siano in grado di fornire beni e servizi ecosistemici di qualità e a lungo termine - ha dichiarato Edo Ronchi, presidente di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - L’agricoltura biologica rigenerativa è un’evoluzione, in parte già prevista nelle pratiche agricole biologiche, in parte innovativa, per rendere l’agricoltura più resiliente alle sfide della crisi climatica e più attiva nel ripristino della natura per affrontare il degrado dei suoli e la perdita di biodiversità”.