(Adnkronos) - Raffreddore e mal di gola, febbre e mal di gola, tosse e mal di gola. Il dolore alla faringe, per dirla in gergo medico, è tra i sintomi più diffusi fra chi sperimenta i malanni tipici della stagione autunno-inverno (ma non solo). Un 'fil rouge' delle infezioni respiratorie virali come influenza, Covid o virus sinciziale, e di alcune infezioni batteriche. Il fastidio - chiunque lo abbia provato lo sa bene - tende a farsi più intenso dormendo, rovinando il sonno che proprio quando si è acciaccati si vorrebbe ristoratore e terapeutico. L'adagio 'dormi che ti passa' con il mal di gola non funziona: il mal di gola peggiora proprio di notte. Ma perché? Lo spiega Michele Cerasuolo, otorinolaringoiatra di Humanitas San Pio X, in un approfondimento sulla newsletter 'Humanitas Salute'. "Durante la notte - chiarisce lo specialista - diversi fattori possono contribuire a un peggioramento del dolore faringeo. Posizione supina: dormire sdraiati riduce il drenaggio delle secrezioni e può favorire l'accumulo di muco nelle vie respiratorie superiori, accentuando la tosse e l'irritazione; respirazione orale: molte persone respirano con la bocca durante il sonno, soprattutto se il naso è ostruito, e ciò provoca secchezza delle mucose e aumenta la sensazione di bruciore; aria secca ambientale: il riscaldamento o il condizionatore riducono l'umidità dell'aria, aggravando la secchezza e l'infiammazione della mucosa faringea; reflusso gastroesofageo: in posizione sdraiata, gli acidi gastrici possono risalire verso la gola, irritando ulteriormente la mucosa e amplificando il dolore; ridotta produzione di saliva: di notte le ghiandole salivari lavorano meno, riducendo la naturale lubrificazione e protezione della gola". Tecnicamente, cos'è il mal di gola? "Comunemente definito faringite - si legge nel focus - è un'infiammazione della faringe, la porzione della gola situata dietro il naso e la bocca, che si estende verso l'esofago e la laringe. Essendo un punto di passaggio condiviso tra le vie respiratorie e digestive, la faringe può facilmente andare incontro a irritazione o infezione, manifestandosi con sintomi come dolore, bruciore, raucedine e difficoltà alla deglutizione. Le forme di mal di gola possono variare in base alla causa (infettiva o irritativa) e alla gravità del quadro clinico". E un fenomeno comune è appunto "il peggioramento dei sintomi nelle ore notturne". Da cosa dipende il mal di gola? "Le cause più frequenti - descrive l'esperto di Humanitas - sono di natura infettiva, sostenute da virus o, meno frequentemente, da batteri. Il mal di gola di origine virale è il più comune e si associa spesso a sintomi di raffreddamento come naso chiuso, rinorrea (naso che cola), tosse e congiuntivite. Generalmente, queste forme si risolvono spontaneamente entro pochi giorni. Il mal di gola batterico, invece, è più tipico dell'età pediatrica ed è spesso dovuto allo Streptococcus pyogenes (streptococco beta-emolitico di gruppo A). In questo caso, i sintomi più caratteristici sono: dolore intenso o bruciore marcato alla gola; febbre superiore a 38 °C; ingrossamento e dolorabilità dei linfonodi del collo. Se il dolore persiste oltre 5-7 giorni, o la febbre rimane elevata, è opportuno consultare uno specialista otorinolaringoiatra" che durante la visita "può valutare direttamente la gola e, se necessario, eseguire una laringoscopia (un esame rapido e indolore che permette di osservare la faringe e la laringe con una sottile telecamera) per identificare con precisione la causa dell’infiammazione e impostare la terapia più adeguata". Come evitare il mal di gola? "La prevenzione - indica Cerasuolo - passa attraverso semplici abitudini quotidiane. Igiene delle mani: lavarle spesso, soprattutto prima di mangiare o dopo aver tossito/starnutito, riduce la diffusione di virus e batteri; evitare ambienti secchi: utilizzare un umidificatore o tenere una ciotola d'acqua vicino ai termosifoni aiuta a mantenere le mucose idratate; non fumare: il fumo, anche passivo, irrita direttamente la mucosa faringea e riduce le difese locali; proteggersi dai contagi: coprirsi la bocca quando si tossisce o si starnutisce, o indossare la mascherina in caso di infezione respiratoria, limita la trasmissione ad altri". Ma se il mal di gola arriva, come si cura? "Il trattamento dipende dalla causa. Nelle forme virali non è necessaria una terapia antibiotica: i sintomi regrediscono spontaneamente entro pochi giorni. E' comunque possibile alleviare il dolore con: farmaci da banco come antinfiammatori o antidolorifici; spray o pastiglie a base di antisettici, anestetici locali o sostanze lenitive; un'adeguata idratazione (almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno). E' consigliato inoltre evitare il fumo, le bevande alcoliche e gli ambienti secchi o polverosi. Nelle forme batteriche accertate", invece, "può essere indicata una terapia antibiotica prescritta dal medico, in base alla diagnosi. L'uso improprio o autonomo degli antibiotici è fortemente sconsigliato - precisa lo specialista - poiché favorisce l'insorgenza di antibiotico-resistenza, un fenomeno sempre più diffuso che riduce l'efficacia dei farmaci nel tempo. Se il dolore è ricorrente, compare senza causa apparente o si associa a raucedine persistente, disfagia o rigurgito acido, è importante effettuare una valutazione otorinolaringoiatrica completa, con eventuale laringoscopia diagnostica, per individuare precocemente eventuali patologie croniche o lesioni della mucosa faringo-laringea".
(Adnkronos) - "Quello che emerge dal settimo rapporto è che le imprese ce la possono fare, specialmente le piccole imprese, se stanno in filiera. Non è solo un discorso di catena produttiva, ma è una circolazione di dati, mettere in comune delle competenze, lavorare insieme sulla conoscenza aumentata". Lo ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager, intervenuto oggi a Roma alla presentazione del settimo rapporto dell’Osservatorio 4.Manager, 'Le filiere produttive nell’era della conoscenza aumentata'. Cuzzilla ha evidenziato come l’evoluzione digitale renda necessario un investimento deciso sulle competenze manageriali e sull’innovazione delle piccole e medie imprese. "Per affrontare questa nuova era digitale - prosegue - servono anche delle competenze, perciò un lavoro importante su un reskilling di manager, un lavoro sulle piccole e medie imprese italiane che devono avere il supporto, ma nello stesso tempo devono stare più in rete perché ancora hanno paura di affrontare l'intelligenza artificiale che, invece, deve essere vista come una risorsa". Il presidente di 4.Manager ha richiamato la necessità di valorizzare il patrimonio di conoscenza del sistema produttivo italiano, mettendo in relazione imprese di dimensioni diverse: "Dobbiamo mettere a fattore comune tutti i nostri vantaggi, tutto il nostro sapere, la conoscenza che è la nostra forza: non solo dei prodotti, ma anche della gestione del dato. Dobbiamo costruire un dialogo sulla fornitura e sulle competenze per affrontare le sfide esterne perché il mondo fuori dall'Europa è sempre più competitivo. Tutto questo va fatto in un’ottica di sistema, perché dopo una crisi pandemica, una crisi energetica e una crisi bellica, un’impresa da sola, anche se forte, non ce la può fare ad affrontare le sfide future".
(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.