INFORMAZIONIGiorgio Mulè |
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(Adnkronos) - Sviluppare soluzioni innovative per la depurazione delle acque di sentina, quelle acque sporche accumulate nei fondali delle navi contenenti oli, idrocarburi e sostanze inquinanti. Come? Con un investimento di 20 milioni di euro in 5 anni, fino a 120 nuovi posti di lavoro altamente qualificati, una scommessa su ricerca e sviluppo con l’obiettivo di attrarre e trattenere i migliori talenti italiani e di attivare filiere locali a elevato contenuto tecnologico. L'obiettivo e i numeri, ambiziosi, del piano industriale 2025–2029 di BlueShield Technology, sono l'espressione concreta di un’industria sostenibile che non si limita a mitigare i danni ambientali, ma si propone di prevenirli alla radice, intervenendo sul fronte più critico e meno presidiato dell’inquinamento navale: il trattamento delle acque di sentina. Un segmento tecnico finora affrontato con soluzioni obsolete e poco efficaci, che oggi può essere ripensato in chiave tecnologica, etica e rigenerativa. BlueShield Technology è una società italiana nata nel 2024 come spin-off del Gruppo Horizon, azienda attiva da più di 10 anni nel settore dell’ingegneria infrastrutturale e degli impianti tecnologici. Nel 2023 il Gruppo ha, inoltre, acquisito Signorotto Fire Service, ampliando così la propria capacità al settore della sicurezza antincendio e della formazione in materia di prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro. Una realtà, Horizon Group, che punta a raggiungere oltre 80 milioni di fatturato nei prossimi anni e più di 200 posti di lavoro. BlueShield si configura come una Società Benefit, coniugando innovazione tecnica e valori sociali e ambientali. Il cuore della tecnologia è il sistema BlueSheer, che depura le acque di sentina attraverso una combinazione di filtri intelligenti. Particolarmente innovativo è il sistema brevettato di rigenerazione che permette di pulire automaticamente i filtri con fluidi a impatto ambientale nullo, evitando la sostituzione e consentendo un riutilizzo praticamente illimitato, con notevole riduzione di sprechi e costi. Grazie a questa tecnologia, le navi possono scaricare acqua pulita in mare, in conformità alle normative internazionali e contribuendo attivamente alla protezione degli oceani. Il sistema è compatto, consuma meno di 5 kW/h e può essere installato anche in spazi ridotti, rendendolo adatto a diverse tipologie di navi. Il suo approccio integrato prevede non solo il trattamento delle acque, ma anche il recupero e riuso di oli e idrocarburi, destinabili a essere riutilizzati come combustibili marini o impiegati nella cosmetica e nella farmaceutica. Tra le soluzioni complementari si segnalano: SeaHero, servizio di pronto intervento ambientale in caso di sversamenti di petrolio o idrocarburi; HydroGuard, sistema per la depurazione delle acque industriali, progettato per impianti produttivi ad alta efficienza e sostenibilità. L’impresa ha annunciato un piano industriale che prevede: un investimento di 20 milioni di euro in 5 anni; fino a 120 nuovi posti di lavoro altamente qualificati; un forte investimento in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di attrarre e trattenere i migliori talenti italiani e di attivare filiere locali a elevato contenuto tecnologico; un fatturato annuo di circa 29 milioni. Sebbene la prima applicazione sia in ambito navale, l’espansione progressiva è prevista anche in altri settori strategici, con un’estensione sia nel mercato europeo sia extraeuropeo. In tale contesto si inserisce il recente ingresso in società di Fausto Bianchi, imprenditore, Presidente di Unindustria Latina e figura di riferimento del sistema confindustriale, che assume la carica di amministratore con delega alle Relazioni Industriali di BlueShield. L’azienda, infatti, era alla ricerca di figure manageriali in grado di studiare la migliore collocazione per l’insediamento industriale. Mettendo a disposizione il proprio ruolo istituzionale e le proprie competenze manageriali, è con Bianchi che BlueShield investirà a Latina, con una sede e un primo stabilimento di produzione nel territorio pontino. Una scelta in linea con le ambizioni del territorio di diventare sempre più un polo meccanico e meccatronico della regione Lazio. Questo sodalizio, tra Fausto Bianchi (Presidente di Unindustria Latina), Massimiliano Ceresani (Executive Chairman del Gruppo Horizon) e Antonio Incalza (CEO del Gruppo Horizon), nato nell’alveo di Unindustria – associazione laziale di Confindustria – rappresenta una conferma della forza generativa delle reti territoriali e delle capacità attrattive di una leadership imprenditoriale ancorata allo sviluppo locale e di un nuovo desiderio di fare sistema tra le aziende. Un’operazione coerente anche con il Piano industriale del Lazio 2025, la strategia condivisa da Unindustria e dalla Regione Lazio, che nei prossimi 4 anni punta, tra i vari obiettivi, ad una crescita dimensionale delle aziende del territorio, medie e piccole, così come alla crescita dell’occupazione di qualità nei settori manifatturieri ad alta e medio-alta tecnologia. Nel panorama della transizione ecologica e dell’economia circolare, e in particolare all’interno della blue economy, BlueShield si distingue come un esempio virtuoso di collaborazione tra mondo della ricerca e impresa. L’azienda, infatti, ha deciso di investire su un team di ricerca e sviluppo dedicato alla progettazione di tecnologie innovative per il trattamento delle acque reflue, con un focus iniziale sulle acque di sentina. I ricercatori – un chimico e un ingegnere chimico – provenienti dal mondo universitario sono quindi parte integrante del team aziendale, contribuendo attivamente alla progettazione, allo sviluppo e alla realizzazione di impianti prototipali e industriali. Questo modello di collaborazione ha permesso di coniugare la profondità dell’approccio scientifico con la visione pragmatica dell’impresa, generando un equilibrio tra tempi di ricerca e obiettivi di mercato.
(Adnkronos) - Grande affluenza e un ospite d'eccezione alla 19ma Sagra degli Spinosini - Festa di Sant’Anna, organizzata dall'Associazione Sant'Anna di Centobuchi (Ascoli Piceno). Sabato 2 agosto, la festa ha accolto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha voluto celebrare di persona una delle eccellenze gastronomiche del territorio. Accolto dal presidente dell'Associazione Sant'Anna, Matteo Troiani, e da un folto pubblico, il ministro Lollobrigida ha trascorso la serata tra gli stand, immergendosi nell'atmosfera della sagra. Il momento più atteso è stato senza dubbio quello della 'prova ai fornelli': Lollobrigida si è cimentato nella preparazione degli Spinosini con prosciutto e limone insieme a Vincenzo Spinosi, ideatore della celebre ricetta, al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e allo staff della sagra. Questo piatto, inventato da Spinosi e apprezzato in tutto il mondo, continua a riscuotere un successo straordinario durante l'evento, confermando il legame tra tradizione e innovazione. Prima di congedarsi, Lollobrigida ha consegnato a Matteo Troiani, presidente dell'associazione, un riconoscimento speciale a sostegno della candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco. Un segnale forte che sottolinea l'importanza di manifestazioni come la Sagra degli Spinosini nella valorizzazione del patrimonio culinario nazionale. La visita del ministro non solo ha onorato il lavoro dell'Associazione Sant'Anna, ma ha anche posto un faro sulla qualità e sulla tradizione che rendono la cucina italiana unica al mondo.
(Adnkronos) - In Italia è Sos incendi. Dal 1° gennaio al 18 luglio 2025 nella Penisola si sono verificati 653 incendi che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari. A scattare questa fotografia è Legambiente che ha diffuso nei giorni scorsi il suo nuovo report 'L’Italia in fumo'. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati Effis (European Forest Fire Information System), dei 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 hanno interessato aree agricole, 120 aree artificiali, 7 aree di altro tipo. Il Meridione si conferma l’area più colpita dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia. Per l’associazione ambientalista, "ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l’acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l’assalto delle ecomafie e degli incendiari". Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell’ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. “Per contrastare gli incendi boschivi - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”. Da segnalare anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000.