INFORMAZIONIGiorgio AbrateChi è: SVP Engineering presso Avio: Head of Engineering Organization. |
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(Adnkronos) - Cinque stagioni e 41 episodi hanno accompagnato il pubblico per quasi dieci anni. La serie Netflix 'Stranger Things', creata dai fratelli Duffer, è pronta a salutare i suoi fan, anche se molti - anzi tutti - non sono ancora pronti a dire addio ai ragazzi di Hawkins. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: con la pubblicazione su Netflix dell’episodio finale di 'Stranger Things 5' si chiuderà una delle serie più amate degli ultimi anni. Il pubblico americano avrà la possibilità di vedere l'episodio 8 - intitolato 'Il mondo reale' ('The Rightside Up') - non solo in streaming, ma anche nelle oltre 600 sale cinematografiche - tutte sold out - che trasmetteranno l'evento. Il resto del mondo dovrà attendere le due di notte (ora italiana) tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2026 per piangere - o almeno così assicurano i Duffer - davanti all'epilogo di una saga che ha rivoluzionato la serialità. È stata capace di lanciare un immaginario condiviso e amato dal pubblico di tutte le età, fatto di nostalgia anni Ottanta, racconto di formazione, horror, fantascienza e dramma. Attraverso un gruppo di amici, la serie ha raccontato il percorso verso l'età adulta, la paura e tutte le difficoltà legate alla crescita, ricordando sempre l'importanza di non perdere mai il senso della meraviglia in ogni momento della vita. Ora i ragazzini di Hawkins sono grandi e stanno per salutare i loro fan. E lo faranno regalando al pubblico un episodio di poco più di due ore in cui i fan sperano che accada qualcosa di sconvolgente. In questi giorni, infatti, alcuni spettatori della serie hanno lamentato la mancanza di grandi colpi di scena nei sette episodi che sono usciti negli scorsi giorni. Nel frattempo sul web, in molti si interrogano su chi sopravviverà allo scontro finale con Vecna e se qualcuno sarà costretto a sacrificarsi per salvare Hawkins. Tra le teorie più diffuse, c’è chi ipotizza un gesto estremo da parte di Jim Hopper (David Harbour) o di Undici (Millie Bobby Brown). Oppure quest'ultima insieme alla sorella Kali. Per evitare che il loro sangue venga usato dall'esercito per creare bambini con poteri come loro due, ci sono alte probabilità che "Undi" e Kali potrebbero immolarsi per il bene di tutti. Ma sono solo ipotesi, ad Hawkins tutto può accadere. "Abbiamo messo i personaggi in situazioni davvero estreme", hanno spiegato gli showrunner in un'intervista a 'Esquire'. L'ultimo episodio scriverà la parola fine sulla serie. Ma non sarà un vero e proprio addio. I fratelli Duffer, hanno in mente altri progetti ambientati nel mondo di 'Stranger Things'. Tra quelli già realizzati, e che hanno riscosso non poco successo, c'è il prequel teatrale 'Stranger Things: The First Shadow'. Lontano da Hawkins e dai mitici Anni 80, Matt e Ross Duffer torneranno prossimamente su Netflix con due serie: la fantascientifica 'The Boroughs', ambientata in una residenza per anziani nel New Mexico in cui un gruppo di eroi improbabili deve combattere contro una minaccia che cerca di sottrargli l'unica cosa che non hanno, il tempo; mentre l'altra 'Something very bad is going to happen' è un horror che ha come protagonisti due promessi sposi, interpretati da Camila Morrone e Adam DiMarco, alle prese con la settimana che precede le nozze in cui tutto può accadere tra segreti, tensioni e atmosfere horror.
(Adnkronos) - EY-Parthenon rinnova il sostegno al 'Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year', iniziativa di AIfi che dal 2004 valorizza il ruolo del Private Equity e del Venture Capital nella crescita delle imprese italiane. Il premio riconosce le eccellenze che guidano l’evoluzione del settore, promuovendo competitività e innovazione. Il private equity si conferma leva strategica per l’innovazione e la competitività del tessuto produttivo e imprenditoriale. Non solo un semplice strumento finanziario, ma un acceleratore della competitività e dell’internazionalizzazione delle imprese. Lo dimostra la XXII edizione del 'Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year', organizzato da Aifi con il supporto di EY-Parthenon, che dal 2004 celebra le operazioni di successo nel settore. Il 18 dicembre, a Milano, sono state premiate 19 realtà finaliste, selezionate da una giuria composta da esperti industriali, finanziari e accademici. Le aziende, attive in settori che spaziano dall’alimentare al farmaceutico, condividono una forte vocazione alla crescita: circa la metà ha compiuto il salto da player regionale a protagonista nazionale o internazionale, confermando il ruolo del private equity come acceleratore di sviluppo e innovazione. Il Premio Demattè fotografa anche le nuove tendenze: attenzione crescente alle Pmi innovative e alle imprese tra 20 e 50 milioni di fatturato, oltre a un interesse in espansione verso Centro e Sud Italia, territori ricchi di storie imprenditoriali ad alto potenziale. Marco Ginnasi, Private Equity Leader EY-Parthenon, Italia, commenta: “Le operazioni premiate dal Dematté dimostrano come il private equity sia in grado di trasformare imprese locali in player nazionali e internazionali. Nel 2025 il 45% dei player è rappresentato da fondi e il 48% delle operazioni è avvenuto tramite portfolio companies: partnership solide e investimenti mirati hanno accelerato crescita, innovazione e passaggi generazionali". “Per gli operatori di private capital, il premio Dematté rappresenta molto più di un indicatore di performance: è la conferma di un approccio che mette al centro la costruzione di valore reale e duraturo. Non si premia solo il successo finanziario, ma la capacità di trasformare le aziende, rafforzarne la cultura, accelerarne l’apertura verso nuovi mercati e nuove competenze. Questo riconoscimento racconta l’evoluzione di un settore in cui gli investitori non sono più semplici fornitori di capitale, ma catalizzatori di crescita, innovazione e visione imprenditoriale”, afferma Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI. Secondo l’EY-Parthenon Bulletin, nel 2025 i fondi di private equity e infrastrutturali hanno partecipato a 615 operazioni su target italiane, per un valore complessivo di 23,5 miliardi di euro. Non solo capitale: i fondi portano competenze strategiche, digitalizzazione e sostenibilità, trasformando il private equity in una partnership di lungo periodo. “Il private equity è oggi una leva fondamentale per la competitività del sistema produttivo che, oltre a fornire risorse finanziarie, porta competenze e capacità di accelerare processi di trasformazione che altrimenti richiederebbero anni. È un catalizzatore di crescita per l’economia reale”, dichiara Umberto Nobile, Private Equity Leader EY Italia. Leggi l’articolo completo.
(Adnkronos) - Il Consorzio Italiano Biogas esprime soddisfazione per l'approvazione dell’emendamento alla legge di bilancio che contiene disposizioni normative che rafforzano l’integrazione del biometano nel sistema energetico nazionale. Grazie a questa misura si stabilisce l’obbligo, per le imprese di trasporto e distribuzione del gas naturale, di connettere alla rete sia i nuovi impianti di produzione di biometano sia quelli derivanti dalla riqualificazione di impianti di biogas esistenti. La misura approvata introduce inoltre la possibilità di interventi di potenziamento della rete, anche attraverso la collaborazione tra diversi operatori, così da superare gli attuali limiti infrastrutturali e favorire un utilizzo più ampio del biometano. Un passaggio fondamentale riguarda la ripartizione dei costi di connessione: il 70% degli investimenti e il 100% dei costi relativi ai sistemi di misura e compressione saranno a carico dei gestori di rete, mentre la quota restante del 30% sarà sostenuta dai produttori e il tutto sulla base di un criterio di allocazione dei costi su scala nazionale. Al fine dell’attuazione dei nuovi principi introdotti sarà necessaria una nuova delibera di Arera e le nuove regole saranno fondamentali per la prosecuzione dello sviluppo del biometano una volta terminati gli interventi finanziati dal Pnrr. "La misura accoglie un’esigenza più volte rappresentata dal Cib, contribuendo concretamente a rimuovere le barriere strutturali che frenano lo sviluppo della produzione di biometano, risorsa strategica per la transizione energetica del Paese. Non serve infatti solo lavorare sul supporto alla produzione ma serve anche lavorare sull’adeguamento dell’infrastruttura per accogliere la produzione decentralizzata. Il Consorzio ha fornito in questo senso un contributo attivo e costruttivo a questa misura, collaborando alla sua articolazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di concerto con Proxigas, mettendo a disposizione competenze tecniche e proposte concrete per garantire che la normativa potesse adeguarsi alle recenti direttive Comunitarie e che rispondesse alle esigenze dei produttori agricoli e dell’industria". Il Consorzio Italiano Biogas conferma la propria disponibilità a lavorare insieme alle Istituzioni e agli operatori del settore, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete per accompagnare la crescita di un sistema energetico nazionale più integrato e sostenibile.