INFORMAZIONIGiacomo Fiocchi |
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(Adnkronos) - Ha registrato una partecipazione attenta e numerosa il primo workshop organizzato dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania all’Expo 2025 di Osaka, nell’ambito delle giornate dedicate alla Regione presso il Padiglione Italia. Il panel “Campania Food For Health” ha proposto un confronto articolato sulle politiche regionali di promozione dell’agroalimentare di qualità, mettendo in dialogo istituzioni, mondo produttivo e comunità scientifica. A conclusione di questo primo evento, l’assessore all’Agricoltura Nicola Caputo ha dichiarato: "È stata un’iniziativa molto partecipata all’interno del Padiglione della Campania. Abbiamo discusso della nostra Dop Economy e della funzionalità alla salute dei prodotti della nostra Regione. Abbiamo avuto relatori di grande rilievo che hanno evidenziato le proprietà salutistiche di alcune eccellenze, come la mela annurca e l’olio campano, ma abbiamo anche rappresentato i grandi passi in avanti che stiamo facendo nel settore zootecnico e in quello dell’ortofrutta. Tanti prodotti campani fanno bene alla salute e dobbiamo riuscire a trasformare questa caratteristica in un plus per le nostre aziende. Per questo stiamo collegando sempre di più queste peculiarità al territorio, all’indicazione geografica, alla nostra Dop Economy. Siamo una regione dalla biodiversità straordinaria, con tante denominazioni di origine e indicazioni geografiche, e stiamo puntando su questa caratterizzazione per dare maggiore identità alle nostre imprese e per garantire sempre più qualità ai consumatori". I lavori si sono aperti con l’intervento di Luciano D’Aponte, responsabile della promozione agroalimentare della Regione Campania, che ha illustrato i risultati delle attività fieristiche condotte in ambito agroalimentare, sottolineando come le denominazioni di origine rappresentino un’infrastruttura economica e culturale per il territorio, oltre che una leva strategica per l’internazionalizzazione. Un approfondimento specifico ha riguardato la mozzarella di bufala campana dop, presentata da Rita Liberti come caso emblematico della Dop Economy regionale: con un fatturato al consumo di oltre 530 milioni di euro nel 2024 per 55 milioni di Kg prodotti, è il terzo formaggio italiano per valore e il primo marchio Dop del centro-sud, posizionandosi al quarto posto tra le Dop nazionali dopo parmigiano reggiano, grana padano e prosciutto di Parma. Un risultato ottenuto grazie alla capacità di coniugare identità territoriale, innovazione e sostenibilità. Nel solco di questo approccio, Raffaele Amore ha illustrato il progetto EVOlio, che punta a rafforzare il “sistema Campania” come marchio ombrello per le piccole denominazioni territoriali, valorizzandone biodiversità e qualità. A seguire, i contributi di Salvatore Ciardiello (Copagri Campania), Carmine Fusco (Cia Campania) e Giovanni Tammaro (Confagricoltura Napoli) hanno evidenziato la necessità di investire in reti organizzative, formazione e modelli innovativi per aumentare la redditività agricola e generare valore lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale, sempre più attento all’origine e alla qualità dei prodotti. La seconda parte del panel ha dato spazio al contributo della comunità scientifica. Il prof. Mauro Minelli, immunologo e docente di nutrizione umana, ha evidenziato come la dieta mediterranea rappresenti oggi una concreta strategia di medicina preventiva, capace di nutrire e sostenere in modo ottimale il microbiota intestinale, considerato una struttura fondamentale per l’equilibrio immunologico, metabolico e neurologico dell’organismo. Alla luce delle nuove scienze del microbiota, la Dieta Mediterranea si conferma la più efficace a livello globale, grazie alla sua biodiversità alimentare e al suo apporto equilibrato. Il prof. Ludovico Abenavoli, dell’Università di Catanzaro, ha presentato in anteprima i risultati di uno studio scientifico che mette in evidenzia prospettive significative per la valorizzazione come alimento funzionale della mela annurca campana. prodotto simbolo della Campania. Il prof. Raffaele Sacchi, dell’Università Federico II di Napoli, ha invece approfondito il ruolo dell’olio extravergine d’oliva ad alto valore nutraceutico, sottolineando come la valorizzazione dell’identità sensoriale, la tracciabilità e la qualità dei profili fenolici possano rappresentare la chiave per far evolvere la percezione del prodotto da semplice condimento a vero strumento di prevenzione. Infine il dott. Antonio Limone ha infine offerto una riflessione sul ruolo della sicurezza alimentare come elemento chiave per la qualità attraverso il controllo delle filiere. Il panel ha offerto dunque una lettura complessiva del modello campano di valorizzazione agroalimentare, fondato sull’integrazione tra saperi produttivi e ricerca scientifica, con l’obiettivo di rafforzare la centralità della Dieta Mediterranea nel dibattito globale su salute, sostenibilità e alimentazione.
(Adnkronos) - I lavoratori specializzati sono sempre più introvabili: lo confermano i dati pubblicati da Unioncamere e il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nel 2024 ammonta al 47,8% la difficoltà di reperire personale, in aumento del 2,7% rispetto al 2023. Tra le regioni più in difficoltà ci sono Veneto, Umbria e Friuli-Venezia Giulia con il 65% circa di lavoratori introvabili; seguono Trentino-Alto Adige con 62,7%, Piemonte – Valle d’Aosta, Toscana ed Emilia-Romagna, con il 61,7% e la Lombardia con 61,2%. A pesare su questa carenza il mismatch tra scuola e lavoro, la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, ma anche il cosiddetto paradosso del ‘grande spreco’ rappresentato dai giovani inattivi, che riguarda un quarto dei giovani tra 25 e 34 anni. Ne parla con Adnkronos/Labitalia l’imprenditrice piemontese Paola Veglio, amministratore delegato di Brovind, attiva nel mondo dell’automazione industriale, che da anni denuncia la difficoltà a trovare giovani lavoratori. Nel suo caso, il problema è acuito dalla particolare dislocazione geografica della sua azienda: il piccolo borgo di Cortemilia, nell’Alta Langa, lontano dai servizi offerti dalle grandi città. “Impazzire per trovare lavoratori qualificati - spiega - è un lusso che il nostro Paese non può permettersi. Penso sia sempre più importante che tra scuola e tessuto imprenditoriale ci sia maggior vicinanza, in modo che i giovani possano toccare con mano cosa significhi lavorare in azienda. I percorsi di stage o l’alternanza scuola lavoro sono utili ma non sufficienti. Dovrebbe esserci una maggior presenza fisica dei ragazzi sul luogo di lavoro, per capire cosa si faccia realmente, in modo che una volta preso il diploma possano avere le idee più chiare su ciò che vorranno fare. Sto lavorando concretamente per ridurre questo gap, costruendo un dialogo produttivo con le scuole tecniche del territorio. Spero che anche altre aziende vorranno fare altrettanto”. “Brovind - sottolinea - vive un duplice problema, da un lato fatica a trovare personale qualificato, dall’altro i giovani sono poco inclini a lavorare in un piccolo borgo. Per queste ragioni cerchiamo di far coincidere le esigenze del welfare aziendale con quelle del welfare territoriale. Con la crescita dell’organico, in Brovind la mensa era diventata troppo piccola, ma il territorio non offriva soluzioni utili per agevolare la pausa pranzo. Per questo, ho ristrutturato e riaperto un ristorante pizzeria chiuso da anni che ospita 60 dipendenti a mezzogiorno, ma accoglie anche i cittadini e i turisti del borgo. Grazie agli sforzi del comune, finalmente a Cortemilia è presente un asilo nido e Brovind paga la retta ai figli dei propri lavoratori”. “Da qualche anno - racconta - il mondo del lavoro è cambiato: oggi sono le persone a scegliere l’azienda in cui lavorare. È più difficile agganciare i giovani, perché il loro modo di pensare è diverso dalle generazioni precedenti; finché non entreremo in sintonia con loro sarà difficile coinvolgerli. Si potrebbe partire da una narrazione diversa del lavoro in fabbrica, oggi sempre più tecnologicamente sofisticato, per riqualificare l’immagine dell’operaio e renderla più interessante”. “Ci vorrebbero più incentivi - sottolinea l’imprenditrice - per assumere i giovani e dovrebbe essere reintrodotta l’opportunità ai minorenni di partecipare agli stage estivi: oggi i ragazzi hanno a disposizione solo l’esperienza di alternanza scuola-lavoro e spesso arrivano ai 18 anni completamente spaesati e senza avere la minima idea di come funzioni il mondo lavorativo. Il paradosso - ammette - di un’Italia che non trova lavoratori mentre i giovani restano ai margini dovrebbe farci riflettere: forse non sono loro a essere lontani dal lavoro, ma il lavoro a non parlare più la loro lingua. Se vogliamo che borghi storici come Cortemilia continuino a vivere, serve più coraggio nel ripensare il lavoro: renderlo accessibile, umano e connesso al futuro delle nuove generazioni, non al passato delle imprese”.
(Adnkronos) - “Il nostro gruppo ha sempre messo al centro la sostenibilità, dal 2013 siamo presenti con diverse emissioni sostenibili. Oggi abbiamo raggiunto il 90% di finanza sostenibile. È una strategia che crediamo possa avere valore anche in futuro e per questo abbiamo voluto portare il nostro programma anche in Italia. Per dare più forza al legame che abbiamo col nostro territorio”. Lo spiega Giovanni Gazza, Chief financial officer di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. “Siamo una local multiutility e questo rimpatrio si lega perfettamente alla nostra strategia. È un programma importante da 5 miliardi e supporterà i nostri 8 miliardi di investimenti al 2030. Oggi comunichiamo al settore che è possibile rafforzare il legame tra le aziende e il mondo della finanza nazionale” conclude Gazza.