(Adnkronos) - Da oggi tutte e tutti i dipendenti di Amazon in Italia potranno usufruire di un nuovo strumento di crescita personale, reso possibile grazie alla collaborazione dell’azienda con ActionAid attraverso Fondazione Realizza il Cambiamento. Prende vita la piattaforma digitale Econo.Mia, un percorso di alfabetizzazione nato con l’obiettivo di accrescere e consolidare le competenze economico-finanziarie, centrali per poter assumere decisioni informate e autonome, soprattutto in ottica di equità di genere. Il training, sviluppato con il supporto della piattaforma Rame, proseguirà fino a fine anno e si comporrà di una serie di videolezioni e altri materiali improntati a fornire una conoscenza di base utile per la vita di tutti i giorni, con strumenti e suggerimenti pratici, valorizzando una cultura del rispetto e dell’equità. Salvatore Iorio, hr director delle operations di Amazon in Italia, ha commentato: “Econo.Mia nasce dall’ascolto attento delle e dei nostri dipendenti, della società in cui viviamo, nasce dal dialogo con il territorio e dal confronto con importanti figure istituzionali ed enti del terzo settore. In un contesto come quello Italiano, in cui l'alfabetizzazione economico-finanziaria registra livelli ancora bassi, riteniamo che offrire opportunità di formazione sia essenziale non solo per la crescita professionale, ma soprattutto per quella personale e familiare. L’assenza di queste competenze genera, nella migliore delle ipotesi, difficoltà a reagire ai cambiamenti del mondo, strutturare obiettivi, soprattutto in contesti di grande incertezza come quello attuale, e immaginare il proprio futuro con padronanza, consapevolezza e autonomia. Soprattutto, però, può condurre a relazioni personali, familiari o professionali all’insegna della dipendenza, che costituiscono un grave fattore di rischio per l’autonomia e la sicurezza della persona. In Amazon abbiamo da sempre investito nella crescita delle nostre persone, e questo ambito, così cruciale nel percorso per l’equità di genere, non può costituire un’eccezione”. Inoltre, in alcuni territori in cui è presente con le proprie sedi logistiche, Amazon proporrà alcuni momenti di riflessione sui temi dell’educazione finanziaria come strumento nella lotta alla violenza di genere, in collaborazione con ActionAid. Il pubblico che prenderà parte a questi eventi avrà la possibilità di iscriversi gratuitamente al training, altrimenti riservato esclusivamente ai dipendenti Amazon, alle loro famiglie e alla community di ActionAid. Presentato oggi a Roma, il lancio del progetto è stato occasione per un momento di confronto sull’insufficiente livello di alfabetizzazione economico-finanziaria in Italia e sulle conseguenze dirette che ciò comporta in termini di violenza economica ed equità di genere. Tra i partecipanti all’incontro, Linda Laura Sabbadini, già Direttrice Centrale Istat e pioniera delle statistiche per gli studi di genere, Katia Scannavini, co-segretaria generale di ActionAid e Salvatore Iorio, hr director delle operations di Amazon. “L’indipendenza economica e l’autonomia delle donne sono elementi fondamentali per la nostra vita. Se non si è indipendenti economicamente non si è solo più a rischio di povertà, ma anche di violenza domestica. E' già difficile uscire da un contesto di violenza quando si hanno un lavoro e un reddito, figuriamoci se non si è autonomi economicamente. E' necessario avere consapevolezza, cioè, essere tutti coscienti di quanto la formazione, anche in termini di educazione finanziaria, sia uno degli aspetti cruciali per uscire da queste situazioni e vivere meglio”, sottolinea Linda Laura Sabbadini, già direttrice Istat. Come si legge una busta paga? Siamo in grado di fare scelte consapevoli quando si parla di investimenti o polizze assicurative? Sappiamo attivare una pensione integrativa? Econo.Mia dedicherà ogni videolezione ad un argomento specifico, tra quelli che ancora necessitano di approfondimento nel nostro Paese. Lo sottolinea lo studio sulle competenze finanziarie in Italia che Amazon ha affidato all’istituto di ricerca SWG e che restituisce una fotografia di una società italiana ancora acerba in termini di competenze economico finanziarie, in cui le differenze di genere sono nette e foriere di disuguaglianze. L’analfabetismo economico è diffuso: solo un intervistato su tre saprebbe spiegare termini come ‘RAL’ e concetti come ‘inflazione’ e ‘tasso di interesse’. La mancanza di conoscenza porta con sé ingiustizie sociali, con un risvolto preoccupante anche in termini di violenza di genere. Lo dimostrano alcuni preoccupanti dati illustrati durante l’incontro: in Italia le donne guadagnano meno degli uomini, hanno carriere più discontinue, pensioni inferiori, minore accesso a strumenti bancari o di investimento o, ancora, più di un quarto delle donne italiane non ha alcuna fonte di reddito, il 22% si trova in condizione di dipendenza finanziaria. “L’educazione finanziaria - ha spiegato Katia Scannavini, co-segretaria Generale di ActionAid - rappresenta oggi uno strumento essenziale per contrastare le disuguaglianze sociali e promuovere una società più equa e consapevole. In Italia sono le donne quelle più esposte al rischio di esclusione finanziaria e dipendenza economica. Questo rende cruciale il lavoro sull’educazione finanziaria come leva per l’indipendenza economica, la riduzione del gender gap e per permettere alle donne di uscire da relazioni violente e ricostruire una vita libera e sicura. Ma non solo. L’educazione finanziaria diffusa a tutti i livelli è in grado di innescare un cambiamento culturale profondo e imprescindibile nei modelli educativi e nei messaggi sociali, per far sì che il denaro – e il conseguente potere che da esso deriva – non sia più una questione da uomini. L’indipendenza economica non è dunque solo una questione di soldi: è un diritto, un mezzo di protezione e un passo fondamentale verso la libertà”. La sinergia tra Amazon e ActionAid, avviata lo scorso autunno, proseguirà durante tutto il corso del 2025, con l’obiettivo di avvicinare il maggior numero di persone a questi temi, attraverso momenti di sensibilizzazione organizzati sul territorio e aperti al pubblico, il primo dei quali è previsto per il 22 maggio a Palermo.
(Adnkronos) - Il disegno di legge che prevede la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa sta seguendo il suo iter parlamentare e potrebbe diventare legge molto presto. Si tratta di un tema storico per il nostro Paese, sul quale anche i direttori del personale hanno espresso il loro pensiero. L’88% di loro, infatti, ritiene che il tema sia molto importante per lo sviluppo e il successo delle aziende e, di questi, il 33% dichiara che la proposta è molto utile. Nel merito della proposta di far partecipare i lavoratori alla governance dell’impresa, invece, circa il 72% dei direttori del personale si dichiara favorevole. Questo è uno dei dati di fondo emersi dall’indagine sul tema curata dal centro ricerche dell’Aidp (associazione nazionale per la direzione del personale), guidato dal professor Umberto Frigelli, a cui hanno risposto oltre 600 professionisti delle risorse umane. “Il Disegno di Legge n. 1407 rappresenta un'opportunità unica per dare concretezza all'articolo 46 della Costituzione e favorire la partecipazione dei lavoratori alla vita aziendale. La survey condotta da Aidp evidenzia chiaramente il grande potenziale di queste pratiche. La partecipazione non si impone, si costruisce: serve un’alleanza tra istituzioni, imprese e persone, come Aidp lavoreremo per ottenere questo risultato. solo così potremo creare un modello partecipativo efficace e duraturo. Questi e tanti altri saranno i temi al centro del nostro 54° congresso nazionale del 16 e 17 maggio”, spiega Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp. In questi anni sono state già implementate nelle aziende diverse forme e modalità di partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale. Il 30% delle aziende, infatti, ha predisposto organismi consultivi attraverso forme e processi strutturati per avanzare suggerimenti e proposte di miglioramento; il 21% circa a definito delle modalità strutturate di coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni produttive e organizzative; il 20% circa ha definito modalità consultive, non vincolanti, attraverso la partecipazione dei lavoratori a comitati paritetici su temi come formazione, piani di carriera inquadramento; il 15% ha previsto modalità di partecipazione ai profitti e l’8% alla gestione e partecipazione alla scelte strategiche. Il 69% dei professionisti HR dichiara una certa soddisfazione su tali forme di partecipazione implementate che considera efficaci e proficue. I direttori del personale che non hanno implementato la partecipazione. Tra le modalità di partecipazione sopra elencate i direttori del personale che non hanno ancora implementato nessuna iniziativa in questo senso prediligono, in grande maggioranza, le modalità consultive attraverso, processi strutturati (il 58%) o comitati paritetici consultivi non vincolanti (il 36%) su temi quali la formazione, la carriera, l’inquadramento. Quasi il 17% è favorevole alla partecipazione agli utili e il oltre il 9% alla partecipazione alle scelte strategiche. Oltre il 60% dei direttori del personale ritiene che la partecipazione dei lavoratori, nelle varie forme possibili, serva ad aumentare l’ingaggio e la motivazione; il 29% circa ad avere proposte e suggerimenti utili alla gestione e il 19% a migliorare l’efficienza dei processi aziendali. Oltre il 21%, inoltre, pensa che serva a migliorare il clima aziendale e il 12% crede che la partecipazione dei lavoratori sia utile a migliorare la governance complessiva dell’azienda. Potrebbe, infine, migliorare le relazioni sindacali per il 9% e incrementare il compenso dei dipendenti per oltre l’8% dei rispondenti. Il 54° congresso dell'Aidp dal titolo 'La Forza dell’Immaginazione', si svolgerà presso l’Allianz MiCo di Milano. Parteciperanno oltre 1.400 professionisti delle risorse umane provenienti da tutte le regioni d’Italia, 76 speaker di altissimo livello, nazionale e internazionale e una cena molto particolare con Leonardo Da Vinci, tutta da scoprire. Nella due giorni si discuterà di come la diversità culturale sia una fonte inesauribile di ispirazione e l’intelligenza artificiale, al centro della rivoluzione spazio-temporale del lavoro unita all’urgenza della sostenibilità, siano decisivi per immaginare un futuro in cui le visioni hanno il coraggio di diventare realtà.
(Adnkronos) - “In tema di sostenibilità ambientale e sociale stiamo attualmente definendo il piano a tre anni, ormai quasi concluso. Si tratta di un lavoro che coinvolge tutte le divisioni e tutte le nostre business unit. Le nostre priorità in questi ambiti si dividono in tre pilastri fondamentali: decarbonizzazione, efficientamento del business per ridurre gli sprechi e impatto sociale”. Parole di Simone Targetti Ferri, sustainability director di L’Oréal Italia, all’edizione 2025 di L’Oréal For The Future Day, l’evento con cui vengono presentati i risultati e gli obiettivi di sostenibilità sociale ed ambientale, uno dei principi cardine della strategia di L’Oréal, tenutosi presso l'università Iulm di Milano. L’impegno per la decarbonizzazione si inserisce nella strategia globale del Gruppo L’Oréal “di Net Zero Trajectory al 2030 - aggiunge Targetti Ferri - Parte centrale di questo primo pilastro sono i prodotti, e quindi le nostre ricariche, un segmento fondamentale da sviluppare insieme ai nostri clienti per decarbonizzare la nostra offerta”. Il secondo punto del primo pilastro riguarda la parte di materiale a punto vendita “che vogliamo efficientare e decarbonizzare. Abbiamo infatti scoperto, da analisi e studi, che questo materiale ha un grande impatto anche in termini di Co2 e, quindi, dobbiamo lavorare per decarbonizzarlo. Stiamo collaborando con una start-up innovativa per raggiungere questo obiettivo - spiega - Ultimo punto del primo pillar è relativo al trasporti. In Italia c'è una grandissima opportunità di decarbonizzare i trasporti, un settore complesso ma con grandi possibilità future”. Il secondo pilastro su cui si fonda la strategia di sostenibilità di L’Oréal Italia è incentrato sul fare business in maniera più efficiente, senza sprechi: “Questo riguarda soprattutto i nostri prodotti - illustra il Sustainability Director L’Oréal Italia - Lavoreremo con i nostri clienti per cercare di trovare soluzioni a punto vendita per dare loro la possibilità di avere accesso ai nostri prodotti in ogni modo e attraverso ogni canale, utilizzando anche i nostri canali secondari, ovvero i nostri outlet. Abbiamo infatti 10 outlet in Italia che serviranno per questo obiettivo. Anche in questo caso ci concentreremo nuovamente sui materiali a punto vendita che, insieme ai nostri clienti, vogliamo rendere sempre efficienti”. L'ultimo pilastro è quello dell'impatto sociale: “Vogliamo migliorare il nostro impatto sociale attraverso il programma di ‘Brand causes’, le nostre cause di brand, che va dall'inclusive sourcing, ovvero dare lavoro a persone provenienti da contesti svantaggiati, fino al nostro Salone di bellezza sociale”. Il Salone di bellezza sociale di L’Oréal Italia, che prenderà vita a Casa Jannacci a fine 2025 anche grazie alla collaborazione con il Progetto Arca, molto conosciuto a Milano, permetterà di dare accesso a trattamenti di bellezza a persone che non potrebbero permetterseli. L’obiettivo è quindi quello di cercare di ridare bellezza, non solo esteriore ma anche interiore, rinvigorendo la fiducia e l’autostima delle persone, favorendo così il reinserimento nella società. Questo è l'obiettivo del nostro progetto di Salone Sociale”. Per traguardare questi importanti obiettivi, L’Oréal Italia adotta una strategia basata sulle priorità, come spiega ancora Targetti Ferri: “Il primo passo è quello di fare le cose che hanno un maggior impatto. Per farlo occorre lavorare con il business e capire quali sono le priorità su cui concentrarsi, tutti insieme, per arrivare ai risultati. Abbiamo poi bisogno di lavorare con i nostri collaboratori, continuando a trasformarli in veri e propri ambasciatori della transizione sostenibile, con formazione e inclusione in progetti chiave". Inoltre, "abbiamo ovviamente l'obiettivo di continuare a lavorare con i nostri clienti, coinvolgendoli ad esempio in giornate speciali come quella di oggi, L'Oréal for the Future Day, per portarli on board sui nostri programmi di trasformazione. Infine, abbiamo bisogno di reinventare la narrativa di sostenibilità - conclude - lavorando su qualcosa che vada a toccare di più le emozioni e il cuore delle persone” per diffondere la consapevolezza “che si può fare business ma lo si deve fare in modo più sostenibile. Tutta la catena di valori deve essere con noi per portare questo cambiamento”.