INFORMAZIONILiceo Artistico Statale Manzù di Bergamo Business School ed Enti di Formazione Italiana, Studi Design e Architettura Ruolo: Docente di Architettura e Design Area: Creative & Design Management Franco Agresti |
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(Adnkronos) - Un esercito pronto all'insurrezione e un'opposizione frammentata in grado di rappresentare una sfida seria. Ma anche una reazione politica interna negli Stati Uniti verso un presidente che aveva promesso nessun costoso coinvolgimento all'estero. Questo, secondo esperti citati dalla Cnn, potrebbe trovarsi ad affrontare il presidente americano Donald Trump se ordinasse attacchi all'interno del Venezuela volti a deporre Nicolas Maduro. Al momento non è stata ancora presa alcuna decisione, ma la Cnn ha riferito che Trump ha ricevuto un briefing nei giorni scorsi per valutare le opzioni per un'azione militare in Venezuela. Intanto, secondo esperti ed ex funzionari citati dalla stessa emittente, se Maduro dovesse fuggire dal Venezuela o venisse ucciso in un attacco mirato, il rischio è la presa del potere da parte dei militari o il rafforzamento di un altro dittatore simile. Oltre a Maduro, infatti, ci sono altri membri del chavismo venezuelano che potrebbero sottoporre il Paese a un regime ancora più duro. "Maduro ha detto qualcosa del tipo: 'Volete sbarazzarvi di me? Pensate che le cose miglioreranno?' E' qualcosa da considerare perché Maduro è un moderato all'interno del chavismo e qualcun altro potrebbe usurpare il potere al posto dell'opposizione con il sostegno dell'esercito", ha affermato Juan Gonzalez, ricercatore presso il Georgetown Americas Institute ed ex funzionario dell'amministrazione Biden specialista della regione. Un'altra possibilità è la presa del potere da parte dell'esercito. "Se l'esercito è ancora coeso, e non credo che ci siano prove del contrario, non crollerà perché Maduro verrà cacciato", ha affermato John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump durante il suo primo mandato. "Seguiranno la loro disciplina, affermeranno il controllo militare e reprimeranno chiunque scenda in piazza", ha stimato. Maduro, la cui cerchia ristretta è composta sia da civili che da ufficiali militari spesso in competizione tra loro, è noto per esercitare uno stretto controllo sulla sua amministrazione e aver stabilizzato le fazioni rivali. Senza Maduro, queste spinte potrebbero lacerare la nazione, sfociando potenzialmente in una guerra civile, affermano gli esperti. "Che vi piaccia o no, Maduro è il garante dell'equilibrio", ha detto a condizione di anonimato un diplomatico occidentale che ha trascorso anni in Venezuela. "Tutti sanno che è politicamente morto dalle elezioni dell'anno scorso, ma se se ne va non c'è nessuno che possa mantenere lo status quo, quindi tutti si stringono attorno a lui", ha spiegato. L'amministrazione Trump potrebbe sperare che l'opposizione venezuelana colmi il vuoto di potere creato dalla deposizione di Maduro, come già aveva provato a fare riconoscendo Juan Guaidò come legittimo leader del Venezuela nel 2019. Tra l'altro l'attuale leader dell'opposizione venezuelana, il candidato alla presidenza del 2024 Edmundo Gonzalez, afferma di avere un piano da 100 ore per il trasferimento del potere. Ma gli esperti ritengono che non sarebbe in grado di avere successo né a breve, né a lungo termine senza il sostegno degli Stati Uniti. "L'idea che un membro dell'opposizione possa governare quasi immediatamente è impossibile. Non c'è modo di garantire la sua sicurezza o la sua capacità di governare senza la garanzia degli Stati Uniti", ha detto Juan Gonzalez. "Tutti considerano la rimozione di Maduro come la fine, ma in realtà è solo l'inizio di quello che sarebbe un processo lungo e laborioso", ha aggiunto. E questo perché, spiegano gli esperti alla Cnn, per mantenere al potere uno dei potenziali leader dell'opposizione venezuelana gli Stati Uniti dovrebbero fornire assistenza nella ricostruzione dell'esercito, nello scongelamento dei fondi del governo di Caracas e nell'addestramento delle forze di polizia. L'opposizione, secondo gli esperti, si troverebbe ad affrontare le ostilità dell'esercito venezuelano, dei gruppi paramilitari filogovernativi noti come colectivos, dell'Esercito di Liberazione Nazionale, un gruppo di guerriglia colombiano che attualmente ha trovato rifugio nel Paese e di altri gruppi criminali attivi. Non è chiaro quanto sostegno Trump sarebbe disposto a dare a un leader dell'opposizione che cercasse di spodestare Maduro dalla presidenza, ma tale sostegno dovrebbe essere costante, hanno affermato i funzionari, per evitare il fallimento di uno Stato. Un coinvolgimento militare statunitense così esteso rischia però di far traballare la coalizione politica che ha sostenuto Trump alla presidenza con la promessa di tenere gli Usa fuori dalle guerre all'estero. "Il popolo americano non ha votato Trump perché trascinasse gli Stati Uniti in un conflitto prolungato in America Latina", ha detto alla Cnn un membro repubblicano del Congresso. Tuttavia, per alcuni potrebbe essere un'occasione persa per Trump rinunciare ora a provare a estromettere Maduro. "Trump definisce Maduro un narcoterrorista e un trafficante di droga, e ha radunato un'enorme armata. Se ora fa marcia indietro e Maduro sopravvive, spariranno tutti i discorsi sulla 'nuova Dottrina Monroe' e l'idea di essere sovrani nel nostro emisfero", ha affermato Elliott Abrams, ex alto funzionario del Dipartimento di Stato durante il primo mandato di Trump.
(Adnkronos) - "Cominciamo con un paradosso. L’Italia di Dante — o, più in generale, l’Europa di allora — e l’Italia di oggi non sono così distanti come potremmo pensare. Il senso di continuo cambiamento politico, di un territorio frammentato in città grandi e piccole spesso in conflitto tra loro, è un’eredità diretta dell’epoca dei Comuni e delle Signorie, quando l’Italia era un mosaico di stati concorrenti. Questo retaggio di rivalità, questa difficoltà a unirsi attorno a uno scopo comune, è qualcosa che gli italiani riconoscono ancora oggi. Dante crebbe in questo mondo turbolento, e nei suoi scritti rese evidente che tali divisioni non erano solo politiche, ma anche morali — il segno di una società in perenne tensione con sé stessa". Così Fabio Corsico, direttore master in family business management, Luiss Business School, nel suo intervento alla Luiss di Roma per il lancio del libro di Santiago Iñiguez de Onzoño 'Dante in the workplace: how leaders can avoid the seven deadly'- 'Dante sul posto di lavoro: come i leader possono evitare i sette peccati capitali'. Corsico ha ricordato che "Firenze, alla fine del XIII secolo, non era soltanto una città di bellezza e d’arte; stava diventando una delle capitali finanziarie d’Europa — anzi, del mondo. I suoi mercanti e banchieri stavano gettando le fondamenta di ciò che sarebbe esploso nel Rinascimento. Famiglie come i Bardi, i Peruzzi e i Frescobaldi aprirono filiali in tutta Europa, finanziando re, papi e commerci internazionali. Utilizzavano nuovi strumenti finanziari, come la commenda e la colleganza, per raccogliere capitali e distribuire i rischi. Perfezionarono le lettere di cambio e le forme di credito che permettevano al denaro di muoversi più rapidamente delle merci. Firenze coniò il fiorino d’oro, una moneta la cui stabilità la rese la valuta più affidabile d’Europa. In breve, Dante visse nel cuore di un mondo che stava inventando la finanza moderna".
(Adnkronos) - L’aggiornamento di Piano conferma i target economico finanziari del Gruppo, con un upside nel medio lungo periodo derivante dallo sviluppo del business dei data center, il cui contributo ai risultati è previsto a partire dal 2028. In particolare, il Piano prevede una crescita dell’EBITDA dai 2,2 miliardi di euro del 2025F ai 2,4 miliardi di euro nel 2028, 2,8 miliardi di euro nel 2030 e 3,6 miliardi di euro nel 2035. Il CAGR risulta essere del 5% nel periodo 2025-35 e del 6% nel periodo 2028-2035. Tale crescita è abilitata da 23 miliardi di euro di investimenti, così ripartiti: 7,6 miliardi di euro per le Business Unit Generazione e Mercato, 7,4 miliardi di euro per la Business Unit Smart Infrastructures1 e 6,5 miliardi di euro per la Business Unit Circular Economy. 45% a bassa volatilità e 55% a mercato. Dei 7,6 miliardi di euro di investimenti destinati alle Business Unit Generazione e Mercato, 3,7 miliardi di euro sono relativi allo sviluppo di nuova capacità rinnovabile solare ed eolica (target di 3,7 GW di capacità installata al 2035), 1,4 miliardi di euro destinati alla flessibilità e circa 1,6 miliardi di euro a supporto della crescita clienti (obiettivo 5 milioni nel 2035). Per le Business Unit Generazione e Mercato il rendimento del capitale investito (ROI) atteso è superiore al 15%, anche per effetto di una base clienti integrata verticalmente e di un portafoglio di generazione diversificato. Nella Business Unit Smart Infrastructures sono previsti 7,4 miliardi di euro di investimenti di cui 4,9 miliardi di euro destinati al potenziamento e ammodernamento delle reti di distribuzione elettrica2. La RAB elettrica, che ha già superato la RAB gas nel corso del 2025, raggiungerà 4 miliardi di euro nel 2035. Inoltre, 0,3 miliardi di euro sono destinati alle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. Per questa Business Unit il ROI atteso è superiore al WACC regolatorio. Alla Circular Economy sono destinati 6,5 miliardi di euro di investimenti. A2A mira a consolidare la leadership nel settore ambientale e in particolare nel recupero di energia. Grazie ai 2,8 miliardi di euro di investimenti dedicati al trattamento e ai 0,5 miliardi di euro previsti per la raccolta, nel 2035 il Gruppo tratterà 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e industriali. Sono inoltre destinati 1,2 miliardi di euro al teleriscaldamento per supportare la decarbonizzazione dei consumi residenziali e 0,5 miliardi di euro al ciclo idrico per ridurre le perdite e realizzare nuovi depuratori. Nella Business Unit Circular Economy confluiranno inoltre le attività relative allo sviluppo di una datacenter platform. A questa nuova linea di business sono dedicati 1,6 miliardi di euro di investimenti, con un EBITDA previsto al 2035 di circa 0,4 miliardi di euro. Per la Business Unit Circular Economy il rendimento del capitale investito (ROI) atteso è superiore al 10%, trainato dall’impatto dei data center e dalla valorizzazione dei nuovi impianti. L’aggiornamento di Piano conferma inoltre l’obiettivo di creare un ritorno extra sul WACC di Gruppo almeno di 200 punti base. La performance industriale e una attenta disciplina finanziaria garantiscono una crescita robusta e 1 Le cifre non includono 1,2 miliardi di euro di investimenti Corporate 2 Valore non inclusivo dell’esborso legato all’acquisizione di Duereti 6 un equilibrato rapporto PFN/EBITDA. L’aggiornamento di Piano conferma infatti la capacità del Gruppo di generare cassa a disposizione della crescita: il flusso di cassa operativo, dopo il pagamento delle capex di mantenimento, è atteso pari a 14 miliardi di euro nell’arco di piano, con una cash conversion, data dal rapporto tra Flusso di Cassa Operativo (al netto degli investimenti di mantenimento) ed EBITDA, superiore al 50%. La Posizione Finanziaria Netta è attesa in aumento di 3 miliardi di euro nel periodo 2026-2035, di cui circa 2 miliardi di euro entro il 2030 derivanti dagli investimenti nei data center, incrementali rispetto al Piano precedente. Tale crescita si conferma essere sostenibile, con un rapporto PFN/EBITDA a un livello mai superiore a 2,8x, in costante riduzione fino a 2,4x al 2035. L’indebitamento finanziario si accompagna ad una attenta gestione del costo medio del debito, mantenuto al di sotto del 3% nel medio termine e del 3,3% nel lungo termine, anche grazie ad una proattiva ottimizzazione della struttura del debito. ''L’aggiornamento di Piano -si sottolinea- conferma l’attenzione del Gruppo verso un’equilibrata e sostenibile struttura del capitale finalizzata a mantenere l’attuale rating creditizio di A2A''. Il fabbisogno finanziario nel periodo 2026-2035 è stimato in 10 miliardi di euro, di cui 3 miliardi di euro destinati al debito incrementale mentre i restanti 7 miliardi di euro saranno necessari per il rifinanziamento del debito esistente. In risposta a un contesto caratterizzato da una maggiore inclinazione della curva dei tassi di interesse, la strategia finanziaria di A2A si concentrerà sulla ottimizzazione del rapporto tra debito a tasso fisso e debito a tasso variabile, in modo da sfruttare strategicamente un sempre più bilanciato mix tra tassi di breve e tassi di lungo. Per tutto il Piano, il rapporto Fonti/Impieghi, ossia l’indice di copertura dei flussi di cassa in uscita attesi nei prossimi 12 mesi data la posizione di liquidità, si attesterà sopra 1,2x, e la duration media sempre sopra i 5 anni. Sulla scia dei risultati raggiunti nel corso del 2025, con il primo European Green Bond collocato sul mercato e il primo Blue Bond in Italia, la strategia finanziaria di Piano permetterà di accrescere ulteriormente il peso della Finanza Sostenibile, con la quota di debito ESG sul debito totale che andrà oltre l’85% nel 2028, oltre il 90% nel 2030, arrivando ad avere solo debito sostenibile nel 2035. Il rapporto FFO/Net Debt è atteso sempre sopra al 24%, confermando l’impegno di A2A nel mantenimento del rating attuale e a conferma della piena sostenibilità dell’indebitamento finanziario.