INFORMAZIONIFrancesco Achilli |
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(Adnkronos) - E' morto oggi a 94 anni, nella sua abitazione milanese, Giorgio Forattini, il "re della satira" che con oltre diecimila vignette ha segnato la storia del giornalismo italiano, le prime ad essere pubblicate in prima pagina sui giornali e a cadenza quotidiana. Ecco il ricordo che vignettisti, giornalisti e saggisti affidano all'Adnkronos. "Io ho iniziato la mia carriera satirica con lui, nel 'Satyricon' di Repubblica, e quindi gli devo riconoscenza - dice il vignettista Vauro Senesi - Siamo stati talvolta, come è normale che sia, in conflitto critico. Mai nemici, però. La satira ha questo di bello: viene definita a volte feroce, cattiva, ma ha sempre un elemento di gioco, un elemento ludico. Quindi anche nei rapporti tra i fautori di satira non diventa mai aggressiva o competitiva, c'è sempre una complicità, che può essere definita la complicità del gioco". Analizzando le caratteristiche del grande vignettista scomparso, Vauro sottolinea: "Il suo era un tratto ritrattistico, usava lo strumento della caricatura ma mantenendo uno sguardo quasi realistico". Come verrà ricordato Giorgio Forattini? "Non lo so, perché questo è un Paese con la memoria corta, quindi non so nemmeno se verrà ricordato - osserva Vauro - Come altri grandi della satira, che sono stati di fatto dimenticati. In ogni caso ho sempre pensato che le commemorazioni non servano a ricordare ma a dimenticare. Quindi spero per lui che ora non divenga un'icona a pronto consumo". "Ho saputo la notizia e mi dispiace enormemente anche se sapevo che ultimamente era in una situazione che faceva prevedere il peggio. Ho cominciato grazie a Giorgio Forattini sul Satyricon di Repubblica e quindi gli devo ampia riconoscenza", dice lo storico vignettista del Corriere della Sera Emilio Giannelli. "Quando lui è andato a La Stampa, io sono andato a fare le vignette che faceva lui alternandomi con Bucchi. Lui è poi ritornato in prima pagina e io e Bucchi siamo rimasti nella pagina a tema. Poi io sono andato al Corriere della Sera", ricorda. Eravate amici-rivali? "Io facevo le vignette inizialmente per hobby perché il mio mestiere era un altro. Non si può certo parlare di rivalità ma di amicizia e riconoscenza", risponde Giannelli. "Di lui ho sempre ammirato il genio artistico, e anche se le vignette di satira politica non sono la mia forma comica preferita sono in grado di riconoscerne il genio", commenta Federico Palmaroli, in arte Osho. "L'ho invidiato molto - spiega Palmaroli - un po' perché a me piacerebbe saper disegnare, e sperimentare questa forma espressiva al di là di quello che faccio con le immagini. Ma soprattutto per aver fatto satira nel corso della Prima Repubblica, quando la distanza tra popolo e classe politica era molto maggiore di quanto non sia adesso, dove i politici si fanno satira da soli senza neanche rendersene conto. Lì c'era un'elevazione da parte della politica, e più c'è elevazione dei personaggi più è divertente buttarli giù". Ispirazione dal grande maestro Forattini "sinceramente no, anche perché è cambiata la forma espressiva della comicità, e io ho un modo particolare tutto mio di farla - ammette Osho - Ma è stato uno dei grandi, e il suo stile è facilmente riconoscibile". La satira sta morendo con lo scomparire dei grandi maestri, oppure è viva e vegeta? "E' assolutamente viva e, anzi, con i social c'è un'esplosione tale che io più che satira, la chiamo satura", chiosa il vignettista romano. "Giorgio era un poeta, un uomo generosissimo, aveva sofferto molto nella sua vita. Mai spietato era pervaso da una forma di pietas, soprattutto nei confronti dei grandi vecchi della Repubblica. Separati da Parigi la città dove si era trasferito e aveva deciso di vivere, è stato sempre per me un grandissimo amico", è il ricordo di Paolo Guzzanti, giornalista, politico, saggista, che insieme al vignettista scrisse, a partire dagli anni '70, in vari volumi, 'Forattinopoli. Storia della corruzione italiana'. "Giorgio - aggiunge Guzzanti - rappresentava come attivista, come umorista politico, un mondo che era insieme antifascista e anticomunista, veniva dai Radicali, aveva cominciato su Paese Sera. Prendevamo in giro gli stessi personaggi, lui con altri strumenti, più adeguati. Condividevamo, in fondo, il fastidio, l'eczema dell'ipocrisia legata ad una politica popolata da marionette, sia a sinistra che a destra". Paolo Guzzanti ricorda anche la "genialità di Giorgio nell'aver utilizzato nelle sue vignette il 'segno' di Walt Disney, oppure i fez del fascismo, a quell'epoca una vaga memoria, oggi non se li ricorda più nessuno", e la grande passione per la pittura, "solo ritratti, non paesaggi o nature morte - prosegue - Era uno studioso della natura umana, un uomo curiosissimo e anche fortunato. Venne chiamato da Gianni Agnelli per ideare la pubblicità della Punto, anche lì un colpo di genio". "Non fu fortunato negli ultimi anni con Repubblica ed Eugenio Scalfari - continua Guzzanti - Dalla prima pagina venne 'trasferito' alle pagine interne del quotidiano, il direttore era stanco dei continui attacchi politici delle sue vignette. Ne soffrì molto e se ne andò". Perché la scelta della Ville Lumière? "Era romano, romanissimo, ma non amava la capitale, truculenta e sudicia, adorava Parigi dove scelse di vivere in una bellissima casa nel quartiere del Trocadéro". "Che brutta notizia. Forattini è stato il primo a farci capire cos'è la satira quella vera. Ha colpito tutti, ha disegnato per decenni l’Italia con la cattiveria dei lucidi e l’amore di chi la conosce troppo bene per prenderla sul serio", è l'intenso ricordo che regala all'Adnkronos il vignettista Mario Natangelo. "Oggi che se ne va, resta un vuoto strano soprattutto per chi come me si approccia a questa professione da relativamente poco: quello lasciato da chi sapeva essere più temuto di un editoriale", dice il fumettista e vignettista del Fatto Quotidiano. Natangelo rivela poi un particolare privato: "Avrei sempre voluto incontrarlo ma non è mai successo e quando ho provato negli ultimi anni era già molto malato". E chiosa: "Noi che facciamo questo mestiere gli dobbiamo una cosa sola: continuare. Anche quando non conviene. Anzi, soprattutto. Davvero un brutto vuoto. Per fortuna rimangono i suoi libri!".
(Adnkronos) - Inizia domani, martedì 4 novembre, e proseguirà fino a venerdì 7 novembre la 28esima edizione di Ecomondo. L'evento, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg) e punto di riferimento in Europa e nell'area del Mediterraneo per la green, blue e circular economy, conferma il suo ruolo di piattaforma internazionale di ricerca e innovazione, riunendo istituzioni, imprese e mondo scientifico per discutere sfide e opportunità legate alla politica ambientale e alla transizione verso un’economia circolare. Ecomondo 2025 sarà inaugurata con una Opening Cerimony in programma martedì 4 novembre alle 10:30 all’Innovation Arena - Hall Sud, da Maurizio Ermeti, residente di Italian Exhibition Group, Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, Fabio Fava, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, e l’onorevole Jacopo Morrone, presidente della Commissione Bicamerale Ecomafie. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, non sarà presente domani per impegni istituzionali, ma parteciperà a Ecomondo giovedì 6 novembre. La giornata di apertura di Ecomondo coinciderà inoltre con la prima sessione della 14esima edizione degli Stati Generali della Green Economy organizzati dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, che faranno il punto sullo stato della green economy europea nel nuovo contesto globale. Seguirà, mercoledì 5 novembre, una sessione plenaria internazionale, per la prima volta interamente in lingua inglese per ampliare ulteriormente la portata dell'appuntamento. Saranno oltre 1.700 i brand espositori presenti, di cui il 18% esteri, e 380 gli hosted buyer provenienti da 66 Paesi. Completano il quadro le delegazioni ufficiali in arrivo da 30 Paesi e circa 90 associazioni di settore internazionali, grazie alla sinergia con l’Agenzia Ice e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il programma convegnistico delle quattro giornate prevede oltre 200 eventi, di cui 70 a cura del Comitato Tecnico Scientifico, con approfondimenti su temi cruciali come Raee e materie prime critiche, tessile, finanza sostenibile, gestione delle risorse idriche e blue economy, Ai, digital twin, bioenergie, economia circolare e gestione predittiva delle risorse. Particolare attenzione sarà rivolta al continente africano, attraverso la quinta edizione dell’Africa Green Growth Forum. Tra gli appuntamenti della giornata d’apertura, 'Esg Ceo Summit - Futuro sostenibile tra compliance e competività', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, giunto alla seconda edizione, che riunirà Ceo e rappresentanti di grandi aziende per esplorare le condizioni per una transizione ecologica giusta e in cui le imprese europee abbiano un ruolo primario nel contesto globale; 'Gestire il rischio climatico: strumenti assicurativi e obblighi per le imprese', a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo&Forum per la Finanza Sostenibile. E ancora: 'Buone pratiche di economia circolare dei Raee, dei Rifiuti di Batterie e dei Rifiuti di Imballaggi: dagli sviluppi normativi fino alla presentazione di casi industriali', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo ed Erion; 'European and Mediterranean nature-based, digital and cyber-physical initiatives projects to innovate water management', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, Utilitalia, Irsa-Cnr (Water Research Institute), l’Università Politecnica delle Marche, Ispra, Water4All e Water Europe; 'La rigenerazione costiera come fattore chiave per l’adattamento ai cambiamenti climatici' a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ispra, Gnrac, Cpmr. Ecomondo 2025 si estenderà su 166mila metri quadrati di superficie espositiva per un totale di 30 padiglioni suddivisi in sette macroaree tematiche: Waste as Resource, Water Cycle&Blue Economy, Sites&Soil Restoration, Bioenergy&Agriculture, Earth Observation&Environmental Monitoring, Circular and Regenerative Bio-Economy, con il ritorno di Sal.Ve, il Salone biennale del Veicolo per l’Ecologia, in collaborazione con Anfia. A queste si aggiungono sei distretti verticali dedicati a Blue Economy, Circular Healthy City, Paper District, Textile District, Trenchless District e l’Innovation District, che ospiterà 40 Start-up e Pmi innovative italiane e internazionali, oltre all’iniziativa Green Jobs&Skills, dedicata all’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore della sostenibilità e della transizione ecologica. Novità di Ecomondo 2025, una serie di tour tematici su plastica, acqua, suolo e innovazione, disponibili in italiano e in inglese, con oltre 500 posti gratuiti al giorno.
(Adnkronos) - Lo stato di salute della green economy in Italia registra luci ed ombre. Nel 2024 le emissioni di gas serra diminuiscono troppo poco; aumentano i consumi finali di energia per edifici e trasporti e si importa troppa energia dall’estero; il consumo di suolo non si arresta; la mobilità sostenibile si scontra con 701 auto ogni 1000 abitanti, il numero più alto d’Europa. Dall’altro lato, la produzione di energia elettrica da rinnovabili è arrivata al 49% di tutta la generazione nazionale di elettricità, l’Italia mantiene il suo primato europeo in economia circolare, l’agricoltura biologica cresce del 24% nel 2024 e le città italiane mostrano vivacità nella transizione ecologica. È questa la fotografia dell’Italia della Green Economy contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy 2025 presentata oggi in apertura degli Stati Generali della Green Economy, il summit verde promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “L’Italia, con le sue leadership in settori fondamentali come l'economia circolare, ha le carte in regola per essere nel gruppo di testa di un'Europa che guardi alla transizione in modo realistico e pragmatico. In un contesto complesso sotto il profilo geopolitico e di profondi cambiamenti climatici, il nostro continente deve investire in innovazione, crescita sostenibile e sicurezza energetica - osserva Gilberto Pichetto, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica - L'Italia delle imprese impegnate nella Green Economy è un esempio da seguire per l'economia del futuro". “Abbiamo messo al centro di questa edizione un tema cruciale per il nostro paese - osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile - conviene o meno all’Italia tornare indietro nella transizione ad una Green Economy decarbonizzata, circolare e che tutela il capitale naturale? Noi riteniamo di no, anche alla luce dell’impatto positivo sull’economia italiana avuto con i progetti del Pnrr, nei quali è stato rilevante l’aspetto della sostenibilità ambientale. Senza il Pnrr, il Pil italiano sarebbe stato in stagnazione o, addirittura, in recessione e sarebbe stato molto difficile contenere il deficit al 3%. Per l’Italia, al centro dell’hot spot climatico del Mediterraneo, con un aumento delle temperature che corre il doppio della media mondiale, la transizione energetica e climatica è di vitale importanza”. Dal 1990 al 2024 sono state ridotte complessivamente del 28% ma nel solo 2024 il taglio delle emissioni di gas serra è stato di poco più di 7 milioni di tonnellate, neanche un -2% su base annua: un quarto della diminuzione registrata nel 2023. Per raggiungere l’obiettivo assegnato all’Italia nell’ambito del burden sharing europeo del 43% al 2030, occorre tagliarle di un altro 15% nei rimanenti 6 anni. In Italia il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre con oltre 3.600 eventi climatici estremi, quattro volte quelli del 2018. Dal 2005 al 2024, in Italia i consumi di energia per unità di ricchezza prodotta si sono ridotti del 28% (meno della media europea del 35%). L’Italia rimane inoltre fra i Paesi europei con la più alta dipendenza energetica dall’estero. Per i consumi finali di energia, le stime per il 2024 non sono positive: i consumi registrano un aumento di circa l’1,5%, da ricondursi interamente ai settori degli edifici e dei trasporti, che si confermano i veri settori 'hard to abate' per l’Italia. Nel 2024 la produzione di elettricità da rinnovabili ha superato i 130 miliardi di kWh, al 49% della generazione di elettricità, in traiettoria col target del Pniec del 70% al 2030. Ma i dati del primo semestre del 2025 - si legge nell'analisi - mostrano un nuovo possibile rallentamento del 17% per le nuove installazioni di eolico e fotovoltaico rispetto al primo semestre del 2024, probabilmente per la fine del superbonus del 110% e per la frenata attivata da alcune Regioni. "Più efficienza, maggiore risparmio energetico e un forte sviluppo delle rinnovabili sono essenziali non solo per la decarbonizzazione, ma anche per ridurre in Italia i costi dell’energia e aumentare la competitività", rimarca il report. La transizione verso una maggiore circolarità dell’economia è particolarmente importante per l’Italia che utilizza grandi quantità di materiali che importa per il 46,6%. L’Italia ha le migliori performance di circolarità fra i grandi Paesi europei per la produttività delle risorse, cresciuta dal 2020 al 2024 del 32%, da 3,6 a 4,7 €/kg; per il tasso di utilizzo circolare dei materiali, che nel 2023 ha raggiunto il 20,8; per il tasso di riciclo dell’86% del totale dei rifiuti e per il 75,6% di riciclo degli imballaggi. Attenzione però al mercato delle Mps, in particolare quello della plastica riciclata che è precipitato in una forte crisi e che, se non risolta, potrebbe produrre ricadute negative anche sugli sbocchi delle raccolte differenziate, si evidenzia. In Italia, benché nel 2024 abbiamo raggiunto il record europeo di 701 auto ogni 1000 abitanti (571 la media Ue), la produzione è scesa ai minimi storici, a 310mila unità, con una quota, ormai marginale, del 2,1%, della produzione di auto in Europa. Non solo: si stanno accumulando ritardi anche nell’industria automobilistica del futuro, quella delle auto elettriche, calate del 13% nel 2024, con una quota di mercato in diminuzione dall'8,6% al 7,6%, un terzo della media Ue che è al 22,7%. Benzina e diesel alimentano ancora l’82,5% del parco auto che invecchia ogni anno di più, è arrivato a una media di 12,8 anni. Tra il 1980 e il 2023 in Italia i danni causati all’agricoltura da eventi atmosferici estremi sono stati pari a 135 miliardi di euro, il dato più elevato in Europa. "È essenziale che l’agricoltura italiana sia più coinvolta nella transizione climatica, con misure di adattamento e mitigazione", si segnala nell'analisi. L’Italia è il Paese europeo con il più elevato numero di prodotti Dop, Igp, Stg: nel 2023 sono stati 856. Cresce ormai ogni anno l’agricoltura biologica. Nel 2024 la somma delle aree certificate e in conversione è stata di 2.514.596 con un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente e dell’81,2% in confronto al 2014. La Sicilia continua a essere la regione con la maggiore estensione in valore assoluto (402.779), seguita da Puglia e Toscana. Queste tre regioni concentrano il 38% di tutta la superficie biologica nazionale. Tra il 2022 e il 2023 il consumo di suolo in Italia è stato di 64,4 km2 circa 17,6 ettari al giorno, il terzo valore più alto dal 2012. L’impermeabilizzazione del suolo aumenta il deflusso superficiale e riduce la capacità di assorbimento delle piogge, contribuendo ad aumentare gli impatti degli eventi atmosferici estremi. In termini di impermeabilizzazione, tra i capoluoghi delle Città Metropolitane, si segnala che Napoli con il 34,7% e Milano con il 31,8%, hanno i valori più elevati, mentre Messina (6%), Reggio Calabria (5,8%) e Palermo (5,7%) registrano le minori percentuali. Le città italiane sono molto esposte ai rischi della crisi climatica. Nei mesi estivi del 2024, il 90,6% della popolazione residente nelle città italiane è stata esposta a temperature medie superiori a 40°C. Grazie alla partecipazione ad iniziative europee e ai fondi del Pnrr, molte città hanno realizzato interventi di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica e iniziative dedicate alla transizione ecologica: impianti innovativi per la gestione dei rifiuti urbani, aumento di piste ciclabili e potenziamento del trasporto pubblico, rinnovo delle flotte di bus, tutela e valorizzazione del verde urbano, ecc... "Nel 2026, terminati i fondi del Pnrr, occorrerà attivare nuove forme di finanziamento per continuare a sostenere la grande vivacità e qualità delle iniziative per la transizione ecologica avviate nelle città", conclude il documento.