(Adnkronos) - Che Donald Trump e il presidente della Fed Jerome Powell quanto meno non vadano d'accordo è un dato di fatto. Che però l'uomo che viene quotidianamente attaccato dal Presidente americano per le sue scelte prudenti di politica monetaria dia una risposta tanto esplicita a sostegno delle sue ragioni, i tassi non scendono per colpa dei dazi, è la fotografia del cortocircuito in cui rischia di avvitarsi l'economia americana con la gestione del tycoon. Il ragionamento di Powell è piuttosto lineare: se con una mano si produce inflazione, non è possibile con l'altra agire sulla leva dei tassi. Altrimenti, il risultato è di innescare una fiammata dei prezzi difficile da governare. “L'inflazione negli Stati Uniti è calata al 2,3% ma quando abbiamo visto le dimensioni dei dazi abbiamo optato per una posizione di attesa considerato che tutte le previsioni d'inflazione sono salite. Non è una reazione eccessiva: la cosa prudente da fare è aspettare e capire di più e vedere quali saranno gli effetti”. Traduzione ancora più semplificata: se Trump vuole che la Fed tagli i tassi, non deve minacciare di imporre a tutti dazi che hanno l'effetto di spingere l'inflazione, così come inevitabilmente fa qualsiasi allentamento della politica monetaria. E' l'abc dell'economia, sottintende Powell, che dimostra ancora una volta di voler interpretare fino in fondo il suo ruolo nel solco dell'ortodossia. Trump vorrebbe una Fed diversa e un altro presidente della Fed. Ma non è così facile riuscire a sostituire Powell. Che non molla un centimetro, "sono molto concentrato sul mio lavoro", e lo fa ricordando quali sono i suoi obiettivi: "massima occupazione, stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria". Obiettivi che, non rinuncia a dire, vanno preservati con una politica economica coerente, perché la direzione del debito americano resta evidentemente un problema da affrontare "meglio prima che poi". Altre parole che suonano male alla Casa Bianca. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - “Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è ormai strutturale e caratterizza l’attuale mercato del lavoro dei servizi, compreso i servizi di vigilanza privata". E' quanto dichiara Giulio Gravina, vice presidente dell’Anivp, l’associazione italiana vigilanza privata e servizi fiduciari. “Questa criticità, che ha riflessi sulla crescita delle aziende di vigilanza privata e sulla risposta alla domanda di sicurezza di aziende e cittadini – continua Gravina - si avverte ancor di più in determinati settori, come quello della vigilanza privata, caratterizzati da turni di lavoro in orario notturno e nei giorni festivi.” “Come Anivp, il marchio storico della rappresentanza di settore, proponiano l’estensione anche alla vigilanza privata, così come avviene per il settore turistico, ricettivo e termale del trattamento integrativo speciale per i lavoratori, con qualifica di GPG, impegnati in lavoro notturno e che effettuano straordinari nei giorni festivi” – conclude Gravina. Il settore della vigilanza privata (servizi armati e disarmati) secondo i dati ISTAT rispetto al codice Ateco 80.1 (servizi di vigilanza privata), conta 1.189 aziende per 77.369 dipendenti e un fatturato pari a poco più di 4 miliardi di euro (dati aggiornati al 2022).
(Adnkronos) - È stato presentato all’Assemblea di InfoCamere il Bilancio di Sostenibilità 2024, giunto alla sua settima edizione. Il documento fotografa l’impegno concreto del Gruppo nel generare impatti positivi sull’ambiente, l’economia e la società, valorizzando le potenzialità dell’innovazione tecnologica come leva di crescita sostenibile. Nel corso del 2024, InfoCamere ha distribuito verso gli stakeholder un valore pari a 126,5 milioni di euro, segnando un incremento del 3,7% rispetto al 2023. Sul fronte ambientale e dell’efficienza energetica, nel 2024 il Gruppo ha conseguito importanti risultati. L’impianto fotovoltaico della sede di Padova ha prodotto 205.000 kWh di energia rinnovabile, contribuendo a ridurre le emissioni di CO₂ per oltre 102.600 kg, mentre il ricorso a politiche di smart working ha consentito di evitare l’emissione di 318 tonnellate di CO₂ equivalente. Anche grazie a questo impegno, nel 2024 il Data Center di InfoCamere è stato premiato con il Sustainability Impact Award, confermando l’eccellenza tecnologica dell’infrastruttura ICT del Gruppo che ha anche ricevuto una valutazione positiva per la gestione dei dati dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN). Il 2024 ha visto il raggiungimento di importanti traguardi anche in tema di governance e inclusione. Tra questi: il rinnovo del Rating di Legalità con attribuzione del massimo punteggio da parte dell’AGCM; la conferma della certificazione UNI/PdR 125:2022 per la Parità di Genere; il rinnovo della certificazione ISO 14001 per la gestione ambientale.