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(Adnkronos) - Partiti in versione arcobaleno in vista del referendum dell'8 e 9 giugno. Le indicazioni di voto per i propri sostenitori sono tra le più disparate, coprendo tutte le opzioni possibili, dall'astensione al solo ritiro della scheda, dalla libertà di voto ai 'canonici' sì e no. Insomma, a seguire i leader i cinque quesiti su lavoro e cittadinanza diventano un rompicapo davvero difficile da sciogliere per gli elettori. Nella maggioranza si fa meno fatica a seguire le decisioni dei partiti di riferimento. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno infatti preso una decisione netta: astensione. Una opzione che ha aperto un animato dibattito, specie se appoggiata da una massima carica dello Stato come Ignazio La Russa, ma indicata con nettezza. Con una eccezione: Noi Moderati. Il partito di Maurizio Lupi ha optato per andare a votare e votare 5 no. Nell'opposizione le urne di giugno si presentano come un 'patchwork' di indicazioni davvero variegato. La posizione più chiara l'ha presa Avs: 5 sì. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli sono gli unici, di fatto, che possono vantare una scelta del genere, senza distinzione alcuna. In casa Pd la faccenda si complica. La segretaria Elly Schlein ha detto che anche i dem sono per i 5 sì. Ma l'area riformista del partito, dopo una serie di mal di pancia più o meno sotterranei, si è sfilata dalle posizioni della leader. "Voteremo sì al referendum sulla cittadinanza e sì al quesito sulle imprese appaltanti. Ma non voteremo gli altri 3 quesiti", hanno annunciato in una lettera a 'Repubblica' Giorgio Gori, Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Pina Picierno, Lia Quartapelle e Filippo Sensi. I riformisti dem, ovviamente, ritireranno la scheda per non compromettere il raggiungimento dell'ostacolo più grande che si presenta davanti ai referendum, il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto. Anche il M5s ha una posizione 'articolata'. L'indicazione formale del Movimento è per 4 sì ai quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Per quello sulla cittadinanza, alla base 5 stelle è stata data libertà di voto. Il leader Giuseppe Conte, però, si è esposto annunciando la sua scelta personale di esprimersi con 5 sì. +Europa è nel Comitato promotore del referendum sulla cittadinanza, quindi il sì su questa scheda è scontato. Meno per i quesiti sul lavoro, dove il partito di Riccardo Magi ha optato per il sì a quello sugli appalti e no agli altri sul lavoro con l'eredità del Jobs Act. La riforma del mercato del lavoro chiama direttamente in causa Matteo Renzi, che ai 'suoi' di Italia viva ha dato ovviamente indicazioni per un no netto soprattutto al primo quesito sul lavoro (sul reintegro) e a quello sulle casuali dei contratti a termine. Per quel che riguarda la cittadinanza, Iv è decisa per il sì. Il partito di Renzi, comunque, sostiene la battaglia per il quorum e invita a ritirare la scheda. Sì alla cittadinanza e no ai referendum della Cgil da parte di Carlo Calenda e Azione.
(Adnkronos) - Oggi, 11 maggio, è la Festa della mamma, ricorrenza che si celebra nella seconda domenica di maggio. Quando e dove è nata questa festa e perché si celebra a maggio? La storia di questa ricorrenza, ricorda 'Focus', è lunga e affascinante perché risale addirittura al mondo greco-romano: allora si festeggiavano le mamme durante le feste legate alle divinità femminili nelle quali si celebrava la fertilità. In epoca medioevale e rinascimentale furono sostituite dalle feste religiose legate alla maternità della Madonna: 'Madre di Dio', Theotokos, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo. La festa di Maria, madre di Dio, era in un certo senso la festa di tutte le mamme, anche se loro non erano affatto festeggiate. La Festa della Mamma (e non la festa delle mamme) come la intendiamo ai giorni nostri fu introdotta soltanto tra l'800 e il '900 in due momenti diversi. Il primo risale agli Anni '60 e '70 dell'800 ed è merito di una pacifista americana, Ann Reeves Jarvis e di sua figlia Anna. Al termine della Guerra civile americana, Jarvis aveva promosso una serie di feste per favorire l'amicizia tra le madri di Nordisti e Sudisti. Si trattava soprattutto di picnic e di altri incontri conviviali. Sempre in quel periodo, nel 1870, la poetessa americana Julia Ward Howe scrisse la 'Mother's day proclamation', nella quale esortava le donne e le madri ad assumere un ruolo attivo nel processo di pacificazione tra gli Stati americani. Il secondo momento risale ai primi anni del '900: Anna Jarvis, figlia di Ann Reeves Jarvis, raccoglie il testimone della madre e inizia a organizzare numerosi eventi dedicati alle madri, con sempre maggiore seguito, finché il presidente americano Woodrow Wilson ufficializzò la festa nel 1914. Fu proprio il presidente Wilson a stabilire che la festa venisse celebrata la seconda domenica di maggio (visto che in quel periodo dell'anno era morta Ann Jarvis), data che venne poi adottata da molti altri Paesi. La Festa della Mamma arriva in Italia soltanto nel 1933, durante il fascismo, quando il 24 dicembre viene celebrata la "Giornata della madre e del fanciullo". Da quel momento, ogni vigilia di Natale, le mamme vennero festeggiate per motivi propagandistici: erano l'espressione della politica natalista del regime fascista e in tale occasione venivano premiate quelle più prolifiche. Soltanto nel dopoguerra, anche in Italia, la Festa della mamma ha assunto un carattere meno propagandistico. E nella seconda metà degli Anni '50 del '900 iniziarono a diffondersi due feste della mamma: una organizzata dal parroco di una frazione di Assisi per motivi religiosi, per celebrare la maternità nel suo valore cristiano; l'altra in Liguria, per motivi commerciali, promossa dai fiorai. Entrambe erano festeggiate a maggio, mese dedicato alla Madonna nella religione cattolica, e mese della primavera e periodo ricco di fiori da regalare. Dal 1959 la festa prese piede e si è celebrata per vari anni l'8 maggio, per poi passare alla seconda domenica di maggio.
(Adnkronos) - “Le pratiche di progettazione e di approvazione in edilizia scontano decenni di ritardo per quanto riguarda il monitoraggio e il controllo della luce naturale nelle abitazioni e negli ambienti costruiti. Sono anni che cerchiamo di trovare il modo corretto per colmare questo divario, perché nel frattempo la ricerca scientifica è andata molto avanti. Esistono ormai ricerche e strumenti molto avanzati per lavorare sulla quantità di luce, sulla sua distribuzione negli spazi in modo adeguato. Oggi sappiamo quanto la luce naturale sia fondamentale per il benessere fisiologico umano, ma mancano strumenti semplici e accessibili per garantire un controllo adeguato già in fase di progettazione”. Così Giulio Camiz, responsabile scientifico Velux Italia, intervenuto al seminario 'Costruire il benessere, il ruolo della luce naturale e della luce zenitale nell’edilizia' a Roma, parlando del progetto 'Luce Futura', uno studio che nasce dal contratto di collaborazione scientifica tra Velux Italia e il Dipartimento di Architettura e Progetto (DiAP) dell'Università degli Studi di Roma La Sapienza. “L’indagine si propone due obiettivi principali: da un lato evidenziare le principali frizioni tra esigenze di illuminazione naturale e attuali pratiche costruttive, in Italia e non solo; dall’altro, fornire a progettisti, imprese e pubbliche amministrazioni strumenti tecnici efficaci ma di facile utilizzo. Il nostro scopo è superare gli ostacoli tecnici, economici ed energetici che oggi ostacolano un corretto approvvigionamento di luce naturale negli spazi abitativi e pubblici. E la ricerca ha già prodotto risultati incoraggianti”, spiega.