(Adnkronos) - Il Ministero della Difesa russo ha mostrato il drone utilizzato nell'attacco contro la residenza del leader del Cremlino Vladimir Putin, nella regione di Novgorod, attribuito all'Ucraina. Le immagini diffuse dal Ministero della Difesa russo mostrano chiaramente il drone abbattuto che giace nella neve. Il velivolo, colpito alla coda da un proiettile antiaereo, è rimasto praticamente intatto e la sua testata, carica di elementi ad alto potenziale esplosivo, è rimasta inesplosa. Secondo quanto ha riferito il generale maggiore Alexander Romanenkov, capo delle truppe antiaeree delle Forze Aerospaziali russe, durante un briefing ufficiale, tra il 28 e il 29 dicembre le forze armate ucraine avrebbero lanciato un’operazione “mirata e accuratamente pianificata”, impiegando complessivamente 91 droni. I velivoli senza pilota sarebbero decollati dalle regioni ucraine di Sumy e Chernihiv e avrebbero sorvolato diverse aree della Russia occidentale, tra cui Bryansk, Smolensk, Tver e Novgorod. L’attacco sarebbe stato rilevato intorno alle 19:20 ora di Mosca. I sistemi di difesa aerea russi, insieme a mezzi di guerra elettronica, sarebbero stati attivati per respingere l’offensiva. In particolare, secondo la ricostruzione fornita da Mosca, 41 droni sarebbero stati abbattuti nella regione di Novgorod e 49 in quella di Bryansk. Romanenkov ha assicurato che tutti i droni sono stati distrutti prima di raggiungere l’obiettivo e che non si sono registrati feriti né danni materiali. Nessun impatto, sempre secondo le autorità russe, avrebbe interessato la residenza presidenziale. Il generale ha infine elogiato l’operato delle forze armate, definendo la risposta “coordinata, professionale ed efficace”. Al momento non risultano conferme indipendenti né commenti ufficiali da parte di Kiev sulle accuse mosse da Mosca.
(Adnkronos) - Innovazione, crescita e presenza internazionale. Sono le direttrici su cui sta lavorando per il futuro Dedem, azienda made in Italy storicamente legata al business delle cabine fototessera che punta a far diventare sempre più evolute, trasformandole in veri e propri punti di servizio per il cittadino. Ma per l'azienda di Ariccia, in provincia di Roma, che ha installato oltre sessanta anni fa la prima cabina fototessera in Italia, l'anno che si chiude è stato segnato dalla quotazione in Borsa. "La quotazione -racconta ad Adnkronos/Labitalia Alberto Rizzi, amministratore delegato del Gruppo- è stata soprattutto l’inizio di una nuova fase, non un punto di arrivo. Ci ha dato maggiore visibilità e ci ha permesso di rafforzare il dialogo con il mercato e con le banche. Chiudiamo l’anno con un risultato molto concreto: abbiamo messo ordine nella struttura finanziaria, semplificandola e rendendola più solida, con scadenze più lunghe e un costo del debito migliore. Questo ci consente di guardare avanti con più serenità e con una capacità di investimento decisamente maggiore", sottolinea il dirigente dell'azienda che ha anche circa 2.100 macchine fototessera all’estero, tra Spagna e Repubblica Ceca. Struttura finanziaria che si è ulteriormente rafforzata con un nuovo finanziamento con un pool di banche. "L’operazione -spiega Rizzi- nasce dall’esigenza di fare pulizia e creare spazio per crescere. Abbiamo unificato e rifinanziato linee accese negli anni scorsi e, allo stesso tempo, ci siamo dotati di risorse dedicate allo sviluppo. Una parte sarà destinata a investimenti tecnologici, digitali e industriali, oltre a operazioni di crescita per acquisizioni, in Italia e all’estero. Oggi Dedem conta oltre 650 persone, con una forte componente tecnica, e la crescita che stiamo programmando porterà anche nuove opportunità occupazionali, soprattutto nei settori più innovativi del gruppo", sottolinea. Cambiamenti e innovazioni, ma si parte sempre dal primo business. "Le cabine fototessera -sottolinea- restano il nostro punto di partenza e, ancora oggi, uno dei nostri principali punti di forza. In oltre sessant’anni hanno attraversato tutte le grandi trasformazioni tecnologiche, dall’analogico al digitale, fino alle soluzioni più evolute per l’identità e i servizi al cittadino. Oggi non sono più solo un servizio essenziale, ma un prodotto riconosciuto anche a livello internazionale. La recente selezione della nostra cabina Icona da parte di Canon Europe come modello di riferimento per i photo booth nell’area Emea è un segnale importante di questo percorso: un riconoscimento che valorizza il nostro design, la nostra ingegneria e una visione industriale profondamente made in Italy". "Parallelamente, il gruppo -continua Rizzi- si è evoluto ampliando il proprio raggio d’azione: dal leisure e dall’intrattenimento per famiglie fino ai servizi tecnologici più innovativi, con un’attenzione particolare all’Ict e alla stampa 3D. Siamo cresciuti mantenendo sempre il controllo diretto di progettazione, software e gestione: è questo approccio industriale integrato che ci ha permesso di innovare continuamente, senza mai perdere la nostra identità". E le prossime sfide puntano a essere ancora più impegnative. "Le direttrici -spiega Rizzi- sono chiare: innovazione, crescita e presenza internazionale. Per esempio, stiamo lavorando per rendere le nostre cabine sempre più evolute, trasformandole in veri e propri punti di servizio per il cittadino. Continueremo a investire nel leisure, che sta crescendo molto, soprattutto nei centri commerciali, e a valutare acquisizioni mirate di operatori specializzati o con tecnologie interessanti. L’obiettivo è crescere in modo selettivo e coerente con quello che siamo", sottolinea. Non manca l'attenzione all'intelligenza artificiale. "L’intelligenza artificiale -conclude Rizzi- è già parte del nostro lavoro quotidiano. La utilizziamo per rendere i servizi più sicuri, soprattutto quando si parla di immagini biometriche e identità digitale. Stiamo collaborando con il mondo universitario su progetti di ricerca avanzata e allo stesso tempo stiamo integrando l’Ia nei nostri software per migliorare efficienza e affidabilità delle macchine. È un’evoluzione naturale per un’azienda che da sempre lavora tra tecnologia e servizio al cittadino".
(Adnkronos) - Un fondo di 60mila euro per il pagamento di bollette di luce e gas e la promozione di un percorso di educazione e consapevolezza per i consumi: nasce 'Energia in Franciacorta', il progetto realizzato grazie all’accordo tra Banco dell’energia, Fondazione Lgh, Cogeme Spa e Associazione Riuso 3, ente attuatore dell’iniziativa 'Banco del riuso', un servizio orientato alla solidarietà e alla condivisione, al non spreco, al riutilizzo degli oggetti e delle risorse e alla promozione delle capacità individuali, con il coinvolgimento di 11 Comuni del Sud Ovest bresciano. Il progetto si propone l’obiettivo di sostenere i nuclei familiari a rischio di povertà, anche energetica, grazie al contributo di Fondazione Lgh, fondazione del gruppo A2A attiva in Lombardia, tra i fondatori della Fondazione Banco dell’energia. 'Energia in Franciacorta' rientra nel filone 'Energia in periferia', promosso da Banco dell’energia per supportare le famiglie in situazioni di vulnerabilità energetica, residenti nelle zone più periferiche delle città italiane e nei piccoli comuni. Uno strumento sempre più importante, se si guarda ai numeri del fenomeno in Italia che, secondo i dati Oipe - Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica 2023, interessa 2,36 milioni di famiglie, pari a circa il 9% del totale, un dato in rapida crescita. “Affrontare la povertà energetica significa riconoscere che l’accesso all’energia è una condizione essenziale per la dignità e l’autonomia delle persone. Come Fondazione Banco dell’energia lavoriamo per far sì che nessuno sia escluso, sostenendo le famiglie nei momenti di maggiore fragilità. La collaborazione con i nostri partner ci permette di trasformare questo impegno in risultati concreti, offrendo ai territori strumenti capaci di generare valore sociale nel lungo periodo”, spiega Silvia Pedrotti, Responsabile Fondazione Banco dell’energia. Banco dell’energia condivide con Cogeme l’obiettivo di sostenere persone e famiglie appartenenti a fasce sociali deboli attraverso iniziative solidali di tipo economico, attività educative e realizzazione di modelli di intervento legati alla promozione e allo sviluppo di energie rinnovabili; Riuso 3 nasce con finalità sociali per favorire lo scambio di beni, servizi e attività tra le persone, creando un modello orientato alla solidarietà e alla condivisione, al non spreco e al riutilizzo di oggetti e risorse: da qui l’accordo per rispondere al bisogno di singoli e famiglie vulnerabili che vivono sul territorio della Franciacorta e dell’ovest bresciano, coinvolgendo anche i Servizi Sociali di 11 amministrazioni, tutte aderenti dal 2018 al progetto 'Banco del riuso' (Berlingo, Castegnato, Cazzago San Martino, Castrezzato, Cologne, Iseo, Lograto, Maclodio, Paderno Franciacorta, Passirano, Rovato) con l’obiettivo di consolidare un network territoriale già costituito e impegnato in attività solidali sul territorio. Oltre al pagamento diretto delle bollette, saranno organizzati eventi formativi rivolti agli operatori per fornire loro le competenze necessarie per informare e sensibilizzare le famiglie beneficiare sui temi dell’efficientamento e del risparmio energetico e a tal fine verranno create e coordinate le figure dei Ted - Tutor per l’Energia Domestica. “Siamo particolarmente fieri, come Fondazione Lgh e co-fondatori di Banco dell’energia, di poter sostenere un nuovo progetto volto a contrastare la povertà energetica nei territori in cui operiamo - afferma Giorgio Bontempi, presidente di Fondazione Lgh - La povertà energetica è una realtà che tocca molte famiglie, e il progetto ‘Energia in Franciacorta’ ne è una risposta concreta, in grado di offrire un sostegno immediato e allo stesso tempo proporre un percorso formativo che aiuti le persone a diventare protagoniste consapevoli delle proprie scelte energetiche. Non parliamo di semplice assistenza, ma di un accompagnamento strutturato che mira a rafforzare le competenze e la capacità di gestione, generando un impatto positivo e duraturo sulla qualità della vita”. “Siamo nati nel territorio e per il territorio da più di cinquant’anni e questa mission la traduciamo nel nostro agire quotidiano. Fare servizi di pubblica utilità significa avere uno sguardo che va oltre le dinamiche classiche del fare impresa: significa creare un impatto positivo per le nostre comunità, a maggior ragione se il nostro operato va ad aiutare le famiglie in condizione di 'fragilità sociale'. Per questo abbiamo raccolto con grande convinzione questa iniziativa integrando la dotazione economica prevista e veicolandola ai comuni legati ad uno dei nostri progetti più emblematici, ovvero il 'Banco del riuso', grazie al supporto della nostra Fondazione”, afferma Giacomo Fogliata, presidente Cogeme Spa. “Pochi mesi fa abbiamo presentato uno dei primi report di valutazione d’impatto e abbiamo dimostrato che restituiamo al territorio tre volte tanto, rispetto a quanto abbiamo in dotazione. ‘Energia in Franciacorta’ ci permette di rafforzare ulteriormente questi risultati e di integrare l’offerta socio ambientale già in essere grazie ai Banchi del riuso e l’Associazione Riuso 3”, dice Gabriele Archetti, presidente Fondazione Cogeme ets.