(Adnkronos) - "Il tumore della vescica è il quinto tumore più frequente nell'uomo. Come tale non appartiene ai quattro big killer che sono il polmone, il tumore della mammella, della prostata e del colon. E quindi magari non ha la stessa visibilità di questi quattro big killer, ma è il quinto. Quindi è assolutamente importante parlare di prevenzione perché è una neoplasia molto comune. In secondo luogo, si può guarire se viene fatta una diagnosi precoce, per questo è importante parlarne per sensibilizzare la gente a rivolgersi al proprio medico se vi sono il sangue nell'urina o comunque dei sintomi associati alla vescica". Così all'Adnkronos Salute Ugo De Giorgi, oncologia universitaria ospedale di Vito Fazzi di Lecce, in occasione della tappa di Lecce del tour di sensibilizzazione sul tumore uroteliale 'Non girarci intorno', promosso da Merck, che si lega al Giro d'Italia, uno degli eventi sportivi più seguiti nel nostro Paese, di cui Merck è official partner. Il tumore della vescica "è legato soprattutto all'ambiente, quindi il fumo e anche tutte le sostanze tossiche che sono nell'ambiente sono fattori di rischio. Essere esposti a sostanze tossiche per via del proprio lavoro oppure vivere in zone in cui c'è un inquinamento particolarmente spiccato" aumenta il pericolo, spiega l'esperto che mette in guardia anche sui campanelli d'allarme: "Il più importante è il sangue nelle urine. La presenza di sangue nelle urine deve assolutamente essere associato a una visita di uno specialista, l'urologo, che poi sottoporrà il paziente ad altri esami, il primo è l'ecografia, anche perché il sangue nelle urine non è solo associato al tumore della vescica, ma può essere associato anche a tumori di altre vie urinarie. In ogni caso, questo è il più comune. Il sangue è il campanello di allarme più importante - sottolinea De Giorgi - ma qualunque sintomo collegato alla vescica, quindi un'alterazione nella minzione, infiammazione, dolore, dovrebbe essere segnalato al proprio curante". La campagna 'Non girarci intorno' è promossa da Merck in occasione del Mese della consapevolezza sul cancro alla vescica ed è patrocinata da Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), Simg (Società italiana dei medici di medicina generale e delle cure primarie), Siuro (Società italiana di uro-oncologia) e Associazione Palinuro (Pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali), con l'obiettivo di informare le persone e favorire la prevenzione. Un obiettivo fondamentale per De Giorgi che chiarisce: "Per prevenire bisogna smettere di fumare, perché smettendo di fumare si diminuisce non solo il rischio del tumore del polmone, ma anche del tumore della vescica, e poi cercare di evitare di essere esposti a sostanze tossiche, all'inquinamento ambientale e lavorativo. E' importante pensare anche al tumore della vescica come legato al fumo, perché uno pensa che il fumo sia legato principalmente al tumore del polmone e dell'apparato respiratorio. I polmoni filtrano tutto il fumo che finisce nel sangue, i reni filtrano dal sangue anche tutte le sostanze nocive che ci sono, si depositano nell'urina e quindi all'interno della vescica si depositano a lungo delle sostanze inalate che poi negli anni possono dare anche sviluppo a tumori", conclude l'oncologo.
(Adnkronos) - "Il Rapporto Gem ci racconta quest'anno che l'Italia si posiziona al 34esimo posto su 51 economie nel mondo, quindi nel ranking mondiale continuiamo ad avere una posizione piuttosto bassa. Questo è un dato preoccupante perché la crescita di un Paese dipende anche dalla propensione imprenditoriale, sia per ciò che riguarda la prospettiva di sviluppo economico, sia per fronteggiare le sfide che ci troviamo adesso nel mondo, come la transizione verso una sostenibilità ambientale e sociale e verso il digitale”. Lo ha detto Alessandra Micozzi, docente di Economia applicata presso l'Universitas Mercatorum e coordinatore team Progetto Gem Italia, alla presentazione del Rapporto Gem Italia 2024-2025, a cura di Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity - svoltasi a Roma, intitolato ‘L’imprenditorialità per la crescita del Paese’. “Un altro dato allarmante è che il gender gap in Italia, anziché diminuire, aumenta e quest'anno abbiamo fatto un focus specifico sulle determinanti e i fattori che effettivamente condizionano questo gender gap - spiega Micozzi - Un altro dato è la propensione alla crescita: le nuove imprese italiane che nascono non hanno la capacità di occupare personale e ciò è dipeso da diversi fattori, come un contesto burocratico complesso, oneri fiscali elevati, che non favoriscono investimenti e assunzioni, ma dipende anche dalla carenza strutturale delle infrastrutture digitali e il supporto all'innovazione. Questo pregiudica in particolar modo le imprese ad alta tecnologia”. “L'imprenditorialità è un fenomeno sociale e culturale, quindi la dimensione culturale è rilevante. Questo significa che le convinzioni e ciò che ci si aspetta a livello di aspettative sociali impattano molto sulla rappresentazione che abbiamo dell'imprenditorialità come carriera desiderabile e anche sulla valutazione delle proprie capacità ad attivare un'impresa. Pertanto, sicuramente la formazione a tutti i livelli di educazione, è fondamentale per un cambiamento culturale”, conclude.
(Adnkronos) - “In tema di sostenibilità ambientale e sociale stiamo attualmente definendo il piano a tre anni, ormai quasi concluso. Si tratta di un lavoro che coinvolge tutte le divisioni e tutte le nostre business unit. Le nostre priorità in questi ambiti si dividono in tre pilastri fondamentali: decarbonizzazione, efficientamento del business per ridurre gli sprechi e impatto sociale”. Parole di Simone Targetti Ferri, sustainability director di L’Oréal Italia, all’edizione 2025 di L’Oréal For The Future Day, l’evento con cui vengono presentati i risultati e gli obiettivi di sostenibilità sociale ed ambientale, uno dei principi cardine della strategia di L’Oréal, tenutosi presso l'università Iulm di Milano. L’impegno per la decarbonizzazione si inserisce nella strategia globale del Gruppo L’Oréal “di Net Zero Trajectory al 2030 - aggiunge Targetti Ferri - Parte centrale di questo primo pilastro sono i prodotti, e quindi le nostre ricariche, un segmento fondamentale da sviluppare insieme ai nostri clienti per decarbonizzare la nostra offerta”. Il secondo punto del primo pilastro riguarda la parte di materiale a punto vendita “che vogliamo efficientare e decarbonizzare. Abbiamo infatti scoperto, da analisi e studi, che questo materiale ha un grande impatto anche in termini di Co2 e, quindi, dobbiamo lavorare per decarbonizzarlo. Stiamo collaborando con una start-up innovativa per raggiungere questo obiettivo - spiega - Ultimo punto del primo pillar è relativo al trasporti. In Italia c'è una grandissima opportunità di decarbonizzare i trasporti, un settore complesso ma con grandi possibilità future”. Il secondo pilastro su cui si fonda la strategia di sostenibilità di L’Oréal Italia è incentrato sul fare business in maniera più efficiente, senza sprechi: “Questo riguarda soprattutto i nostri prodotti - illustra il Sustainability Director L’Oréal Italia - Lavoreremo con i nostri clienti per cercare di trovare soluzioni a punto vendita per dare loro la possibilità di avere accesso ai nostri prodotti in ogni modo e attraverso ogni canale, utilizzando anche i nostri canali secondari, ovvero i nostri outlet. Abbiamo infatti 10 outlet in Italia che serviranno per questo obiettivo. Anche in questo caso ci concentreremo nuovamente sui materiali a punto vendita che, insieme ai nostri clienti, vogliamo rendere sempre efficienti”. L'ultimo pilastro è quello dell'impatto sociale: “Vogliamo migliorare il nostro impatto sociale attraverso il programma di ‘Brand causes’, le nostre cause di brand, che va dall'inclusive sourcing, ovvero dare lavoro a persone provenienti da contesti svantaggiati, fino al nostro Salone di bellezza sociale”. Il Salone di bellezza sociale di L’Oréal Italia, che prenderà vita a Casa Jannacci a fine 2025 anche grazie alla collaborazione con il Progetto Arca, molto conosciuto a Milano, permetterà di dare accesso a trattamenti di bellezza a persone che non potrebbero permetterseli. L’obiettivo è quindi quello di cercare di ridare bellezza, non solo esteriore ma anche interiore, rinvigorendo la fiducia e l’autostima delle persone, favorendo così il reinserimento nella società. Questo è l'obiettivo del nostro progetto di Salone Sociale”. Per traguardare questi importanti obiettivi, L’Oréal Italia adotta una strategia basata sulle priorità, come spiega ancora Targetti Ferri: “Il primo passo è quello di fare le cose che hanno un maggior impatto. Per farlo occorre lavorare con il business e capire quali sono le priorità su cui concentrarsi, tutti insieme, per arrivare ai risultati. Abbiamo poi bisogno di lavorare con i nostri collaboratori, continuando a trasformarli in veri e propri ambasciatori della transizione sostenibile, con formazione e inclusione in progetti chiave". Inoltre, "abbiamo ovviamente l'obiettivo di continuare a lavorare con i nostri clienti, coinvolgendoli ad esempio in giornate speciali come quella di oggi, L'Oréal for the Future Day, per portarli on board sui nostri programmi di trasformazione. Infine, abbiamo bisogno di reinventare la narrativa di sostenibilità - conclude - lavorando su qualcosa che vada a toccare di più le emozioni e il cuore delle persone” per diffondere la consapevolezza “che si può fare business ma lo si deve fare in modo più sostenibile. Tutta la catena di valori deve essere con noi per portare questo cambiamento”.