INFORMAZIONI![]() Daniela Rita VacircaANPAL Servizi spa Istituzioni e Pubblica Amministrazione Centrale Ruolo: Responsabile Comunicazione e Nuovi Media Area: Communication Management Daniela Rita Vacirca |
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(Adnkronos) - Stefano Stefano Addeo, il professore di Marigliano autore del post contro Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni, ha dichiarato in queste ore di aver scritto d'impulso quel "post stupido" (lo ha definito lui stesso così nel messaggio di scuse) in cui augurava la stessa sorte di Martina Carbonaro (la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola nei giorni scorsi) alla figlia del Presidente del Consiglio. Ma non è così. A smentirlo, infatti, c'è un altro post pubblicato dallo stesso insegnante sulla sua pagina social. Post che Addeo ha provato subito a far scomparire dai suoi profili social ma di cui l'Adnkronos è in possesso. Se alla piccola Ginevra augurava di venire uccisa come la 14enne di Afragola, pochi giorni fa il docente augurava la stessa sorte dei palestinesi a Gaza ai figli della Meloni, ancora una volta, e dei vicepremier: il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, tutti immortalati in immagini in cui stringevano la mano al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. (di Silvia Mancinelli) "Già leggendo le sue scuse, senza sapere che non era la prima volta che lanciasse minacce di questo tipo, avevo dei dubbi e pensavo che fossero parole di convenienza. Se infatti ha sentito il bisogno di specificare che non si sente rappresentato da questo Governo, liberissimo di pensarlo naturalmente, questo non c'entra nulla con certe affermazioni odiose ed inaccettabili". Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, commenta così la notizia dell'Adnkronos. "Evidentemente -aggiunge l'esponente di Fdi- se adesso scopriamo queste precedenti dichiarazioni, è un personaggio di dubbia sincerità di cui non possiamo fidarci e se è passibile di sanzioni penali e disciplinari all'interno dell'ordinamento scolastico, c'è da augurarsi che vengano applicate. Anche perchè è inquietante che un personaggio del genere partecipi all'educazione dei giovani e dei ragazzi". Sarebbero necessari dei test psicoattitudinali per i docenti? "In realtà -risponde Malan- siamo in presenza di una persona che con piena consapevolezza propala idee allucinanti e mostruose. Non sono un esperto, ma non so se un test rileverebbe questa propensione. La realtà è che chi fa certe dichiarazioni si sente autorizzato a dire certe cose da affermazioni anche di personaggi politici, che in modo assurdo accusano Giorgia Meloni e altri ministri di essere colpevoli di ogni ignominia, a partire dalla morte dei bambini di Gaza". "Questa gente va licenziata, alle loro scuse non crede nessuno e visto che si tratta di azioni e pensieri reiterati, bisognerebbe togliergli la cittadinanza italiana, perchè chi è così incivile non può rimanere nella società con gli altri civili". Michaela Biancofiore, capogruppo al Senato di Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie, commenta così la notizia. "Purtroppo -aggiunge- si moltiplicano i casi di docenti nelle scuole e nelle università protagonisti di azioni violente, ricordo anche la vicenda accaduta a Bolzano di un insegnante sorpreso nottetempo ad appiccare un incendio. Questo sicuramente pone l'esigenza di procedere a test psicoattitudinali". "Ma prima ancora occorre procedere al licenziamento. Quale più giusta causa di questa? Quale genitore affiderebbe il proprio figlio ad un docente del genere? Purtroppo -conclude Biancofiore- questa di Addeo è l'ennesima triste pagina della docenza italiana che sovente guarda a sinistra e sarebbe auspicabile che arrivassero parole di condanna dai leader di sinistra". "Il professore Stefano Addeo che ha minacciato la figlia di Giorgia Meloni ha, sì chiesto scusa, ma apponendo una rivendicazione politica al suo gesto. Così facendo il professore si è dimostrato inadeguato al proprio ruolo di educatore per la seconda volta. Di fronte alla barbarie che ha commesso eviti almeno di chiamare in ballo la rivendicazione politica, di assegnare alla sua immagine personale una patina romantica e di vittima per avere lui sporto denuncia per manifestazioni di dissenso ricevute verso il suo gesto. La scuola e la nostra gioventù non possono essere più ostaggio di pericolosi agitatori”, afferma quindi Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Affari costituzionali della Camera. “Ora basta la misura è colma. Il professore campano identificato come autore delle minacce alla figlia della premier non può essere degno di insegnare ancora. Nonostante le sue tardive e abbastanza inutili scuse, di fronte alla gravità delle sue parole, un insegnante che se la prende con una bambina per motivi politici non è degno di varcare la soglia di alcuna scuola del nostro Paese, né di educare e formare i nostri figli, gli stessi figli a cui ha augurato la morte e la sofferenza. Auspico che si prendano provvedimenti in tal senso e che tanta violenza verbale non rimanga impunita”, sottolinea il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Malaguti. "Le scuse non cancellano la gravità di quanto accaduto. Addeo sporca l’immagine degli insegnanti campani”. Lo afferma Fulvio Martusciello, segretario regionale di Forza Italia in Campania. "I suoi post deliranti e violenti, completamente sconnessi dalla realtà e reiterati nel tempo -aggiunge - dimostrano una personalità disturbata che rappresenta un rischio per i ragazzi a cui insegna. È un danno per l’intera comunità scolastica, fatta di docenti che ogni giorno insegnano con dedizione e sacrificio. La direzione scolastica regionale – conclude Martusciello – dovrebbe valutare di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario a carico di Addeo. Difendere la scuola significa anche tutelarne la credibilità e la sicurezza”. Le scuse maldestre, tardive e smentite dall’evidenza di gravi precedenti di chi si è permesso di augurare la morte e cose orribili ai figli della presidente del consiglio Giorgia Meloni e dei due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini non soltanto non migliorano la sua posizione, ma suggeriscono che si intervenga con prontezza e severità a tutela delle migliaia di insegnanti che ogni giorno, nel nostro Paese, svolgono il loro dovere -che è anche una missione, non dimentichiamolo- con correttezza, generosità e spirito di sacrificio. Chi scrive quelle parole di odio contro i bambini non può certo continuare ad insegnare come se nulla fosse accaduto”, scrive quindi sui social Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari costituzionali della Camera.
(Adnkronos) - Per favorire il ritorno dei ricercatori e dei professionisti in Italia "cerchiamo di dare loro ragioni per tornare, perché il fatto di andare a contaminare le proprie conoscenze, a condividere i propri saperi all'estero è una cosa positiva. Almeno io la considero una cosa positiva, visto che tutte le volte che l'ho visto succedere ho visto tornare persone molto arricchite. Però devono tornare. Quindi il nostro dovere è quello di creare un ambiente, una condizione di capitale umano e infrastrutturale che sia accogliente e dia loro la voglia di tornare". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova. "E questo noi lo stiamo facendo -ha continuato Bernini- con degli investimenti importanti sulle infrastrutture di ricerca, perché i ricercatori seguono le infrastrutture di ricerca, sono come le rondini, seguono i progetti di ricerca in qualsiasi parte del mondo. Noi stiamo investendo tanto capitale, abbiamo cominciato con 11 miliardi, parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza e parte di fondi nostri, domestici, proprio in infrastrutture di ricerca su temi molto innovativi, come il supercalcolo, le tecnologie quantistiche, la mobilità sostenibile, i farmaci a tecnologia Rna, quindi life science, biofarma, agritec, agricoltura tecnologica, subacquea, biodiversità, contrasto alla perdita di biodiversità". Secondo Bernini, "questi sono i temi del futuro e solo creando infrastrutture che studiano, elaborano e creano comunità scientifica intorno ai temi del futuro si consente ai ricercatori di tornare, si dà loro una ragione per tornare", ha concluso il ministro. Sulla distanza tra mondo della formazione e mondo del lavoro, e su come agire "non esiste una ricetta magica. Quello che noi stiamo cercando di fare è prima di tutto lavorare sull'orientamento, il più precocemente possibile. Fare orientamento a partire dalla scuola, a un livello, il più precoce possibile, spiegando che cosa sono le nuove tecnologie, come possono essere utilizzate, come ci si può formare sulle discipline scientifiche, su quelle umanistiche, dando loro la possibilità di identificare da subito un'idea, quantomeno un'idea di percorso. Poi, ed è fondamentale, interfacciarsi con i territori e con le imprese, con le imprese intese in senso lato, cioè con tutti i potenziali destinatari del lavoro, del capitale umano che noi stiamo formando". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova. Secondo il ministro, "quindi, quello che l'università deve fare, e sta facendo, ma che forse non ha fatto abbastanza in passato, è quello di formare la qualità della propria offerta sulla base della richiesta del mercato del lavoro, del mercato di un'impresa che sta crescendo moltissimo sotto il profilo tecnologico e innovativo. Fare, quanto possibile, una combinazione, un collegamento tra quello che si sta studiando e quello che il mercato del lavoro chiede", ha sottolineato. E per Bernini "poi ci sono discipline umanistiche che non hanno un mercato del lavoro, quello è un altro tema, però anche su quelle si applicano nuove tecnologie: la papirologia, per esempio, disciplina umanistica per definizione, o l'archeologia, sono stati stravolti dall'intelligenza artificiale, dalle nuove tecnologie". "Quindi anche su quello bisogna creare un contenuto di offerta formativa che sia sempre agganciato al principio di realtà e soprattutto sufficientemente flessibile per governare i processi di cambiamento, accompagnare e governare i processi di cambiamento, che sono velocissimi", ha concluso il ministro. GenL è un bellissimo progetto che abbiamo fatto insieme al Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, che ringrazio, perché ha proposto a tutti i livelli la gamification, cioè il learning by gaming, che è molto interessante perché giocando, divertendosi, si creano dei percorsi formativi che rimangono più impressi nella memoria. A tutti i livelli, partendo dalla legalità fino alla sicurezza sul lavoro, possono essere applicati a qualsiasi ambito. Noi puntiamo e investiamo moltissimo su questo, non solamente come università, ma anche a livello di formazione superiore, di formazione tecnica, professionale, perché abbiamo visto che il modello funziona. Diverte, funziona e crea una cultura della legalità e del lavoro orientata nella direzione giusta". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova.
(Adnkronos) - "Oggi Venezia si propone come un cluster della conoscenza, una costellazione di imprese, istituzioni e saperi interconnessi. Questo cluster, in fondo, rappresenta la sublimazione di ciò che Venezia è sempre stata: un faro di civiltà, un crocevia di intelligenze. Oggi può tornare ad esserlo, declinando la modernità attraverso università, laboratori, brevetti, cultura e scienza. Una città che non si arrende alla monocultura turistica, ma che si reinventa come capitale globale del sapere sostenibile, in grado di ispirare il mondo con il proprio esempio". Così Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Vsf) in apertura al primo convegno della Biennale della Sostenibilità 2025, intitolato 'Ricerca, Formazione, Innovazione. Verso un cluster della conoscenza a Venezia', tenutosi all’Arsenale di Venezia. "Tutto questo prende forma anche attraverso la nostra collaborazione con la Biennale, con la quale sono nate la Biennale della Sostenibilità e il padiglione Intelligent Venice, una sorta di autobiografia collettiva della città lunga 1600 anni, per immaginare il futuro, partendo dalla sua grande storia - ha detto - Attraverso le sue attività, Vsf genera soft power, attrae investimenti sostenibili e aggrega realtà diverse in una visione condivisa. È un attore chiave nel rendere Venezia un laboratorio vivente di innovazione e cultura, capace di ispirare il futuro partendo dalle sue radici millenarie".