(Adnkronos) - La lettura più immediata è spesso quella sbagliata. L’elezione di un papa americano, Leone XIV, Robert Francis Prevost, può essere superficialmente considerata un altro passo verso un mondo assoggettato agli interessi degli Stati Uniti, che in questa fase coincidono con gli interessi personali di Donald Trump. Basta però andare leggermente oltre, guardando alla storia e al profilo del nuovo Pontefice, per trovare elementi sufficienti a capovolgere il senso dell’affinità geografica. Prevost può diventare un alleato dell’Europa, se non in chiave esplicitamente anti-Trump sicuramente nel riequilibrare le spinte Maga e ricostruire un dialogo tra America ed Europa. Se c’è un tratto che più degli altri mette d’accordo le prime analisi sul nuovo Pontificato è la volontà che si attribuisce a Leone XIV di unire e rimuovere confini, nella Chiesa e, come conseguenza, nel mondo. In questo senso, in questa accezione, è sicuramente un papa anti-trumpiano. Basta pensare al tema delle migrazioni e al passato missionario di Prevost, alla costruzione di ponti evocata nelle sue prime parole da Papa. Prevost visto dall’Europa è un Papa di Chicago, poliglotta e missionario. È un papa americano ma è espressione di un’America diversa da quella di Trump. È stato scelto anche per questo, l’unico americano possibile proprio perché tutt’altro che trumpiano. Dalla dichiarazione congiunta di Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue, e del presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, vale la pena evidenziare questo messaggio: “Ogni giorno milioni di europei traggono ispirazione dal persistente impegno della Chiesa a favore della pace, della dignità umana e della comprensione reciproca tra le nazioni. Siamo fiduciosi che Papa Leone XIV utilizzerà la sua voce sulla scena mondiale per promuovere questi valori condivisi e incoraggiare l'unità nel perseguimento di un mondo più giusto e compassionevole”. Un mondo diverso da quello che ha in testa il presidente degli Stati Uniti. Trump non ha potuto che prendere atto della scelta del conclave con parole di circostanza. "È un tale onore rendersi conto che è il primo Papa americano. Che emozione e che grande onore per il nostro Paese. Non vedo l'ora di incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo!", ha scritto su Truth. Ma l’ala dura del movimento Maga non si è mostrata altrettanto entusiasta. L’ex stratega del presidente, Steve Bannon, ha parlato esplicitamente di Leone XIV come un "papa anti-Trump" e come "la peggior scelta per i cattolici Maga". L'elezione di Prevost è stata criticata anche da Laura Loomer, l'influencer cospirazionista di estrema destra molto ascoltata dal presidente americano: "E' anti-Trump, anti-MAGA, a favore delle frontiere aperte ed è un marxista convinto come Papa Francesco. I cattolici non hanno nulla di buono da aspettarsi. Un'altra marionetta marxista in Vaticano", ha scritto sui social. La marionetta marxista è un’immagine tanto lontana da Prevost almeno quanto lo è la narrazione Maga dalla realtà. E Leone XIV farà il Papa e non il politico. Ma è un Pontefice che, a maggior ragione perché americano, potrà giocare un ruolo di mediazione che può aiutare l’Europa. (di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - "L'Italia sta perdendo giovani talenti e cervelli". A lanciare il grido d'allarme oggi allo Spazio Mastai - Palazzo dell’Informazione AdnKronos, in piazza Mastai 9, a Roma, Gianni Scaperrotta, ceo Nhrg, in occasione della presentazione della ricerca 'Talenti in fuga: un’emergenza da affrontare', che l’Osservatorio di Nhrg ha svolto per capire quali siano le motivazioni che spingono i giovani ad andare all’estero per trovare lavoro e realizzazione. "Stiamo andando - spiega - verso un invecchiamento lavorativo e i nostri giovani talentuosi, con un livello di istruzione alto, scelgono di andare a lavorare all'estero, con un impatto sulla nostra economia e sulla nostra previdenza". "Ciò che attrae il giovane - sottolinea - non è tanto lo stipendio, ma il fatto che all'estero le aziende mettono in primo piano, la meritocrazia e il rispetto del bilanciamento privato-lavoro. Per le nuove generazioni, infatti, il lavoro è importante, ma non è la cosa più importante. Stato, istituzione e imprese devono fare qualcosa per trattenere e agevolare i giovani a restare; siamo già in ritardo ma possiamo ancora fare qualcosa per far cambiare idea ai ragazzi prendendosene cura e formandoli". Daniela Spaziano, responsabile hr Nhrg, ricordando i risultati della ricerca afferma che "tra i fattori che spingono i giovani a trasferirsi all’estero, i più rilevanti sono la meritocrazia, l’opportunità di crescita professionale e uno stipendio più alto". "Tali risposte - osserva -rappresentano il 72% ed è coerente con il motivo di insoddisfazione del lavoro in Italia che è rappresentato dallo stipendio basso e scarse opportunità di crescita. Nella ricerca di lavoro il 62% dei giovani non ricevono risposte e le proposte economiche che ricevono sono per il 56% non completamente in linea con le aspettative o il percorso di studi. L’elemento che lega i giovani alle aziende italiane e al restare/tornare in Italia risiede nelle relazioni familiari e lavorative con i colleghi". "Le risposte alle domande aperte - illustra - confermano la schiacciante rilevanza che i giovani sono interessati ad un trasferimento all'estero al fine di trovare una migliore soddisfazione economica e di crescita professionale, nonché una qualità della vita che gli consenta di avere più tempo libero e più flessibilità. L'importanza dei legami affettivi, sia nella vita privata che lavorativa, resta l’elemento di maggior attaccamento al paese attuale, mentre non sono rilevate risposte di attaccamento al proprio Paese. Molto rilevante il dato dell’inefficacia delle aziende nel rispondere alle candidature dei giovani che in maggioranza rilevano la mancanza di risposte e di offerte non in linea con le proprie aspirazioni. A tal proposito i canali scelti per la quasi totalità del campione restano i portali di ricerca e i social". "I risultati emersi dall'Osservatorio Nhrg concordano con gli elementi di una ricerca che presenteremo tra 20 giorni. Siamo all'interno della più grande rivoluzione culturale e sociologica della storia dell'umanità. I giovani hanno una cognizione del tempo diversa da quella che avevamo noi. Dobbiamo fare uno sforzo per capirli in modo da far incontrare domanda e offerta di lavoro. I ragazzi cercano un ambiente di lavoro che li faccia realizzare non solo in campo professionale, ma anche rispetto ai propri progetti di vita". A dirlo oggi Agostino Di Maio, direttore generale Assolavoro, intervenendo alla presentazione della ricerca Nhrg 'Talenti in fuga: un’emergenza da affrontare'.
(Adnkronos) - Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, rinnova il suo impegno per l’educazione ambientale e scientifica con due nuovi appuntamenti degli Open Day dedicati a scuole e cittadini. Il 7 maggio sarà protagonista il Centro Ricerche Salazzurra all’Idroscalo, mentre l’8 maggio sarà la volta del Depuratore di Bresso-Niguarda. Attraverso questi appuntamenti, la green utility lombarda promuove comportamenti sostenibili e un uso più consapevole dell’acqua. Grazie a dimostrazioni pratiche, laboratori e visite guidate, studenti e cittadini potranno conoscere da vicino il percorso dell’acqua, dalla captazione al trattamento, fino al riutilizzo. Un’occasione per avvicinarsi ai temi della tutela delle risorse naturali, della circolarità e dell’innovazione applicata agli impianti idrici. Il primo appuntamento in programma è per mercoledì 7 maggio, a partire dalle 9.30, presso il Centro Ricerche Salazzurra. Situato all'interno del parco Idroscalo a Milano, ospita i laboratori dell'acqua potabile di Cap, che ogni anno analizzano migliaia di campioni per garantire l'assoluta sicurezza dell’acqua di rubinetto. Non solo: Salazzurra è un polo di ricerca all’avanguardia sulle nuove tecnologie legate alla risorsa idrica, all’ambiente e all’economia circolare. Il secondo appuntamento è previsto per giovedì 8 maggio, sempre a partire dalle 9.30, e avrà come protagonista l’impianto di Bresso-Niguarda. Con una superficie di 142.473,22mq, rappresenta uno dei depuratori più importanti e innovativi, sia per le tecnologie impiegate sia per le attività di sperimentazione in corso, come ad esempio la produzione di biometano dai fanghi di depurazione.