(Adnkronos) - Prima vandalizzati da ignoti, ora finiti nel mirino del Campidoglio e rimossi "perché violano le norme vigenti circa i contenuti etici delle pubblicità". La polemica sui manifesti 'promozionali' del dl sicurezza che la Lega aveva affisso a Roma si accende ancora di più. Ai salviniani, fieri delle misure introdotte con il decreto - la stretta sulle occupazioni delle case e sui furti nella metro e nelle stazioni - non va giù l'intervento del Comune di Roma, guidato dal dem Gualtieri. "Il Comune censura i manifesti della Lega sul Decreto sicurezza che, tra le altre cose, evidenziano le novità su sgomberi e scippi in metro", denuncia in una nota il partito di Matteo Salvini. Per i leghisti "si tratta di un evidente caso di bavaglio comunista, un attentato alla democrazia, un atto di arroganza, uno sfregio alla libertà di opinione, un attacco a chi lavora e ha pagato le affissioni". L'intervento del Comune era avvenuto con il carattere d'urgenza, nato - secondo quanto si legge nella richiesta del Campidoglio inviata alla società incaricata di rimuovere i manifesti - "a seguito di segnalazioni ricevute da cittadini, con le quali sono stati indicati manifesti recanti i seguenti messaggi: 'Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse' nel quale uno scippatore è rappresentato da una persona di etnia rom scortata da un agente di polizia all’interno di un vagone della metropolitana". E ancora "'Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore', nel quale gli occupanti sono individuati in una persona di colore, una di etnia rom e una persona 'alternativa'". Quanto basta al Campidoglio per far scattare la rimozione dei manifesti salviniani, ai sensi dell’art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, che vieta "l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche. Rimozione che fa deflagrare la polemica politica. Per il sottosegretario al ministero dell’Interno Nicola Molteni "quanto sta accadendo a Roma, con Gualtieri che tenta di oscurare i successi della Lega e di Matteo Salvini, è vergognoso e ha dell’incredibile. Una censura in piena regola verso le iniziative del decreto sicurezza per punire gli occupanti abusivi, le borseggiatrici e chi blocca le strade senza motivazione". Di "una censura a tutti gli effetti" parla anche il vicesegretario federale della Lega Claudio Durigon. "Cercare di mettere a tacere gli avversari politici con questi mezzucci subdoli -sottolinea- è contrario ai principi democratici su cui si fonda il nostro Paese". "Si tratta di censura - concorda il segretario regionale del Lazio della Lega, Davide Bordoni, interpellato dall'AdnKronos - i nostri consiglieri comunali presenteranno un’interrogazione e abbiamo dato mandato agli avvocati per un eventuale risarcimento dei danni". Agli attacchi leghisti arriva la replica 'tecnica' dal Campidoglio: "I manifesti della Lega sono stati rimossi perché violano le norme vigenti circa i contenuti etici delle pubblicità". Ovvero mostrerebbero stereotipi legati all'appartenenza etnica. "Si tratta di un atto adottato autonomamente dagli uffici competenti, a seguito di esposti pervenuti da cittadini: non si tratta dunque di censura, ma dell'applicazione puntuale delle norme vigenti", precisano dal Comune di Roma, che ricorda come sia "ovviamente possibile presentare formale ricorso contro la decisione o proseguire la campagna pubblicitaria, modificando i contenuti in modo da renderli conformi al Regolamento". Dal Partito democratico si fa sentire il senatore Francesco Verducci, vice presidente della commissione Antidiscriminazioni a Palazzo Madama. "Fa benissimo il Comune di Roma ad applicare il regolamento del Campidoglio in materia e a disporne la rimozione. Quei manifesti -conclude- sono una vergognosa campagna discriminatoria". La Lega però insiste: "Il Pd censura i manifesti della Lega sul decreto Sicurezza perché contengono immagini prodotte con l'IA. In pratica, la sinistra vieta sia le immagini reali che quelle artificiali. Tutto pur di nascondere la verità. Il partito democratico difende chi scippa, chi ruba, chi imbratta, chi occupa le case?". "Siamo di fronte a una violenza inaudita: partirà una massiccia campagna non solo a Roma ma in tutta Italia e verranno diffusi nuovi manifesti. E sono in produzione magliette ad hoc", avverte il Carroccio.
(Adnkronos) - “È una banalità dire che se non ci fossero saremmo tutti più contenti. Ma se verrà confermato, mi auguro nel più breve tempo possibile, quel 15 % che leggiamo oggi sui giornali, almeno avremmo una percentuale definita e le aziende comincerebbero a prendere le dovute contromisure su un dato certo. Togliere quel dazio occulto che è l’incertezza è pur sempre un inizio: basti pensare che proprio il clima di incertezza ha fatto registrare, solo a maggio, un calo delle nostre esportazioni del 6,6% verso il mercato Usa, che ricordiamolo, è il secondo mercato in assoluto e il primo extra Ue per un valore pari a 1,7 miliardi di euro per il macrosistema arredamento. E nel frattempo le importazioni dalla Cina sono aumentate in maniera preoccupante di un +28,3% nel periodo gennaio-aprile 2025”. Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “Quello americano è un mercato strategico per il nostro settore in cui perderemmo competitività, considerando che la ricaduta più diretta sarebbe sul consumatore finale americano che, seppur con una stima approssimativa, si troverebbe a pagare lo stesso prodotto il 6% in più", continua. "L’ottimale? Sicuramente no, ma pur sempre gestibile. Purtroppo, quello che potrebbe peggiorare davvero questa situazione già complessa, è la perdita di potere d'acquisto del dollaro verso l'euro, con una svalutazione che da inizio anno è arrivata al 13% e che potrebbe toccare il 20-25% nella primavera del 2026. Questo scenario sarebbe ben più grave dell’introduzione del dazio", conclude.
(Adnkronos) - “Per noi il welfare è una tradizione storica: siamo arrivati a questa decisione già nel primo dopoguerra grazie a coloro che mi hanno preceduto alla guida di A2a. Credo che sia un sintomo di responsabilità importante che ci siamo già assunti come Gruppo. Siamo la prima life company a presentare un piano di incentivazione per i nostri dipendenti e abbiamo un piano sulla genitorialità”. Sono le dichiarazioni di Roberto Tasca, presidente di A2a, in occasione dell’evento ‘WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’, organizzato da A2a per condividere una riflessione sui servizi di welfare, sui Premi di produttività e sul nuovo piano di azionariato diffuso, presentati a Milano. “In un momento in cui il Paese ha una serie di problemi di natura economica e sociale, dove gli stipendi sono bassi, noi vogliamo affrontare tali problematiche intervenendo a sostegno dei nostri dipendenti e della comunità nella quale siamo inseriti, con tutti i nostri limiti, ma con la consapevolezza di volerlo fare - spiega Tasca - Non è un caso che oggi vi sia la presenza dei sindaci di Milano e Brescia, le due città che rappresentano il controllo del nostro Gruppo. Credo sia un'unione perfetta di sforzi volti a intervenire su un problema concreto del nostro Paese”. “Il piano sulla genitorialità che abbiamo fatto consiste nel pagare chi fa figli all’interno della nostra life company, sostenendo da 1 a 18 anni il figlio: diamo 3250 euro al momento della nascita e diluiamo nel corso del tempo. Un piano varato per 12 anni - sottolinea - Abbiamo fatto questo per incentivare i nostri dipendenti. Infatti, regaliamo per tre anni il controvalore di 500 euro in azioni. Questo per far sì che chi lavora con noi si senta anche parte dei risultati economici e del comportamento che il titolo azionario ha sul mercato”. “Lo facciamo con un'assunzione di responsabilità: non è un vincolo, non è una legge o un decreto, è una testimonianza che vogliamo dare esattamente in questa direzione perché riteniamo che essere presenti in una comunità significhi anche farsi carico, in momenti particolari come questo, di questo tipo di responsabilità”, conclude il presidente di A2A.