(Adnkronos) - Rho ha vissuto una magica serata di grande musica: dal Teatro Roberto de Silva è partita la tournée italiana di Sir Antonio Pappano con un programma originale e innovativo dedicato alla musica francese e americana del '900, a partire da 'La création du monde', balletto del compositore francese Darius Milhaud, intriso di atmosfere jazz, ritmi caraibici e modulazioni blues. A seguire il concerto per pianoforte n. 2 di Saint-Saëns e le variazioni per pianoforte e orchestra su 'I Got Rhythm' (dal musical 'Girl Crazy') di Gershwin. Il concerto è organizzato dal Teatro Civico di Rho, con il sostegno di Fondazione Bracco e di Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco. "Per me che sono un’appassionata di musica, è una grande emozione essere accanto a Sir Antonio Pappano, Maestro carismatico e amato in tutto il mondo", ha commentato Diana Bracco incontrando i giornalisti con il Maestro Pappano. "Il pubblico, e in particolare i giovani, hanno molto apprezzato l’attenzione dedicata alla musica del 900 e all’influenza del Jazz sui compositori classici. Per me è importantissimo offrire ai ragazzi le chiavi per conoscere e amare la musica, che ha un valore sociale ed educativo incredibile. Fondazione Bracco e Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco sono molto impegnate su questo fronte". "Sono felicissimo di essere venuto per la prima volta a Rho con la Chamber Orchestra of Europe per inaugurare la nostra tournée italo-europea", ha detto il Maestro Pappano. "Il rapporto con questo complesso è una delle cose più importanti nella mia carriera come direttore: la musicalità, la gioia del fare musica e la tenacia di essere sempre più vicini alla visione di qualsiasi compositore sono una meraviglia. Il programma è molto particolare e molto divertente. Sono estasiato che il pianista francese Bertrand Chamayou sia il solista". "Il nostro Teatro Civico è particolarmente apprezzato per la sua acustica, tante orchestre ce lo invidiano – è il commento del Sindaco di Rho, Andrea Orlandi – Sono felice che grazie al supporto delle Fondazioni di Diana Bracco abbiamo potuto accogliere uno degli ensemble più affermati in campo internazionale insieme al maestro Pappano. I rhodensi amano la musica di qualità e non si sono lasciati sfuggire questo appuntamento." La costruzione del teatro è iniziata nel 2019, durante il secondo mandato del Sindaco di Rho Pietro Romano. La struttura è stata realizzata da Bracco Real Estate dove sorgeva lo stabilimento “DDS-Diana de Silva Cosmétiques”. L’ex area industriale, che dai primi del ‘900 fino agli anni ’90 ha ospitato industrie tessili e cosmetiche importanti (oltre alla DDS anche Chatillon e La Castellana), ritagliandosi un ruolo centrale nella vita del territorio, è rinata a nuova vita con un progetto di rigenerazione urbana del centro di Rho che prevede, oltre al teatro, la costruzione di immobili residenziali e altri servizi. Il teatro, progettato dallo studio Arassociati e inaugurato a novembre 2022, ha ridisegnato lo spazio urbano compreso tra le vie Castelli Fiorenza e Dante, affacciandosi sulla nuova piazza Enzo Jannacci. Un’ampia facciata in vetro caratterizza la struttura, che presenta un sistema di copertura a verde. Ideato con l’obiettivo di creare un luogo innovativo dedicato alla cultura, il teatro Roberto de Silva prevede spazi flessibili che possono accogliere, nel foyer e nella sala minore, mostre e convegni, mentre la sala principale ha una capienza variabile fino a un massimo di 450 posti a sedere, grazie alla possibilità di prevedere la presenza del pubblico anche nella zona prossima al palcoscenico, dotata di un sistema di acustica adattabile alle varie configurazioni. Anche la parte impiantistica è studiata e dimensionata in un’ottica di massimizzazione dell’efficienza energetica ed è sezionabile in base alle effettive esigenze di utilizzo.
(Adnkronos) - “L’alleanza fra generi e generazioni è un’alleanza molto attuale, da concretizzare e migliorare. L'idea dell’Inps è quella di aiutare sempre di più l'integrazione, di eliminare o ridurre maggiormente il divario occupazionale, anche e soprattutto a favore delle donne. Affinché questo avvenga, però, è necessario un nuovo patto con le imprese, in modo da migliorare l'integrazione e rendere sempre più fluido il rapporto tra uomini e donne, che ancor oggi presenta un divario occupazionale e generazionale”. Con queste dichiarazioni, il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, è intervenuto in occasione del panel intitolato ‘Approfondire e ispirare Pensioni, child penalty, gender pay gap. È possibile una nuova alleanza fra generi e generazioni?’, nel contesto della nona edizione italiana di Elle Active! 2024 ‘Il forum delle donne attive, 101 Modi per lavorare meglio’, la due giorni organizzata presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, in svolgimento fino a domani, con l’obiettivo di dar voce e spazio a chiunque desideri impegnarsi e avere un approccio attivo a favore di pari opportunità di genere e diversity in ambito lavorativo: donne e uomini di diverse generazioni ed esperienze, che con i propri atteggiamenti e comportamenti possono favorire o contrastare la diffusione di visioni stereotipate del femminile e del maschile. Fava ha poi spiegato come l’Italia si stia avvicinando alla riduzione del divario occupazionale e generazionale: “Con la legge di Bilancio del 2025 c'è una sensibilità a ridurre ulteriormente questo divario, andare incontro alle donne, agli uomini e alla famiglia, di modo che non ci siano compromissioni sul luogo di lavoro e sulla carriera professionale delle donne e al tempo stesso sia possibile mettere al mondo una famiglia felicemente e serenamente per tutti”.
(Adnkronos) - Come stanno affrontando la sfida della tutela della biodiversità le aziende italiane? Quali sono i problemi e le soluzioni disponibili? Risposte a questi cruciali interrogativi sono contenute nel rapporto "Biodiversity and the Private Sector in Italy: Trends, Policies, and Financial Instruments” presentato da Etifor, società di consulenza ambientale nata come spin off dell’Università di Padova, a Cali, in Colombia, dove si è da poco conclusa la Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (COP16) guidata dalle Nazioni Unite. Il report, realizzato in collaborazione con l'Università di Padova e con il supporto di Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, ASviS, B Lab Italy, Koinètica e Forum per la Finanza Sostenibile, analizza scenari, pratiche e strumenti a disposizione delle imprese per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità. I dati raccolti - si sottolinea in una nota - "offrono un quadro chiaro dello scenario attuale, evidenziando i rischi e le opportunità da affrontare in un panorama normativo e di mercato in rapida evoluzione. Il 25% delle aziende italiane valuta regolarmente il proprio impatto sulla biodiversità, mentre il 48% prevede di integrare strategie più avanzate che la includano entro i prossimi cinque anni. Direttive europee come la CSRD, da poco recepita nell’ordinamento italiano, obbligheranno circa 4.000 imprese ad adattare le proprie strategie per misurare, monitorare e rendicontare questi aspetti, con un effetto a cascata su tutte le PMI. Attualmente, il 33% delle aziende già rendiconta sulla biodiversità anche se solo il 19% segue gli Standard Europei (ESRS)". Come ha sottolineato Alessandro Leonardi, AD di Etifor “L’evidente aumento di consapevolezza in Italia e nel mondo è incoraggiante, tuttavia è necessaria un'azione più rapida e diffusa per integrare la biodiversità nelle strategie aziendali e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Le aziende che agiscono ora saranno meglio posizionate per adattarsi alle nuove normative e sfruttare le opportunità di mercato emergenti” . "La partecipazione dell'Unione come networking partner alla realizzazione di questo interessante rapporto riflette il nostro impegno e quello dei nostri Associati a promuovere un modello di produzione e approvvigionamento dell'olio di palma che sia rispettoso dell’ambiente, della biodiversità e delle comunità - osserva Mauro Fontana, Presidente dell'Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile - Le questioni ambientali e sociali legate alla filiera dell'olio di palma sono complesse. Serve un impegno congiunto e una stretta collaborazione tra tutte le parti coinvolte nella catena del valore per trovare soluzioni efficaci." Nella filiera dell’olio di palma è già da tempo in atto un cambio di rotta verso una produzione sostenibile e “climate-smart”. La protezione della biodiversità richiede un'ampia gamma di approcci, dalla tutela delle aree ad alto valore di conservazione (HCV) e alto valore di carbonio (HCS), alla gestione e al ripristino degli habitat, al monitoraggio delle specie e al coinvolgimento delle comunità locali e della supply chain. Requisiti a tutela della biodiversità e degli ecosistemi sono già previsti dallo standard di sostenibilità della Roundtable on Sustainable Palm Oil. I principi e i criteri RSPO (P&C), in base ai quali i produttori vengono sottoposti a verifica, comprendono diversi elementi rilevanti, incluso il divieto di deforestazione e incendi, la protezione e ripristino delle aree HCV e HCS, la riduzione dell'uso di pesticidi chimici e pratiche agronomiche sostenibili. I membri RSPO non coltivatori, sono soggetti ai requisiti di responsabilità condivisa e sono chiamati a sviluppare politiche sulla biodiversità che si applichino a tutti i loro fornitori valutandone l’aderenza e ad aiutare gli smallholder ad implementare le migliori pratiche. Nuovi modelli di piantagioni sostenibili basati su agroforestazione e agricoltura rigenerativa stanno emergendo come risposta alle sfide ambientali e sono diversi i progetti di sviluppo di soluzioni basate sulla natura (NbS) portati avanti in partenariato da aziende del settore con il supporto della comunità scientifica e di organizzazioni non governative. "Come sottolinea il rapporto di Etifor - conclude Fontana - includere la biodiversità nelle strategie aziendali non è piu solo una questione di etica o adeguamento normativo, ma rappresenta una leva fondamentale per garantire la resilienza delle imprese e delle loro catene di approvvigionamento. Tuttavia, soprattutto in settori come il nostro, per investire risorse in certificazioni di filiera e soluzioni in grado di guidare la transizione globale verso un modello di sviluppo nature-positive è fondamentale la cooperazione tra pubblico e privato ed il supporto di adeguate risorse e strumenti finanziari. Preoccupa quindi dover constatare che, nonostante i risultati positivi conseguiti su alcuni importanti temi, la COP16 si sia conclusa con uno stallo sugli aspetti finanziari”.