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(Adnkronos) - Impossibile restare seri con Lillo Petrolo e Pietro Sermonti che, nell'intervista all'Adnkronos, tra battute e risate, svelano cosa aspettarsi dalla seconda stagione di 'Sono Lillo 2', dal 19 settembre su Prime Video. Diretta da Eros Puglielli e scritta da Lillo Petrolo, Matteo Menduni, Tommaso Renzoni e Matteo Calzolaio, la nuova stagione (prodotta da Lucky Red) racconta una nuova assurda avventura. Grazie a Posaman, il supereroe più supereroe di sempre, Lillo gode ormai di enorme popolarità. Ma sul set americano del suo prossimo film, scopre che Sergio ha ceduto tutti i suoi diritti d'immagine per un kolossal su Posaman supereroe camorrista. Disperato, cercherà in tutti i modi di svincolarsi dal film che finirebbe per distruggere la sua carriera. A complicare le cose si aggiungeranno problemi di identità e di cuore con il ritorno di Marzia dal Giappone, maledizioni e varchi dimensionali. Nel cast anche Marco Marzocca, Cristiano Caccamo e Paolo Calabresi. Si aggiungono tante guest star come Maccio Capatonda, Nino Frassica, Max Angioni, Brenda Lodigiani, Herbert Ballerina, Giovanni Vernia, Yoko Yamada, con la partecipazione straordinaria del Mago Silvan. (di Lucrezia Leombruni)
(Adnkronos) - Secondo le informazioni contenute nella Banca dati dell’Istat sulla disabilità, nel 2021, solo il 33,5% delle persone con gravi limitazioni, nella fascia d’età 15-64 anni, risultava occupata, a fronte di una percentuale del 60,2% delle persone senza limitazioni e del 56% di quelle con limitazioni non gravi. Di contro, risulta molto elevata la quota di persone alla ricerca di un’occupazione: sono il 18,7% tra quanti presentano gravi limitazioni, a fronte del 12,9% di quanti non ne hanno e del 14,3% di quelli che ne hanno di lievi. Un dato questo che evidenzia le forti difficoltà che le persone con gravi disabilità ancora incontrano nell’accesso all’occupazione. Tra quanti non lavorano, l’11,4% è inabile a svolgere un’attività lavorativa, il 16,3% è casalinga, il 5,4% ritirato dal lavoro, mentre il 15,4% è ancora impegnato in percorsi di studio o si trova in altra condizione. Emerge dall'approfondimento realizzato dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, diffuso oggi in occasione dell'accordo siglato oggi dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e dall’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas nazionale Aps). Nel corso degli anni, si è assistito a un progressivo aumento della domanda di partecipazione al lavoro da parte delle persone con disabilità gravi, sebbene a questo non abbia corrisposto un pari incremento delle opportunità occupazionali. A partire dal 2009, primo anno disponibile nella serie storica fornita dall’Istat, il tasso di partecipazione, dato dalla somma tra quota di occupati e persone in cerca di occupazione è progressivamente aumentato passando dal 43,7% al 52,2% del 2022, per un incremento di quasi 10 punti. Ad aumentare è stata la percentuale di persone in cerca di occupazione, passata dal 13,8% del 2009 al 18,7% del 2022, mentre la quota di occupati è aumentata dal 29,9% del 2009 al 33,5% del 2022. L’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è condizionato da una serie di fattori che attengono ai livelli formativi, alle caratteristiche delle attività che devono essere svolte, all’organizzazione dei contesti di lavoro, che dovrebbero garantire l’inclusione dei lavoratori con disabilità gravi, tramite l’eliminazione di tutte quelle barriere – fisiche, relazionali, comunicative – che rendono difficile, talvolta impossibile, l’integrazione. Sotto il profilo formativo, negli ultimi anni sono stati compiuti molti passi in avanti. Se si osserva infatti la distribuzione delle persone con limitazioni gravi nello svolgimento delle attività quotidiane, emerge nell’ultimo decennio, un netto incremento dei livelli medi di istruzione. Tra le persone di 25-44 anni, la quota di quanti posseggono un diploma di scuola superiore o di laurea è passata dal 40% del 2011 al 61,6% del 2021, mentre tra i 45-64 anni, l’incremento è stato più contenuto, ma significativo, dal 23,8% al 39,7%. Il rafforzamento dei percorsi di inclusione scolastica delle persone con disabilità dovrebbe favorire anche la facilitazione di quelli lavorativi, considerato che ad oggi, una quota ancora considerevole di occupati con disabilità gravi, ha al massimo la licenza di scuola media (39,5% contro il 26,1% delle persone che non presentano limitazioni); il 41,8% ha un diploma e solo il 18,7% una laurea (contro una percentuale del 26,4% tra gli occupati che non presentano alcun tipo di limitazione). Tali caratteristiche si riverberano direttamente sulla tipologia di occupazione. Tra gli occupati con limitazioni gravi si riscontra una maggiore presenza nelle professioni a più bassa qualificazione (lavoratore in proprio, coadiuvante, collaboratore): vi è occupato il 13,6% contro l’11,7% delle persone senza limitazioni. Risulta invece più bassa la quota di occupati ai vertici della piramide professionale, come dirigenti, professionisti, quadri, pari al 15,6% tra le persone con disabilità gravi e 18,1% tra quelle senza limitazioni. Peraltro, malgrado negli anni si sia assistito a una significativa elevazione dei livelli di istruzione delle persone con disabilità, a questa non sembra aver corrisposto un uguale miglioramento nella collocazione occupazionale. Tra il 2012 e il 2022 infatti, a fronte di un aumento di quanti svolgono una funzione a livello impiegatizio e intermedio (dal 29,3% al 37,5%), si evidenzia una contrazione di quanti lavorano in proprio (dal 19,7% al 13,6%) e coloro che occupano una posizione altamente qualificata, come dirigenti, professionisti e quadri, la cui incidenza passa dal 17,4% al 15,6%. L’idea, guardando i pochi dati a disposizione, è che il percorso di inclusione lavorativa per le persone con disabilità presenti ancora ampi margini di miglioramento, malgrado alcuni progressi riscontrati negli ultimi anni. Tra gli occupati che presentano limitazioni gravi, solo il 14,3% si dichiara molto soddisfatto del proprio lavoro (tra quanti non hanno limitazioni la percentuale è del 17,7%) mentre il 30,6% afferma di esserlo poco (22,2%) o per nulla (8,4%). Tale dato colpisce non solo per la differenza rispetto alle persone che presentano limitazioni non gravi (si dichiara poco o nulla soddisfatto il 24,1%) o che sono senza limitazione (18,4%) ma soprattutto perché segnala gli evidenti limiti dei processi di collocamento occupazionale che oggi interessano tale gruppo di lavoratori. E' indicativo da questo punto di vista, che tra i laureati, dove si riscontra il livello più alto di soddisfazione (si dichiara molto soddisfatto il 17,6% contro il 16,6% dei diplomati e il 10,4% di quanti hanno al massimo la licenza media) ci sia anche la maggiore incidenza di insoddisfatti, pari al 31,2%. Questa risulta quasi doppia rispetto ai laureati che non hanno alcun tipo di limitazione (solo il 16,3% si dichiara poco o per nulla soddisfatto del proprio lavoro), a conferma di come le difficoltà di collocamento al 'posto giusto' risultino ancora più elevate proprio tra coloro che hanno maggiormente investito in percorsi formativi di qualità, e che più scontano la delusione di una collocazione occupazionale non adeguata o non in linea con il percorso formativo intrapreso. Guardando invece al gruppo professionale, è ai livelli più bassi di qualificazione che si riscontra la maggiore insoddisfazione, mentre all’aumentare del livello professionale, cresce la soddisfazione per il proprio lavoro e diminuiscono, in parte, le criticità: anche tra dirigenti e professionisti, resta elevata la percentuale di persone con gravi limitazioni che dichiara bassa o nulla soddisfazione per il proprio lavoro (27,7%). Su dieci persone con disabilità gravi tra i 15 e i 64 anni, almeno 2 sono alla ricerca di un lavoro. Si tratta di una platea concentrata principalmente al Sud e nelle isole, dove risiede il 46% delle persone in cerca di lavoro; il 21,2% è al Centro e il 32,8% al Nord Italia. Con riferimento al titolo di studio, la gran parte (57,6%) delle persone con limitazioni gravi in cerca di lavoro ha al massimo la licenza di scuola media, mentre il 35%, ha conseguito un diploma di scuola secondaria. Il 7,4% delle persone in cerca ha una laurea. A distinguere le persone con disabilità alla ricerca di lavoro è soprattutto l’età. Tendenzialmente, sia tra quanti presentano limitazioni gravi che meno gravi, si riscontra un’incidenza maggiore di 'over44': sono circa il 62% del totale, la componente di gran lunga maggioritaria, mentre solo il 38% ha meno di 45 anni.
(Adnkronos) - Una nuova rete di imprese per la fornitura di prestazioni di information technology nell’ambito della gestione del servizio idrico integrato. A siglare l’accordo, sono state tre aziende protagoniste del panorama lombardo, tutte facenti parte di Water Alliance: Alfa, che gestisce il servizio idrico nella Provincia di Varese, BrianzAcque, il gestore unico della Provincia di Monza e della Brianza, e Gruppo CAP, la utility pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Per lo svolgimento dei servizi, la nuova rete, che è partita formalmente lo scorso 5 settembre, si avvarrà della business unit “Digital Hub”, costituita dal personale dedicato delle strutture di IT delle 3 società, che sarà diretto e coordinato dal Direttore di Business Unit Michele Tessera. Inoltre, le tre aziende intraprenderanno un percorso di studio e analisi tecnico e gestionale per la costituzione di una new-co a supporto dell’innovazione digitale del settore idrico nel panorama italiano. La nuova società, che si prevede sarà costituita e operativa entro la fine del 2025, potrà essere partecipata anche da altri gestori del servizio idrico integrato lombardo che manifesteranno il proprio interesse a partecipare al nuovo progetto. La nuova rete nasce quindi nell’ottica di creare sinergie industriali per lo sviluppo di economie di scala, per il miglioramento della qualità del servizio e per potenziare e incrementare gli investimenti ed è il risultato di un percorso comune delle tre aziende, che da oggi condivideranno la strumentazione tecnica ed operativa, coordinando le risorse disponibili sotto il cappello di un'unica struttura organizzativa che eseguirà le attività inerenti al settore dell’Information Technology. Comuni anche gli obiettivi strategici: innanzitutto Alfa, BrianzAcque e Gruppo CAP saranno impegnate a favorire le sinergie per l’ottimizzazione delle strutture del servizio idrico integrato. I tre gestori svilupperanno, poi, soluzioni applicative e piattaforme tecnologiche in ambito IT che potranno essere messe a disposizione anche di altri gestori del ciclo idrico integrato e non solo. Non ultimo, le tre aziende opereranno per garantire la sicurezza informatica da attacchi esterni di dati e applicazioni IT, ma anche quella delle reti di distribuzione di acquedotto delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, attraverso processi condivisi e grazie all’utilizzo di SOC (Security Operation Center) centralizzati e territoriali, per mantenere e sviluppare un grado elevato di sicurezza perimetrale, interno ed esterno e monitorare costantemente i rischi derivanti da cyber attacchi. “Collaborare e fare rete tra le aziende che operano nel settore idrico è da sempre un obiettivo che Alfa persegue – dice Paolo Mazzucchelli, Presidente di Alfa Srl – perché siamo consapevoli dell’importanza che tali sinergie possono avere per lo sviluppo e il miglioramento delle nostre attività. Questo a maggior ragione in un settore così dinamico e in continua evoluzione quale è quello del digitale. Come sempre, l’obiettivo è elevare gli standard qualitativi del nostro servizio a favore dei cittadini e del territorio nel quale ogni nostra azienda opera”. "Diamo concretezza a un impegno comune: quello di lavorare su un binario unico per essere veri innovatori al servizio dei nostri territori – sottolinea Enrico Boerci, presidente e ad di BrianzAcque – nell’era dell’intelligenza artificiale, per le aziende pubbliche dell’idrico è ancor più strategico far gioco di squadra e trovare sinergie concrete in un ambito così determinante per il futuro delle comunità. Investire su applicazioni tecnologiche avanzate, su piattaforme sempre più accessibili e di facile intuizione, significa creare un canale diretto per misurarsi con le esigenze dei cittadini. Senza dimenticare quanto oggi siano importanti sicurezza e monitoraggio continuo dei dati che vengono raccolti e usati, anche per questo prevenzione e protezione risultano quanto mai di primaria importanza per le nostre società. Facciamo convintamente rete e, al tempo stesso, apriamo a nuove future partecipazioni perché siamo certi che la crescita condivisa sia la chiave dello sviluppo in ogni campo, compreso, in questo caso, quello dell’information technology”. “Insieme ad Alfa e BrianzAcque ci siamo posti obiettivi ambiziosi – spiega Yuri Santagostino, presidente di Gruppo CAP – uniformando le procedure e condividendo le nostre conoscenze potremo rafforzare la comune capacità di innovare e di cogliere i futuri trend tecnologici e favorire la crescita professionale delle nostre persone, a beneficio di tutto il territorio. Ci impegniamo con l’obiettivo di creare un hub di innovazione a livello nazionale, in grado di competere con le migliori esperienze italiane e internazionali, e che ci permetta di rendere concreta la rivoluzione digitale del servizio idrico che è fondamentale per affrontare le sfide che la crisi climatica ha posto di fronte a tutti gli operatori e ai Paesi europei”.