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(Adnkronos) - Giallo in Juventus-Udinese, match di Coppa Italia vinto 2-0 dai torinesi. Durante il primo tempo della sfida di oggi, martedì 2 dicembre, all'Allianz Stadium è stato annullato un gol a Jonathan David per fuorigioco, ma i dubbi restano. Succede tutto al 33', quando l'attaccante canadese si allarga sul lato sinistro dell'area piccola e firma un gran gol calciando praticamente dalla linea di fondo, battendo Sava sotto la traversa. Immediato l'intervento del direttore di gara Fourneau che annulla per fuorigioco. Dopo un rapido check del Var, l'arbitro conferma la sua decisione e il gioco riprende con calcio di punizione per l'Udinese. I dubbi però emergono quando viene mostrata la grafica del fuorigioco di David. La linea infatti sembra tracciata prendendo in considerazione Bertola al centro dell'area, ma tralasciando, in basso sulla sinistra, Palma (autore dell'autorete dell'1-0). Il difensore friulano a una prima occhiata superficiale sembrerebbe tenere in gioco David e la sua posizione non sarebbe stata ravvisata né dall'arbitro né tantomeno dal Var, che avrebbe quindi tirato la linea del fuorigioco sul difensore sbagliato. A guardare bene, Palma si piazza nella stessa posizione dove si trovava, nel settembre 2022, Antonio Candreva. In una delle sviste più clamorose dell'epoca Var, l'allora attaccante della Salernitana teneva in gioco Bonucci, che aveva segnato il gol del 3-2 contro la Salernitana, annullato poi proprio per fuorigioco. Le telecamere svelarono un vero e proprio punto cieco del Var all'Allianz Stadium, che non aveva a disposizione le immagini che arrivavano nei pressi della bandierina, proprio dove c'era Candreva.
(Adnkronos) - Amazon annuncia la riconversione del suo centro di distribuzione di Castel San Giovanni (Piacenza) - il primo aperto in Italia nel 2011 - nel primo centro dell’azienda dedicato ai resi dei clienti nel Paese. La trasformazione di questo hub, specializzato nella gestione dei resi di prodotti di piccole dimensioni, rappresenta una tappa significativa nell’impegno di Amazon verso una gestione responsabile delle risorse. Il progetto ha permesso di rinnovare e riconfigurare il centro - che in precedenza utilizzava tecnologie ormai obsolete rispetto a quelle adottate negli altri siti Amazon nel Paese - introducendo un modello tecnologicamente avanzato e confermando il ruolo strategico del sito all’interno della rete logistica europea di Amazon. Il centro, che occupa 1.300 dipendenti a tempo indeterminato, continuerà a rappresentare un punto di riferimento per l’innovazione dei processi e la valorizzazione dei talenti del territorio piacentino, grazie anche ai nuovi percorsi di formazione interna avviati per ampliare le competenze sui flussi di gestione e controllo qualità dei prodotti restituiti. “Castel San Giovanni è stato il punto di partenza dell’avventura logistica di Amazon in Italia. La sua conversione in centro europeo per i resi dei clienti è un segno concreto del nostro impegno verso un modello di business più efficiente e attento alle persone. È un investimento che valorizza le competenze dei nostri dipendenti e rafforza la presenza di Amazon nel territorio piacentino” ha commentato il responsabile del centro, Fabio Procopio. Amazon offre a tutti i dipendenti uno stipendio tra i più competitivi del settore. Infatti, a partire dal primo gennaio 2025, la retribuzione lorda mensile degli operatori di magazzino neoassunti è aumentata a 1.876 euro. In conseguenza a questa iniziativa, le retribuzioni dei dipendenti neoassunti sono dell’8% più alte rispetto alla retribuzione minima determinata dal Ccnl logistica e trasporto. A ciò si aggiungono benefit quali assicurazioni sanitarie e cure mediche private, sconti sugli acquisti su Amazon.it e buoni pasto per tutti i dipendenti. Competenze, background professionali, attitudini, passioni e talenti completamente diversi tra loro si incontrano ogni giorno, in un confronto costante e un’apertura al dialogo che rappresentano un fattore chiave per creare quell’ambiente lavorativo sicuro, moderno e inclusivo in cui innovare. Tra tutte le divisioni aziendali (operations, customer service, retail, alexa e aws) Amazon conta circa 400 tipologie di lavoro diversi, a loro volta suddivisi in circa 70 famiglie, che raggruppano ruoli simili, rivolgendosi a persone con ogni livello di esperienza, istruzione, background e professionalità, siano essi profili principianti o più esperti: dai magazzinieri agli ingegneri, dagli sviluppatori di software ai linguisti e agli esperti del settore dell’intrattenimento. Dal suo arrivo in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre 25 miliardi di euro, di cui più di 4 miliardi solo nel 2024. L'azienda si conferma come uno dei principali creatori di posti di lavoro del Paese con oltre 19.000 dipendenti assunti a tempo indeterminato a cui offre opportunità di carriera stabili e ben remunerate, uno stipendio di ingresso tra i più alti del settore e numerosi benefit che includono sconti sugli acquisti su Amazon.it e un'assicurazione sanitaria integrativa. Nei suoi oltre sessanta siti logistici situati in tutto il Paese, Amazon offre opportunità di crescita professionale in una varietà di ruoli, dagli operatori di magazzino ai responsabili di reparto, dai tecnici della manutenzione alle posizioni nelle risorse umane, nella sicurezza, nell'It e nel team che gestisce gli ordini dei clienti. Amazon offre ai propri dipendenti ulteriori opportunità, come l'innovativo programma Career choice che copre fino al 100% del costo delle tasse scolastiche e dei libri di testo per coloro che desiderano specializzarsi in un settore specifico frequentando corsi professionali.
(Adnkronos) - Uno strumento avanzato per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle imprese italiane con 250 dataset relativi ai settori come allevamento, frutta, legumi e olio d’oliva ma anche fonderie d’alluminio, carta tissue e cartongesso. È uno dei risultati degli studi del Gruppo di ricerca Grins dedicato alla sostenibilità delle imprese e coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dall’Università Bocconi. (VIDEO) I team di lavoro, che hanno visto oltre 100 ricercatori del partenariato Grins impegnati in tre anni di progetto Pnrr, iniziano a presentare i risultati per identificare, misurare e valutare le strategie aziendali e le azioni necessarie per affrontare le sfide della sostenibilità, con particolare attenzione agli aspetti ambientali e ai percorsi verso l’economia circolare. “Abbiamo adottato un approccio olistico e multidisciplinare, combinando la prospettiva della finanza sostenibile con quella dei processi produttivi e gestionali a livello d’impresa e integrando al tempo stesso le dimensioni del consumo, dei prodotti e delle catene globali del valore, fino alla gestione del fine vita dei beni - spiega Marco Frey, professore ordinario della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore del gruppo di ricerca Grins - L’attività ha portato alla creazione di due strumenti principali: database e configuratori. I database sviluppati riguardano dati di survey sulle abitudini e le scelte ‘green’ dei consumatori, come essi reagiscano a messaggi social e digitali di imprese che comunicano il loro impegno verso la sostenibilità e dataset di inventario dei principali settori produttivi italiani”. In particolare, i dataset di inventario (Life Cycle Inventory - Lci) nazionali e regionali riguardano i principali sistemi produttivi italiani, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza nella gestione circolare delle risorse lungo l’intera catena del valore. Si sono analizzati gli impatti ambientali di filiere strategiche come quella agroalimentare (allevamento, frutta, legumi, olio d’oliva) e industriale (fonderie di alluminio e carta tissue), promuovendo modelli di simbiosi industriale e soluzioni innovative e sostenibili. L’inventario, sviluppato secondo la metodologia Life Cycle Assessment (Lca) e integrato con sistemi Gis, raccoglie dati da fonti statistiche, monitoraggi territoriali e indagini dirette, fornendo così solide fondamenta su cui prendere delle direzioni più mirate e con minor rischi. Conforme agli standard dell’International Reference Life Cycle Data System (Ilcd) del Jrc, il database sarà ospitato sulla piattaforma Amelia di Grins e includerà oltre 250 dataset relativi ai settori analizzati, offrendo uno strumento avanzato per misurare e ridurre l’impatto ambientale delle imprese italiane. Un secondo filone strategico di ricerca e analisi riguarda l’impatto ambientale delle filiere e la valutazione della sostenibilità e resilienza delle Pmi italiane rispetto ai cambiamenti climatici. Su questo tema si è concentrato un team di lavoro composto da 30 ricercatori di cinque università italiane partners - Torino, Bologna, Ca’ Foscari Venezia, Roma Tor Vergata e Sant’Anna Pisa - insieme al Centro di ricerca Unioncamere Guglielmo Tagliacarne, coordinato da Vera Palea, Università di Torino. L’ampia indagine esamina il livello di percezione del rischio climatico, il grado di preparazione organizzativa e l’accesso ai finanziamenti verdi delle Pmi italiane, fornendo un quadro dettagliato delle dinamiche in atto. Ha coinvolto 9.630 imprese non quotate in 5 regioni (Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Lazio e Toscana), con attenzione al periodo 2021–2026, considerando anche gli investimenti previsti. I risultati delineano quattro profili di impresa: dalle ‘attendiste’, che non hanno ancora avviato investimenti di mitigazione, alle ‘proattive’, già impegnate nel percorso verso la sostenibilità. Colpisce il dato sulla percezione del rischio che evidenzia la scarsa consapevolezza: circa il 53% delle imprese ritiene che il cambiamento climatico non incida significativamente sulle proprie attività e il 45% rientra tra le aziende attendiste. Solo il 13% ha investito per ridurre il rischio fisico acuto, anche in aree colpite da eventi estremi come l’Emilia-Romagna. Gli interventi più diffusi sono di tipo protettivo - come le polizze assicurative - più che trasformativo. Circa il 25% delle imprese ha invece avviato investimenti di mitigazione, orientati alla riduzione delle emissioni. I risultati mostrano inoltre che le imprese più proattive sono anche quelle dotate di assetti organizzativi orientati alla sostenibilità: la presenza di un Csr manager, la redazione di un bilancio di sostenibilità, la formazione sui temi climatici e sulla normativa rilevante sono fattori determinanti. I risultati dell’indagine saranno disponibili in una dashboard interattiva all’interno della piattaforma Amelia di Grins, attualmente in fase di finalizzazione. La dashboard sarà accompagnata da uno strumento di benchmarking che consentirà alle imprese di confrontarsi con i propri pari per territorio o settore, valutando così il proprio posizionamento all’interno del sistema produttivo di riferimento. L’output di questo lavoro, assieme ai risultati dei gruppi di ricerca sui temi della finanza sostenibile e dell’innovazione circolare, è una delle attività strategiche di Grins. L’obiettivo è offrire una serie di servizi web-based per le Pmi italiane (Portale Imprese) per monitorare e accrescere la consapevolezza alla sostenibilità e fornire al contempo supporto al ministero dell'Economia e delle Finanze, al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica attraverso toolkit progettati per monitorare la sostenibilità territoriale nel tempo, con attenzione sia agli aspetti finanziari sia all'impatto materiale. “Oggi - sottolinea Vera Palea ordinaria di Economia Aziendale all’Università di Torino - siamo in grado di offrire un ulteriore configuratore che aiuta le imprese a valutare la propria capacità di adattarsi ai cambiamenti economici, ambientali e organizzativi. Il contesto sempre più competitivo crea infatti sfide complesse che solo con strumenti adeguati e una visione condivisa possiamo affrontare con successo”.