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(Adnkronos) - Tutto muscoli e niente cervello? Niente di più falso, almeno in base ad uno studio condotto su 1200 uomini e donne di mezza età e appena presentato a Chicago nel meeting annuale della Radiological Society of North America. La ricerca ha offerto una nuova chiave di lettura nell'analisi del rapporto tra collegamento tra la condizione fisica delle persone e la 'salute' del cervello. Come evidenzia il Washington Post, non è certo rivoluzionario affermare che l'esercizio fisico abbia effetti positivi sul cervello. Studi sui roditori, in particolare, hanno dimostrato che dopo l'esercizio fisico il cervello degli animali è ricco di una sostanza neurochimica identificata come 'fattore neurotrofico derivato dal cervello' o BDNF. Tale elemento contribuisce alla creazione di neuroni: dopo l'esercizio, il cervello dei roditori genera una quantità di cellule cerebrali due o tre volte superiore rispetto al cervello di animali sedentari. Gli animali che fanno esercizio fisico collezionano anche risultati migliori nei 'test d'intelligenza'. Altri studi hanno evidenziato che anche solo 25 minuti a settimana di camminata, bici, nuoto o attività simili possono essere strettamente correlati a un maggiore volume cerebrale nelle persone anziane. Camminare per appena 3.000 passi al giorno aiuta a rallentare il declino cognitivo nelle persone ad alto rischio di Alzheimer. La maggior parte di queste ricerche ha riguardato l'esercizio aerobico e gli effetti cerebrali delle attività basate sulla resistenza. Pochi studi si sono concentrati finora sul ruolo della massa muscolare e sull'incidenza del grasso corporeo, in particolare di quello viscerale, sulla funzionalità cerebrale. La ricerca più recente è stata condotta dagli scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis e di altre strutture: gli esperti hanno esaminato in profondità i tessuti e il cervello delle persone attraverso risonanze magnetiche. Si sono basati su scansioni total body di 1.164 uomini e donne sani di 40, 50 o 60 anni. "Per comprendere il rischio di demenza, dobbiamo concentrarci sulla mezza età", ha spiegato Cyrus Raji, professore associato di radiologia e neurologia presso la Washington University School of Medicine e autore senior dello studio. "È nella mezza età che in genere iniziamo a sviluppare – o a evitare – la maggior parte dei fattori di rischio comuni per la demenza successiva". Lo studio ha sfruttato l'intelligenza artificiale per analizzare le scansioni e determinare la massa muscolare totale e il grasso corporeo delle persone. Il grasso corporeo è stato caratterizzato come viscerale o sottocutaneo, individuato ad un livello più superficiale. I ricercatori hanno calcolato l'età apparente del cervello delle persone utilizzando algoritmi basati sugli esami eseguiti su decine di migliaia di altri cervelli: tali test hanno fornito parametri di riferimento per la struttura e il volume tipici del cervello di persone di qualsiasi età. I cervelli dall'aspetto più anziano vengono generalmente associati ad un rischio maggiore di declino cognitivo precoce. Gli scienziati hanno scoperto che la quantità di massa muscolare e di grasso viscerale delle persone sono elementi saldamente collegati all'età cerebrale apparente, sebbene in modi differenti. "Più grande è la massa muscolare, più giovane appare il cervello", ha sentenziato il professor Raji. "E più grasso viscerale è presente, più vecchio appare il cervello". Le persone con un rapporto tra grasso viscerale e massa muscolare particolarmente elevato – con un livello relativamente elevato di grasso viscerale e una bassa massa muscolare – tendono ad avere un cervello dall'aspetto più vecchio. Il grasso sottocutaneo, invece, non è stato in alcun modo collegato all'età cerebrale. Lo studio non ha esaminato il modo in cui muscolo e grasso influenzano il cervello, ma entrambi i tessuti rilasciano una varietà di sostanze biochimiche che possono raggiungere il cervello e innescare vari processi. In sintesi, le sostanze provenienti dai muscoli tendono a promuovere la creazione e l'integrazione di cellule cerebrali e connessioni neuronali. Quelle provenienti dal grasso viscerale svolgono un'azione opposta. Lo studio evidenzia che l'esercizio è "estremamente importante" per un sano invecchiamento cerebrale, ha detto ancora il professor Raji. La maggior parte delle persone inizia a a perdere massa muscolare nella mezza età, ma l'allenamento concentrato sulla forza può rallentare o addirittura invertire questo declino. Effetti positivi per il cervello derivano anche dalla perdita di grasso viscerale: all'obiettivo possono contribuire anche l'esercizio aerobico e farmaci dimagranti, che però potrebbero anche comportare perdita di massa muscolare. Il valore della ricerca, sottolinea il Washington Post, al momento è relativo. Lo studio non è stato pubblicato né sottoposto a revisione paritaria. Manca, in parole povere, un 'esperimento' in base al quale più muscoli e meno grasso addominale causino un invecchiamento cerebrale più lento, ma solo che queste condizioni sono collegate tra loro. I risultati ottenuti, in ogni caso, risultano in linea con quelli di altre ricerche. Il messaggio degli scienziati, al termine della ricerca, è elementare: chi vuole un cervello più giovane e sano, ha chiosato il professor Raji, "deve allenarsi con la forza".
(Adnkronos) - “In occasione del convegno ‘LaborDì’ promosso dalle Acli di Roma, volto a favorire l'inserimento delle giovani generazioni nel mondo del lavoro, il Santo Padre Leone XIV rivolge agli organizzatori, ai relatori e ai presenti tutti il beneaugurante saluto. Egli esprime apprezzamento per l'importante iniziativa e auspica che essa susciti il coinvolgimento di istituzioni, imprese, educatori e comunità per individuare percorsi di formazione per creare spazi dove i giovani possano essere protagonisti della loro vita ed esprimere appieno i talenti”. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in occasione dell’edizione 2025 dell’evento dedicato all’incontro tra giovani e mondo del lavoro, in svolgimento a Roma. "E’ necessario investire competenze tecniche ma anche in valori umani quali la creatività, solidarietà e la mutua cooperazione, perché il lavoro oltre a essere un mezzo necessario di sostentamento è anche luogo in cui la persona scopre la propria vocazione, cresce nella responsabilità e contribuisce al bene comune - prosegue il telegramma - il Sommo Pontefice, mentre assicura la sua preghiera affinchè l'evento sia momento fecondo di ascolto e di proposte concrete, capaci di accendere nuove luci sul futuro lavorativo della Capitale, di cuore invia la desiderata benedizione apostolica”.
(Adnkronos) - Al via una nuova era per la moda circolare con il riciclo dei capi in fibre miste. Radici InNova, la divisione di RadiciGroup dedicata alle attività di ricerca&innovazione, ha sviluppato un innovativo processo di riciclo basato su una tecnologia di dissoluzione selettiva in grado di trattare i rifiuti tessili misti - provenienti, ad esempio, da costumi da bagno, collant e pantacollant - e recuperare da essi le fibre di nylon e di fibra Lycra, rendendole poi disponibili per la realizzazione di nuovi capi di abbigliamento. La collaborazione con The Lycra Company e Triumph ha consentito di validare il processo utilizzando le fibre recuperate per la realizzazione di un coordinato intimo 100% riciclato. “Grazie a questo progetto, il tema del riciclo nel settore tessile entra in una nuova dimensione, dimostrando per la prima volta che è possibile recuperare fibre tessili da tessuti misti e riutilizzarle per la produzione di nuovi capi di abbigliamento. Si tratta di un’innovazione senza precedenti, che apre rivoluzionari scenari di sviluppo per l’industria tessile. Come RadiciGroup, siamo orgogliosi di aver ideato ed essere riusciti a raggiungere, insieme ai nostri partner, questo importante traguardo e siamo pronti a intraprendere i prossimi passi”, dichiara Stefano Alini, Ceo di Radici InNova. “Questo progetto innovativo mette in evidenza il ruolo che l’elastan può avere nel contribuire a far progredire la circolarità nell’industria dell’abbigliamento. Lavorando a stretto contatto con Radici InNova e Triumph, The Lycra Company ha dimostrato che le fibre di Lycra possono mantenere le loro prestazioni di elasticità e di capacità di recupero della forma originaria che le hanno rese note a livello mondiale, fornendo comfort, vestibilità e libertà di movimento, pur essendo reintegrate nel ciclo di filatura", commenta Nicholas Kurland, Product Development Director, Advanced Concepts di The LycraCompany. Il progetto ha inizio quattro anni fa, quando Radici InNova avvia lo studio di un processo per la dissoluzione e la separazione delle fibre tessili miste. Dopo la messa a punto iniziale del processo, i successivi test consentono di recuperare campioni di fibra Lycra da tessuti contenenti più materiali, campioni che vengono poi inviati a The Lycra Company per verificarne la riciclabilità. Si passa poi al caso concreto per dimostrare la fattibilità: Triumph mette a disposizione il proprio surplus di produzione, tessuto contenente il 16% di fibra Lycra. Da questo materiale, Radici InNova riesce a recuperare la fibra Lycra e il nylon. La fibra Lycra viene quindi rifilata da The Lycra Company, mentre RadiciGroup lavora il nylon riciclato trasformandolo in nuovo filato Renycle. Con questi filati riciclati (fibra Lycra e Renycle) viene realizzato un tessuto nero di 60 metri che Triumph utilizza per produrre un coordinato intimo - reggiseno e slip - dimostrando concretamente la possibilità di chiudere il ciclo di recupero (close loop): da scarto tessile a nuovo capo. Il risultato ad oggi raggiunto da Radici InNova, The Lycra Company e Triumph è da considerarsi come un prototipo (concept garment), pensato per dimostrare la fattibilità tecnica del riciclo di tessuti misti, in grado di porre le basi per sviluppare una sua successiva industrializzazione. “Pur essendo ancora nelle sue fasi iniziali, Triumph è orgogliosa di contribuire a questa iniziativa pionieristica e di esplorare il potenziale di questa innovativa tecnologia di riciclo per future applicazioni. Il nostro prossimo passo si concentrerà sulla creazione di una capsule collection, lavorando al contempo su soluzioni in grado di garantire l'identificazione del prodotto, la sua tracciabilità e i sistemi di circolarità, per far sì che i capi rimangano in uso il più a lungo possibile e, una volta giunti a fine vita, possano essere riciclati nel modo più appropriato. In Triumph, ci impegniamo a promuovere i principi di innovazione e collaborazione in materia di sostenibilità. Far parte di questo progetto rafforza la nostra convinzione che la circolarità dei capi di abbigliamento composti da fibre tessili miste sia possibile e siamo orgogliosi di contribuire a trasformare questa visione in realtà", dichiara Vera Galarza, Global Head of Sustainability Triumph.