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Da Venier a Conti, la tv ad Atreju: "Orgogliosi di essere nazional popolari"

(Adnkronos) - Da termine quasi dispregiativo a medaglia da appuntare con orgoglio sul petto. La televisione "nazionalpopolare" trova la sua più fiera difesa nelle parole dei suoi protagonisti, Mara Venier, Carlo Conti, Marco Liorni ed Ezio Greggio, ospiti ad Atreju per il ...

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Mutti (Centromarca): "Famiglie scelgono marca anche con minor potere d’acquisto"

(Adnkronos) - “La marca rappresenta oltre due terzi della quota di mercato in Italia, ma deve inevitabilmente fare i conti con la riduzione del potere d’acquisto avvenuta in modo particolare negli ultimi anni. Riteniamo che la crescita dei salari, la ripresa ...

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Agricoltura, Lollobrigida: "Premiare il talento dei giovani per rafforzare il futuro del settore"

(Adnkronos) - “Premiare il talento e la visione dei giovani significa rafforzare il futuro dell’agricoltura italiana”. Con questo messaggio inviato alla premiazione del Good Farmer Award il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha ...

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Da Venier a Conti, la tv ad Atreju: "Orgogliosi di essere nazional popolari"

(Adnkronos) - Da termine quasi dispregiativo a medaglia da appuntare con orgoglio sul petto. La televisione "nazionalpopolare" trova la sua più fiera difesa nelle parole dei suoi protagonisti, Mara Venier, Carlo Conti, Marco Liorni ed Ezio Greggio, ospiti ad Atreju per il panel "La televisione e la cultura nazionalpopolare in Italia". Un'occasione per rivendicare un ruolo che, secondo loro, significa soprattutto "essere nel cuore della gente", unire le generazioni e offrire conforto, specialmente nei momenti più difficili. A lanciare il tema è Mara Venier, che ricorda un aneddoto del passato per segnare la distanza con il presente. "Qualche anno fa, Pippo Baudo si offese moltissimo perché l'allora presidente Rai aveva classificato i suoi programmi come 'nazional-popolari'. La prese come un'offesa, ci fu una polemica che durò mesi", racconta la signora della domenica. "Ecco, io oggi, quando mi dicono che Mara Venier è 'nazionale popolare', sono orgogliosa di rappresentarlo". Un sentimento condiviso da Carlo Conti e Marco Liorni e a cui fa eco Ezio Greggio, intervenuto in collegamento: "Essere nazionali e popolari significa essere nel cuore della gente, significa fare trasmissioni che la gente ama e far trascorrere, in tempi complicati come questi, qualche momento di serenità. E ne abbiamo assolutamente bisogno". La stessa Venier rafforza il concetto, ricordando l'impegno durante la pandemia: "Quando l'Italia era bloccata, noi siamo andati in onda. Andare in onda e cercare di rassicurare gli italiani in un momento terribile. Se questo è essere 'nazionale popolare', allora ben venga". Ma cosa significa, oggi, fare televisione per il grande pubblico? Per Marco Liorni, la chiave è la permeabilità. "Penso che tutta la televisione, e anche l'intrattenimento, debba 'respirare' il Paese che c'è fuori", afferma il conduttore de L'Eredità. "Se le togli il terreno di confronto, la televisione perde quel ruolo sociale così importante che deve avere. Questo vale anche per i quiz: bisogna mettere in dialogo le generazioni, non solo conservando la memoria del passato, ma anche lavorando sull'intuizione e sulle energie nuove". Il legame con il pubblico è il filo rosso che unisce tutti gli interventi. "Siamo qua solo grazie al pubblico che ci segue. Il giorno che non ci segue più, è finita anche per noi", sottolinea Venier. Un concetto ribadito da Carlo Conti, che definisce la sua carriera un atto di "fortuna" reso possibile dalla passione e dalla gavetta. "Ho iniziato in una radio privata fiorentina dove non pagavano", ricorda. "Ma come diceva Mara, lo devo esclusivamente al pubblico. Fino a che il pubblico vorrà, io ci sarò". Un percorso fatto di "gavetta", oggi spesso saltata, che ha formato una generazione di professionisti. "Ho imparato tantissimo stando vicino ai grandi, rubando con l'occhio ogni dettaglio", ammette Liorni, citando la sua esperienza al fianco di Mara Venier a La Vita in Diretta. Tra le sfide del presente, i conduttori citano l'eccessiva sensibilità che rischia di limitare la creatività. "Credo che in generale abbiamo perso il senso della leggerezza, ci prendiamo troppo sul serio", osserva Conti. "Se penso a film come Amici Miei, oggi durerebbero dieci minuti". Il conduttore porta un esempio concreto dal suo programma Tale e Quale Show: "Per stare dietro a certe direttive, a Tale e Quale Show non posso più far interpretare cantanti di colore a concorrenti bianchi, perché altrimenti si viene accusati di 'blackface'. Allora mi diverto a prendere un cantante di colore forte nel cast, così posso fargli imitare altri artisti di colore. E poi, un bel giorno, a un concorrente di colore farò imitare un cantante bianco, nella speranza che nessuno si offenda per il 'whiteface'". Sulla stessa linea Ezio Greggio, che difende il diritto alla satira "scorretta" come forma di libertà, ricordando le battaglie degli anni '70 per aprire la strada alle TV private. Una televisione che, nonostante la concorrenza delle piattaforme, non teme di perdere il suo primato, a patto di offrire contenuti di qualità: "I ragazzi hanno un senso critico notevole", conclude Greggio, "bisogna solo offrirgli programmi che li possano interessare". Infine, il ricordo per il collega e amico Fabrizio Frizzi: "Il momento più difficile della carriera che non avrei mai voluto vivere è stato quando, dopo la morte di Fabrizio Frizzi, sono tornato nello studio de L'Eredità e ho dovuto riprenderne in mano la conduzione. Una cosa che non avrei mai voluto fare", racconta Conti visibilmente emozionato. E aggiunge: "Dico sempre che nella nostra carriera non importa quanti programmi o quanti successi hai fatto, ma conta quello che lasci. E Fabrizio ha lasciato un segno bellissimo". "La sua scomparsa ha segnato tutti noi in modo profondo", aggiunge Mara Venier spiegando come quell'evento abbia cambiato le sue priorità. "La scomparsa di Fabrizio mi ha fatto riflettere molto su questo. Anche se amo il mio lavoro e per me è importante, da quando Fabrizio non c'è più ho cercato di essere molto più vicina alle persone che amo. Ho capito che le cose importanti della vita sono altre. Noi, in fondo, facciamo solo televisione", conclude.

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Mutti (Centromarca): "Famiglie scelgono marca anche con minor potere d’acquisto"

(Adnkronos) - “La marca rappresenta oltre due terzi della quota di mercato in Italia, ma deve inevitabilmente fare i conti con la riduzione del potere d’acquisto avvenuta in modo particolare negli ultimi anni. Riteniamo che la crescita dei salari, la ripresa economica e la diminuzione dell’inflazione - già oggi in corso - permetteranno di riportare un po’ di denaro nelle tasche dei cittadini”. Lo ha detto il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, partecipando oggi a Milano all’incontro annuale con i giornalisti per illustrare considerazioni e dati raccolti dall’associazione sulle dinamiche e sulle prospettive 2026 dell’economia, del comparto del largo consumo e dell’industria di marca. In un contesto segnato da “ristrettezze importanti in termini di manovra di bilancio - osserva Mutti - l’Italia sta guadagnando costantemente credibilità a livello europeo”. Per il presidente dell’associazione “serve una visione strategica per recuperare efficienza e continuare a essere il Paese della grande eccellenza. E l’eccellenza - sottolinea - si esprime inevitabilmente attraverso la marca”. Ma come attuare le direttrici di sviluppo indicate? “L’eccellenza deve essere competitiva e sostenuta da un quadro regolatorio chiaro, semplice e ordinato, che garantisca correttezza competitiva e tuteli la proprietà intellettuale”, afferma Mutti. Il presidente ribadisce l’importanza delle aziende di marca, “realtà che, oltre a generare valore, sono essenziali per l’intero sistema Paese”. “Come filiera - aggiunge - stiamo portando avanti una serie di proposte per ottimizzare ulteriormente alcune aree competitive. I beni di largo consumo hanno dimostrato una grande capacità di mantenere un basso impatto inflazionistico. Dopo il picco travolgente del 2022, è arrivato il momento di individuare, nelle relazioni tra le parti, spazi di miglioramento pre-competitivo”. In quest’ottica, l’associazione ha “presentato 14 punti al Governo che consentiranno di ottenere miglioramenti in termini di efficienza - riferisce Mutti - Si va dalla totale digitalizzazione dei documenti alla riduzione delle regolamentazioni, fino a interventi che possono incidere sulla logistica, affinché tutto sia ottimizzato e si possano offrire prodotti di eccellenza con un costo leggermente inferiore per i consumatori”, conclude.

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Agricoltura, Lollobrigida: "Premiare il talento dei giovani per rafforzare il futuro del settore"

(Adnkronos) - “Premiare il talento e la visione dei giovani significa rafforzare il futuro dell’agricoltura italiana”. Con questo messaggio inviato alla premiazione del Good Farmer Award il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha salutato i vincitori del premio promosso da Davines e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile dedicato all’agricoltura organica e rigenerativa under 35. Lollobrigida ha ricordato gli investimenti del governo: “Oltre 15 miliardi in tre anni hanno permesso all’Italia di riconquistare la leadership europea”, con un reddito agricolo cresciuto “del 10,4%, contro l’1,9% della media Ue”. Il ministro ha sottolineato il ruolo dei giovani: “L’agricoltura è oggi il secondo settore per imprenditori under 35, più di 51mila aziende”. Tra gli strumenti messi in campo, il programma Coltiva Italia con 150 milioni e 8mila ettari di terreni pubblici disponibili, e il Fondo Innovazione Ismea da 400 milioni. Sulla sostenibilità: “Difendere la qualità delle nostre produzioni significa sostenere chi punta su ricerca e cura del territorio. Continueremo a lavorare per un’agricoltura più forte, sostenibile e competitiva”.

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