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(Adnkronos) - Dopo sei giorni di sorveglianza continua, la polizia neozelandese ha recuperato un prezioso uovo Fabergé tempestato di diamanti che un ladro aveva tentato di far sparire… inghiottendolo. L'insolito furto si è consumato ad Auckland (Nuova Zelanda), nella boutique Partridge Jewellers, dove un uomo di 32 anni ha afferrato il gioiello e lo ha ingerito nel tentativo di sfuggire alla sicurezza. L'allarme lanciato dal personale ha permesso agli agenti di intervenire in pochi minuti, arrestando il sospetto e mettendo fine al maldestro tentativo di fuga. In un comunicato, la polizia ha spiegato che "il gioiello è stato recuperato" e che ora "si trova in custodia della giustizia". Le autorità hanno assegnato un agente alla sorveglianza continua del ladro, in attesa che il prezioso oggetto, per così dire, tornasse alla luce. Solo dopo sei giorni, il Fabergé ha potuto fare ritorno al legittimo proprietario e il sospetto è ora atteso al processo. Il pendente, del valore di circa 33.500 dollari, è una speciale edizione creata in omaggio al celebre Fabergé protagonista di "Octopussy - Operazione Piovra", film del 1983 della saga di James Bond interpretato dall'attore Roger Moore nei panni dell'agente segreto 007. Il guscio in smalto verde guilloché si apre per rivelare un polipo in oro giallo 18 carati, ornato da 60 diamanti bianchi, 15 zaffiri blu e due occhi di diamante nero. Un tributo diretto all'antagonista dell'iconica pellicola. Fabergé resta uno dei nomi più leggendari dell'alta gioielleria. Le sue celebri uova, realizzate tra il 1885 e il 1917 per la famiglia imperiale russa dei Romanov, sono oggi tra gli oggetti più ricercati al mondo: se ne contano circa 50, di cui sette ancora disperse e altrettante conservate in mani private. Il fascino degli esemplari originali continua ad alimentare un mercato da record. Il 2 dicembre, un raro uovo Fabergé in cristallo e diamanti è stato battuto da Christie's a Londra per 22,9 milioni di sterline (circa 30,2 milioni di dollari), superando ogni precedente primato. L'asta, intitolata "The Winter Egg and Important Works by Fabergé from a Princely Collection", ha totalizzato 27,8 milioni di sterline (37,1 milioni di dollari). Il record precedente risaliva al 2007, quando un altro uovo Fabergé era stato acquistato a Londra dalla famiglia Rothschild per 8,9 milioni di sterline (11,9 milioni di dollari). Il bizzarro episodio di Auckland aggiunge un nuovo capitolo alle vicende già incredibili legate agli oggetti Fabergé. Stavolta, però, non si tratta di un mistero da collezionisti o di un intrigo da Casa Romanov, ma di un goffo tentativo di furto che nemmeno James Bond avrebbe potuto prevedere. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - “Con questa iniziativa abbiamo cercato di comunicare il cambiamento. Siamo rimasti molto stupiti dalla grande partecipazione, quasi 300 start up italiane hanno partecipato a questa iniziativa". E' quanto ha dichiarato il direttore de L’Espresso, Emilio Carelli, promotore del bando ‘7 idee per cambiare l’Italia’ al Campidoglio durante la cerimonia di premiazione dei migliori progetti italiani selezionati. “Le startup selezionate appartengono ai settori più disparati, ma in tutte abbiamo trovato grande creatività e grande attenzione alla sostenibilità. Oggi sono presenti 14 finalisti e la giuria sceglierà 7 vincitori. Il premio prevede 40 mila euro da spendere in marketing e innovazione e L’Espresso garantirà per 7 settimane, un articolo a ciascuno di loro. Il bando ha riscosso un tale successo che a gennaio partiranno le candidature per l’anno prossimo”, ha concluso Carelli.
(Adnkronos) - "Il valore più grande di Return è ciò che resta: aver creato una comunità ampia, omogenea e collaudata che prima non esisteva". Lo afferma Andrea Prota, presidente della Fondazione Return, nel corso del meeting finale del progetto, finanziato dal PNRR nell’ambito del programma NextGenerationEU, e in corso a Napoli. Tre giorni dedicati alla scienza del multi-rischio per comunità e territori resilienti in un clima che cambia, che hanno riunito ricercatori, istituzioni e imprese attorno ai risultati maturati in tre anni di lavoro. Per Prota, l’elemento centrale del progetto è la contaminazione tra discipline: “Abbiamo messo insieme chi studia i rischi naturali, ambientali e antropici e chi lavora nelle scienze sociali, economiche e umane. Questo approccio integrato è fondamentale per arrivare ai cittadini: capire come percepiscono i rischi, coinvolgerli nella coprogettazione e nelle azioni di mitigazione e adattamento climatico necessarie per ridurre impatti e rischi legati a fenomeni che cambiano rapidamente”. Il presidente sottolinea i risultati concreti: “Li distinguerei in due categorie: metodologie e tecnologie per supportare le decisioni di chi tutela i cittadini, e strumenti per valutare la situazione dei rischi e l’efficacia delle azioni messe in campo”. Tra questi, Return Ville, la città virtuale sviluppata dal progetto: “Abbiamo creato Return Land, un simulatore per mostrare scenari e interventi. Con il Dipartimento della Protezione Civile, nostro partner fin dall’inizio, porteremo questi strumenti a Regioni, Comuni, enti locali e imprese”. Prota evidenzia anche l’approccio multirischio come elemento distintivo: “Solo così possiamo avvicinarci alla complessità reale dei problemi”. E cita la Return Academy: “In aula hanno lavorato ingegneri, architetti, giuristi e filosofi, che hanno appreso direttamente dai ricercatori cosa emergeva dal progetto. Porteranno queste competenze nel loro lavoro quotidiano, pubblico o privato”. Ampio spazio è dedicato ai giovani: “Abbiamo superato i target previsti per RTDA, dottorati e assegni di ricerca, con una partecipazione femminile spontanea superiore al 40%. Il nostro obiettivo è dare continuità a queste professionalità, evitando che restino nel precariato”. Infine, il presidente sottolinea il rapporto con l’Anci: “All’inizio dell’anno nuovo ospiteremo un incontro a Napoli con i sindaci per chiudere il cerchio e penso che potremo anche sottoscrivere un accordo affinché i Comuni possano beneficiare pienamente dei risultati di Return".