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Ucraina, Zelensky a Berlino: "Kiev non chiederà di entrare in Nato se ottiene garanzie di sicurezza"

(Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato oggi, 14 dicembre 2025, a Berlino, dove sono in programma incontri con i leader europei e con l'inviato del presidente americano Donald Trump, Steve Witkoff. Lo rende noto la ...

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Manovra, Pagliaro (Inca Cgil): "Mostra un Paese sempre più sbilanciato, domani anche noi in piazza"

(Adnkronos) - Anche l'Inca, il patronato della Cgil, domani partecipa allo sciopero generale proclamato contro la legge di Bilancio del governo Meloni. "Il quadro complessivo della manovra - dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Michele ...

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Curatrice Doveil: "Design alleato per circolarità e riduzione impatto dei materiali"

(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo ...

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Ucraina, Zelensky a Berlino: "Kiev non chiederà di entrare in Nato se ottiene garanzie di sicurezza"

(Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato oggi, 14 dicembre 2025, a Berlino, dove sono in programma incontri con i leader europei e con l'inviato del presidente americano Donald Trump, Steve Witkoff. Lo rende noto la presidenza ucraina. Poco prima di arrivare a Berlino, Zelensky ha detto ai giornalisti che sta cercando il sostegno degli Stati Uniti per congelare la linea del fronte in Ucraina. "L'opzione più giusta possibile è 'restare dove siamo''' anche perché ''si tratta di un cessate il fuoco'', ha detto il presidente ucraino. "So che la Russia non lo vede di buon occhio e vorrei che gli americani ci sostenessero su questo tema", ha aggiunto Zelensky. Secondo quanto scrive il Financial Times, Zelensky ha detto di essere pronto a rinunciare alla richiesta di adesione alla Nato in cambio di garanzie di sicurezza da Usa e Europa. Parlando con i giornalisti, il presidente ucraino ha sottolineato che l'Ucraina richiede di garanzie di sicurezza simili all'articolo 5 della Nato, che contiene la clausola di reciproca protezione per qualsiasi membro sotto attacco. "Parliamo di garanzie di sicurezza bilaterali tra Ucraina e Stati Uniti, tipo quelle dell'articolo 5, insieme a garanzie di sicurezza per noi dai partner europei e da altri Paesi come Canada, Giappone e altri", avrebbe detto Zelensky in una dichiarazione su una chat di giornalisti, secondo quanto riferisce Ft. "E questo è già un compromesso da parte nostra", ha aggiunto il presidente ucraino che anche reso noto di non aver ricevuto una risposta da Washington alla proposta di accordo rivista che Kiev ha inviato questa settimana dopo le consultazioni con i leader europei. "Il piano certamente non sarà uno che piace a tutti, ci sono molti compromessi in una o nell'altra versione del piano", ha aggiunto. Ai giornalisti Zelensky ha dichiarato di non aver ricevuto risposta da Washington in merito agli aggiustamenti proposti dall'Ucraina al piano elaborato dagli Stati Uniti, ma ha aggiunto: "Sto ricevendo tanti segnali e sarò pronto per il dialogo che inizierà oggi". "Il vertice di Berlino è importante", ha aggiunto Zelensky, per il quale "l'unica opzione giusta e possibile" per una vera pace è che "le parti si fermino dove sono e poi si cerchi di risolvere le questioni più ampie attraverso la diplomazia". Il presidente ucraino ribadisce "non considerare giusta" la proposta degli Usa che Kiev si ritiri dalla "cintura delle fortezze" delle città nel Donbass che la Russia in anni di guerra non è riuscita a conquistare. "Se le troppe ucraine si ritirano tra i cinque e dieci chilometri per esempio, allora perché le truppe russe non si devono ritirare nelle zone dei territori occupati della stessa distanza?", argomenta Zelensky, sottolineando che "questa è una domanda a cui ancora non c'e' risposta, ma è estremamente delicata e importante". "Noi rimaniamo dove siamo", ha aggiunto riferendosi alla proposta di congelare le posizioni attuali delle due parti, concludendo che "questo è precisamente un cessate il fuoco".

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Manovra, Pagliaro (Inca Cgil): "Mostra un Paese sempre più sbilanciato, domani anche noi in piazza"

(Adnkronos) - Anche l'Inca, il patronato della Cgil, domani partecipa allo sciopero generale proclamato contro la legge di Bilancio del governo Meloni. "Il quadro complessivo della manovra - dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Michele Pagliaro, presidente Inca - mostra un Paese sempre più sbilanciato: si innalza ulteriormente l’età pensionabile, si comprimono salari e pensioni reali, si restringono gli spazi di welfare, mentre prosegue una crescita dello stanziamento per il riarmo, con scarse risorse destinate a istruzione, sanità, servizi pubblici e politiche industriali. Scelte che si inseriscono in un contesto segnato da instabilità internazionale, compressione del diritto internazionale e un clima globale in cui la guerra rischia di tornare strumento di politica ordinaria". (VIDEO) "In questo scenario - spiega - Inca Cgil richiama con forza il quadro dei diritti costituzionali che dovrebbe orientare le scelte economiche del Paese. L’Italia è vincolata a principi che impongono non solo il ripudio della guerra, ma anche la promozione della giustizia sociale, della pace e dell’eguaglianza sostanziale, attraverso politiche economiche coerenti con tali finalità. Quando questi valori vengono disattesi, l’ordine costituzionale stesso viene indebolito". "La legge di bilancio - afferma - interviene ancora una volta sul sistema previdenziale, peggiorando la condizione di milioni di lavoratrici e lavoratori. Una condizione già complessa, come abbiamo modo di constatare ogni giorno con le nostre operatrici e i nostri operatori in tutta Italia. L’aumento dell’età pensionabile coinvolgerà la quasi totalità della platea, azzerando ogni forma di flessibilità in uscita. Per l'Inca il rischio non è solo la compressione del diritto a un pensionamento dignitoso, ma anche l’aggravamento di condizioni sociali già critiche". "Nel mondo del lavoro - avverte - la precarietà è in crescita. I giovani si trovano spesso nelle condizioni di dover emigrare all’estero per avere un’opportunità. E chi resta a lavorare in Italia subisce contratti fragili e intermittenza occupazionale. E' evidente la progressiva espulsione dei lavoratori più anziani dai settori produttivi. Elevare i requisiti senza rafforzare le garanzie di stabilità, salute e sicurezza sul lavoro significa scaricare sui cittadini un costo sociale insostenibile. Al contrario, occorrerebbe agire su tre direttrici chiare: blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile, maggiore flessibilità in uscita e introduzione di una pensione contributiva di garanzia per precari e discontinui". "Le scelte della manovra - chiarisce il presidente Pagliaro - si manifestano come la punta di un iceberg. Solo che sotto quella punta, invece di un solido blocco di ghiaccio, c’è un involucro vuoto. Queste decisioni mostrano una grave assenza di investimenti strategici nei servizi essenziali. Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale è destinato a scendere nel 2028 sotto il 6% del Pil, il livello più basso degli ultimi decenni. La stessa logica di sottofinanziamento colpisce scuola, assistenza agli anziani, non autosufficienza, diritto alla casa e trasporto pubblico: pilastri fondamentali per la coesione sociale e per la parità di opportunità. L’assenza di investimenti non è neutra: aumenta le disuguaglianze, spinge verso la privatizzazione di fatto dei diritti, scarica sulle famiglie costi insostenibili e frantuma l’universalità dell’accesso ai servizi". "L’elenco di ciò che manca - rimarca - è, purtroppo, lungo, in un contesto dove l’occupazione cresce, ma solo tra gli over 50: la manovra non prevede vere politiche industriali, dopo anni di deindustrializzazione, non affronta il nodo della precarietà, non interviene sul lavoro povero, nero e sommerso, non sostiene la transizione ambientale e digitale e non contiene una strategia credibile per il Mezzogiorno". "E poi - continua - c’è la questione fiscale, ridotta a un dibattito sulla patrimoniale, di cui tanti si scandalizzano, ma su cui manca una riflessione seria e contestualizzata da parte del Governo. Negli ultimi tre anni lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati hanno pagato 25 miliardi di euro di tasse in più a causa della mancata indicizzazione dell’Irpef: questa, nei fatti, è una forma silenziosa ma pesantissima di drenaggio fiscale che ha colpito solo e soltanto i redditi fissi. Non chi opera in flat tax, non le rendite finanziarie, non i grandi patrimoni". "Questa situazione - dice - mette in discussione il principio costituzionale di progressività. Di fatto, nel Paese esiste già una patrimoniale impropria, che grava più che sui patrimoni sui redditi da lavoro bassi e medi. Con una pressione fiscale reale che nel 2025 raggiungerà il 42,8% e con l’87% dell’Irpef pagata da lavoratori e pensionati, lo Stato appare sempre più come un 'socio di maggioranza' che trattiene molto e restituisce sempre meno in termini di servizi: meno scuola, meno sanità, meno trasporto pubblico, meno sicurezza sul lavoro". "Ciò che si auspica è la reintroduzione di un modello di tassazione realmente progressivo, capace di redistribuire ricchezza e finanziare politiche pubbliche all’altezza dei bisogni reali del Paese", conclude.

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Curatrice Doveil: "Design alleato per circolarità e riduzione impatto dei materiali"

(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.

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