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(Adnkronos) - In Lombardia c’è il 17% delle imprese e dei datori di lavoro del Paese che apportano all’Inps il 19% degli assicurati sul totale nazionale, pari a circa 5 milioni di posizioni, il 5% in più rispetto al 2019. Di questi i giovani fino a 34 che pagano i contributi sono 1,4 milioni. Numeri che confermano, anche dall’osservatorio dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che la Lombardia rappresenta la locomotiva d’Italia. Una tendenza che trova conferma anche nell’aumento della retribuzione media annua lorda che nel 2023 è stata di 30 mila euro, il 16% in più della media nazionale, in crescita dell’8% rispetto al 2019. Dati che evidenziano la resilienza del mercato del lavoro italiano con un incremento degli occupati che a maggio 2024 ha raggiunto quasi 24 milioni di lavoratori su base nazionale. L’aspetto più significativo riguarda l'aumento dei dipendenti a tempo indeterminato che tra gennaio 2016 e dicembre 2023 cresciuto da 15,14 milioni a 17,52 milioni. Numeri che trovano conferma anche nelle settimane lavorate cresciute a 44,6 nel 2023. Sono alcuni dei dati del XXIII Rapporto Annuale dell’INPS presentati oggi a Milano presso il Dipartimento di Studi giuridici dell’Università Bocconi. L’evento introdotto dal direttore del dipartimento di Studi giuridici Cesare Cavallini, oltre al Presidente Gabriele Fava, ha visto la partecipazione dei professori Maurizio Del Conte e Rossella Cappetta, il Direttore centrale Studi e Ricerche di INPS Gianfranco Santoro, il Direttore Generale INPS, Valeria Vittimberga. "Se vogliamo avere un sistema previdenziale sostenibile dobbiamo aumentare la base occupazionale. Per farlo serve un nuovo patto con il tessuto produttivo. Il Rapporto INPS evidenzia come nel 2023 mentre la spesa per ammortizzatori sociali sia stata in linea con la media europea, quella per le politiche attive abbia un valore significativamente inferiore rispetto ad altri paesi UE ed è importante continuare nell’azione di governo per sviluppare un sistema che incentivi strutturalmente la partecipazione e il reinserimento nel mondo del lavoro, in particolare per i soggetti più deboli come giovani e donne, collegando il sostegno economico delle politiche passive alle politiche attive, in cui la formazione, anche professionale, gioca un ruolo fondamentale”. A dirlo il Presidente dell'INPS Gabriele Fava che nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza dell’acquisizione delle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro. “Il 75% delle imprese italiane con più di 10 dipendenti lamenta una carenza di competenze, il cosiddettoskill shortage. Le cause del mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro sono principalmente due: inadeguatezza delle competenze dei candidati e inefficacia delle politiche attive. Questo divario può essere colmato rafforzando l'interazione tra il sistema formativo e le imprese. Potenziare i servizi per il lavoro e la formazione diventa cruciale per ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dai lavoratori. Gli ultimi dati di Eurostat disponibili mostrano che il job vacancy rates è sempre molto alto in Italia superiore a quello di Francia, ma nei primi mesi del 2024 grazie anche agli investimenti del PNRR è in leggero miglioramento”. “Il coordinamento tra le politiche del lavoro, sia di quelle passive che di quelle attive, è un tema fondamentale non solo per l'economia del Paese, ma anche per la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale. È con questa consapevolezza che l'INPS si è impegnato nell'implementazione del Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), la piattaforma voluta dal Ministero del lavoro e gestita dall'istituto per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Questa piattaforma è stata dotata dell'algoritmo "SIISL Best Match", un'intelligenza artificiale che consente di calcolare l'affinità tra i profili dei lavoratori e le offerte di lavoro. Non solo. L'INPS sta lavorando all'introduzione nel SIISL di strumenti di autoemplyment e di sistemi di accesso al microcredito", aggiunge il Direttore Generale dell’Istituto Valeria Vittimberga.
(Adnkronos) - “Le politiche attive rappresentano un pilastro fondamentale perché nel 2023 e nel primo semestre 2024 hanno aiutato l’Italia ad avere una crescita significativa del mercato del lavoro”. Così Valeria Vittimberga, direttrice generale dell’Inps, a margine del convegno ‘Le politiche attive del lavoro nel Rapporto Inps 2024’, in corso all’Università Bocconi di Milano. Per la dg dell’Inps, “è molto importante considerare il rapporto tra le politiche attive e la sostenibilità del sistema previdenziale anche perché stiamo andando incontro ad un periodo, breve-medio periodo, con qualche difficoltà nel sistema previdenziale dovuta ad un problema di cassa temporanea: esiste infatti il problema dell’entrata in pensione progressiva della numerosa corte dei baby boomer che incideranno sulle casse dello Stato e sul sistema pensionistico. Questo, però, sarà soltanto un problema temporaneo perché andremo incontro velocemente all’entrata in vigore a pieno del sistema contributivo puro”. Il sistema contributivo puro, sottolinea, “è per definizione un sistema in equilibrio perché tanto si versa, tanto si riceve dalle casse pensionistiche. Ciò significa che sarà necessario implementare la base contributiva attraverso l’aumento del numero dei lavoratori che versano, creando carriere non discontinue affinché ci sia un gettito costante che porterà poi a pensioni dignitose e sostenibili e all’entrata nel mondo del lavoro di questi soggetti sotto rappresentati”. Il che significa anche “togliere dal novero dei soggetti suscettibili di mera assistenza e inserire invece in un contesto di inclusione sociale basato sulla partecipazione piena di tutti i soggetti che per un mismatch tra domanda e offerta fino adesso ne sono stati ai margini”. “Crediamo -conclude- che questa sia la strada giusta e che queste politiche, che hanno alcuni effetti di breve termine e hanno bisogno di tempo per germogliare e portare i loro frutti, nel lungo periodo avranno un’efficacia stabilizzante nel nostro sistema”. “Io credo che” il ricorso al lavoro degli immigrati “non sia una soluzione realmente efficiente per il sistema italiano”. “Gli immigrati -afferma Vittimberga- sono ospiti, sono sacri e vanno trattati con massimo rispetto e dignità, facendo in modo che tutti i fenomeni di sfruttamento che spesso caratterizzano il loro lavoro vengano combattuti con ferocia e che a loro venga garantito un trattamento di pari dignità con tutte tutele a livello di sicurezza”. Tuttavia “penso anche che sia soltanto un modo di rinviare e semplificare una problematica molto più profonda”. “Sappiamo -aggiunge- che il 10% dei lavoratori sono immigrati, ma la base contributiva pagata da questi lavoratori è molto meno del 10%. Producono molti meno contributi rispetto all’occupazione e pesano per il 16% dei disoccupati della nazione. Questo significa che gli immigrati che contribuiscono al nostro sistema contributivo lo fanno in maniera maggiore sul nostro sistema assistenziale”.
(Adnkronos) - "L'attenzione all’ambiente c’è sempre stata nel Dna di Autostrade del Brennero". Così Diego Cattoni, ad Autostrade del Brennero, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma. Cattoni ricorda diversi interventi in questa direzione come: “Il guard rail in un materiale che sembra arrugginito ma in realtà è un acciaio che costa molto con caratteristiche tecniche che in caso di urto sono fortissime e che è stato preso perché sia compatibile con i colori e con l’ambiente oltre che in termini di sicurezza; il materiale che viene usato per l’asfalto fonoassorbente che permette il passaggio dell’acqua; le barriere antirumore e fotovoltaiche; oltre a tre società che fanno trasporto merci su rotaie". Inoltre, “prendendo energia idroelettrica e acqua viene prodotto, stoccato e venduto per autotrazione idrogeno verde”.