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(Adnkronos) - Le forze russe stanno sfondando la barriera difensiva ucraina a nord e a est di Huliaipole, creando una seria minaccia alla fortificazione di difesa della regione di Zaporizhzhia. Kiev ha riposizionato le forze lungo il fiume Zarichne in vista di una battaglia cruciale, dopo che Mosca ha ammassato nella zona 40mila militari mentre proseguono, a poco meno di 100 chilometri a nordest, nella regione del Donetsk, gli scontri per il controllo di Pokrovsk, dove gli ucraini però ancora prevalgono. "Le forze ucraine mantengono le posizioni e una certa capacità di operare a Pokrovsk malgrado settimane in cui gli sforzi russi per prendere il controllo della città si sono intensificati", scrive l'Institute for the Study of War. All'interno della cittadina sono riusciti a infiltrarsi circa 500 soldati russi ma sono fra loro relativamente poco coordinati e capita che si sparino fra loro. A nordest di Pokrovsk, le forze russe avanzano anche nella direzione di Siversk. "Mentre l'attenzione di tutti si concentra su Huliaipole e Pokrovsk, problemi sistemici stanno emergendo anche in altre direzioni", ha denunciato l'attivista e blogger militare ucraino Serhii Sternenko, precisando che si tratta di una zona, quella che corre lungo la direzione Siversk/Yampil, in cui "la crisi apparirà presto in tutta la sua importanza". Anche qui, il problema è lo stesso che altrove: aumentano gli attacchi dei droni russi contro la logistica ucraina. Huliaipole è stata creata negli anni Settanta del Settecento proprio come barriera difensiva e da allora rimane la base della difesa di Kiev nella regione. Ed è la base intorno a cui l'eroe anarchico ucraino Nestor Makhno che creò le prime fattorie collettive. "I difensori ucraini hanno respinto sette attacchi da parte dei russi vicino agli insediamenti di Zelenyi Hai, Zatyshshia, Solodke, e nella direzione di Varvarivka e Dobropillia", ha reso noto lo stato maggiore ucraino, secondo cui ci sono stati anche raid aerei contro Huliaipole e Zaliznychne. Il ministero della Difesa a Mosca ha rivendicato la cattura di un piccolo insediamento due chilometri a nord di Huliaipole, Zatishschia. Ma l'avanzata di Mosca è lenta, anche se molto meno dello scorso anno. Ed è molto costosa in termini di perdite, anche se non ci sono più gli attacchi in cui soldati trattati come carne da cannone venivano mandati allo sbaraglio. La Russia ha potenziato i suoi droni ed è in grado di colpire la logistica ucraina per controllare le strade e impedendo veloci ritirate delle forze di Kiev. "Ma il tasso di perdite è ancora molto pesante. Sono in grado di sostituire i caduti, soprattutto rispetto agli ucraini. Ma lo stesso sorprende che mentre le forze militari sono il loro asset migliore, lo trattino come qualcosa di totalmente sacrificabile, Spendono un sacco di risorse in una guerra che non sono in grado di spingere in modo decisivo in un modo o nell'altro", ha denunciato Emil Kastehlmi, analista al Black Bird Group, citato dal Washington Post. Alla fine, le forze di Mosca combattono da mesi per avanzare di qualche isolato in una qualche piccola città", riassume un militare ucraino.
(Adnkronos) - “Alla luce dell’evoluzione dei rapporti tra Italia e Paesi del Golfo, riteniamo che questa sia la fase ideale per aprire una nuova stagione di cooperazione. Per questo Protom ha definito un piano industriale che prevede, nei prossimi cinque anni, investimenti mirati proprio nell’area del Golfo, con l’obiettivo di avviare partnership stabili nei settori dell’innovazione”. Lo dichiara in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il fondatore di Protom, Fabio De Felice, a margine del Forum imprenditoriale Italia Arabia Saudita, iniziato oggi a Riad. De Felice da anni è tra i membri italiani della task force dedicata al digitale del B20, il business forum del G20. L’azienda è certificata Elite, il programma di Borsa Italiana per le aziende ad alto potenziale ed è entrata in TechShare è il programma di preparazione alla quotazione di Euronext dedicato alle società tecnologiche. “Da oltre trent’anni - spiega - Protom lavora per portare soluzioni ad alto valore aggiunto alle imprese e alle istituzioni, con un approccio che combina competenze tecniche, cultura del progetto e una forte identità italiana. L'azienda è la prima kti company italiana che opera in diversi settori dell’innovazione tecnologica, dalla digital transformation allo smart manufacturing”. “L’intervento del ministro Tajani a Riad - commenta - conferma una realtà che come imprenditori italiani percepiamo da tempo: l’Arabia Saudita non è più soltanto un mercato in espansione, ma un partner strategico con cui costruire progetti di lungo periodo. La Vision 2030 rappresenta una delle più grandi trasformazioni economiche al mondo, e l’Italia ha oggi l’opportunità di inserirsi in modo strutturale in questo processo. Quello che emerge dal summit è un messaggio chiaro: non parliamo solo di scambi commerciali, ma di cooperazione industriale, di innovazione condivisa e di investimenti bilaterali". Secondo De Felice ,"il fatto che siano già stati siglati accordi per circa 10 miliardi di dollari conferma che i due Paesi stanno costruendo un vero partenariato, che unisce know-how italiano e capacità di investimento saudita. Rispetto ai piani strategici della mia realtà intravedo diverse scenari in diversi settori dall’energia alla transizione sostenibile alla tecnologia. L’Italia ha competenze tecnologiche d’eccellenza su varie dimensioni tecnologiche mentre l’Arabia Saudita sta investendo in modo massiccio su questi fronti. L’incontro tra queste due realtà può generare filiere nuove e progetti ad alta scalabilità”. “Queste aree - sottolinea - unite al nuovo corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, offrono all’Italia la possibilità di posizionarsi come piattaforma mediterranea della crescita. Per questo ritengo che sia il momento giusto per un approccio più integrato: imprese, università e istituzioni italiane devono presentarsi come un unico sistema in grado di costruire valore, non solo di vendere prodotti. L’Italia e l’Arabia Saudita hanno oggi una convergenza strategica: loro cercano tecnologia e competenze, noi cerchiamo nuovi mercati e stabilità nelle catene del valore. La collaborazione tra i due Paesi può essere una leva fondamentale per la nostra competitività globale”.
(Adnkronos) - “Il modello italiano del riciclo è virtuoso. Il nostro paese è sicuramente da prendere ad esempio”. Così, Letizia Moratti (Mep Commissione Itre), all’evento organizzato da Conai, in collaborazione con il Corriere della Sera, presso la Borsa di Milano, dal titolo ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’. “L'Italia ha già superato i target del 2025 e nel 2024 siamo arrivati ad un 76,7% di riciclo, quindi un modello che deve essere preso in considerazione dall'Europa e da altri paesi. Per far questo - prosegue Moratti - il vecchio continente deve semplificare le regole, orientarle al risultato, puntare sull'innovazione di processo e prodotto, favorendo quindi gli investimenti. Deve fare in modo che le procedure per le autorizzazioni, per esempio quelle ambientali, siano più rapide. Inoltre bisogna superare il concetto di rifiuto in modo tale che ci sia in Europa un'armonizzazione che non porti un paese a pensare ad un rifiuto in un certo modo e un paese a classificarlo in un modo diverso”.