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(Adnkronos) - Donald Trump potrebbe abbandonare il processo di pace in Ucraina. Ad affermarlo in un intervento al Doha Forum è stato il figlio maggiore del presidente americano, Donald Trump Jr., sostenendo che la questione non è una priorità per gli americani. "Penso di sì - ha detto, rispondendo a chi gli chiedeva se lo ritenesse possibile - ciò che è buono e unico in mio padre è che non si sa mai cosa farà. È imprevedibile". Tracciando un parallelo con l'attuale "guerra" di Trump contro i cartelli della droga, Trump Jr. ha descritto le gang che introducono droghe illegali in America come un "pericolo chiaro e effettivo molto più grande per gli Stati Uniti di qualsiasi cosa in Ucraina o in Russia". Donald Trump Jr. ha detto poi di non credere che l'Ucraina verrebbe "abbandonata", ma, ha aggiunto, "il pubblico americano non ha voglia" di guerre infinite e di ulteriori finanziamenti per gli sforzi militari dell'Ucraina. Per il figlio del presidente americano, l'Ucraina è "un paese molto più corrotto della Russia", e Zelensky "uno dei più grandi esperti di marketing di tutti i tempi". L'approccio adottato dal padre è quello del 'buon senso', ha affermato. Non sono mancate critiche all'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Kaja Kallas: le sanzioni europee non stanno funzionando, ha detto e il piano europeo equivale a dire: "Aspetteremo che la Russia vada in bancarotta: questo non è un piano", ha concluso. Nel frattempo Keith Kellogg, inviato per l'Ucraina di Donald Trump, ha spiegato che sarebbe "davvero vicino" un accordo per porre fine al conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina avviata nel febbraio di tre anni fa. Secondo Kellogg si tratta di risolvere la questione del futuro del Donbass e della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in mano alle forze russe dal marzo 2022. "Se sei un militare - ha detto durante il Reagan National Defense Forum - sai che gli ultimi dieci metri per arrivare all'obiettivo sono sempre i più difficili. E' lì che si concentrano gli attriti. Credo siamo negli ultimi dieci metri". "Penso tutto si riduca a un paio di questioni", ha affermato, citando il Donbass e Zaporizhzhia e aggiungendo che "se si risolveranno questi due punti, il resto si risolverà abbastanza bene". E ha insistito nel ritenere che un accordo sia "molto vicino". Per Kellogg, il conflitto in Ucraina "è senza precedenti" dalla Seconda Guerra Mondiale e "Russia e Ucraina, insieme, contano più di due milioni" di perdite. Ha parlato di "bilanci orribili", in assenza, da mesi, di dati confermati da Kiev e Mosca, e ribadito che "è necessario porre fine al conflitto". Intanto si registrano nuovi attacchi russi contro l'Ucraina. Kiev accusa la Russia di aver lanciato nella notte "cinque missili balistici e 241 droni" contro il territorio ucraino. Secondo quanto reso noto dall'Aeronautica militare ucraina e riportato dai media locali, sono stati abbattuti 175 droni e quattro missili, due Kinzhal (Kh-47M2) e altrettanti Iskander (Iskander-M/Kn-23). Non ci sono per ora notizie di danni o vittime. La città di Kremenchuk, nella regione di Poltava, è finita nel mirino di un "attacco massiccio" che ha lasciato alcune aree senza acqua, energia elettrica e riscaldamento. Lo riferisce Ukrinform sulla base di quanto segnalato dal sindaco della città, Vladislav Maletsky. "Un altro massiccio attacco combinato contro le infrastrutture di Kremenchuk - ha denunciato - Attualmente in alcune zone della città si verificano interruzioni di energia elettrica, flusso idrico e riscaldamento". Secondo The Kyiv Independent a Kremenchuk le prime esplosioni sono state udite alle prime ore di oggi e contro la città sarebbero stati lanciati droni e missili Kinzhal. Non ci sono per ora notizie di vittime né è chiara l'entità dei danni denunciati dal sindaco. Maletsky ha chiesto agli abitanti di rimanere al sicuro e di non condividere foto e video. Prima dell'inizio del conflitto, con l'avvio dell'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio del 2022, a Kremenchuk vivevano circa 215.000 persone. La città si trova a circa 250 chilometri a sudest della capitale Kiev. Potrebbero volerci "settimane" per i lavori di ripristino della rete elettrica ucraina dopo l'attacco russo nella notte del 6 dicembre. Lo ha detto Vitalii Zaychenko, a capo di Ukrenergo, il gestore della rete, come riporta stamani Ukrinform. "Purtroppo nella maggior parte delle regioni le interruzioni di energia elettrica non vanno più avanti per otto ore, ma probabilmente fino a 12, 16 ore (al giorno)", ha detto. "Oggi avremmo dovuto avere interruzioni di corrente di 4-8 ore, ma a causa degli attacchi alla rete elettrica, la durata dei blackout aumenta", ha aggiunto, parlando di una situazione "piuttosto difficile". La Russia dal canto suo afferma che i suoi sistemi di difesa aerea hanno intercettato e abbattuto nelle ultime ore 77 droni ucraini. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, come riportano i media russi, solo nella regione di Saratov sono stati abbattuti 42 droni. La Russia rivendica inoltre il controllo di altre due località ucraine nel Donetsk e nella regione di Kharkiv. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, riportano i media russi, le forze russe hanno preso il controllo della località di Kucherivka, nella regione di Kharkiv, e del villaggio di Rivne, nel Donetsk.
(Adnkronos) - I numeri diffusi dall’Arma dei Carabinieri rivelano un’emergenza che non può essere ignorata: da gennaio a settembre 2025 i reati da Codice Rosso hanno superato quota 40mila, con 6.673 arresti tra maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenze sessuali. Un quadro che conferma la necessità di non confinare la lotta alla violenza di genere alle ricorrenze simboliche ma di affrontarla ogni giorno dove si formano le relazioni, dove si genera dipendenza economica e dove può nascere, o essere contrastata, la discriminazione: nei luoghi di lavoro. E' da questa consapevolezza che nasce il convegno 'Oltre il 25 novembre: la forza della prevenzione, la voce delle donne', promosso da Federmanager e Federmanager Minerva con il patrocinio dell’Arma dei Carabinieri. Una giornata che ha posto al centro una notizia fondamentale: per prevenire la violenza non bastano le norme, serve un’alleanza strutturale e continua tra istituzioni, imprese e management, un dialogo concreto capace di tradurre i principi in comportamenti e i diritti in tutele reali. La violenza, nelle sue molte forme, non è un atto improvviso: spesso è figlia di una cultura che deve essere cambiata. Lo confermano i dati sulla violenza economica della Global thinking foundation che mostrano come solo il 58% delle donne ha un conto corrente intestato personale, il 12,9% ne ha solo uno intestato con il partner o altro familiare e una percentuale compresa tra il 49,5 al 65,9% prende le decisioni inerenti ai soldi insieme al partner. E' una vulnerabilità che si riflette anche nel mondo produttivo, perché dove manca autonomia economica manca libertà di scelta, e dove questa manca le molestie possono radicarsi più facilmente. Federmanager porta in questa discussione una chiave decisiva: il lavoro come prima linea della prevenzione. Nelle aziende occorre rafforzare una cultura del rispetto, basata su impegno, responsabilità, coerenza e capacità di allinearsi agli obiettivi valoriali dell’organizzazione. Una cultura che si costruisce attraverso l’esempio dei manager, che con i loro comportamenti quotidiani determinano il clima e il livello di sicurezza percepita dai lavoratori e dalle lavoratrici. Perché è proprio dall’osservazione degli ambienti lavorativi che si comprende quanto la diffusione delle molestie non sia un episodio isolato ma il sintomo di una cultura che va ripensata. Il nuovo ccnl dei dirigenti, rinnovato da Federmanager, si inserisce in questo percorso come un presidio avanzato: non solo valorizza la figura manageriale, ma introduce strumenti moderni e concreti su pari opportunità, genitorialità, equità retributiva, benessere e prevenzione, confermandosi un contratto capace di tutelare e orientare. E' una leva strategica perché, quando il contratto cresce, cresce anche la cultura aziendale. E quando la cultura aziendale cresce, arretra inevitabilmente lo spazio per abusi e disparità. In questo scenario il ruolo delle istituzioni resta centrale. L’Arma dei Carabinieri, che ha patrocinato l’evento anche alla luce del protocollo d’intesa firmato con Federmanager nel 2024, ha presentato il 'violenzametro', uno strumento utile per riconoscere precocemente situazioni potenzialmente pericolose e incoraggiare la richiesta di aiuto. Un contributo concreto alla costruzione di un sistema di prevenzione diffuso e accessibile "L’impegno costante della nostra Federazione nella promozione di modelli inclusivi ci ha portato a conseguire la certificazione per la parità di genere, diventando tra le prime organizzazioni rappresentative a ottenerla", ha sottolineato in apertura il presidente Federmanager, Valter Quercioli. "Consapevoli dell’importanza strategica dell’inclusione per le imprese, continuiamo a lavorare per valorizzare ogni talento. L’incontro è un momento necessario per mantenere vivo il dialogo e ampliare la consapevolezza sulla prevenzione della violenza di genere". Il dibattito, moderato da Marina Marinetti, condirettrice di Economy, ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del mondo manageriale, esperti di diritto e professionisti impegnati sul fronte della tutela: la deputata Martina Semenzato, presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive, alle pari opportunità e all’attrazione investimenti del Comune di Roma, Samanta Cimolino, maggiore sezione atti persecutori Racis, Luciana Delfini, presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Roma e Consigliera di parità supplente della Regione Lazio, Maria De Renzis, coordinatrice nazionale Federmanager Minerva, Simona Signoracci, presidente Fondazione Vises Ets, Maria Cristina Cerrato, avvocata Ufficio legale Differenza Donna, Antonio Cavallera, direttore Human capital & organization Autostrade per l’Italia. Interventi che hanno evidenziato come la prevenzione sia possibile solo se l’intero sistema azienda – dai vertici ai collaboratori – assume una visione condivisa: riconoscere, ascoltare, intervenire. La violenza di genere non è un problema privato: è una questione sociale, culturale, organizzativa. E Federmanager ricorda che un Paese può cambiare solo se cambia il modo in cui le sue aziende lavorano, formano, tutelano e valorizzano le persone. E' questo il passo che va oltre il 25 novembre: non un giorno di memoria, ma l’impegno quotidiano per costruire ambienti professionali nei quali ogni donna sia libera, rispettata e protetta.
(Adnkronos) - L’Università Lum ospiterà domani 28 novembre dalle 14.30 e sabato 29 novembre dalle 9.00, l’evento finale di Airclimact, un progetto di ricerca dedicato ai rischi di salute legati all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici in una popolazione che invecchia. Le due giornate riuniranno ricercatori, clinici, esperti di sanità pubblica e istituzioni impegnate sul tema delle esposizioni ambientali e del loro impatto sulla salute. Airclimact nasce all’interno di Age-It - Ageing well in an ageing society, il programma di ricerca nazionale finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che si occupa di invecchiamento in buona salute. All’interno di questo quadro, Airclimact si concentra in particolare sul ruolo del clima e dell’inquinamento atmosferico, integrando dati ambientali, veterinari, clinici e di stile di vita per stimare il loro effetto sulla mortalità e sulle principali patologie cronico-degenerative. L’evento finale presenterà i dati delle analisi, che combinano modelli statistici tradizionali e tecniche di intelligenza artificiale per stimare il rischio di mortalità e di malattie cardiovascolari, metaboliche, tumorali e neurodegenerative in relazione alle esposizioni ambientali. La presenza di due coorti localizzate al nord e al sud del Paese consente di confrontare contesti climatici e di inquinamento differenti, offrendo indicazioni utili per la sanità pubblica. La ricerca si basa su due grandi coorti di popolazione italiana, rappresentative di aree diverse del Paese. La coorte Moli-sani, che comprende oltre 24mila adulti residenti in Molise, e lo studio RoCav, con quasi 4mila persone della provincia di Varese, hanno fornito informazioni di dettaglio su stili di vita, parametri clinici, fattori socioeconomici e storia di malattia. A questi dati sono stati sovrapposti, tramite georeferenziazione dell’indirizzo di residenza, indici climatici come temperature estreme e variabilità stagionale, e livelli di inquinanti atmosferici come particolato fine, biossido di azoto e ozono. Una parte del programma sarà dedicata al contributo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise e delle attività veterinarie, in un’ottica One Health. L’integrazione di dati provenienti dalla sorveglianza veterinaria e ambientale, dall’uso di fonti dati innovative e dagli studi sui rischi infettivi permette infatti di ampliare il quadro dell’esposizione, collegando la salute umana agli ecosistemi e al territorio. Nelle sessioni conclusive saranno presentate le proposte di linee guida per la mitigazione dei rischi legati a inquinamento e cambiamento climatico, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili, come gli anziani e i gruppi socialmente svantaggiati. Il programma prevede anche uno spazio dedicato alla comunicazione del rischio, al rapporto tra fiducia nella scienza e percezione dei pericoli ambientali, e al ruolo degli stili di vita nella protezione della salute in un contesto climatico in rapido mutamento. L’iniziativa rientra nel progetto 'Impatto dell’inquinamento dell’aria e del cambiamento climatico su invecchiamento e patologie croniche a differenti latitudini: valutazione dei rischi e delle strategie preventive', finanziato nell’ambito del programma di ricerca Next Generation Eu - Age-It.