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(Adnkronos) - Lorenzo Musetti esulta per la vittoria dell'Italia in Coppa Davis. Il tennista azzurro, che ha deciso di rinunciare alla chiamata di capitan Volandri dopo le Atp Finals, ha seguito la finale di oggi, domenica 23 novembre, contro la Spagna, battuta 2-0 grazie alle vittoria di Berrettini e Cobolli nei due singolari e ha condiviso la sua gioia su Instagram. "Che braviii!!! Avete fatto la storia!", ha scritto in una storia riprendendo il match point di Cobolli. A fare i complimenti agli azzurri anche Carlos Alcaraz, grande assente della Spagna sconfitta in finale dall'Italia. In una storia pubblicata su Instagram, il tennista spagnolo ha pubblicato la foto del trionfo azzurro scrivendo: "Complimenti all'Italia per un'altra Davis", ha condiviso con tanto di bandiera italiana, "molto orgoglioso della squadra, avete un cuore davvero grande". La decisione di Lorenzo Musetti, che aveva già vinto la Coppa Davis nel 2023 e 2024, era arrivata alla fine delle Atp Finals di Torino. Dopo la sconfitta con Carlos Alcaraz nell'ultima partita del girone, che ha decretato l'eliminazione dell'azzurro, Musetti, reduce da un tour de force nell'ultima parte della stagione volto proprio a conquistare i punti necessari a volare a Torino, ha spiegato il suo no. "Vista la mia condizione fisica e la mia situazione fuori dal campo, anche familiare (è in arrivo il suo secondo figlio, ndr), ho parlato con Volandri e non giocherò la Coppa Davis. C’è dispiacere, purtroppo quest’anno non farò parte della squadra”, ha detto Musettiin conferenza stampa.
(Adnkronos) - “Negli ultimi anni si è parlato molto di pensioni ma si sia fatto purtroppo molto poco, soprattutto per i lavoratori con redditi medio-bassi. Il sistema contributivo ha preso il posto di quello retributivo, ma non abbiamo visto l’introduzione di una vera flessibilità. Anzi, la flessibilità concessa è stata rigida e riservata a categorie spesso più abbienti”. E' quanto ha detto Paolo Ricotti, presidente nazionale del Patronato Acli intervenuto al seminario “Previdenza Next Gen” a Roma. Da qui il richiamo di Ricotti alla necessità di un “pacchetto flessibilità”, che permetta alle persone di scegliere quando andare in pensione: “Serve consentire l’uscita tra i 63 e i 65 anni con almeno 20 anni di contributi, come in un’evoluzione della riforma Dini. Ovviamente con delle decurtazioni, ma con la possibilità per ciascuno di decidere se privilegiare più tempo libero o più reddito. Questa è la vera flessibilità, possibile nel sistema contributivo ma oggi di fatto inesistente”. Ricotti ha sottolineato come le misure sperimentali degli ultimi anni abbiano avuto un impatto minimo: “Quota 103, nel 2024, è stata utilizzata da appena 1.100 persone in Italia. Segno evidente che non si trattava di un’opzione realmente accessibile”, ha detto. Il presidente del Patronato Acli ha messo poi in guardia sulle conseguenze della scomparsa della pensione minima nel contributivo. “Quando le carriere lavorative si interrompono per lutto, malattia o infortunio, oggi vengono liquidate pensioni da 100 o 200 euro al mese: importi insostenibili. Senza una pensione minima di garanzia –ha aggiunto– non rispettiamo l’articolo 38 della Costituzione, che impone allo Stato di assicurare mezzi adeguati anche in caso di eventi avversi. Dobbiamo ripristinare un livello minimo che garantisca alle persone una vita dignitosa”.
(Adnkronos) - “Il modello italiano del riciclo è virtuoso. Il nostro paese è sicuramente da prendere ad esempio”. Così, Letizia Moratti (Mep Commissione Itre), all’evento organizzato da Conai, in collaborazione con il Corriere della Sera, presso la Borsa di Milano, dal titolo ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’. “L'Italia ha già superato i target del 2025 e nel 2024 siamo arrivati ad un 76,7% di riciclo, quindi un modello che deve essere preso in considerazione dall'Europa e da altri paesi. Per far questo - prosegue Moratti - il vecchio continente deve semplificare le regole, orientarle al risultato, puntare sull'innovazione di processo e prodotto, favorendo quindi gli investimenti. Deve fare in modo che le procedure per le autorizzazioni, per esempio quelle ambientali, siano più rapide. Inoltre bisogna superare il concetto di rifiuto in modo tale che ci sia in Europa un'armonizzazione che non porti un paese a pensare ad un rifiuto in un certo modo e un paese a classificarlo in un modo diverso”.