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(Adnkronos) - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una sessione urgente oggi, martedì 23 dicembre, per affrontare la situazione in Venezuela a fronte della escalation di tensioni con gli Stati Uniti. La notizia è stata confermata a Europa Press da Laura Miklic, portavoce della Missione permanente della Slovenia presso le Nazioni Unite, Paese che detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza. La riunione è stata richiesta dalle autorità venezuelane ed è prevista per le 15. Donald Trump "farebbe meglio" se si concentrasse sugli Stati Uniti più che sul Venezuela. Ha tuonato il leader venezuelano Nicolas Maduro in un discorso trasmesso dalla televisione di Stato rispondendo indirettamente al presidente Usa che ieri tra le altre cose ha ribadito che "sarebbe intelligente" per il leader venezuelano dimettersi. "Il presidente Trump potrebbe fare meglio nel suo Paese e nel mondo. Se la caverebbe meglio nel suo Paese sulle questioni economiche e sociali e farebbe meglio nel mondo se si occupasse degli affari del suo Paese", ha detto Maduro. "Non è possibile che dedichi il 70% dei suoi discorsi e delle sue dichiarazioni, del suo tempo, al Venezuela. E gli Stati Uniti? E i poveri Stati Uniti, che hanno bisogno di alloggi e posti di lavoro che bisogna creare? Che ciascuno si occupi del proprio Paese!", ha aggiunto. "Francamente, se dovessi parlare di nuovo con lui, gli direi: lasciamo che ognuno si occupi dei propri affari interni. Qui in Venezuela, noi venezuelani ci occupiamo dei nostri affari", ha scandito Maduro. La tensione tra i due Paesi è sempre più alta con gli Usa in pressing da mesi per far cadere il governo di Maduro. Dopo aver schierato una flotta da guerra nel mar dei Caraibi affermando di voler combattere il narcotraffico del Venezuela e puntato il dito contro il presidente venezuelano accusato di esserne responsabile in prima persona, gli Usa di Donald Trump hanno ora cambiato narrazione: l'obiettivo dichiarato sono le risorse del Paese, petrolio in primis, che sarebbero state "sottratte" agli Stati Uniti. Trump la settimana scorsa ha ordinato un blocco "totale e completo" di tutte le petroliere in entrata e in uscita dal Venezuela "fino a quando non restituiranno agli Stati Uniti d'America tutto il petrolio, la terra e gli altri beni che ci hanno precedentemente rubato", ha scritto il Presidente in un post su Truth Social annunciando che il governo di Maduro è stato designato come organizzazione terroristica straniera. Ma perché Trump parla di furto? Fino al 1998 quando la vittoria elettorale di Hugo Chavez ha dato il via alla cosiddetta 'rivoluzione Bolivariana' di stampo socialista con la nazionalizzazione di settori chiave dell'economia venezuelana, primo fra tutti quello petrolifero (con l'istituzione della compagnia Petroleus de Venezuela), gli Stati Uniti controllavano di fatto le risorse di greggio (e non solo) del Paese attraverso le estrazioni e le esportazioni affidate a grandi compagnie Usa come la Shell. Risorse che, con il cambio di linea politica scelta da Chavez prima e proseguita da Maduro poi, sono di fatto tornate nelle mani dei Venezuelani 'scippandole', secondo la lettura di Trump, agli Usa. E il presidente vuole riprendersele.
(Adnkronos) - Si è concluso sabato 20 dicembre, a Salerno, il meeting di presentazione del Progetto 'Co-programmare con i giovani', iniziativa di rilevanza nazionale finanziata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’annualità 2024 (ai sensi dell’art. 72 del D.lgs. n.117/2017), che vede l’ente del terzo settore Moby Dick Aps vestire il ruolo di capofila di un partenariato composto da 13 enti del terzo settore attivi su tutto il territorio nazionale. "Chiudiamo - afferma Francesco Piemonte, presidente di Moby Dick Aps - tre giornate di straordinaria intensità, ma soprattutto di grande concretezza. Il meeting 'Co-Programmare con i giovani' non è stato solo un evento, ma un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva. Abbiamo posto le basi per abbattere le barriere che spesso separano le nuove generazioni dai luoghi decisionali, dimostrando che il terzo settore può e deve essere il collante tra le istituzioni e i sogni dei ragazzi". "In queste ore di confronto – prosegue il presidente - abbiamo ribadito un concetto fondamentale: la legalità non è un concetto astratto o meramente normativo, ma si costruisce creando opportunità. Non esiste contrasto all'illegalità senza la valorizzazione del talento. Quando offriamo ai giovani gli strumenti per esprimersi e per incidere sul presente, sottraiamo spazio all'indifferenza e a qualsiasi forma di devianza. Come Moby Dick Aps, portiamo a casa la consapevolezza che la 'co-programmazione' non è un'utopia burocratica, ma l'unica strada percorribile. I giovani non chiedono solo di essere ascoltati, chiedono di decidere insieme a noi. Da domani – conclude Piemonte - il nostro impegno sarà trasformare le idee emerse in questi giorni in azioni tangibili, perché il futuro non è qualcosa che si attende, ma qualcosa che si progetta insieme". L'ente del terzo settore Moby Dick Aps guida il progetto in qualità di capofila nazionale, con l'obiettivo dichiarato di coinvolgere operatori e giovani di tutte le regioni italiane in un percorso di partecipazione attiva e co-programmazione delle politiche giovanili. Al centro, l’esigenza di ascoltare i bisogni reali dei giovani, stimolare il dialogo con le istituzioni e favorire la nascita di idee e iniziative per comunità più inclusive, sostenibili e partecipative. Durante la giornata di chiusura sono stati affrontati due temi centrali per lo sviluppo del terzo settore: legalità e talento. Nel corso del talk sul tema 'Beni confiscati, quale futuro per gli Ets', sono intervenuti il prefetto Maria Rosaria Laganà, Direttore dell'Anbsc - agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; Don Aniello Manganiello, Prete anticamorra; RevMan, Poliziotto Rapper; Anthony Lo Bianco, Presidente Valentia Aps; I Ragazzi di Via D’Amelio, Associazione Antimafia e di Promozione della Legalità. Nel panel successivo, l'attenzione si è spostata sul tema 'Generazione potenziale e talenti', con ospiti del mondo ecclesiastico a quello istituzionale, da quello dello sport a quello cultura, come: Michele Sciscioli, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; Claudio Gubitosi, fondatore del Giffoni Film Festival; Don Roberto Faccenda, responsabile della pastorale giovanile della Diocesi di Salerno - Campagna – Acerno; Francesco Fiore e Roberta Borrelli, componenti della nazionale italiana di tennis per trapiantati; Pierluigi Gigante, Attore. Il meeting si è concluso con gli interventi di Ciro Castaldo, segretario Generale della Fondazione Banco di Napoli; Domenico Credendino, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana; Francesco Piemonte, presidente di Moby Dick Aps. Con Moby Dick Aps capofila compongono il partenariato di 'Co-programmare con i giovani' le associazioni: Tdm 2000 (Sardegna), Associazione Valentia Aps (Calabria), Fattoria pugliese diffusa Aps (Puglia), Piazza Viva Aps (Trentino Alto Adige), Campus Salute Aps (Campania), Festival della Filosofia in Magna Grecia (Campania), Senza confini Aps (Liguria), Amici del Villaggio Aps (Veneto), Mo.d.a.v.i. Aps-RA (Lazio), Sciara Progetti Aps / Ets (Emilia Romagna), Opes Aps (Toscana).
(Adnkronos) - Aumentare il numero di alberi in città, ma soprattutto distribuirli in modo diffuso, evitando grandi concentrazioni isolate, produce benefici concreti e misurabili. Lo sottolinea Renato Bruni, direttore scientifico dell’Orto Botanico dell’Università di Parma, intervenendo in occasione della piantumazione del 100.000° albero di KilometroVerdeParma. «Avere tanti piccoli boschi o molti interventi sparsi sul territorio aiuta a diversi livelli», spiega, «a partire dalla riduzione delle temperature locali». Dal punto di vista scientifico, evidenzia Bruni, «l’ombra di un albero è più fresca di quella di una tettoia», grazie ai processi di traspirazione delle piante, che contribuiscono anche a migliorare la permeabilità del suolo e la gestione delle piogge. Ma i benefici non sono solo numerici: «C’è un aspetto fondamentale di vicinanza tra esseri umani e alberi. Le città sono cresciute, la natura si è allontanata dalla vita quotidiana, e riportarla dentro gli spazi urbani significa migliorare il nostro rapporto con le piante, imparando a conoscerle semplicemente osservandole». «La città non può essere stravolta dal punto di vista urbanistico, ma può essere ripensata con intelligenza». È questo l’approccio indicato da Bruni. La chiave è individuare e valorizzare «gli spazi che consentono la convivenza tra le esigenze umane e quelle della città». Rotatorie, parchi, aree dismesse, ritagli lasciati dagli interventi urbanistici diventano così opportunità preziose. «Intervenire su questi spazi residuali piantando alberi è la strategia giusta», afferma. In questo percorso, l’arboreto che sorgerà in viale Du Tillot rappresenta uno degli sviluppi più significativi: «È un progetto importante, vicino alla città e inserito in un contesto infrastrutturale complesso, che dimostra come sia possibile portare la natura anche in luoghi inaspettati». L’obiettivo, conclude Bruni, è proseguire su questa strada «lavorando con le istituzioni e con i privati», per continuare a intervenire ovunque esistano spazi disponibili, trasformandoli in presìdi verdi capaci di migliorare ambiente, clima e qualità della vita urbana.