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(Adnkronos) - "Il trattamento delle infezioni da Hiv oggi ha raggiunto dei successi incredibili. In tutti i pazienti che assumono regolarmente la terapia è possibile controllare la replicazione del virus e quindi trasformare queste persone in soggetti che sempre di più assomigliano al resto della popolazione. La malattia non si trasmette più in questi pazienti: è un grande successo. Questo successo si è arricchito ulteriormente di un nuovo fattore, cioè la possibilità di usare dei farmaci long acting". Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit - Società italiana di malattie infettive e tropicali e componente del Consiglio superiore di sanità, all'evento 'Ist-Hiv Call 2025: quali opportunità di gestione e prevenzione per l’emergenza sanitaria silente', oggi a Roma. Questo trattamento a lunga durata d'azione "migliora ovviamente l'aderenza - aggiunge Andreoni - perché bisogna ricordare che la terapia deve essere assunta per tutta la vita. Il fatto di utilizzare questi farmaci permette a questi pazienti di assumere con più tranquillità, con una semplice assunzione ogni 2 mesi, la terapia antiretrovirale. Questo successo si sta ripercuotendo anche nella prevenzione dell'infezione, quindi nel trattamento di soggetti a rischio di acquisire l'Hiv. Oggi possiamo fare il trattamento con la terapia orale, che però deve garantire un'alta aderenza al trattamento. L'avvento anche nella profilassi pre-esposizione dei farmaci long acting - conclude - si sta dimostrando una strategia vincente, che sicuramente permetterà di contenere ulteriormente questa infezione e quindi arrivare a quell'auspicato traguardo che l'Organizzazione mondiale della sanità ci dice, cioè di avere meno di 500 nuove infezioni in Italia ogni anno".
(Adnkronos) - “Alla luce dell’evoluzione dei rapporti tra Italia e Paesi del Golfo, riteniamo che questa sia la fase ideale per aprire una nuova stagione di cooperazione. Per questo Protom ha definito un piano industriale che prevede, nei prossimi cinque anni, investimenti mirati proprio nell’area del Golfo, con l’obiettivo di avviare partnership stabili nei settori dell’innovazione”. Lo dichiara in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il fondatore di Protom, Fabio De Felice, a margine del Forum imprenditoriale Italia Arabia Saudita, iniziato oggi a Riad. De Felice da anni è tra i membri italiani della task force dedicata al digitale del B20, il business forum del G20. L’azienda è certificata Elite, il programma di Borsa Italiana per le aziende ad alto potenziale ed è entrata in TechShare è il programma di preparazione alla quotazione di Euronext dedicato alle società tecnologiche. “Da oltre trent’anni - spiega - Protom lavora per portare soluzioni ad alto valore aggiunto alle imprese e alle istituzioni, con un approccio che combina competenze tecniche, cultura del progetto e una forte identità italiana. L'azienda è la prima kti company italiana che opera in diversi settori dell’innovazione tecnologica, dalla digital transformation allo smart manufacturing”. “L’intervento del ministro Tajani a Riad - commenta - conferma una realtà che come imprenditori italiani percepiamo da tempo: l’Arabia Saudita non è più soltanto un mercato in espansione, ma un partner strategico con cui costruire progetti di lungo periodo. La Vision 2030 rappresenta una delle più grandi trasformazioni economiche al mondo, e l’Italia ha oggi l’opportunità di inserirsi in modo strutturale in questo processo. Quello che emerge dal summit è un messaggio chiaro: non parliamo solo di scambi commerciali, ma di cooperazione industriale, di innovazione condivisa e di investimenti bilaterali". Secondo De Felice ,"il fatto che siano già stati siglati accordi per circa 10 miliardi di dollari conferma che i due Paesi stanno costruendo un vero partenariato, che unisce know-how italiano e capacità di investimento saudita. Rispetto ai piani strategici della mia realtà intravedo diverse scenari in diversi settori dall’energia alla transizione sostenibile alla tecnologia. L’Italia ha competenze tecnologiche d’eccellenza su varie dimensioni tecnologiche mentre l’Arabia Saudita sta investendo in modo massiccio su questi fronti. L’incontro tra queste due realtà può generare filiere nuove e progetti ad alta scalabilità”. “Queste aree - sottolinea - unite al nuovo corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, offrono all’Italia la possibilità di posizionarsi come piattaforma mediterranea della crescita. Per questo ritengo che sia il momento giusto per un approccio più integrato: imprese, università e istituzioni italiane devono presentarsi come un unico sistema in grado di costruire valore, non solo di vendere prodotti. L’Italia e l’Arabia Saudita hanno oggi una convergenza strategica: loro cercano tecnologia e competenze, noi cerchiamo nuovi mercati e stabilità nelle catene del valore. La collaborazione tra i due Paesi può essere una leva fondamentale per la nostra competitività globale”.
(Adnkronos) - Nel 2024 il sistema Conai ha prodotto 3,8 miliardi di euro di valore economico, contribuendo per 2 miliardi di euro al Pil nazionale e sostenendo oltre 24mila posti di lavoro lungo l’intera filiera del riciclo. Il Consorzio Nazionale Imballaggi ha presentato oggi a Milano in Borsa Italiana l’edizione 2025 del suo Rapporto integrato di sostenibilità, che, come ogni anno, quantifica i benefici economici ed ambientali del riciclo in Italia. “Il Rapporto integrato 2025 conferma la capacità del modello Conai di convertire la sostenibilità in valore tangibile e misurabile, e di operare in coerenza con i principali indicatori Esg e con le aspettative del sistema economico nazionale. Lo vediamo nei numeri ma anche nel ruolo più ampio che il sistema svolge: non gestiamo semplicemente i materiali di imballaggio post consumo, ma attiviamo filiere, abilitiamo settori strategici, generiamo lavoro e riduciamo la dipendenza dalle risorse naturali - commenta Ignazio Capuano, presidente Conai - Ogni euro di Contributo Ambientale genera valore che si moltiplica nel Paese, dimostrando che la sostenibilità può essere non solo doverosa, ma anche straordinariamente produttiva. Ambiente e competitività non sono in contrasto: il riciclo è una vera infrastruttura industriale nazionale, capace di produrre benefici economici, occupazionali e ambientali. I numeri ci raccontano la strada fatta; il nostro impegno quotidiano indica quella da seguire: trasformare il riciclo in un’opportunità reale, misurabile e condivisa per un’Italia più efficiente e sostenibile”. Grazie al riciclo degli imballaggi l’Italia ha risparmiato nel 2024 12,2 milioni di tonnellate di materie prime vergini, ossia il peso di oltre 830 Torri di Pisa; ha evitato l’utilizzo di 55 TWh di energia primaria, pari ai consumi domestici della metà delle famiglie italiane; e ha ridotto le emissioni di gas serra fino a 11,4 milioni di tonnellate di CO2eq, che corrispondono a quelle di circa 9mila voli intorno al mondo. Dal Report emerge così "la crescente interdipendenza tra sostenibilità, innovazione e competitività. Le analisi relative alle imprese soggette a schemi Epr (Extended Producer Responsibility) mostrano infatti come alti tassi di riciclo e modelli collaborativi producano nel tempo maggiore efficienza, fiducia degli investitori e valore finanziario". “Sostenibilità significa capacità di trasformare una visione ambientale in valore industriale. Ogni cifra del Rapporto non è solo un dato, ma il racconto di un impegno che coinvolge imprese, comunità e territori, e che rende visibile ciò che spesso rimane nascosto: le storie dei materiali, delle persone e delle filiere che lavorano insieme come in un film a più livelli - sottolinea Simona Fontana, direttore generale Conai - La qualità delle filiere, l’innovazione tecnologica e la collaborazione con i territori sono i pilastri che ci consentono di ottenere risultati concreti e di rafforzare la competitività del Sistema Paese, consolidando il ruolo dell’Italia nella transizione circolare europea. La sostenibilità è esperienza e partecipazione. Ogni parola, ogni scelta può diventare azione, innovazione e esempio: Conai ha anche una missione formativa e culturale, e attraverso progetti come Green Jobs e Fenice Conai per il giornalismo ambientale giovane, coinvolge scuole, università, giornalisti e territori nella diffusione di una cultura della sostenibilità più consapevole”. In un contesto storico-economico segnato da dinamiche tecnologiche, geopolitiche e di mercato sempre più complesse, Conai ha promosso un dialogo tra istituzioni, imprese e operatori finanziari che ha portato all’individuazione di un insieme di priorità strategiche fondamentali per rafforzare la resilienza e la competitività del sistema. È emersa, innanzitutto, la necessità di regole chiare, orientate ai risultati e capaci di consolidare fiducia e pianificazione industriale. Una maggiore stabilità normativa rappresenta infatti un presupposto imprescindibile per creare condizioni favorevoli agli investimenti. “Questo rapporto è uno strumento prezioso anche per orientare le politiche pubbliche, perché offre indicazioni concrete su ciò che serve alle filiere e ai territori - afferma Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - I numeri presentati oggi confermano che il riciclo non è solo una scelta ambientale, ma una vera politica industriale. Risultati importanti che devono essere consolidati con iniziative mirate a sostenere e sviluppare la competitività di un settore energivoro e sottoposto a forte concorrenza internazionale, rendendo il materiale riciclato competitivo anche nei costi. In questa direzione va l’Energy Release, appena operativo, che garantirà energia rinnovabile a prezzo stabile alle imprese più energivore. Continuiamo inoltre a contribuire al Circular Economy Act, per costruire un mercato unico delle materie prime seconde, semplificare norme e autorizzazioni e incentivare l’utilizzo di materiali riciclati. A livello nazionale prosegue il confronto con gli operatori, dal tavolo sulla plastica alla sperimentazione dei certificati bianchi per l’economia circolare. Il sistema italiano del riciclo è un modello riconosciuto in Europa e il governo è impegnato a sostenerlo, rimuovendo ostacoli e creando condizioni di crescita. Ringrazio Conai per il contributo alla strategia nazionale”. Un pilastro altrettanto rilevante riguarda la promozione dell’innovazione e delle partnership, insieme all’integrazione sempre più stretta tra transizione verde e trasformazione digitale, considerate una leva unica per sostenere una crescita competitiva e duratura. A ciò si affianca la necessità di prestare particolare attenzione alle piccole e medie imprese, garantendo loro un accesso più semplice agli strumenti finanziari necessari per affrontare la transizione ecologica. Parallelamente, la valorizzazione della formazione e della conoscenza si conferma un motore decisivo di competitività per le filiere, mentre il rafforzamento del ruolo delle amministrazioni locali è ritenuto essenziale per assicurare l’implementazione efficace delle politiche di sostenibilità sui territori. “L’Italia si conferma tra i leader europei nella gestione dei rifiuti con risultati superiori alla media dell’Unione. I numeri dell’economia circolare testimoniano un sistema produttivo solido e competitivo. Negli ultimi cinque anni il valore aggiunto è in crescita e il settore coinvolge oltre 600mila lavoratori. Tuttavia, per mantenere questa rotta dobbiamo rafforzare la capacità di innovazione: il numero di brevetti legati al riciclo e ai processi circolari è ancora inferiore rispetto ai nostri competitor come Germania, Francia e Spagna. Per questo servono politiche mirate, più investimenti e una collaborazione sempre più stretta tra pubblico e privato, così da sostenere un modello di sviluppo davvero sostenibile e orientato al futuro", ha concluso Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria per la transizione ambientale e obiettivi Esg.