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(Adnkronos) - "Esserci, ogni giorno, con il corpo, la mente e il cuore". Questo significa "prendersi cura di una persona con sclerosi multipla". Così Paolo Bandiera, direttore Affari generali e Relazioni istituzionali dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), in un articolo pubblicato sul sito livinglikeyou.com/it, descrive il ruolo cruciale dei caregiver — in gran parte donne tra i 50 e i 60 anni — che "troppo spesso restano invisibili, pur rappresentando una presenza fondamentale nella vita di chi convive con la malattia". Secondo i dati del Barometro della Sclerosi multipla 2025 - riporta l’articolo - quasi l’80% delle persone con disabilità grave e circa la metà di chi presenta una disabilità moderata necessita di assistenza a domicilio. "In molti casi è un familiare ad occuparsene (39,7%) mentre oltre la metà integra l’aiuto con personale a pagamento. Solo il 17% può contare sui servizi pubblici", evidenzia Bandiera, rilevando come "i numeri raccontino quanto il peso della cura ricada ancora soprattutto sulle famiglie". Si tratta di un carico che non è solo emotivo, ma anche economico. "Il costo medio dell’assistenza pagato direttamente dalle famiglie è di circa 1.560 euro all’anno, ma arriva a 5mila quando la persona ha disabilità grave, e supera gli 11mila euro per il 10% delle famiglie più esposte", spiega il direttore Aism. A ciò si aggiunge la perdita di produttività. "Un caregiver su 5 è costretto a lasciare il lavoro, molti riducono le ore o rinunciano a opportunità professionali - chiarisce - Nel caso di chi assiste persone con Sm e disabilità grave questa perdita supera i 10mila euro l’anno". Un impatto che si somma alla "fatica di conciliare tutto, alla solitudine, alla mancanza di supporto psicologico e formativo. Un impegno che logora, ma - rimarca - che nasce dall’amore". In questo scenario, Aism ricorda di essere "da oltre 55 anni accanto anche ai caregiver", riconosciuti come parte integrante dei percorsi di cura e inclusione. "La Carta dei Diritti e l’Agenda della Sclerosi multipla 2025 lo affermano con chiarezza: sostenere chi si prende cura è una priorità", rimarca Bandiera. Tra i progetti attivi, il direttore cita ‘Family caregivers 2.0’, avviato dalla Fondazione Aism e finanziato con il 5 per 1000, con l’obiettivo di "approfondire la conoscenza dei bisogni dei caregiver familiari e offrire risposte concrete e mirate", attraverso supporto psicologico, formazione e strumenti operativi. Il programma prevede anche lo sviluppo di uno "strumento di screening innovativo, in grado di individuare con precisione i bisogni specifici dei caregiver". Sul fronte istituzionale, l’associazione è impegnata "nei tavoli tecnici promossi dal ministro per le Disabilità - continua Bandiera - e dal ministro del Lavoro per ottenere il riconoscimento giuridico del caregiver", oltre che nelle azioni regionali per valorizzarne il ruolo nei Pdta, Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali. Aism promuove inoltre misure concrete come lavoro agile, part-time reversibile e il riconoscimento dei giovani caregiver, riferisce l’articolo. Resta però aperta la questione normativa. L’assenza di un "quadro organico", osserva Bandiera. Questo rappresenta "una grande lacuna". Per questo Aism, insieme a Fish- Federazione italiana per il superamento dell’handicap e ad altri partner, "continuerà a impegnarsi per arrivare a un Testo unico capace di garantire diritti e tutele in modo strutturale, stabile e uniforme su tutto il territorio nazionale". A tale proposito, per l’Associazione, una legge nazionale è necessaria "per riconoscere e valorizzare davvero il ruolo del caregiver, coinvolgendolo nella valutazione multidimensionale e nella definizione del budget di progetto". L’articolo completo è su livinglikeyou.com/it.
(Adnkronos) - Cristian Camisa è stato confermato presidente di Confapi per il prossimo triennio nel corso dell’assemblea generale privata svoltasi oggi al Parco dei Principi Grand Hotel di Roma. Piacentino, 51 anni, Camisa è presidente e amministratore delegato della T.T.A., azienda che opera nel settore meccanico. Alla guida della Confederazione italiana della piccole e medie industrie private italiane da novembre del 2022, è attualmente anche membro del Cese, il Comitato economico e sociale europeo. “Sono commosso e onorato – le prime parole del presidente Camisa dopo l’elezione – ringrazio l’assemblea e tutte le imprenditrici e imprenditori di Confapi per la fiducia che mi è stata rinnovata. Una grande responsabilità nel rappresentare una parte così importante del sistema produttivo italiano in un momento storico così delicato e carico di sfide, tra cui quelle legate a innovazione e sostenibilità, per continuare a essere competitivi sui mercati internazionali. Continueremo a portare avanti con ancora più forza e determinazione le istanze delle nostre imprenditrici e dei nostri imprenditori, staremo loro vicini, saremo il megafono delle loro esigenze senza compromessi e alchimie dialettiche”. Nel corso del suo intervento in assemblea, Camisa ha ricordato i risultati conseguiti in questo triennio da Confapi. “Abbiamo consolidato in modo significativo – ha detto – il nostro ruolo nel sistema della rappresentanza imprenditoriale italiana, ampliando la nostra presenza non solo nei principali tavoli decisionali nazionali, ma anche in quelli europei. Siamo rientrati nel Cnel, siamo stati riconfermati al Cese e siamo stati nominati nella Cabina di regia del Piano Mattei e dell’Internazionalizzazione. Sempre sul fronte dell’internazionalizzazione abbiamo stipulato protocolli d’intesa con Sace e Simest e collaboriamo fattivamente con Ice per supportare le nostre aziende per massimizzare l’efficacia delle azioni internazionali sotto ogni punto di vista. Sul fronte della bilateralità, vero pilastro del welfare e dell’assistenza sanitaria per i nostri dipendenti, collaboriamo con Cgil, Cisl e Uil”. Il presidente ha quindi presentato il programma strategico per il suo prossimo mandato che metterà i territori ancora di più al centro della Confederazione. “La ricchezza di Confapi – ha sottolineato – risiede proprio nella pluralità dei nostri territori: farli dialogare, metterli in rete e valorizzarne le specificità significa rendere l’Associazione più forte, più rappresentativa e al servizio di chi fa impresa. Promuoveremo un’agenda di dialogo e proposte per affrontare le crisi industriali del Centro-Nord, il cuore produttivo del Paese, rafforzare le filiere, sostenere la transizione verde e digitale nonché valorizzare il capitale umano come leva di competitività e coesione. Per il Sud del Paese, invece, avvieremo un progetto che punterà su legalità, innovazione, reti e sviluppo sostenibile, creeremo sportelli territoriali e percorsi di formazione per dirigenti. Continueremo a svolgere il nostro ruolo all’interno delle Istituzioni, italiane ed europee, e a incidere sulle politiche industriali, promuovendo un modello di sviluppo fondato su innovazione, equità e competitività”. “I prossimi tre anni saranno fondamentali per rimanere competitivi sui mercati nazionali e internazionali. Per farlo – ha concluso - vogliamo sempre di più essere un punto di riferimento come l’unica vera Confederazione della piccola e media industria privata italiana”. L’assemblea di Confapi ha eletto all’unanimità Filiberto Martinetto presidente emerito della Confederazione che prende il posto di Maurizio Casasco che da oggi non ricopre più alcun ruolo all'interno di Confapi. Martinetto, 91 anni, è uno dei pilastri di Confapi dove ricopre l’incarico di tesoriere nonché di presidente della commissione dei saggi.
(Adnkronos) - “Per noi, come Deloitte, è fondamentale e molto significativo sponsorizzare il Rewriters Fest. Infatti siamo impegnati da anni, attraverso diverse attività e collaborazioni, attraverso il nostro programma di volontariato aziendale, a promuovere la sostenibilità economica, sociale e ambientale all’interno del nostro Paese, l’Italia. Questo entra propriamente in linea con il nostro purpose aziendale, Making impacts on matters, ovvero fare la differenza generando un impatto positivo e duraturo per la società, per le nostre persone, per i nostri clienti e per le generazioni future”. Lo ha detto Chrystelle Simon, Diversity, Equity & Inclusion Leader di Deloitte, a margine del panel “Le organizzazioni alla guida della sostenibilità sociale italiana” al Rewriters Fest 2025, in corso alla Mondadori Bookstore della Galleria Alberto Sordi, a Roma. Simon è intervenuta con uno speech dal titolo “Un futuro sostenibile: cultura, ambiente e inclusion”, prima del dibattito “Oltre l’impresa, riscrivere la comunità”, che ha visto protagonisti Diego Pisa, Ceo Tp Italia, Gianluca Bilancioni, Direttore Hr Tp Italia, e don Alessandro Argentero, parroco della Chiesa SS. Angeli Custodi di Taranto. L’evento, dedicato alla sostenibilità sociale e ai temi dell’inclusione, dei diritti e della responsabilità collettiva, ha riunito professionisti, istituzioni e associazioni impegnate a “riscrivere” visioni e pratiche della contemporaneità nel cuore della capitale.