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(Adnkronos) - Lo scontrino del parcheggio di Vigevano che costituisce l'alibi di Andrea Sempio non è mai stato sequestrato. L'originale, da quanto apprende l'Adnkronos, è ancora in possesso dell'indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi. Fu lo stesso Sempio, interrogato nuovamente circa un anno dopo il delitto del 13 agosto 2007, a parlarne ai carabinieri e poi a consegnarlo, ma è una copia quella agli atti del fascicolo. Tra le ipotesi del mancato sequestro dell'originale c'è che chi indaga non ritiene che quel tagliando - che riporta ora e data, ma non la targa dell'auto - sia un elemento significativo per l'indagine.
(Adnkronos) - Resta ancora complesso il percorso verso una piena inclusione lavorativa delle persone con disabilità nonostante alcuni passi in avanti. Tra le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo che potrebbero lavorare, solo il 40% risulta occupato, mentre il 30% è alla ricerca di un impiego. Pregiudizi, scarsa conoscenza della disabilità e l’assenza di servizi capaci di facilitare l’incontro tra domanda e offerta restano gli ostacoli principali nella ricerca di un impiego. Alla vigilia della 'Giornata internazionale della disabilità' (3 dicembre), la Fondazione studi consulenti del lavoro, in collaborazione con l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas), ha diffuso un’anticipazione di una più ampia indagine, condotta su un campione di quasi 500 famiglie con persone con disabilità, che sarà presentata nei primi mesi del 2026, per offrire un quadro aggiornato sullo stato dell’inclusione professionale. Dalle prime evidenze emerge che, nonostante un livello di istruzione medio-alto (il 43% possiede un diploma e il 15% una laurea) sono soprattutto le attività manuali e artigiane a garantire maggiori opportunità di accesso al lavoro. I settori più ricettivi risultano turismo (25%) e commercio (20%). Sul fronte contrattuale, solo il 28,5% degli occupati può contare su un contratto a tempo indeterminato, mentre il 13% lavora a termine e il 30,8% è inserito in un tirocinio. Anche l’orario di lavoro riflette un quadro articolato: il 95% svolge attività part time, nel 55% dei casi per propria scelta, nel 40% dei casi su richiesta dell’azienda. Tra chi è in cerca di lavoro, il 55,3% utilizza i servizi pubblici e privati dedicati al collocamento, che nel 64% dei casi sono gratuiti, ma nel 20% a carico della famiglia. Per migliorare il livello di inclusione, quasi la metà degli intervistati (49%) indica la necessità di potenziare figure specializzate, come il disability manager. Seguono la richiesta di maggiori opportunità lavorative, anche attraverso strumenti contrattuali più flessibili (38%), e il rafforzamento dei servizi pubblici e privati dedicati a chi è in cerca di lavoro (37%). “I dati che emergono confermano che c’è ancora molta strada da fare per garantire un accesso equo e dignitoso al lavoro delle persone con disabilità”, ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca. “È fondamentale intensificare le politiche attive anche tramite i nuovi strumenti digitali introdotti nel contesto del collocamento. Rafforzare i servizi dedicati e promuovere una maggiore conoscenza delle diverse forme di disabilità deve essere impegno di tutti, compreso il mondo delle imprese e quello professionale, per creare contesti lavorativi ancor più inclusivi e capaci di valorizzare le competenze di tutte le persone”, ha aggiunto. “Ancora oggi, purtroppo, le persone con disabilità, e contestualmente le loro famiglie, hanno davanti un percorso ad ostacoli per riuscire ad entrare nel mondo del lavoro e la situazione è spesso più grave per le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, le cui capacità sono oggetto di pregiudizi e stereotipi”, ha dichiarato Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas. “Eppure, sono proprio loro a chiedere a gran voce di poter avere pari opportunità in ambito lavorativo per un lavoro vero e questo non solo per una questione di vita indipendente, ma per poter dare il loro contributo alla società al pari di tutti gli altri cittadini, come peraltro richiamato dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che tutela il diritto al lavoro e vieta ogni forma di discriminazione. È quindi necessario l’impegno di tutti gli attori a vario titolo coinvolti per continuare a sensibilizzare e promuovere maggiore consapevolezza al fine di far rispettare un diritto sancito da normative nazionali e internazionali. Normative che prevedono, tra le altre cose, anche fattori come l’accomodamento ragionevole, ancora purtroppo poco conosciuto o non considerato”, ha concluso.
(Adnkronos) - L’Università Lum ospiterà domani 28 novembre dalle 14.30 e sabato 29 novembre dalle 9.00, l’evento finale di Airclimact, un progetto di ricerca dedicato ai rischi di salute legati all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici in una popolazione che invecchia. Le due giornate riuniranno ricercatori, clinici, esperti di sanità pubblica e istituzioni impegnate sul tema delle esposizioni ambientali e del loro impatto sulla salute. Airclimact nasce all’interno di Age-It - Ageing well in an ageing society, il programma di ricerca nazionale finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che si occupa di invecchiamento in buona salute. All’interno di questo quadro, Airclimact si concentra in particolare sul ruolo del clima e dell’inquinamento atmosferico, integrando dati ambientali, veterinari, clinici e di stile di vita per stimare il loro effetto sulla mortalità e sulle principali patologie cronico-degenerative. L’evento finale presenterà i dati delle analisi, che combinano modelli statistici tradizionali e tecniche di intelligenza artificiale per stimare il rischio di mortalità e di malattie cardiovascolari, metaboliche, tumorali e neurodegenerative in relazione alle esposizioni ambientali. La presenza di due coorti localizzate al nord e al sud del Paese consente di confrontare contesti climatici e di inquinamento differenti, offrendo indicazioni utili per la sanità pubblica. La ricerca si basa su due grandi coorti di popolazione italiana, rappresentative di aree diverse del Paese. La coorte Moli-sani, che comprende oltre 24mila adulti residenti in Molise, e lo studio RoCav, con quasi 4mila persone della provincia di Varese, hanno fornito informazioni di dettaglio su stili di vita, parametri clinici, fattori socioeconomici e storia di malattia. A questi dati sono stati sovrapposti, tramite georeferenziazione dell’indirizzo di residenza, indici climatici come temperature estreme e variabilità stagionale, e livelli di inquinanti atmosferici come particolato fine, biossido di azoto e ozono. Una parte del programma sarà dedicata al contributo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise e delle attività veterinarie, in un’ottica One Health. L’integrazione di dati provenienti dalla sorveglianza veterinaria e ambientale, dall’uso di fonti dati innovative e dagli studi sui rischi infettivi permette infatti di ampliare il quadro dell’esposizione, collegando la salute umana agli ecosistemi e al territorio. Nelle sessioni conclusive saranno presentate le proposte di linee guida per la mitigazione dei rischi legati a inquinamento e cambiamento climatico, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili, come gli anziani e i gruppi socialmente svantaggiati. Il programma prevede anche uno spazio dedicato alla comunicazione del rischio, al rapporto tra fiducia nella scienza e percezione dei pericoli ambientali, e al ruolo degli stili di vita nella protezione della salute in un contesto climatico in rapido mutamento. L’iniziativa rientra nel progetto 'Impatto dell’inquinamento dell’aria e del cambiamento climatico su invecchiamento e patologie croniche a differenti latitudini: valutazione dei rischi e delle strategie preventive', finanziato nell’ambito del programma di ricerca Next Generation Eu - Age-It.