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Roma, Municipio I Centro: Openbox6 – Albero d’artista nei giardini dell’Aventino

(Adnkronos) - L’Associazione Amici dell’Aventino Ets presenta Oponbox6 – Albero d’Artista, sesta edizione del progetto espositivo che mette in relazione la scultura contemporanea con il paesaggio storico dei giardini dell’Aventino. L’inaugurazione è ...

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La regina del destination wedding: "Tutti pazzi per l'Italia"

(Adnkronos) - E' l'Italia uno dei principali marketplace del wedding tourism ne sa qualcosa Francesca Resciniti, 'regina italiana' del destination wedding. "Dopo la chiusura del Covid - racconta all’Adnkronos/Labitalia - dal 2022 abbiamo assistito a un vero e proprio boom di coppie che ...

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Curatrice Doveil: "Design alleato per circolarità e riduzione impatto dei materiali"

(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo ...

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Roma, Municipio I Centro: Openbox6 – Albero d’artista nei giardini dell’Aventino

(Adnkronos) - L’Associazione Amici dell’Aventino Ets presenta Oponbox6 – Albero d’Artista, sesta edizione del progetto espositivo che mette in relazione la scultura contemporanea con il paesaggio storico dei giardini dell’Aventino. L’inaugurazione è fissata per domenica 14 dicembre alle 10.30 a Piazza Albina, con un percorso che proseguirà nel Giardino di Sant’Alessio. La mostra, curata da AdA – Cultura, riunisce le installazioni site-specific di Fabio Maria Alecci, Nina Eaton, Gianluca Esposito, Susanne Kessler, Samuele Vesuvio e Paul Wiedmer, dando vita a un itinerario immersivo in cui arte, natura e riflessione ecologica dialogano in modo immediato e spontaneo. Il progetto è promosso con il Municipio I Roma Centro, che ne sostiene la valenza culturale e ambientale. L’assessore Giulia Silvia Ghia sottolinea come Openbox6 – Albero d’artista “rappresenti un dialogo virtuoso tra arte contemporanea, paesaggio e comunità, valorizzando i luoghi dell’Aventino e richiamandoci alla responsabilità verso il futuro della città. Gli alberi, custodi della biodiversità e regolatori del clima, diventano simbolo di sostenibilità e rinascita. Come Municipio I, sosteniamo con convinzione iniziative che uniscono creatività, cura del territorio e attenzione ambientale, in linea con l’impegno di Riforestiamo Roma! per una città più verde, più sana e più bella”. Il tema dell’albero guida l’intero progetto come metafora e testimonianza: radice vitale del pianeta, regolatore climatico, simbolo universale di crescita e resilienza, ponte costante tra natura e dimensione spirituale. Nel giardino di Piazza Albina, il pubblico troverà un grande albero di Natale d’artista, un’opera collettiva che prende forma tra gli olmi e si anima grazie ai contributi dei sei artisti coinvolti. Le scatole sospese di Fabio Maria Alecci, le forme organiche e colorate di Nina Eaton, la gabbia dorata di Susanne Kessler, i pesci tra le fronde di Gianluca Esposito, le figure in ascolto di Samuele Vesuvio e le orbite immaginarie di Paul Wiedmer trasformano l’albero in un vero e proprio universo poetico, in cui natura e immaginazione si intrecciano. Il percorso prosegue nel vicino Giardino di Sant’Alessio, dove sono esposte le installazioni individuali degli artisti. Le creature grottesche e riciclate di Alecci si adagiano sui rami di un ficus, mentre Esposito riflette sulla fragilità del vivente attraverso una gabbia-edicola popolata da fiammiferi. Il colore diventa progetto e meraviglia nelle opere di Nina Eaton, mentre Samuele Vesuvio porta in scena figure sospese tra mito, natura e migrazioni botaniche. Paul Wiedmer, infine, invita alla reciprocità e allo scambio con un lavoro che richiama anche il pensiero di Jacques Derrida. Con questa edizione, Openbox6 – Albero d’Artista conferma la missione dell’Associazione Amici dell’Aventino: valorizzare luoghi unici della città attraverso la ricerca artistica contemporanea e alimentare un dialogo costante tra natura, comunità e cultura. L’ingresso alla mostra è libero.

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La regina del destination wedding: "Tutti pazzi per l'Italia"

(Adnkronos) - E' l'Italia uno dei principali marketplace del wedding tourism ne sa qualcosa Francesca Resciniti, 'regina italiana' del destination wedding. "Dopo la chiusura del Covid - racconta all’Adnkronos/Labitalia - dal 2022 abbiamo assistito a un vero e proprio boom di coppie che hanno deciso di sposarsi in Italia. Questo perché nel 2020 sono state costrette a rinunciare, ma poi sono tornate alla carica molto più felici di prima, anche con budget maggiori. Organizzo matrimoni soprattutto per gli anglofoni, quindi americani, australiani e canadesi che scelgono il nostro Paese per sposarsi con temperature non proprio fredde, anche se quest’anno il 2 gennaio ho organizzato un matrimonio per una coppia di cittadini di Singapore che avevano richiesto un’atmosfera natalizia". Vista la distanza con i futuri sposi Francesca propone sempre un incontro in videochiamata. "In questo modo - spiega - faccio una serie di domande che mi facciano capire qual è la loro visione di matrimonio organizzato in Italia. E nove volte su dieci loro mi parlano di un po' di stereotipi che hanno visto nei film, oppure nell’immaginario collettivo del loro paese, o addirittura su Google. La regione che funziona di più è la Toscana, anche il lago di Como è sempre in pole position. Ma la Toscana ha diverse offerte: dal castello alla villa storica, all'agriturismo, all'albergo". "La maggior parte delle 'mie' coppie - continua - organizza un mini weekend, che però non è quasi mai un fine settimana, in cui offrono ai loro ospiti un’esperienza come cooking class, tour guidati o lezioni di yoga. Si inizia con un pizza party, poi si dorme in location, se non tutti, comunque le persone più vicine, il giorno dopo c’è il matrimonio e l’ultimo giorno si fa un pool party e brunch, ad esempio. Il pizza party a volte viene sostituito ad una cena tipica italiana con prodotti locali. Tutto ciò che è gourmet a loro interessa poco, vogliono i nostri piatti tipici e gli invitati comunque godono di questa esperienza che è proprio fatta di condivisione". E i prezzi? "Senza considerare - sottolinea - viaggio, vestiti e gli eventi considero sempre tra gli 800 e i 1200 euro a persona. Cifre che possono anche essere superiori in base alle scelte. Diverse le tipologie di coppie che si rivolgono a me. Sicuramente appartengono a un’alta classe sociale, tra i 25 e i 32 anni di età, ma anche over 50 che sono al secondo matrimonio, oppure decidono di rinnovare le promesse". "La richiesta più particolare - conclude - è il matrimonio a sorpresa. Mi è capitato il futuro sposo che ha chiesto la mano della fidanzata e certo che lei avrebbe detto sì, per il giorno dopo il matrimonio era tutto organizzato". E per promuovere l'internazionalizzazione e l'attività di incoming, la Bmii-Borsa del matrimonio in Italia destination wedding in Italy ospita ogni anno a Roma buyer internazionali per scoprire le diverse soluzioni legate al mondo delle nozze made in Italy. "Il Centro Italia - dice all’Adnkronos/Labitalia Ottorino Duratorre, presidente Bmii - è risultato la macro-area più richiesta in Italia, superando il Sud e il Nord. Roma, grazie al suo patrimonio storico e artistico, è una delle prime tre mete italiane più ambite per i matrimoni degli stranieri. Roma, come capitale e meta di richiamo globale, è uno dei motori principali di questo incremento nel Centro Italia". "Roma è una delle mete elette dagli sposi stranieri per la sua bellezza e la sua comodità: in particolare la presenza di numerosi voli aerei che collegano la capitale italiana alle diverse località di provenienza degli sposi. La posizione centrale della città permette di raggiungere la location prescelta anche da ospiti, parenti e amici, provenienti dalle diverse parti del mondo come spesso accade. E le nozze sono un’occasione di riunione", conclude.

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Curatrice Doveil: "Design alleato per circolarità e riduzione impatto dei materiali"

(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.

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