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(Adnkronos) - Torna oggi venerdì 28 novembre in prima serata 'The Voice Senior', il talent show che premia le più belle voci over 60 del Paese, condotto da Antonella Clerici. In questa nuova edizione accanto a Loredana Bertè, Arisa e Clementino, troviamo Nek e Rocco Hunt, quest’ultimo in coppia con Clementino, con il quale condividerà la poltrona. Invariata la formula che ha decretato il successo del programma e che, anno dopo anno, ha regalato al pubblico indimenticabili storie di vita e musica. Si inizia con le 'Blind Auditions', le tradizionali 'audizioni al buio' dove i giudici, di spalle, ascoltano i concorrenti senza poterli vedere. Sarà solo la loro voce a doverli conquistare: in quel caso, il coach potrà voltarsi per aggiudicarsi il concorrente in squadra. Se più coach si volteranno, invece, sarà il concorrente a decidere in quale team gareggiare. Anche quest’anno, nella fase delle 'Blind', i coach potranno contare su due 'armi': il tasto 'Blocco', che impedisce a un altro coach di scegliere un concorrente, e il tasto 'Seconda Chance', che permette a ciascun coach di far esibire nuovamente, in una delle puntate successive, un artista che non è riuscito a convincere nessuno al primo tentativo. Al termine della quarta ed ultima puntata di 'Blind', i quattro coach dovranno selezionare i 24 concorrenti prescelti – sei per team – che passeranno al 'Knock Out', la semifinale, in cui i talenti di ciascuna squadra si sfideranno con un brano assegnato dai rispettivi coach. Saranno sempre i coach a decidere, in questa puntata, chi far andare avanti nella gara e solo tre concorrenti per team accederanno alla spettacolare 'Finale' dove sarà il pubblico da casa, tramite il televoto, a decretare chi vincerà la sesta edizione di The Voice Senior. Oltre alle performance dei concorrenti – che proporranno al pubblico una selezione del miglior repertorio canoro italiano ed internazionale - non mancheranno le esibizioni delle 'guest star' di puntata e gli ormai irrinunciabili duetti dei coach con i concorrenti impreziositi quest’anno dall’arrivo di Nek e Rocco Hunt.
(Adnkronos) - Il 2024 è stato un anno record per l’internazionalizzazione delle imprese italiane in Spagna: gli investimenti diretti hanno superato 987 milioni di euro, triplicando i valori del 2023. Secondo il Barometro Ccis-Afi, il 71% delle aziende italiane già attive nel Paese prevede di aumentare gli investimenti nel 2025, e il 95% considera la Spagna un mercato strategico. È innegabile quanto possa risultare attraente per un imprenditore italiano l’idea di una nuova sede iberica. Il problema è che troppo spesso si parte da un presupposto errato: “Se funziona in Italia, funziona anche in Spagna”. Non è così. "I due Paesi sono simili per molti aspetti, ma la cultura, il modo di lavorare, ragionare e prendere decisioni sono profondamente diversi e non basta replicare modelli operativi, gestionali o commerciali", spiega Roberto Bosco, avvocato italiano da vent’anni in Spagna e founder di Lawants, studio legale internazionale con sedi a Barcellona e Madrid, specializzato nel supportare imprese italiane di medie e grandi dimensioni che entrano nel mercato iberico. In 20 anni di esperienza sul campo, Lawants ha aiutato centinaia di aziende e affrontato tutte le problematiche che un’operazione di internazionalizzazione può comportare. "Non costituiamo società a scatola chiusa e non ci limitiamo a fare quello che i clienti ci chiedono. Prima ancora di parlare se fare una società, una stabile organizzazione ai fini Iva, una branch o succursale, verifichiamo insieme al cliente il progetto, la sua idea di impresa in Spagna e forniamo le informazioni necessarie per permettergli di prendere le migliori decisioni possibili", precisa Bosco. "Ho visto tante aziende scontrarsi con difficoltà che non avevano minimamente messo in conto, per questo ho deciso di stilare una lista di consigli che ogni imprenditore intenzionato a fare business in Spagna dovrebbe tenere bene in mente", continua. Ciò che funziona in Italia non necessariamente funziona in Spagna, come la migliore pizza napoletana fatta a Barcellona... Magari agli spagnoli non piace e nessuno la mangia. Bisogna allora elaborare una variante in base a gusti, usanze e costumi locali. "Qui è normale che un imprenditore oggi coltivi patate e domani, se l’attività va male, chiuda l’azienda senza troppe preoccupazioni e inizi un’altra attività", racconta Bosco. "Tale mentalità -continua- influenza anche il mercato dei servizi professionali. Molte imprese non valorizzano la gestione, il controllo, la contabilità, le dichiarazioni fiscali e l’attività consulenziale di alto livello, e questo spinge tanti professionisti locali ad adeguare la propria offerta a standard più bassi, limitandosi a fare ciò che viene richiesto". "Per questo motivo Lawants non lavora con clienti spagnoli né con ditte individuali, attività commerciali di piccole dimensioni o persone fisiche. Tutti i nostri clienti sono società straniere che investono in Spagna e che richiedono un livello di servizio eccellente, professionale e internazionale. Il nostro lavoro parte dalla convinzione che un’impresa che entra in un nuovo mercato meriti un team di consulenti capaci di osservare dall’alto, anticipare i problemi e accompagnarla strategicamente nel percorso di crescita", conclude.
(Adnkronos) - Nel 2024 il sistema Conai ha prodotto 3,8 miliardi di euro di valore economico, contribuendo per 2 miliardi di euro al Pil nazionale e sostenendo oltre 24mila posti di lavoro lungo l’intera filiera del riciclo. Il Consorzio Nazionale Imballaggi ha presentato oggi a Milano in Borsa Italiana l’edizione 2025 del suo Rapporto integrato di sostenibilità, che, come ogni anno, quantifica i benefici economici ed ambientali del riciclo in Italia. “Il Rapporto integrato 2025 conferma la capacità del modello Conai di convertire la sostenibilità in valore tangibile e misurabile, e di operare in coerenza con i principali indicatori Esg e con le aspettative del sistema economico nazionale. Lo vediamo nei numeri ma anche nel ruolo più ampio che il sistema svolge: non gestiamo semplicemente i materiali di imballaggio post consumo, ma attiviamo filiere, abilitiamo settori strategici, generiamo lavoro e riduciamo la dipendenza dalle risorse naturali - commenta Ignazio Capuano, presidente Conai - Ogni euro di Contributo Ambientale genera valore che si moltiplica nel Paese, dimostrando che la sostenibilità può essere non solo doverosa, ma anche straordinariamente produttiva. Ambiente e competitività non sono in contrasto: il riciclo è una vera infrastruttura industriale nazionale, capace di produrre benefici economici, occupazionali e ambientali. I numeri ci raccontano la strada fatta; il nostro impegno quotidiano indica quella da seguire: trasformare il riciclo in un’opportunità reale, misurabile e condivisa per un’Italia più efficiente e sostenibile”. Grazie al riciclo degli imballaggi l’Italia ha risparmiato nel 2024 12,2 milioni di tonnellate di materie prime vergini, ossia il peso di oltre 830 Torri di Pisa; ha evitato l’utilizzo di 55 TWh di energia primaria, pari ai consumi domestici della metà delle famiglie italiane; e ha ridotto le emissioni di gas serra fino a 11,4 milioni di tonnellate di CO2eq, che corrispondono a quelle di circa 9mila voli intorno al mondo. Dal Report emerge così "la crescente interdipendenza tra sostenibilità, innovazione e competitività. Le analisi relative alle imprese soggette a schemi Epr (Extended Producer Responsibility) mostrano infatti come alti tassi di riciclo e modelli collaborativi producano nel tempo maggiore efficienza, fiducia degli investitori e valore finanziario". “Sostenibilità significa capacità di trasformare una visione ambientale in valore industriale. Ogni cifra del Rapporto non è solo un dato, ma il racconto di un impegno che coinvolge imprese, comunità e territori, e che rende visibile ciò che spesso rimane nascosto: le storie dei materiali, delle persone e delle filiere che lavorano insieme come in un film a più livelli - sottolinea Simona Fontana, direttore generale Conai - La qualità delle filiere, l’innovazione tecnologica e la collaborazione con i territori sono i pilastri che ci consentono di ottenere risultati concreti e di rafforzare la competitività del Sistema Paese, consolidando il ruolo dell’Italia nella transizione circolare europea. La sostenibilità è esperienza e partecipazione. Ogni parola, ogni scelta può diventare azione, innovazione e esempio: Conai ha anche una missione formativa e culturale, e attraverso progetti come Green Jobs e Fenice Conai per il giornalismo ambientale giovane, coinvolge scuole, università, giornalisti e territori nella diffusione di una cultura della sostenibilità più consapevole”. In un contesto storico-economico segnato da dinamiche tecnologiche, geopolitiche e di mercato sempre più complesse, Conai ha promosso un dialogo tra istituzioni, imprese e operatori finanziari che ha portato all’individuazione di un insieme di priorità strategiche fondamentali per rafforzare la resilienza e la competitività del sistema. È emersa, innanzitutto, la necessità di regole chiare, orientate ai risultati e capaci di consolidare fiducia e pianificazione industriale. Una maggiore stabilità normativa rappresenta infatti un presupposto imprescindibile per creare condizioni favorevoli agli investimenti. “Questo rapporto è uno strumento prezioso anche per orientare le politiche pubbliche, perché offre indicazioni concrete su ciò che serve alle filiere e ai territori - afferma Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - I numeri presentati oggi confermano che il riciclo non è solo una scelta ambientale, ma una vera politica industriale. Risultati importanti che devono essere consolidati con iniziative mirate a sostenere e sviluppare la competitività di un settore energivoro e sottoposto a forte concorrenza internazionale, rendendo il materiale riciclato competitivo anche nei costi. In questa direzione va l’Energy Release, appena operativo, che garantirà energia rinnovabile a prezzo stabile alle imprese più energivore. Continuiamo inoltre a contribuire al Circular Economy Act, per costruire un mercato unico delle materie prime seconde, semplificare norme e autorizzazioni e incentivare l’utilizzo di materiali riciclati. A livello nazionale prosegue il confronto con gli operatori, dal tavolo sulla plastica alla sperimentazione dei certificati bianchi per l’economia circolare. Il sistema italiano del riciclo è un modello riconosciuto in Europa e il governo è impegnato a sostenerlo, rimuovendo ostacoli e creando condizioni di crescita. Ringrazio Conai per il contributo alla strategia nazionale”. Un pilastro altrettanto rilevante riguarda la promozione dell’innovazione e delle partnership, insieme all’integrazione sempre più stretta tra transizione verde e trasformazione digitale, considerate una leva unica per sostenere una crescita competitiva e duratura. A ciò si affianca la necessità di prestare particolare attenzione alle piccole e medie imprese, garantendo loro un accesso più semplice agli strumenti finanziari necessari per affrontare la transizione ecologica. Parallelamente, la valorizzazione della formazione e della conoscenza si conferma un motore decisivo di competitività per le filiere, mentre il rafforzamento del ruolo delle amministrazioni locali è ritenuto essenziale per assicurare l’implementazione efficace delle politiche di sostenibilità sui territori. “L’Italia si conferma tra i leader europei nella gestione dei rifiuti con risultati superiori alla media dell’Unione. I numeri dell’economia circolare testimoniano un sistema produttivo solido e competitivo. Negli ultimi cinque anni il valore aggiunto è in crescita e il settore coinvolge oltre 600mila lavoratori. Tuttavia, per mantenere questa rotta dobbiamo rafforzare la capacità di innovazione: il numero di brevetti legati al riciclo e ai processi circolari è ancora inferiore rispetto ai nostri competitor come Germania, Francia e Spagna. Per questo servono politiche mirate, più investimenti e una collaborazione sempre più stretta tra pubblico e privato, così da sostenere un modello di sviluppo davvero sostenibile e orientato al futuro", ha concluso Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria per la transizione ambientale e obiettivi Esg.