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(Adnkronos) - Un botta e risposta divertente e autoironico, quello che vede protagonisti Adriano Celentano e Claudia Mori in un audio pubblicato sulle pagine social ufficiali del Molleggiato, Celentano l’Inesistente. In sottofondo la musica dello Zecchino d'Oro che fa da cornice a uno scambio inaspettato tra i due. "Ma che amore questi bambini, sono bravissimi a cantare questi bambini dello Zecchino d’Oro", commenta Claudia Mori, entusiasta. Pronta la risposta di Celentano: “Eh, sono bravi caspita, sono bravissimi”. Poi la domanda che innesca la risata: “Senti Adriano, ma tu a quanti anni hai iniziato a parlare?”. La replica è una perla di comicità surreale: “Ah, io ho cominciato presto, avevo 13 o 14 anni”. Risate immediate di Claudia: “Ahahah, un fenomeno…”. E Celentano, rincarando la dose: “Sì, caspita, mi invidiavano tutti”, tra nuove risate condivise. Un momento leggero e spontaneo che sta rapidamente facendo il giro del web.
(Adnkronos) - L'assemblea generale Emeca, riunitasi nelle scorse settimane a Milano, ha eletto i nuovi membri del suo consiglio di amministrazione, nominando vicepresidente Carlo Costa che in Italian Exhibition Group (Ieg) ricopre il ruolo apicale di chief corporate officer. A Costa, in Ieg, è affidata la gestione dei settori operation, finance, hr, it, legal compliance e le attività corporate delle società controllate dal Gruppo. Ieg, quotata al mercato principale su Euronext Milan, con le sue 60 fiere e 150 eventi, oltre 700 dipendenti in Italia e nel mondo con sedi a Rimini, Vicenza, Milano, Arezzo, Dubai, San Paolo, New York, Singapore oltre che in Cina, Arabia Saudita e Messico, è tra i principali organizzatori fieristici globali. Emeca, con sede a Bruxelles e presieduta da Elżbieta Roeske, è dal 1992 l'Associazione europea dei grandi centri fieristici. Riunisce le 25 più importanti sedi espositive in Europa, tra le quali anche quelle di Italian Exhibition Group con Rimini e Vicenza. Gli associati Emeca organizzano nel loro complesso 2.000 fiere all'anno con 400.000 espositori e 38,5 milioni di visitatori su una superficie espositiva di 38 milioni di metri quadrati. Oggi, l'Europa ospita la maggior parte delle fiere internazionali leader e rappresenta quasi la metà della quota di mercato globale. Tra i ruoli di Emeca quello di promuovere i suoi associati a livello europeo e globale nell'ambito di alleanze industriali con le principali istituzioni governative. Carlo Costa, classe 1968, è originario di Torino ma residente a Fano da 26 anni dove è attivissimo nel volontariato della sua città. Sposato con Mariarosa, due figli, Giovanni e Giacomo, si laurea in Economia e Commercio all’università degli studi di Torino e inizia la sua carriera nell’ambito della direzione finanziaria della Luigi Lavazza S.p.a. Nel gigante del caffè partecipa anche allo studio, costituzione e gestione di una agency tresaury company nell’area doganale di Dublino. Passa poi a Ifas Gruppo di Torino, all’epoca uno dei più importanti dealer nel settore automotive controllato da un fondo di investimento milanese. Nel 2001 entra nell’allora Ente Autonomo Fiera di Rimini, accompagnandolo nella trasformazione in SpA e in tutte le maggiori operazioni: m&a in Italia e all’estero, l’integrazione con Fiera di Vicenza - che ha dato origine a Italian Exhibition Group S.p.A. - la quotazione in Borsa. Nel 2022 si sposta al Consorzio Tutela Grana Padano, il prodotto Dop più consumato al mondo. Nel 2024 rientra in Italian Exhibition Group con il ruolo apicale di Cco. Nel corso dell’ultima assemblea generale di Emeca, gli associati, provenienti da tutta Europa, si sono concentrati sulla pianificazione degli scenari fieristici e sulla crescita delle vendite registrata nel 2025 e su quella prospettica per il 2026; al centro dell’assemblea anche riflessioni sulle sfide dovute all’incerto contesto geopolitico, sugli investimenti nella decarbonizzazione, ristrutturazione delle sedi espositive e nuovi spazi multifunzionali. Riflettori accesi anche su digitalizzazione, servizi personalizzati, sicurezza e cybersecurity
(Adnkronos) - Green Deal o Green Crash? Un bilancio sulla transizione energetica, sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, sul ricorso alle energie rinnovabili e sulla promozione di modelli industriali sostenibili è scaturito dal confronto di questa mattina, all’Annual European Report 'Green Deal o Green Crash', evento organizzato da Istud Business School, insieme e Cottino Social Impact Campus di Torino (AdnKronos tra i media partner). Il Green Deal europeo dovrebbe costituire un fine invece si sta trasformando in un mezzo. "Non è il percorso che può assicurarci un futuro sostenibile - esordisce Danilo Bonato, direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali di Erion Compliance Organization - ma un freno alla crescita mascherato da rivoluzione verde. Se questa è la prospettiva della transizione ecologica, si rischia di regalare il dominio industriale alla Cina, pagando un prezzo altissimo in competitività e autonomia. In questo scenario incerto, le famiglie e le imprese sono soffocate dal caro energia: aumenti insostenibili che chiedono risposte immediate e concrete". Il Green Deal sta determinando sicuramente un impatto economico "dovuto principalmente all’uso di materie prime a basse emissioni - commenta Alessandro Bottarelli, Sustainability Leader, Abb Electrification Smart Power Division - e alla decarbonizzazione dei siti produttivi, nonché all’attività di rendicontazione ambientale. Ciò si traduce nell’aumento dei costi ma anche della competitività, visto che la sostenibilità sta diventano un elemento discriminante anche in campo industriale, purtroppo non ancora monetizzabile". "Il management - spiega Marella Caramazza, direttore generale Istud Business School e Board Member Cottino Social Impact Campus - è per noi una disciplina a forte orientamento sociale, che può giocare un ruolo decisivo a generare impatto positivo a partire dalla definizione di nuovi modelli di business, dalla valutazione degli investimenti, dalla definizione di nuove metriche e comportamenti attesi". Attenzione anche al tema dell'economia circolare e del riciclo dei rifiuti plastici. "Serve cominciare con altre forme di riciclo - spiega Roberto Sancinelli, presidente di Montello Spa - che possono essere non solo di riciclo 'plastica in plastica' ma possono essere 'plastica in carburanti', 'plastica in combustibili solidi o gassosi' da utilizzare in sostituzione di combustibili fossili primari, riciclo in energia per autoconsumo della plastica non più riciclabile in materia". Quali sono le soluzioni al caro energia d’imprese e famiglie? Secondo Valentino Piana, Direttore Economics Web Institute e Senior Climate Strategist dell’European Network of Living Labs, professore associato alla Yonsei University e membro della task force sulla mobilità delle Nazioni Unite, "al consumatore che vuole risparmiare, l’economia verde offre auto che costano meno di quanto spende oggi, pannelli rimovibili (adatti quindi a chi è in affitto e in appartamento) che hanno tempi di ritorno di un solo anno, sistemi di isolamento e riscaldamento che costano meno quando saremo in pensione. Il lavoratore che vuole avere un lavoro stabile e sicuro sarebbe folle a preferire di lavorare in un settore a tecnologia obsoleta, protetto temporaneamente da dazi che non possono durare". Per Paolo Peroni di Rödl&Partner, "le imprese e i cittadini sentono come stringente la necessità di ridurre i costi dell’energia elettrica e perseguire il massimo livello di autonomia e indipendenza energetica. Le soluzioni oggi più vicine, concrete, realistiche sono le rinnovabili, la cui diffusione troverà nuova forza propulsiva nei sistemi di accumulo (i Bess), nelle comunità energetiche rinnovabili e nei Ppa tra imprese e produttori di energia verde, a beneficio della sostenibilità e della tanto ambita competitività". Nell’energia l’Italia ha visto negli ultimi anni uno sviluppo significativo delle fonti rinnovabili, con investimenti crescenti in fotovoltaico, eolico e accumuli. E’ l’analisi del professor Alessandro Marangoni, Althesys Strategic Consultants, direttore scientifico dell’Irex il principale think thank in Italia sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica. "Nel 2024 l’Irex Annual Report di Althesys ha mappato 121 miliardi di euro e 86,6 GW di progetti nelle rinnovabili, con una crescita del 60% sull’anno precedente - aggiunge - Solo una parte però sarà realizzata, con le procedure autorizzative e i fenomeni Nimby che ancora frenano i progetti di grandi dimensioni. Storicamente l’autorizzato è in media circa il 25% delle richieste. Nell’eolico off-shore, ad esempio, l’Italia è ancora al palo. La conseguenza è che molto ancora dipende dal gas e i costi in bolletta non scendono". "La penetrazione delle rinnovabili non emissive - spiega Riccardo Bani, presidente di Teon - nel settore termico che pesa per il 55% dei consumi finali in energia, in Italia è solo del 5%. L’evoluzione tecnologica delle pompe di calore (che vede un’importante filiera produttiva in Italia) oggi ne permette l’impiego efficiente e diffuso anche nell’edificato esistente dotato di tradizionali radiatori senza dover sostenere costi invasivi all’interno delle unità abitative ma sostituendo la vecchia caldaia e in molti processi industriali (alimentare, cartario, tessile, farmaceutico, sanitario) con risparmi di spesa compresi tra il 40 e il 70%". Il Green Deal funziona quando è semplice da usare. Lo pensa Massimiliano Braghin, presidente e Co-Founder di Infinityhub Spa Benefit. "Quando vincono veramente tutti e quando la conoscenza diventa informazione e coscienza comune e diffusa - dice - La tecnologia c’è, ma manca ancora la consapevolezza e lo scambio di informazione intima tra chi la produce, la progetta, chi la finanzia e chi la utilizza. Il capitale e la finanza seguono e si moltiplicano con la fiducia, e l’esperienza comune e la fiducia sono acceleratori fantastici e così nascono anche la governance aperta e i modelli replicabili. La twin transition accelera solo se diventa win win e perciò desiderabile, non obbligata". Questo ragionamento introduce il tema dell’Intelligenza Artificiale (Ai) che può contribuire alla transizione verde in molti modi. Andrea Farinet, docente di Economia e Gestione delle imprese della Liuc-Università Cattaneo e presidente di Socialing Institute spiega: "L’Ia può intervenire nella gestione delle reti energetiche, nell’ottimizzazione dei consumi negli edifici, nell’industria e nei trasporti, può ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza nel monitoraggio ambientale, consente di ridurre guasti e prolungare la vita di impianti e infrastrutture, riducendo sia i costi sia gli impatti ambientali. L’Ia, però, non è priva di limiti: i modelli più complessi richiedono grandi quantità di energia e la costruzione di data center molto energivori. Questo significa che l’intelligenza artificiale può essere un alleato potente della sostenibilità solo se si adotteranno tecniche di progettazione più efficienti, algoritmi meno energivori e infrastrutture alimentate da fonti rinnovabili". Allora, Green Deal o Green Crash? In un momento di profonda crisi di identità industriale e tecnologica, l'Europa rischia di rinunciare a un pezzo importantissimo delle sua identità "rifugiandosi nella falsa illusione - esordisce Mario Calderini, School of Management del Politecnico di Milano, Scientific Advisor Cottino Social Impact Campus, membro del comitato di esperti della Commissione europea sull’Economia Sociale - che l'eccesso di attenzione al clima e alla società sia il problema principale della perdita di competitività della sua finanza e della sua industria. Si tratta di riconciliare le due traiettorie rappresentate da sostenibilità e innovazione tecnologica, storicamente separate. Le aziende si sono concentrate sul raggiungimento di obiettivi di sostenibilità più facili da implementare, mentre si sono trascurati gli obiettivi più rischiosi, maggiormente investiti dai trade-off, ma con un potenziale più alto". "Tra i cittadini - conclude l’editorialista e saggista Maurizio Guandalini, chairman dell’evento, tra i più qualificati analisti indipendenti del sistema finanziario globale - aleggia da un lato, la consapevolezza di sostenere il peso dei sacrifici per benefici che saranno goduti da altri, dalle generazioni che verranno e, dall’altro lato, che i cambiamenti climatici che stiamo vivendo saranno irreversibili. La sfida è riuscire a coniugare crescita economica e tutela ambientale" .