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(Adnkronos) - La Corte d'Assise di Bologna, presieduta dal giudice Pasquale Liccardo, ha condannato all'ergastolo l'ex comandante della polizia locale di Anzola, Giampiero Gualandi, a processo per la morte dell'ex collega 33enne Sofia Stefani e accusato di omicidio volontario aggravato, dal legame affettivo e dai futili motivi. Quest'ultima aggravante è caduta. La procuratrice aggiunta Lucia Russo aveva chiesto l'ergastolo. I legali difensori Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli avevano, invece, richiesto la riqualificazione del reato in omicidio colposo. "Quando c'è una sentenza di ergastolo e succedono delle cose di questo genere, la società ha fallito. Però per Sofia credo che fosse giusto avere giustizia - ha detto la madre di Sofia Stefani, Angela Querzè -. Credo meritasse giustizia e che la sentenza sia giusta". La sentenza è arrivata dopo sette ore di Camera di Consiglio. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. Stefani è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi al comando della polizia locale di Anzola.
(Adnkronos) - "I dazi antidumping del 91,74% sull'importazione di pasta italiana annunciati dagli Stati Uniti non sono, al momento, ancora entrati in vigore. Da quando sono stati comunicati, a inizio settembre, si è infatti aperta una finestra di 120 giorni per presentare ricorso e la procedura è tuttora in corso. Sommati al cosiddetto dazio reciproco del 15%, i dazi antidumping porterebbero il dazio totale per importare pasta dall'Italia agli Usa a quasi il 107%. Se guardiamo ai prezzi al dettaglio della pasta italiana in vendita nei supermercati americani, risulta davvero difficile immaginare che i produttori italiani di pasta pratichino dumping. In Italia mezzo chilo di pasta si vende intorno a 1 euro, 1 euro e 10 centesimi. Negli Stati Uniti un pound (454 grammi) viene venduto a 2,50, 2,99 fino anche a 3,20 dollari. Sembra difficile pensare a un ribasso artificiale. Se questi livelli di prezzo vengono considerati dumping, allora a quanto si dovrebbe vendere la pasta in America? Dieci dollari al pound? È evidente che l’accusa non regge". Ad affermarlo, ad Adnkronos/Labitala, Lucio Miranda, presidente di ExportUsa (società di consulenza che aiuta le imprese italiane a entrare, con successo, nel mercato americano). "Analizzando i documenti del Dipartimento del Commercio americano, emerge - spiega - che alcune aziende sottoposte ad audit non avrebbero fornito tutte le informazioni richieste; in alcuni casi la documentazione è stata prodotta, ma in italiano. Queste imprese sono state classificate come 'uncooperative', ovvero non collaborative. Riteniamo, quindi, che i dazi antidumping siano stati imposti per questo atteggiamento 'uncooperative', piuttosto che per una ragione legata a vere e proprie pratiche di dumping sul mercato Usa. La logica del Dipartimento è chiara: se non mi dimostri che non stai facendo dumping, io applico il dazio". "Proprio per questo motivo, un ricorso ben costruito e presentato nei tempi previsti può realmente avere effetto. I ricorsi vanno redatti con la massima accuratezza: se la motivazione del dazio è stata la presunta mancata collaborazione, allora bisogna dimostrare in modo impeccabile il contrario. Ne vale la pena e bisogna muoversi rapidamente perché il tempo stringe. Ricordo che nel 2024 l’Italia ha esportato negli Stati Uniti circa 750 milioni di dollari di pasta, su un mercato totale che vale 6,2 miliardi di dollari. Le importazioni complessive americane di pasta ammontano a circa 1,8 miliardi: l’Italia, con i suoi 750 milioni, rappresenta quindi quasi il 40%. Un settore di questo peso merita una difesa solida e ben strutturata", conclude.
(Adnkronos) - "Il Cresco Award Città Sostenibili è un riconoscimento che da dieci anni valorizza l’impegno dei Comuni italiani nello sviluppo sostenibile dei territori, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite". Così Giorgio Germani, Consigliere Delegato di Fondazione Sodalitas, intervenendo alla premiazione del Cresco Award 2025 – Comuni sostenibili e Agenda 2030. Ogni anno, ha spiegato Germani, partecipano "circa 90 Comuni, spesso con più progetti, e vengono consegnati complessivamente 120 premi". I riconoscimenti sono assegnati sia dalla giuria di esperti – composta da accademici e personalità del mondo della sostenibilità – sia dalle imprese partner dell’iniziativa, che scelgono di sostenere direttamente progetti virtuosi. "Questo legame tra mondo privato e pubblico è un valore aggiunto fondamentale – ha sottolineato Germani – perché consente di creare sinergie concrete tra aziende e istituzioni locali". Dopo dieci anni, ha concluso, "registriamo una partecipazione stabile e convinta: i Comuni italiani mostrano una crescente consapevolezza ambientale e sociale. Certo, si può fare sempre di più, ma il percorso è tracciato e i risultati sono evidenti".